Vos detta legge davanti a tanta Italia. Cosa dice il cittì Sangalli?

29.07.2022
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Tanta Italia. L’ordine d’arrivo della sesta tappa del Tour Femmes si tinge ancora tanto del nostro tricolore ma a vincere è ancora quello olandese. Sul traguardo di Rosheim Marianne Vos domina lo sprint su Marta Bastianelli, Lotte Kopecky e davanti ad altre sei italiane. Dal quarto al decimo posto troviamo nell’ordine Balsamo, Persico, Confalonieri, Guazzini, Barbieri e Longo Borghini con la sola Niewiadoma (ottava) a spezzare questa lunga scia azzurra.

La trentacinquenne della Jumbo-Visma conquista la sua seconda frazione alla Grande Boucle femminile mantenendo la maglia gialla e, grazie agli abbuoni, guadagnando altro margine su Silvia Persico, ora a 30”, mentre dalla volata finale era stata tagliata fuori Lorena Wiebes, vittima di una rovinosa caduta a circa 20 chilometri dall’arrivo.

Ma di tutta questa Italia così ben presente in volata in Francia, a cui è mancato solo il sigillo, cosa ne pensa il cittì Paolo Sangalli? Glielo abbiamo chiesto, scoprendo però una sua amara disavventura personale.

Sangalli si congratula con la Balsamo per il successo al Trofeo Binda. L’iridata sarà la capitana azzurra agli europei di Monaco
Sangalli si congratula con la Balsamo per il successo al Trofeo Binda. L’iridata sarà la capitana azzurra agli europei di Monaco
Paolo, prima di parlare delle tue ragazze al Tour Femmes, ci racconti cosa ti è successo?

Mercoledì sono stato investito da un’automobilista poco lontano da casa. Ero ad un semaforo in una strada secondaria. Quando sono ripartito al verde e avevo già fatto più di mezzo incrocio una macchina mi ha colpito mentre svoltava. Per fortuna, se così possiamo dire, che mi sono reso conto della manovra azzardata di questa persona e sono riuscito a cadere senza battere la testa. Ho riportato la frattura composta della scapola e ho quattro dita lussate. Lei piangendo mi ha detto che non mi ha visto, che è la solita frase che dicono tutti. Io capisco ma serve più attenzione da parte degli automobilisti altrimenti diventa un massacro ogni giorno. Ne parlo solo per sensibilizzare la questione della sicurezza verso i ciclisti, non per dare colpe.

Meglio tornare a parlare di ciclismo pedalato e dell’Italia. Partiamo da Balsamo. Sta lavorando tanto per la squadra ma non sembra quella vista al Giro Donne.

Elisa non so se sia in calo di condizione perché non ho parlato col suo preparatore però so che lei è una ragazza che normalmente non sbaglia la preparazione. Ci può stare che adesso non sia brillante ma lo avete visto anche voi, si sta sacrificando per le compagne. Io credo che la Trek-Segafredo punti alla vittoria finale del Tour con Longo Borghini e questo probabilmente va a togliere qualcosa per le vittorie di tappa.

Preoccupato in vista dell’europeo?

Assolutamente no. Elisa (Balsamo, ndr) ha tutto il tempo di recuperare e ritrovare la forma migliore da qui al 21 agosto, giorno della nostra prova in linea.

Ci hai sempre detto che avreste avuto delle alternative. Può essere Bastianelli che oggi ha fatto seconda?

Sì, certo. Marta è una campionessa senza tempo. Mi fa piacere che si stia riscattando dopo un periodo opaco, dovuto a problemi fisici. Le avevo chiesto di mettersi in mostra in questo Tour. Lo ha fatto non appena anche lei è stata libera da obblighi tattici, dopo che nei giorni scorsi ha lavorato tanto per Mavi Garcia.

Tra le altre frecce dell’Italia, c’è anche la Barbieri.

Anche se ne ha già ottenute due in stagione, a Rachele manca solo la vittoria ultimamente. Ma di quelle WT, sarebbe la ciliegina sulla torta. E’ sempre stata presente nelle ultime volate importanti dagli italiani al Giro Donne fino qui in Francia. Arriva da due anni in cui praticamente non aveva mai corso a questi livelli. Le ho detto che sta facendo un ottimo lavoro e di avere pazienza che verranno i risultati.

Poi abbiamo visto bene Confalonieri e Guazzini.

Maria Giulia è senz’altro nella rosa degli europei. E’ un corridore molto importante per noi. Sa entrare nelle fughe, è molto veloce e lavora tanto per le compagne nel finale. Sarà una pedina fondamentale. Vittoria invece non potrà correre a Monaco perché ha già disputato l’europeo U23 in Portogallo. Avevo chiesto di convocarla ma la UEC, anche se sono stati fatti in due periodi e sedi diverse, li considera una unica manifestazione.

Guardando l’ordine d’arrivo di oggi ci sono anche Persico e Longo Borghini ma immaginiamo ci sia un discorso a parte per loro…

Esatto. Silvia sta facendo un grande Tour ma visto che sta andando forte da tanto tempo ed è nelle papabili per il mondiale dovrà fare un periodo di stacco e recupero per preparare al meglio la gara in Australia. Lo stesso vale per Elisa. Quel mondiale sarà lungo e duro. Va preparato davvero bene.

Vos e Wiebes, qui argento ed oro ai Giochi Europei del 2019, saranno le avversarie principali all’europeo per l’Italia di Sangalli
Vos e Wiebes, qui argento ed oro ai Giochi Europei del 2019, saranno le avversarie principali all’europeo per l’Italia di Sangalli
A questo punto, come si batte la Wiebes in volata?

Eh, bella domanda (sospira e sorride, ndr). La Wiebes vince gli sprint in qualunque condizione. E poi ha iniziato a tenere molto bene anche sugli strappi duri. Però si può battere, studieremo come. Se con il suo club è capitana unica e tutte lavorano per lei, magari in nazionale non succede la stessa cosa. Non so ancora chi correrà tra le olandesi, bisogna capire le loro gerarchie e gli equilibri. C’è anche la Vos in grande forma che non bisogna mai dimenticare. Noi di sicuro abbiamo più affiatamento come nazionale e lo abbiamo sempre dimostrato

Queste tappe ti hanno dato ulteriori spunti per la tattica dell’europeo?

Sì, non arrivare in una volata di gruppo. Proprio oggi riguardavo meglio il circuito finale (13 chilometri da ripetere due volte, ndr) dopo il tratto in linea di un centinaio di chilometri. Andrà via una fuga ma bisogna entrare a Monaco con già il gruppo compatto perché poi sarebbe un problema ricucire. E’ un circuito complicato, con tante curve veloci ma non così scontato da interpretare. L’ultima curva secca è quella del triangolo rosso dove praticamente si fa una inversione ad U. Lì bisognerà essere ben posizionati e attenti.

P.S. In serata Silvia Persico, si legge nel comunicato della giuria, è stata declassata all’ultimo posto del suo gruppo per pericoloso cambio di traiettoria in volata. Ma ciò non toglie la buona prova delle italiane.

