Silvia Persico, la convinzione cresce e i risultati arrivano

29.04.2022
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E’ una stakanovista del pedale. Il suo livello prestazionale lo ha forgiato nel fango del ciclocross e poi lo ha confermato su strada. Silvia Persico ha raggiunto una nuova dimensione. Se sei mesi fa qualcuno poteva pensare ad una sorpresa, ora si può tranquillamente parlare di lei come di una certezza. E l’atleta della Valcar Travel&Service lo ha dimostrato anche il 25 aprile a Roma nel Gran Premio Liberazione Women dopo quattro top ten centrate nelle classiche italiane e belghe.

La 24enne di Cene sul traguardo di Viale delle Terme di Caracalla ha vinto la sua sesta gara su strada, la prima internazionale (le altre cinque erano “open”), figlia dell’ottimo inverno in cui nel ciclocross aveva conquistato Trofeo Guerciotti, campionato italiano e medaglia di bronzo ai mondiali.

Sul podio, Chiara Consonni, Silvia Persico e Maria Giulia Confalonieri (foto Bit&Led)
Sul podio, Chiara Consonni, Silvia Persico e Maria Giulia Confalonieri (foto Bit&Led)

La corsa romana è stata l’occasione per avvicinare la Persico – che poi è rimasta a fare il tifo per suo fratello Davide nella gara degli U23, anche se è rimasto coinvolto in una caduta senza conseguenze – e fare un mini bilancio con uno sguardo sul futuro.

Silvia come sta andando questa stagione tra ciclocross e strada?

E’ stata una stagione molto positiva già dal ciclocross. Ho capito che avevo quel qualcosa in più. Dovevo solo credere di più nei miei mezzi. Gli altri anni ero condizionata dal fatto che dovevo lavorare per le altre. Quest’anno ho un po’ più di libertà. In Belgio, anche nelle gare più importanti, me la sono potuta giocare. Sono molto soddisfatta della mia prima parte di stagione, ho ottenuto risultati molto positivi e spero di continuare così.

Qual è stata la svolta per passare da donna squadra ad essere una delle punte?

Se ne sono andate Elisa e Vittoria (rispettivamente Balsamo e Guazzini, ndr) e così ci stiamo dividendo i compiti con Chiara ed Eleonora (Consonni e Gasparrini, ndr). Al momento ce la stiamo gestendo bene. Non so cosa sia cambiato nella mia testa, ma mi sento molto più sicura di me stessa. So che ho delle buone capacità e me le voglio giocare al meglio.

Le tue vere caratteristiche quali sono?

Nell’ultimo anno sono migliorata in salita ed ora tengo di più su quelle medio-corte. Grazie al ciclocross guido bene la bici. Sono piuttosto veloce e in un gruppo ristretto posso dire la mia anche se mi manca ancora qualcosa per essere più competitiva. Per fortuna però che in squadra siamo ben coperte negli sprint, perché se fosse per me non vinceremmo nemmeno una volata (ride, ndr).

Che effetto ti ha fatto vincere il Liberazione?

Sento di aver fatto un ulteriore upgrade negli ultimi 3-4 mesi. Il successo di Roma dimostra che ci sono, spero che continui così la stagione perché finora è andato tutto bene.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e programmi?

Sicuramente vorrei vincere una gara internazionale su strada fuori dall’Italia (nel 2017 ne vinse una open in Olanda, ndr). Poi vorrei centrare qualche risultato al Ceratizit Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo (gara a tappe dal 29 aprile all’1 maggio, ndr), al Gp Eco-Struct in Belgio il 7 maggio e alla Vuelta a Burgos dal 19 al 21 maggio. Farò un periodo di pausa ai primi di giugno, poi dovrei fare un po’ di altura per preparare il Tour de France Femmes dove punterò a qualche tappa. Quindi niente Giro Donne.

E con la nazionale?

Indossare la maglia azzurra è sempre una grande emozione. L’ho già fatto col ciclocross, ma non sono mai stata convocata su strada e mi piacerebbe farlo. Credo di meritarlo però comunque continuerò a dimostrarlo. Sinceramente non conosco bene i percorsi delle varie competizioni internazionali, ma magari ai Giochi del Mediterraneo potrei esserci.

Persico ha chiuso 7a alla Freccia del Brabante e 9a alla Gand-Wevelgem
Persico ha chiuso settima alla Freccia del Brabante e 9a alla Gand-Wevelgem
A livello mentale come gestisci la doppia attività ciclocross-strada?

Praticamente è un ciclo continuo (sorride, ndr) ma per adesso bene. A febbraio ho fatto dieci giorni di stop che mi hanno aiutato tantissimo. Mi hanno rigenerato, l’ho sentito subito quando ho ricominciato. Ora però ogni tanto avverto che mi serve un po’ di recupero psicofisico. Credo sia fondamentale.

Se a fine stagione arrivasse una chiamata di una WorldTour…

Sicuramente questo è un anno importante. Il ciclismo femminile si sta sempre più evolvendo ma non saprei rispondere adesso. Ci penserò quando sarà il momento. Senz’altro non smetterò mai di ringraziare la Valcar se sono arrivata fino a qua.