Maglia azzurra agli europei: la rinascita di Alessia Vigilia

12.08.2022
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Cinque anni per tornare a vestire la maglia della nazionale sono tanto tempo. Nel ciclismo di adesso poi sembrano quasi un’eternità, anche se hai ancora solo ventitré anni. Alessia Vigilia indosserà nuovamente il body azzurro nella crono dell’europeo. Il cittì Paolo Sangalli l’ha convocata assieme ad Arianna Fidanza per la prova di Monaco di Baviera in programma il pomeriggio di mercoledì 17 agosto.

L’ultima volta che la bolzanina della Top Girls Fassa Bortolo gareggiò con la nazionale fu a Bergen in Norvegia nel 2017 nella crono iridata juniores. Conquistò un bellissimo argento dietro alla sua concittadina e compagna (anche di club alla Mendelspeck) Elena Pirrone. In quel periodo le due amiche sbaragliavano spesso la concorrenza nelle prove contro il tempo. Vigilia nel 2016 aveva vinto il tricolore di categoria e ottenuto il secondo posto nella crono della rassegna continentale in Francia.

Da allora sono trascorsi un po’ di anni opachi fino a questo 2022 che le sta riservando nuovamente delle gioie. Per raccontare questa sua rinascita, abbiamo così contattato Alessia che ci risponde da Verona, dove ormai vive da tre anni studiando Scienze Motorie all’Università.

Iniziamo subito dalla convocazione. Che effetto ti fa?

Non me l’aspettavo sinceramente. Sapevo che c’era questo appuntamento, ma sapevo anche che c’erano atlete più importanti di me nonostante molte azzurre non avrebbero partecipato per un motivo o l’altro. Dopo il Giro avevo staccato per qualche giorno per recuperare, poi è arrivata la chiamata e mi ha dato nuove motivazioni. E’ una disciplina che mi piace molto, non era così scontato che Sangalli mi chiamasse. Sono contenta che abbia pensato a me e che mi dia questa opportunità.

Sangalli quando te lo ha comunicato? E cosa ti ha detto?

L’ho saputo attorno al 20 luglio. Inizialmente Paolo mi ha detto che avrei potuto correre la crono degli europei. Poi me lo ha confermato due settimane fa. Mi ha anche detto che vuole guardare lungo, che ha fiducia in me. Mi ha lasciata tranquilla, dicendomi di lavorare come ho fatto finora, ora che ho imboccato la strada giusta. So che è adatta alle mie caratteristiche perché ha un percorso un po’ mosso. Io cercherò di arrivarci il più pronta possibile. Sarà difficile ottenere un risultato, ma voglio fare una buona prestazione.

Ultimamente hai fatto lavori specifici?

A dire il vero no, perché comunque nell’ultimo periodo ho continuato a correre, ultimamente in Francia sui Pirenei. Ecco, lì c’è stata una cronosquadre e per me è stato un test. Io poi ho bisogno di continuare a correre per stare bene. Diciamo che il lavoro necessario l’avevo fatto già in precedenza nelle varie gare, specie al Giro, anche se di cronometro ne abbiamo fatte poche. Una in provincia di Parma a inizio giugno, poi il campionato italiano e il prologo del Giro. Ora userò la bici da crono per curare i dettagli, poi faremo la ricognizione a Monaco con l’assetto da gara per le ultime cose.

Prima hai detto che hai imboccato la strada giusta. Cosa intendi?

Nei primi due anni da elite in Valcar non ho fatto tanti risultati, ma ho corso tanto. D’altronde erano anni di apprendistato. Poi nel 2020 sono passata in una formazione spagnola (la Cronos Casa Dorada, ndr) che sembrava avere un bel progetto, ma non si è rivelata una scelta fortunata. Il lockdown ha complicato tutto. Sia per me che ho corso pochissimo anche l’anno successivo, solo 28 giorni in due stagioni. Sia per la società che ha perso molti sponsor e non poteva portarci a correre. Facevo tanti giorni in Spagna e l’unica era venire in Italia per le gare open, ma non era così comodo e semplice.

Il ritorno in Italia com’è nato?

Dopo gli ultimi due anni ho riflettuto. Mi ero un po’ persa. Dovevo capire cosa volessi fare da grande. Continuare ad andare in bici o continuare a correre? Ho contattato Lucio (Rigato, il team manager e diesse della Top Girls Fassa Bortolo, ndr) e lui era disponibile a prendermi. Tutto è cambiato per me, ho visto una luce. Qui non ci manca nulla. Sono tornata a fare quello che mi è sempre piaciuto fare. E’ vero che faccio la stessa fatica di sempre e che la fanno tutti, ma almeno adesso arrivano le soddisfazioni che te la fanno sentire meno. Anzi, devo ringraziare una persona in particolare…

Chi?

Tatiana Guderzo. Mi ha trasmesso, come a tutta la squadra, tanti consigli e tante motivazioni. Ci ha seguito giocando un ruolo molto importante. Le riesce bene mettersi a disposizione se pensiamo che campionessa è e che palmares ha. E’ stata la nostra mamma, pardon sorella maggiore che poi si arrabbia se la chiamiamo così (ride, ndr). Era contenta per la mia convocazione e mi ha già dato qualche suggerimento in più.

Finora la stagione è andata bene, hai colto due vittorie…

Sì, esatto in corse open. Una a Monselice e l’altra a Tarzo. Quest’ultima il 31 luglio frutto del gioco di squadra con la mia compagna Greta Marturano (terza, ndr) e frutto anche della motivazione della convocazione appena ricevuta. Sono soddisfatta finora, anche al Giro dove ho fatto tanti chilometri di fuga. Sia Lucio che il cittì volevano vedere il mio processo di crescita e al momento sto cercando di accontentarli.

Da junior eri tra le più promettenti in circolazione. Adesso che stai tornando su quei livelli, hai pensato a cambiare squadra per l’anno prossimo?

No assolutamente, a meno che non arrivi una proposta davvero irrinunciabile. Devo parlare ancora con Lucio, ma la mia intenzione è di restare almeno un altro anno per proseguire la mia ripresa e crescere ancora. Intanto però penso alla crono europea e magari a qualche altro risultato nel finale. Se si lavora bene, poi le cose vengono da sé.