Wiebes batte Balsamo. L’ennesimo capitolo della sfida

28.07.2022
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Non c’è mai nulla di banale in questo Tour Femmes. La quinta tappa, da Bar-le-Duc a Saint-Dié-des-Vosges, è già nella storia sia per i suoi 175,6 chilometri di gara (la più lunga stagionale e in assoluto per il ciclismo femminile), sia per il successo di Wiebes su Balsamo, all’ennesimo capitolo della loro sfida.

Alle loro spalle Marianne Vos, che mantiene la maglia gialla (ed anche quella verde) incrementando ora a 20” il vantaggio su Silvia Persico, settima al traguardo e sempre seconda nella generale. L’ordine d’arrivo si tinge di altro tricolore italiano grazie al quarto posto di Rachele Barbieri, al sesto di Maria Giulia Confalonieri e all’ottavo di Vittoria Guazzini.

Dicevamo, Wiebes contro Balsamo, una sfida che terrà banco ancora per tanti anni a seguire e che oggi si aggiorna nuovamente a livello statistico. In diciotto occasioni sono finite assieme sul podio di cui già sei volte quest’anno.

Al momento comanda questa particolare graduatoria la ventitreenne olandese del Team DSM con undici primi posti a fronte dei sei della campionessa del mondo della Trek Segafredo. Curiosamente l’unica volta in cui a sorpresa in uno sprint sono finite nell’ordine seconda e terza, è stato alla Dwars door de Westhoek nel 2018 dietro alla vietnamita Thi That Nguyen.

Esulta Lorena Wiebes. Quello della quinta tappa del Tour Femmes è il 17° successo stagionale, il 63° in carriera
Esulta Lorena Wiebes. Quello della quinta tappa del Tour Femmes è il 17° successo stagionale, il 63° in carriera

Lo sprint di Lorena…

Il canovaccio è stato quello che sempre di più si vede nelle gare femminili, sulla falsariga di quelle maschili. Figurarsi poi in una frazione da oltre quattro ore e mezza. Evade la fuga (di quattro atlete in questo caso), il gruppo la tiene sotto osservazione fino a un vantaggio massimo di 4′ prima di recuperare in modo lungo ed inesorabile riprendendo l’ultima fuggitiva ai meno 3. Per gran parte a guidare l’inseguimento c’è stato il Team DSM. Portare la Wiebes per vincere la tappa era una missione.

«Sono molto contenta, perché Franziska (Koch, ndr) ha fatto un grande sforzo controllando la gara fin dall’inizio – racconta Lorena, al secondo sigillo in questo Tour Femmes – Quando le quattro battistrada hanno toccato il massimo vantaggio, lei ha dettato il ritmo del gruppo ed è riuscita a stabilizzare il distacco. È stato uno sforzo incredibile, quindi sono felice di aver ottimizzato il tutto con la vittoria».

«Lo dite voi che sono la migliore velocista al mondo – prosegue la Wiebes, che a fine stagione, malgrado un contratto fino al 2024, dovrebbe lasciare il suo team per passare alla SD Worx – A me non piace dire questo di me stessa. Oggi però mi sentivo bene e sono molto felice della mia prestazione.

«L’obiettivo di questo Tour Femmes per me è la maglia verde (deve recuperare 26 punti alla Vos, ndr) ma dobbiamo cercare di tenere davanti per la generale Juliette (Labous, ndr) che è molto in forma. Oggi la squadra ha fatto un bello sforzo collettivo. Questa è la cosa più importante».

Balsamo seconda nella sesta tappa del Tour Femmes. Poi tanta Italia. Confalonieri (a sx) sesta, Persico settima e Barbieri quarta (a dx)⁹
Balsamo seconda nella sesta tappa del Tour Femmes. Poi tanta Italia. Confalonieri (a sx) sesta, Persico settima e Barbieri quarta (a dx)

E quello di Elisa

Una Wiebes così è difficile per chiunque batterla. Soprattutto se nel finale capitano dei disguidi imprevisti. La Trek-Segafredo negli ultimi chilometri rileva in testa la DSM per impostare la propria volata per Elisa Balsamo. Tira lungo la Van Dijk anche perché prima del triangolo rosso c’è una curva a gomito a destra in leggera discesa che può creare selezione. La campionessa europea la prende davanti e dà un’altra lunga “trenata” prima di cedere il compito a Elisa Longo Borghini sul lato sinistro della strada.

Lì però la piemontese ha una indecisione. Ai 350 metri la strada volge verso destra ma lei imbocca una via di fuga a sinistra. E’ bravissima a restare in piedi e a ritornare nella coda del gruppo principale senza perdere ulteriori secondi e posizioni nella generale.

«E’ stata una tappa molto lunga – spiega la Balsamo appena tagliato il traguardo, forse un po’ condizionata allo sprint dalla manovra errata della Longo Borghini – In gara non c’è stato un ritmo molto alto però alla fine abbiamo cercato di fare del nostro meglio in volata. Ed è andata bene così. Devo ringraziare la mia squadra che ha fatto un ottimo lavoro. Le mie compagne sono state davvero brave a portarmi davanti per la volata».

Longo Borghini a 350 metri dal traguardo della quinta tappa ha imboccato una svolta a sinistra per sbaglio e senza conseguenze
Longo Borghini a 350 metri dal traguardo della quinta tappa ha imboccato una svolta a sinistra per sbaglio e senza conseguenze

Curva sbagliata

«Cosa è successo verso il traguardo? – descrive quell’episodio Longo Borghini – Sono cose che succedono ma è chiaro che è stato un mio errore. Pensavo di dover andare dritto ma non ricordavo infatti che ci dovesse essere una curva a sinistra. Ovviamente non l’ho fatto apposta. Non è colpa di nessuno, solo mia. Per fortuna è andato tutto liscio, anche la Vos ha fatto un grande numero per evitarmi.

«Mi dispiace per tutto il gruppo perché la mia più grande preoccupazione era quella di aver fatto cadere qualcuno. Alla luce di tutto, possiamo farci su una bella risata. Spero che l’abbiate fatta anche voi guardando quel momento».

La sesta tappa, da Saint-Dié-des-Vosges a Rosheim di 128,6 chilometri, ha un profilo mosso anche se sarà l’ultima occasione per le velociste prime delle due tappe di montagna. Attenzione però che la Cote de Boersch (2 km al 4,4%) a meno 9 potrebbe essere il trampolino di lancio per le big della generale e creare più scompiglio del previsto. Perché in questo Tour Femmes non c’è nulla di banale.

Sangalli, un’estate ricca di viaggi, indicazioni e medaglie

18.07.2022
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Come le rockstar che fissano le date dei propri tour itineranti, anche Paolo Sangalli sta trascorrendo un’estate in giro per il mondo. Il cittì della nazionale femminile infatti negli ultimi due mesi è stato a Wollongong in Australia per il sopralluogo del percorso iridato (attorno al 10 giugno), poi ritiro azzurro a Livigno ed infine in rapida successione altre sei manifestazioni. Già fatti il campionato italiano nella bassa modenese, Giochi del Mediterraneo in Algeria, la tappa di Bergamo al Giro Donne ed europei U23/junior in Portogallo. Il bottino finora con la nazionale è piuttosto ricco.

