Sarà che quelli della pista vanno spesso cauti nelle previsioni su strada, ma il giorno dopo la cautela di Ganna alla Sanremo (poi smentita da una prova maiuscola), Elisa Balsamo a Cittiglio ha parlato di sé mettendo le mani avanti e ha poi centrato il settimo posto.
«Sapevo che nelle prime corse sarei stata un po’ penalizzata – diceva la piemontese alla partenza – perché durante l’inverno ho fatto quasi solo pista e l’annullamento delle gare in Spagna ci ha impedito di adattarci alla strada. La vittoria in Belgio al Gp Oetingen è stata inaspettata, ma anche il 12° posto del mercoledì alla Nokere Koerse è stato un buon piazzamento in una corsa estrema. Ma il Trofeo Binda è troppo duro per la Elisa di questo momento. Però correre in casa è sempre bello».
Il piano del Capo
Certe corse vanno secondo i numeri, ma a volte una buona strategia può fare la differenza. E quella del “Capo” per il Trofeo Binda era sufficientemente diabolica per funzionare.
«Se davanti si fossero guardate un po’ – dice Davide Arzeni, tecnico della Valcar&Travel Services – saremmo rientrati e magari ci sarebbe scappato un podio. Siamo stati sfortunati, perché mezza squadra s’è disfatta fra guai fisici e problemi meccanici. Altrimenti, visto che dalla fuga era rimasta fuori anche la Sd Worx, si poteva puntare a chiudere. Elisa Longo Borghini ha fatto un’impresa straordinaria, ma se non si fosse mossa, c’era quasi la possibilità di arrivare con un gruppo di 25 e allora cambiava tutto».
Strada e pista
Il quadro è chiaro. Mentre il venerdì tutte le stradiste erano sul percorso di Cittiglio a fare le prove generali, le ragazze della Valcar erano a Montichiari girando in pista.
«Quest’anno – sorride Arzeni, che al momento si trova in Belgio – dobbiamo giocare in difesa, non avendo fatto preparazione su strada. Sapevamo che c’erano cinque ragazze più forti e che avremmo dovuto limare per non fare i fuori giri che ci avrebbero impedito di arrivare bene in fondo. Per questo l’avete vista sempre in gruppo e in grande controllo: ci eravamo detti di fare proprio questo. Ma detto questo, io credo che in futuro, Elisa possa andare a Cittiglio per vincere. Se devo fare un paragone con un professionista, la vedo molto simile a Valverde. Nelle gare veloci è già adesso una sicurezza, ma credo che presto possa arrivare anche in una Liegi».
Dopo Tokyo
E qui la proiezione futura è esaltante. Con Tokyo come orizzonte più immediato, è evidente che fino ad agosto la pista sarà il faro della sua arrività.
«Certamente – conferma Arzeni – anche se da ora e fino all’Amstel, parleremo soltanto di attività su strada. Poi, nell’anno dopo Tokyo, faremo una stagione dedicata integralmente alla strada. Si seguiterà ad andare in pista ogni 15 giorni e durante l’inverno, perché in pista si fanno lavori utili anche su strada, ma una bella stagione su strada per capire di cosa saremo capaci da grandi è davvero una bella prospettiva».