Pioggia di medaglie

Ad Orano due ori con Guazzini a crono e Guarischi in linea nell’evento che il Coni considera il più importante dopo l’Olimpiade. Ad Anadia tante altre medaglie. Oro nel mixed relay junior, poi argento e bronzo junior rispettivamente con Ciabocco e Venturelli nella prova su strada. Tra le elite due argenti entrambi con Guazzini sia a crono che in linea sempre dietro l’olandese Shirin Van Anrooij. E a conferma della bontà delle spedizioni, in tutte le prove troviamo sempre un’altra azzurra nella top ten.

Le prossime “fermate” garantite di Sangalli saranno il Tour Femmes, gli europei elite a Monaco di Baviera il prossimo 21 agosto e chiusura del cerchio il 24 settembre col mondiale. Tutto questo peregrinare serve per avere sotto controllo la situazione delle azzurre, sia quelle certe di una convocazione sia quelle papabili, benché il tecnico milanese abbia (avuto) le idee chiare sulle formazioni da schierare in ogni appuntamento.

Paolo partiamo da una curiosità. Quanto hai contribuito al disegno del Giro Donne?

Posso dire che ho collaborato abbastanza. In alcune tappe ho proprio dato indicazioni precise, soprattutto per quelle in Sardegna e quella di Bergamo. Invece per le due in Trentino ho detto come dovevano essere. Anche se non ci ho messo troppo mano, la frazione di Cesena onestamente me l’aspettavo così come si è svolta, benché il fattore caldo abbia influito tanto.

Quali erano queste indicazioni?

Posso farvi l’esempio della crono di apertura a Cagliari. Avevo chiesto che non fosse più di 5 chilometri, in modo che le italiane che hanno fatto pista, come Balsamo, Consonni o altre nostre velociste, potessero prendere la maglia rosa qualora avessero vinto la prima tappa in linea e non avessero avuto un grosso distacco a cronometro. E così è stato. Poi ho chiesto che i percorsi ricalcassero in parte quelli degli europei U23, elite e mondiali. Insomma ho pensato alle italiane. D’altronde erano diciassette anni che le nostre ragazze non vincevano almeno tre tappe al Giro Donne (ultima volta nel 2005 con tre successi di Giorgia Bronzini, ndr)

Le italiane al Giro come le hai viste?

Cavalli ha fatto seconda ed è venuta fuori nelle tappe dure, quella del Maniva e le due trentine. Longo Borghini ha fatto una scelta intelligente, ovvero quella di puntare alle tappe anche se poi non è riuscita a vincere, chiudendo con un buon quarto posto. Balsamo è stata protagonista nella prima parte con due vittorie e la maglia rosa. Consonni ha chiuso con una gran volata. Cecchini ha finito in crescendo. Poi bene Magnaldi, Bertizzolo, Barbieri e tutte le altre del giro azzurro.

Torniamo ai tuoi viaggi. Com’è saltare da un posto all’altro?

E’ una cosa utile, che poi ti ritrovi alle gare. Ad esempio Livigno è servito per tutte le ragazze per lavorare bene, specie per la Guazzini che ha potuto recuperare. E’ scesa senza più dolore al ginocchio e quindi con la testa libera. Infatti ha disputato una grande cronometro al Mediterraneo, a prescindere dalle concorrenti. Ha fatto la prestazione che doveva fare. In questi giorni sto facendo una visita alle ragazze che stanno facendo altura.

Che riferimenti hai preso durante questi viaggi?

Tantissimi. Sia su di noi, sia sulle avversarie. Per quanto riguarda la nazionale in vista dell’europeo le gerarchie sono già fatte. Balsamo capitano unico, ma avremo anche l’alternativa. Le altre lavoreranno per lei. Questo non significa che si lavorerà per tenere chiusa la corsa. Vuol dire anche andare in fuga e non farle fare fatica. La strategia sarà ben precisa, anche perché con una Wiebes del genere che sta vincendo tutte le volate, bisogna cercare di fare un certo tipo di corsa. L’olandese è sì uno spauracchio, ma anche uno stimolo per trovare soluzioni per tagliarla fuori.

Per il mondiale invece?

Prenderò spunti dopo il Tour anche se al Giro Donne è venuta fuori una ragazza come Silvia Persico. Una come lei, vedendo la corsa che ha fatto, non posso non considerarla. Ad oggi è dentro al gruppo a pieni voti, senza alcun dubbio. Anche per l’Australia bisognerà studiare una tattica giusta.

Quali altre ragazze ti hanno impressionato?

Tra le under 23 abbiamo un grande movimento. Su tutte, Guazzini, Zanardi e Vitillo, Gasparrini e Malcotti ma anche molte ragazze della Top Girls Fassa Bortolo come Bariani e Tonetti, atlete di prospettiva. Ho tanta possibilità di scelta. Un’altra ragazza che aspetto, e che mi è mancata, è Camilla Alessio che sta recuperando da alcuni problemi di salute.

Lo avevamo detto dopo Cittiglio. E’ una fortuna avere questi problemi di abbondanza…

Direi proprio di sì, anche se bisogna saperla gestire. Ho avuto nazionali sempre molto competitive pur facendo del turnover. Però la cosa che mi piace di più è che tutte le ragazze arrivano super motivate. Tutte vogliono mettersi al servizio delle compagne. Pensate che dopo la fine dell’europeo U23, con Guazzini seconda e Zanardi quarta, la prima preoccupazione di tutte le nostre ragazze era di capire come stesse Gasparrini che era rimasta coinvolta in una brutta caduta nel finale. Con uno spirito così, tutto è più semplice per me.

Ancora Balsamo allo sprint. E tanta Italia alle sue spalle

05.07.2022
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Balsamo, Kool, Vos, la volata al Giro d’Italia Donne è questione loro. A Reggio Emilia nella quinta frazione la campionessa del mondo in carica bissa il sigillo di Tortolì battendo le due olandesi mentre Consonni e Bastianelli completano la top five. Settima Rachele Barbieri e nona Emanuela Zanetti si segnalano in uno sprint particolarmente caotico.

Al triangolo rosso infatti una caduta coinvolge, fra le tante, Martina Fidanza, Vas, Zanardi, Longo Borghini e Norsgaard che sembra subito quella con le conseguenze più serie. La danese della Movistar passa il traguardo tenendosi costato e spalla destra con smorfie di dolore condite da grandi lacrime. In partenza al podio-firma ci aveva confidato, incrociando le dita, che sperava di fare risultato.

Le formazioni delle prime tre hanno preso in mano la situazione quando stavano lasciando troppo spazio alla fuga. Carbonari, Barnes, Vitillo, Monticolo e Bariani (ultima ad arrendersi e ripresa a 5 km dalla fine) hanno avuto fino a 5’20” a circa 40 km dalla fine. Sulle primissime colline reggiane il gruppo le ha messe nel mirino riducendo sensibilmente il margine e a quel punto bisognava concentrarsi solo su chi avrebbe preso in testa l’ultima curva secca a sinistra – a -200 metri – che portava al traguardo. Balsamo la imbocca davanti, il resto è storia nota.

Il bis di Elisa

«E’ un bilancio positivo finora – dice la 24enne della Trek-Segafredo che rafforza la propria leadership della maglia ciclamino – non posso che essere contenta. Oggi la mia squadra ha fatto nuovamente un grande lavoro. Domani sarà molto bello partire da casa a Sarnico. Sarà una frazione impegnativa che si presta molto alle fughe. Staremo a vedere. Per quanto riguarda la caduta, in radio ho sentito Elisa (Longo Borghini, ndr) che diceva che era rimasta coinvolta. Non vedendola arrivare mi sono preoccupata. Dopo il traguardo le ho detto che mi aveva fatto prendere un infarto. Spero che sia lei che tutte le altre ragazze stiano bene. Questa vittoria la dedico a tutta la mia squadra».

Felicità Guercilena

A due chilometri e mezzo dall’arrivo avevamo incontrato Luca Guercilena, team manager della Trek-Segafredo, che stava andando ad ispezionare quella famosa ultima curva per poi dare indicazioni all’ammiraglia.

«Ero comodo per venire a Reggio Emilia – ci ha detto – prima di raggiungere gli uomini al Tour de France. I nostri obiettivi qui al Giro Donne erano chiari puntando alle tappe. Finora ne abbiamo vinte due, abbiamo vestito la maglia rosa, stiamo indossando quella ciclamino. Siamo soddisfatti. Vedremo poi con Longo Borghini se ci sarà la possibilità di fare qualcosa o comunque restare agganciata alla top ten. Non sembra nulla di grave la sua caduta. Tutto ancora può succedere, ma la maglia rosa al momento ce l’ha una delle atlete più forti degli ultimi cinque anni per le gare a tappe. Quest’anno le ragazze hanno fatto e vinto tanto, dobbiamo gestirle al meglio visto che la stagione è ancora lunga».

Le domande di Chiara

Dietro alle solite tre, si affaccia la Consonni che ha scalato una posizione rispetto allo sprint di Tortolì. Dopo l’arrivo nella zona dei bus la intercettiamo poco prima di partire verso la prossima tappa. Accanto a lei c’è Davide “Capo” Arzeni e la chiacchierata con loro è un piacevole confronto.

«Cosa manca? Non so, cosa dici Capo?», chiede Chiara in modo scherzoso al suo diesse attento ad ascoltarla. «La grinta ce l’ho, ho voglia di fare risultato e intanto mi sto facendo vedere. Speriamo di fare un podio della fine. In volata ho preso l’ultima curva troppo indietro e non sono più riuscita a recuperare. Pensavo che il rettilineo fosse un po’ più lungo. C’è sempre tanto nervosismo. Non avendo treni troppo lunghi ma solo di 2/3 ragazze, una cerca di prendere la posizioni saltando da una ruota all’altra nei treni delle altre formazioni e si crea caos. Ci riproverò a Padova, anche se ho Bergamo nel cuore e domani vorrei fare qualcosa».

Chiara Consonni è alla ricerca del podio in uno sprint senza il suo solito treno
Chiara Consonni è alla ricerca del podio in uno sprint senza il suo solito treno

Le risposte del Capo

Il botta e risposta Valcar-Travel&Service continua sviscerando i temi della giornata.

«Mi fa piacere, devo dire che Chiara vede bene le cose in volata», ribatte Arzeni mentre la Consonni lo incalza ricordandogli che corre in gruppo tutti i giorni. «Qui non è come alla Gand-Wevelgem dove i team si presentano con sei velociste. Qui ci sono le squadre con le capitane per la generale ed anche se c’è la regola della neutralizzazione dei 3 chilometri per le cadute, tutte vogliono stare davanti lo stesso per tenere le posizioni migliori.

«Sono felicissimo per Elisa ma corre per un’altra squadra. Noi però, cronometro a parte, siamo sempre stati nelle prime dieci. Il bilancio è positivo, ma sarebbe potuto esserlo ancora di più se nella terza tappa non ci fosse stato l’infortunio di Olivia Baril (ventuno punti di sutura ad un ginocchio per una caduta appena dopo il via di Villasimius, ndr). Lei era la nostra atleta designata per la classifica, ma abbiamo dovuto cambiare un po’ in corsa i nostri piani. A Cesena la Persico si è fatta trovare prontissima. Viviamo alla giornata».

Elena Balsamo con Davide Arzeni dopo l’oro mondiale di Leuven
Elena Balsamo con Davide Arzeni

«Per gli sprint posso dire che Chiara è una delle prime tre velociste al mondo – conclude Arzeni la sua disamina – Corre per vincere, anche per battere Elisa. Ma anche Chiara ha fatto qualche errorino. Lei avverte la mancanza di una come la Sanguineti, che per me è la miglior pesce-pilota del mondo, però Chiara deve fare esperienza sapendosi arrangiare in queste situazioni in cui è sola. Ho fatto una scelta di portare ragazze più per la salita che per gli sprint anche per questo motivo».

La sesta tappa – Sarnico-Bergamo di 114,7 chilometri con 5 gpm di terza categoria e lo strappo secco della città alta a tre dalla fine – sembra tagliata apposta per corridori come Balsamo e Vos. Bisognerà vedere chi si inserirà accanto a loro.

Olbia parla olandese. Vos vince e Kool si conferma sorpresa

02.07.2022
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E’ stato il giorno della rivincita. Ad Olbia, traguardo della terza tappa del Giro Donne, il podio rispecchia quello di ieri, ma con posizioni rimescolate. Marianne Vos stavolta gioca d’esperienza ed astuzia centrando il 31° successo parziale alla corsa rosa. Charlotte Kool risale una posizione chiudendo dietro la sua connazionale ed Elisa Balsamo finisce terza in una volata che la Trek-Segafredo aveva apparecchiato per lei tirando negli ultimi chilometri.

Il canovaccio della giornata è quello di ventiquattro ore prima. Dodici attaccanti di una fuga durata una sessantina di chilometri abbondanti con Ragusa e Vigilia le ultime ad essere riprese a 9 dalla fine. I vari treni lavorano, la velocità si alza e la frenesia pure. La Vos decide di anticipare lo sprint sorprendendo la campionessa del mondo che, sedendosi negli ultimi metri in leggera ascesa, viene passata anche dalla olandese del Team DSM, brava a trovare un varco giusto per confermarsi ai primi posti.

Vos non sbaglia due volte

«Quella di oggi – racconta Marianne in mixed zone – è stata una volata molto più corta rispetto a ieri. Sapevo che c’era una piccola pendenza, sono partita forte e ho continuato più che potevo, fino alla fine. E’ stato grande vincere. Prima dello sprint sapevo che dovevo stare nella giusta posizione poiché il finale era molto tecnico.

«Non è stata la rivincita di ieri – riprende la 35enne della Jumbo Visma – lo sapete anche voi, no?! Quell’arrivo è già dimenticato anche se avrei voluto vincere naturalmente. Questo è lo sport. Oggi mi sentivo bene e ci ho riprovato ancora. A Cesena non ho l’obiettivo di prendere la maglia rosa (in classifica ora è a 6” da Balsamo, ndr). Siamo qui con l’intento di centrare successi di tappa. La Balsamo non è solo una sprinter, ma una fantastica atleta. Pensavo che la maglia arcobaleno le mettesse pressione ed invece no. Lei è davvero forte e oggi ho battuto una delle migliori al mondo».

Elisa a confronto

Appena dopo l’arrivo una Balsamo delusa viene avvicinata da una Longo Borghini interrogativa. La prima Elisa tranquillizza la seconda e poi più tardi spiegherà: «Ogni volata è a sé. Come dicevo ieri, Marianne è fortissima ed è sempre bello correre contro di lei. Oggi era un arrivo completamente diverso. Gli ultimi dieci chilometri erano veramente difficili e stressanti. Oggi è stata semplicemente più forte. Mi spiace non aver vinto in maglia rosa ma l’importante era conservarla. Siamo contente così. La tappa di Cesena è dura e noi non terremo la gara chiusa. Le ragazze che vanno più forte in salita si potranno giocare le proprie carte e io vedrò come starò».

Balsamo e Longo Borghini parlano del finale della terza tappa. Si aspettavano qualcosa di più
Balsamo e Longo Borghini si aspettavano qualcosa di più

Novità Kool

La rivelazione di questo inizio Giro Donne, se così possiamo definirla, è senza dubbio Charlotte Kool. Lo scorso dicembre ci aveva parlato di lei Lorena Wiebes, sua coetanea e capitana al Team DSM, quando avevamo fatto una panoramica sulle migliori sprinter in circolazione.

«Ero lì ieri, ero lì oggi – ci confida la classe ’99 nata a Blaricum, un paesino di novemila anime – Spero che la vittoria arrivi presto, alla prossima volata. Cosa mi è mancato per vincere? Ho aspettato forse un po’ troppo a partire. Abbiamo perso le altre compagne abbastanza presto. Eravamo un po’ tristi perché è come se avessi mostrato uno spirito vulnerabile. Le ragazze vogliono aiutarmi ed io voglio fare del mio meglio. Ora abbiamo la possibilità di sfruttare la sosta per impostare la tattica delle prossime tappe. Abbiamo tanto da migliorare ma siamo certi che conquisteremo presto la vittoria»

Charlotte Kool quest’anno ha vinto il Gp Eco-Struct davanti a Rachele Barbieri e alla sua compagna Wiebes
Charlotte Kool quest’anno ha vinto il Gp Eco-Struct davanti a Barbieri e Wiebes

Alla corsa rosa la Kool si sta facendo conoscere meglio. Noi l’avevamo avvicinata all’ombra del suo bus prima del via della terza frazione. La voglia di restare sul podio di giornata si leggeva nei suoi occhi e si intuiva dal suo sorriso.

«Il rapporto col Giro Donne al momento è davvero ottimo – continua la ricciola olandese – e l’atmosfera emozionante. Finora i percorsi sono stati bellissimi e la Sardegna è un’isola eccellente. Anche il livello della corsa è davvero alto.

«Io il nome nuovo per le volate? – risponde Kool – Penso di averlo già un po’ saputo facendo buone corse in primavera anche se il mio ruolo è cambiato rispetto al passato. Qui devo lavorare per Lorena cercando di pilotarla nel finale degli sprint però so che posso avere delle opportunità in cui posso mostrare le mie doti veloci. Con Lorena ho un rapporto buonissimo, abitiamo assieme nel nostro centro di squadra in Limburgo, ci alleniamo tanto assieme e in tutte le gare siamo sempre compagne di stanza. Abbiamo la stessa età, ci conosciamo bene dai tempi delle junior dove eravamo rivali. Ora è meglio essere nella stessa squadra. Da lei posso imparare molto ma credo che possiamo imparare molto l’una dall’altra»

Charlotte Kool prepara il computerino alla partenza di Cala Gonone
Charlotte Kool prepara il computerino alla partenza di Cala Gonone

Parigi è nei suoi sogni non dal punto di vista turistico quanto più da quello agonistico.

«Vincere in futuro sui Campi Elisi – conclude Charlotte Kool – sarebbe fantastico. Quest’anno non credo che capiterà (non correrà il Tour de France Femmes e la prima maglia gialla è l’obiettivo dichiarato di Wiebes come ci aveva detto qualche mese fa, ndr). Avrò tempo per farlo nei prossimi anni. La Parigi-Roubaix è invece la classica dei sogni. Intanto la voglio provare a fare poi capire come poterla vincere»

Balsamo su Vos. A Tortolì come a Leuven, ma per la maglia rosa

01.07.2022
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La regina delle volate è lei, soltanto lei, Elisa Balsamo. Attualmente non ce n’è per nessuna, nemmeno se sei “sua maestà” Marianne Vos. A Tortolì, nella seconda tappa del Giro Donne, va in scena un replay del mondiale di Leuven col medesimo risultato con l’aggiunta del fotofinish. Balsamo rimonta e brucia Vos conquistando la prima vittoria da campionessa italiana e soprattutto la maglia rosa. Terza la promettente olandese Charlotte Kook del Team DSM in una top ten molto italiana grazie ai piazzamenti di Chiara Consonni, Rachele Barbieri, Marta Bastianelli e Silvia Zanardi.

Ventiquattro ore prima la 24enne della Trek Segafredo (esordiente al Giro Donne) ce lo aveva detto: «Se si arriva allo sprint ci proviamo». Tradotto: vinco e prendo la rosa. E così è stato malgrado l’olandese, la Vos avesse fatto tutto in modo perfetto. Volata lunga alle transenne dalla parte destra della sede stradale, nessuno dietro di lei. Solo una come l’iridata in carica (che oggi indossava la maglia verde dei gpm nonostante ieri non fossero stati assegnati) poteva passarla all’ultimo centimetro.

La volatona al fotofinish di Tortolì. Balsamo batte Vos e Kool
La volatona al fotofinish di Tortolì. Balsamo batte Vos e Kool

Il lavoro della Trek-Segafredo

Per settanta chilometri restano in testa in sei. Vitillo, Tonetti, Cesuliene, Rossato, Jaskulska e Pisciali raggiungono fino 3’20” come massimo vantaggio a circa trenta dalla fine. Davanti ci credono mentre dietro nessuno si scompone. Le squadre delle velociste tirano, il finale sembra segnato.

«Abbiamo lavorato dal primo all’ultimo chilometro – commenta Balsamo dopo il traguardo prima di essere travolta dagli abbracci delle sue compagne di squadra – Abbiamo preso in mano la situazione, soprattutto ai 10 chilometri dall’arrivo quando abbiamo ripreso la fuga. Gli arrivi in volata non sono mai semplici. Non so nemmeno cosa dire. Sono davvero contenta».

La maglia rosa della Balsamo è anche figlia della scelta di partire tra le prime nella crono di apertura prima che si alzasse il vento a condizionare la prova delle atlete del secondo blocco.

«Siamo arrivati al Giro Donne – prosegue la piemontese – con l’obiettivo di non prendere troppi secondi nel prologo. Sapevamo che con gli abbuoni potevamo puntare alla maglia rosa anche se non è mai semplice. E’ una grande emozione indossarla».

Un altro capitolo

Il testa a testa Balsamo-Vos ormai gode di tanti capitoli. Gli ultimi sono stati a favore dell’italiana che, ad esempio, Giorgia Bronzini che conosce benissimo entrambe, aveva battezzato come erede dell’olandese della Jumbo-Visma.

«Io la nuova Vos? – continua la nuova maglia rosa – Magari, ma non so. Per me correre con lei è sempre un onore. So che è un punto di riferimento, un modello. Salire sul podio con lei per me è sempre una cosa bellissima».

Ora questa maglia rosa può distogliere l’attenzione da Longo Borghini che potrà correre ancora più a fari spenti?

«Sicuramente – conclude Balsamo – l’obiettivo era quello di ottenere una vittoria per poi correre più serenamente perché, si sa, quando non si vince c’è sempre più tensione. Ci siamo riuscite già alla seconda tappa ed ora in avanti possiamo davvero divertirci».

La rivincita di Marianne

Dietro al palco delle premiazioni c’è Vos. E’ seduta al sole perché dentro le tende-spogliatoio c’è ancora più caldo. Parla alla radio con i suoi diesse per capire se ha fatto seconda o meno. Glielo confermano in linea e lei prende la notizia come se nulla fosse. La grandezza della 35enne fuoriclasse olandese è sempre stata anche quella di saper accettare in maniera impeccabile tutti i secondi posti della carriera (come quello di oggi). La sua sportività in questo senso sarebbe da insegnare ai ragazzini che accampano scuse e lamentele quando perdono in qualsiasi disciplina.

«Tutto il giorno abbiamo corso su grandi strade dove era difficile fare la differenza – racconta Vos – Nel finale ci sono stati tanti team che si sono organizzati per la volata. Siamo entrati in paese in testa, ma all’ultima curva ho perso qualche compagna perché ogni altra avversaria voleva stare davanti. A quel punto è partito lo sprint. Ho aperto e tenuto alta la velocità. Sapevo che Balsamo stava risalendo ed è andata come avete visto. Al momento è molto molto molto veloce (lo rimarca come se stesse riguardando gli ultimi loro arrivi gomito a gomito, ndr) e non c’è nulla da recriminare. No, non credo che sia la mia erede. Siamo due atlete diverse. Lei è un grande corridore, con grandi doti e potenzialità. Ognuna di noi è diversa dall’altra. Sta già facendo una grandissima carriera».

«Ci riproverò ancora, sia ad Olbia che fino alla fine del Giro Donne» La Vos ha già lanciato la volata per i prossimi giorni, a cominciare dalla terza frazione di domani, con partenza da Cala Gonone ed arrivo ad Olbia.

Dall’Alaska alla Sardegna, il romanzo rosa della Faulkner

30.06.2022
5 min
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Ha una storia tutta da raccontare, tipica del paese da cui proviene. Ed oggi ha scritto l’ennesima pagina del suo romanzo. La prima maglia rosa del Giro d’Italia Donne viene da un remoto fiordo dell’Alaska, corre in bici da poco più di due anni perché prima praticava il kayak. E dopo la premiazione si è tuffata nel lungomare del Poetto con addosso il simbolo del primato. Kristen Faulkner della BikeExchange Jayco strabilia Cagliari vincendo la cronometro d’apertura di 4,7 chilometri a 49 di media battendo di tre secondi la sua compagna Georgia Baker e di cinque Elisa Balsamo.

La statunitense, che è nata ad Homer e compirà trent’anni il prossimo 18 dicembre, è davvero un personaggio, in antitesi allo spirito chiuso e selvaggio del suo Stato. In Sardegna ha vissuto il suo personale momento di riscatto

E’ alla quarta vittoria della sua breve carriera e l’ultima l’ha conquistata nella crono di Vaduz in Liechtenstein al Tour de Suisse. Proprio nella gara elvetica (in cui era in testa) è stata vittima della sfortuna all’ultima curva dell’ultima frazione a 200 metri dal traguardo. E’ scivolata sull’asfalto viscido per la pioggia mentre era a ruota della Brand, seconda in classifica in quel momento. Morale: l’olandese della Trek-Segafredo vince tappa e generale per una manciata di secondi, la Faulkner chiude seconda con una delusione grande così.

L’insidia del vento

«Oggi è un giorno incredibile per me – racconta la Faulkner che ha iniziato a correre nel 2020 con la Tibco Svb – sia la mia compagna Georgia sia io eravamo molto motivate per la prova di oggi. Volevo essere sul podio con lei (la Baker è stata a lungo in testa alla classifica provvisoria prima del suo arrivo, ndr) e così ho dato tutto andando a tutto gas. Si stava alzando il vento e mi sono salvata in qualche curva riprendendo subito la giusta traiettoria. Dall’ammiraglia mi hanno incitato dopo l’intertempo. Mi sono concentrata sull’arrivo e ho ottenuto il miglior tempo. A maggio sono rientrata dopo un infortunio patito a febbraio ed ora arrivo da un buon periodo di forma, segno che ho lavorato bene».

Atleta da scoprire

«Che tipo di corridore sono? Bella domanda, non ne ho idea», prosegue ridendo dopo il cerimoniale delle premiazioni. «Ho iniziato la stagione pensando di essere adatta alle classiche. Poi sono andata al Giro di Svizzera dove c’è stato un buon clima e sono andata bene sia a crono che in salita. Sto crescendo e mi sto accorgendo di cosa posso diventare. Vado ad ogni corsa per aiutare le compagne e per fare del mio meglio. Non ho piani per la classifica generale, vedremo cosa succederà, d’altronde sono al secondo giro a tappe in pochi giorni. Siamo un team attrezzato. Possiamo fare bene negli sprint con la stessa Baker e Kessler e naturalmente puntare alla vittoria finale con Amanda Spratt. Lei è una grande scalatrice e ha tutte le carte in regola per fare bene».

L’emozione è evidente se si pensa allo sport e alla parte di mondo da cui viene. «Sia ciclismo che canottaggio – chiude la Faulkner – sono duri e impegnativi, bisogna soffrire. Ma mi piace così. E’ la seconda volta che vengo in Italia e che faccio gare estive. La maglia rosa è bellissima, ma non la userò a dormire perché fa troppo caldo. Ora mando un messaggio a casa in Alaska dove sono circa 10 ore indietro di fuso orario. Saranno le 5 del mattino, forse sveglierò qualcuno anche se credo che saranno stati tutti collegati alla tv per vedermi».

Baker, Faulkner, Balsamo. L’italiana potrebbe prendere la maglia rosa a Tortolì
Baker, Faulkner, Balsamo. L’italiana potrebbe prendere la maglia rosa a Tortolì

Balsamo e la rosa

Sulla sfondo c’è già la seconda tappa. La Villasimius-Tortoli di 106,5 chilometri che strizza l’occhio alle velociste. Una delle accreditate sarà Elisa Balsamo, che scende le scale del podio con la maglia azzurra per la migliore italiana nella generale. Con una vittoria e gli abbuoni può puntare a prendersi la rosa, una delle poche maglie importanti che mancano alla sua collezione. «Sarebbe un sogno prenderla, ma non sento particolari pressioni. Cercheremo di correre al meglio poi se si arriverà allo sprint proveremo a dare il massimo».

Il Giro Donne è appena iniziato, ma ci sono già tutti gli ingredienti – e tante storie se preferite – per seguirlo con tanta attenzione.

Pronostico rispettato: Balsamo campionessa d’Italia

26.06.2022
6 min
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Se avessimo dovuto scommettere un centesimo sulla vincitrice del campionato italiano donne elite – descritto da tanti come un terno al lotto visto il suo percorso totalmente piatto – probabilmente lo avremmo puntato su di lei. Elisa Balsamo domina la volata tricolore a San Felice sul Panaro, battendo quasi per distacco Rachele Barbieri delle Fiamme Oro e Barbara Guarischi della Movistar. Quinta al traguardo e prima delle U23, Eleonora Camilla Gasparrini della ValcarTravel&Service che vince la maglia di categoria, messa in palio per la prima volta.

Uno sprint dei suoi, quello della 24enne della Trek-Segafredo (in apertura nella foto Isola). Avreste dovuto vedere l’espressione del cittì Paolo Sangalli quando la Balsamo esultava già a venti metri dall’arrivo. Una roba da “mamma mia”, da “senza storia”. La piemontese, che ha corso con la maglia iridata del suo club dopo l’uscita dalle Fiamme Oro, si è vista praticamente solo una volta, oltre a quella al podio firma. Una ma giusta.

Dopo l’arrivo per la neo campionessa italiana, una Coca ghiacciata. Il tricolore resta in Trek-Segafredo
Dopo l’arrivo per la neo campionessa italiana, una Coca ghiacciata. Il tricolore resta in Trek-Segafredo

Tutte contro Balsamo

Infatti proprio il fatto che Balsamo corresse da sola contro formazioni più numerose ed attrezzate era una delle incognite tattiche. L’intento era tagliarla fuori dalla contesa finale con una azione da lontano. Le Fiamme Oro hanno mandato Pirrone in fuga (con Pisciali della Mendelspeck e Monticolo della Top Girls Fassa Bortolo) sperando di usarla come appoggio per un loro contrattacco.

Ci hanno provato alternandosi con le Fiamme Azzurre in una fase agonistica fatta scatti e controscatti mentre le tre fuggitive erano state già riassorbite. Parte Bastianelli, chiude Longo Borghini. Riparte Bertizzolo e risponde Guderzo. A quel punto tutte si mettono l’animo in pace. Tirano anche BePink, Isolmant e Top Girls con i propri treni ed iniziano a comparire le sagome di altre atlete sole. Non c’è più spazio per tentativi disperati, sarà volata.

Sul podio, Balsamo onorata da Barbieri e Guarischi: un bel terzetto di atlete super veloci
Sul podio, Balsamo onorata da Barbieri e Guarischi: un bel terzetto di atlete super veloci

En-plein tricolore

«Ci tenevo molto a questo campionato italiano – racconta Balsamo che con quello elite completa l’en-plein tricolore dopo le vittorie tra le esordienti, allieve e junior – perché è qualcosa di sempre prestigioso. Stamattina sono partita con l’idea di fare il mio meglio. Sapevo che correndo da sola non sarebbe stato semplice. Dovevo guardare le altre squadre cosa volevano fare, ma ho visto che in molte avevano interesse ad arrivare in volata. Per me è stato il miglior scenario possibile».

Non potrà indossare però questa maglia tricolore. «Sicuramente mi dispiace non portarla – prosegue Elisa, giunta alla sesta vittoria stagionale – ma alla fine uno dentro di sé sa di averla vinta e questa è la cosa più importante. Ora mi concentro sul Giro Donne, dove ci sono tante tappe adatte alle mie caratteristiche. Questo successo mi dà morale e spero di arrivarci nelle migliori condizioni possibili. Noi ragazze italiane siamo molto orgogliose di creare interesse attorno a noi, grazie ai tanti nostri risultati».

Rachele Barbieri correva in casa ed era tra le favorite. Il secondo posto resta un grande risultato
Rachele Barbieri correva in casa ed era tra le favorite. Il secondo posto resta un grande risultato

Orgoglio Barbieri

Dietro Balsamo che volata è stata? «Sapevamo che Elisa fosse difficile da battere», spiega Rachele Barbieri, che aveva tutti i suoi tifosi ad attenderla dopo l’arrivo. «Noi abbiamo provato ad attaccare, io compresa cercando di entrare in qualche fuga. Siamo arrivate in volata, le mie compagne sono state splendide, ma Elisa è stata più forte. Ha vinto nettamente. Una come lei si batte se non la porti all’arrivo, ma ogni gara è a sé. Tuttavia i pronostici sono stati abbastanza seguiti.

«Non avevo battezzato nessuna ruota, mi sono fidata di Longo Borghini che mi ha pilotato fino all’arrivo. Era questa la tattica qualora fossimo arrivate allo sprint. Peccato, correvo sulle strade vicino a casa ma sono contenta di questo secondo posto dietro alla campionessa del mondo. E poi sono arrivata davanti a gente fortissima come Barbara e Chiara (rispettivamente Guarischi e Consonni, quest’ultima quarta e delusa, ndr) e tante altre che se la sono giocata. Non mi sento sconfitta, al Giro darò il meglio di me grazie anche al supporto della mia squadra. Penso che in futuro potrò vincere uno sprint di gruppo in una gara importante come il campionato italiano».

Soddisfazione Guarischi

Sorride soddisfatta della sua medaglia di bronzo anche Guarischi, che fa eco alle parole della Barbieri.

«Piazzarsi dietro ad una come la Balsamo – confida la lecchese che sarà impegnata ai Giochi del Mediterraneo – vale come un oro. Sono contenta del mio risultato perché Rachele è molto veloce, aveva il supporto di una grande squadra e lo stimolo di gareggiare nella sua provincia. Questo terzo posto mi dà morale, anche perché anch’io come Elisa correvo da sola e ho saputo muovermi bene, sprecando molto poco. La gara è andata come me l’aspettavo.

«Non ci credevo minimamente che sarebbe arrivata la fuga. Ho agito solo quando sono partite le Fiamme Oro e Azzurre, perché c’erano nomi importanti dentro a quei tentativi, ma me lo sentivo che sarebbe andata così. Ormai credo che sia una dote questa cosa di azzeccare molti pronostici (ride, ndr)».

Guarischi sul podio. I tanti chilometri a tirare per le compagne della Movistar non le hanno tolto lo spunto: grande!
Guarischi sul podio. I tanti chilometri a tirare per le compagne della Movistar non le hanno tolto lo spunto: grande!

«Nel finale mi ero messa a ruota di Rachele Barbieri – chiude la 31enne della Movistar – poi è arrivata Balsamo, ho perso la posizione e mi sono messa a ruota di Elisa. E’ stata una volata concitata. Probabilmente ho sbagliato ad uscire. Sono andata a sinistra, ma dovevo seguire la Balsamo. Ho pensato poi di restare chiusa tra Barbieri e Consonni e così ho continuato forte a sinistra fino alla fine. Adesso vado con la nazionale in Algeria in una formazione molto forte. Ci vado col morale alto. Indossare la maglia azzurra è sempre un onore. Indipendentemente da chi lo farà, l’obiettivo per noi è di portare a casa la vittoria ai Giochi del Mediterraneo».

“Scarte”, come si prepara la madison con le ragazze?

02.06.2022
5 min
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Elisa Balsamo, nel suo racconto che prendeva spunto dalla felice trasferta di Nations Cup su pista a Milton, era stata chiara a proposito della madison: a dispetto della vittoria, è un “work in progress”. Nella specialità Villa sta gettando le fondamenta di una costruzione che dovrà essere “inaugurata” in occasione di Parigi 2024. Per allora tutto dovrà essere messo a punto per puntare al bersaglio grosso.

Sedute a coppie miste

L’iridata, parlando della sua vittoriosa esperienza con la Consonni, aveva stimolato la nostra curiosità: «Su pista lavoriamo sempre insieme ai ragazzi, proprio perché dobbiamo migliorare tantissimo nella tecnica. Sappiamo che il cittì è molto esigente, sui cambi ad esempio siamo ancora carenti. Quando saremo abbastanza brave faremo coppie diverse, tutte al femminile, ma ci vuole tempo e pazienza». Parole che non potevano restare fini a se stesse.

Abbiamo allora sentito chi lavora con loro e non è uno qualunque, perché parliamo del vicecampione del mondo di specialità Michele Scartezzini, in partenza per l’Adriatica Ionica Race nelle file della nazionale.

«Quel che ha raccontato Elisa – dice – è la pura verità e fa bene a chiarire che quella vittoria non deve distogliere dal discorso generale. La madison al femminile ha iniziato il suo corso pochi anni fa, quindi è normale che le ragazze manchino di esperienza. A questo si aggiunga che Marco (Villa, ndr) è molto esigente, riprende spesso anche noi e ci ricorda sempre che non si finisce mai d’imparare la tecnica ed è quella che fa la differenza».

Balsamo Consonni Milton 2022
Balsamo e Consonni, a Milton un successo importante, che non deve esaltare troppo
Balsamo Consonni Milton 2022
Balsamo e Consonni, a Milton un successo importante, che non deve esaltare troppo
Com’è strutturato il lavoro con le ragazze?

Marco ci dispone per coppie miste e questo ha molti significati. Innanzitutto bisogna considerare che dal punto di vista della forza pura, che serve nel rilancio, c’è uno squilibrio, come anche nella velocità. Viaggiamo quindi a ritmi minori rispetto ai nostri soliti, ma spesso Marco ci chiede di accelerare un pochino per portare le ragazze sempre al loro limite.

Quanto durano queste sessioni?

Dipende, dai 20 ai 30 minuti con cambi frequenti. Cerchiamo di curare ogni minimo dettaglio, dalle prese al movimento dell’avambraccio (notare il dettaglio nella foto di apertura, ndr). Ad esempio le mani non devono intrecciarsi, ma la presa deve comunque essere solida per lanciare il compagno. Il lancio deve avvenire non tanto con la spalla, quanto con la leggera torsione del braccio. All’inizio senti dolore, ma via via che il gesto diventa naturale, il dolore non arriva più. Allora significa che stai lavorando tecnicamente bene.

Scartezzini Viviani
Scartezzini e Viviani al cambio, molto incide anche a che altezza della pista esso viene fatto
Scartezzini Viviani
Scartezzini e Viviani al cambio, molto incide anche a che altezza della pista esso viene fatto
Oltre al momento del cambio, su quale altro aspetto si lavora con loro?

E’ importantissima la posizione che si tiene quando il compagno è in gara. Un errore che spesso veniva commesso era girare piuttosto bassi, a metà pista pensando che così, facendo meno metri, si faticava di meno. Invece in questo modo ci si stanca prima. Bisogna girare in alto facendo così girare maggiormente le gambe, ma in modo che, non essendo impegnati, il cuore possa scendere di pulsazioni. Quando è il momento del cambio, si arriva a maggiore velocità e questo permette non solo di non perderla, ma di renderlo più semplice anche per chi sta finendo la frazione.

Lavorando con le ragazze, hai notato in loro dei miglioramenti rispetto al recente passato?

Enormi. Chiara Consonni ad esempio ha cambiato totalmente modo di interpretare questa specialità, gira in un modo completamente diverso.

Scartezzini Villa
Villa è sempre molto attento ai dettagli, grazie alla sua grande esperienza nella madison
Scartezzini Villa
Villa è sempre molto attento ai dettagli, grazie alla sua grande esperienza nella madison
Elisa raccontava anche che Villa vuole continuare su questo metodo, solo più avanti comincerà a far allenare le ragazze da sole, ma mischiando continuamente le coppie…

E’ giusto. Devi innanzitutto assimilare ogni gesto in modo che diventi naturale, a quel punto si cominceranno a verificare altri fattori per formare le coppie migliori. E’ così anche fra gli uomini. Molti pensano che basta mettere insieme i due uomini più forti, ma non è così. Spesso abbiamo visto emergere coppie con un campione famoso e un corridore sulla carta molto inferiore, ma l’affiatamento faceva la differenza. Addirittura hanno vinto gare e medaglie importanti coppie che individualmente rendevano molto meno. I nomi non fanno il risultato…

Un altro aspetto: i cambi sono fissi, ossia ogni frazione ha un numero definito di giri da fare?

No, ci si parla in gara. Dipende da molte cose. Quando decidi di fare la volata e chi dei due deve farla, ci si dice dove ci si troverà per il cambio e dovrai farti trovare pronto. Inoltre spesso in gara si va incontro a qualche momento di crisi, allora l’altro andrà a ridurre i propri tempi di recupero per permettere all’altro di riprendersi. L’equilibrio nasce anche da queste cose, si deve formare una sinergia molto stretta.

Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi mondiali. Nel cambio ci si danno anche indicazioni tattiche
Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi mondiali. Nel cambio ci si danno anche indicazioni tattiche
Ha ragione quindi Villa a dire che, a prescindere dai risultati, per ora si continua a lavorare a coppie miste?

Sì, perché sono meccanismi che si acquisiscono solo con il tempo, senza dimenticare che tutti noi, uomini e donne, abbiamo poi anche altre discipline da curare. Nel caso specifico della madison, quando noi ci alleniamo solo fra uomini andiamo a velocità molto più alte e fatichiamo molto di più. Nell’altro caso siamo degli sparring partner e il minor stress fisico serve anche per prestare attenzione a quei piccoli ma fondamentali particolari di cui sopra.

Ora sei in partenza per l’Adriatica Ionica Race, con quali obiettivi?

Sinceramente, salvare la gamba e fare fatica… Non parto certo per fare chissà cosa, questa trasferta servirà per accumulare lavoro da trasformare poi al ritorno su pista. E comunque le gare non si sa mai prima come andranno…