Dottoressa Magnaldi, spalla di “Mavi” e un sogno sul Giro

01.02.2022
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«Sto continuando a studiare per tenermi sempre aggiornata, ma per fare il medico ho tutta la vita davanti mentre per correre in bici no. Devo sfruttare questo momento». E’ determinata e ha le idee chiare Erica Magnaldi, che da quest’anno correrà nell’UAE Team ADQ dopo tre annate nella Ceratizit-WNT.

La 29enne di Cuneo sa già cosa la attende nel futuro. Ad ottobre 2018 – anno in cui è passata elite con la BePink ottenendo anche il suo unico successo, in una frazione del Tour de l’Ardèche – era diventata dottoressa laureandosi con 110 e lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Torino. «Ho intenzione di fare la specializzazione – dice – quando finirò la carriera che ho intrapreso negli ultimi anni».

Già alla fine del 2021, Erica è andata a Mallorca per allenarsi con Mavi Garcia (foto Instagram)
Già alla fine del 2021, Erica è andata a Mallorca per allenarsi con Mavi Garcia (foto Instagram)

L’angelo di Mavi

Conosce bene però anche il suo presente, che sta sempre più entrando nel vivo. Sta per iniziare la sua quinta stagione da ciclista e la sua crescita è stata notevole. Dallo sci di fondo (sport che ha praticato dai 6 ai 21 anni) alle gran fondo fino ad essere considerata oggi una delle migliori scalatrici del panorama internazionale.

La sua nuova compagna Mavi Garcia, quando l’abbiamo sentita ad inizio gennaio, ci ha detto che la Magnaldi sarà il suo angelo custode in salita. Anzi, forse qualcosa in più. Come uno sherpa che diventa capo-cordata.

Erica, la spagnola sostiene che potreste arrivare spesso assieme specialmente nelle tappe di Giro Donne e Tour Femmes. Cosa pensi delle sue parole? 

Mi fanno piacere. Ho avuto modo di conoscere bene Mavi pedalando a casa sua a Palma de Mallorca prima dei vari ritiri della squadra ad Altea, vicino a Valencia. Lei è fortissima, lo ha dimostrato sul campo più volte. E’ uno step sopra di me. Non mi tirerò indietro per darle una mano. Abbiamo caratteristiche simili e correremo spesso assieme. Saremo un bel duo.

Erica Magnaldi arriva così nel WorldTour dopo l’esperienza Ceratizit (foto Manuela Heres/UAE Team ADQ)
Erica Magnaldi arriva così nel WorldTour dopo l’esperienza Ceratizit (foto Manuela Heres/UAE Team ADQ)
Potreste alternarvi quindi?

La capitana è lei, ma vedremo dalle situazioni e in base allo stato di forma di una e dell’altra. Un nostro punto di forza può essere il fatto di essere entrambe scalatrici e quindi possiamo aiutarci a vicenda quando una delle due non è al top. La stagione è sempre più lunga e ci sono sempre più gare. Essere in condizione dall’inizio alla fine è difficile. Sia al Giro che al Tour, ad esempio, come in tutti gli altri appuntamenti importanti. Ci saranno comunque gare in cui, in assenza di Mavi, potrò ritagliarmi il mio spazio.

Avrai qualche responsabilità in più rispetto agli ultimi anni. Visto che sei passata in team WorldTour, come gestirai questa situazione dal punto di vista mentale?

Sinceramente sono molto tranquilla. La Ceratizit è stata un’ottima squadra per crescere e li ringrazio. Mi hanno dato tanti insegnamenti e tante opportunità. Spesso mi sono trovata ad essere capitana sul campo, ma mi è sempre mancato un po’ più di supporto nei finali di gara. Avere una compagna forte accanto, come sarà quest’anno con Mavi o altre, quando la corsa si accende nei momenti clou, ti può permettere di azzardare qualche attacco con più coraggio. Ora sono in una formazione importante con aspettative alte, ma più che farmi schiacciare dalla pressione, la userò come uno stimolo per metterci più grinta.

C’è qualcosa in cui ti senti di migliorare?

Patisco un po’ le fasi concitate della gara prima di una volata di un giro a tappe soprattutto in ottica classifica generale. Oppure prima di prendere una salita decisiva col gruppo ancora compatto. E poi, vista la mia stazza fisica, soffro terribilmente le giornate ventose.

Ecco Magnaldi in azione a San Sebastian, dove ha colto il 9° posto
Magnaldi in azione a San Sebastian, dove ha colto il 9° posto
Il tuo esordio quando è previsto?

Sarà alla Volta Comunitat Valenciana (dal 17 al 20 febbraio, ndr). Abbiamo già visto che ci saranno tappe con profili altimetrici interessanti e per nulla banali. Questo gioca a nostro vantaggio. Sono impaziente di iniziare. Un po’ per vedere come va l’amalgama in corsa con le altre compagne, che già si preannuncia ottima. Siamo unite. Un po’ perché ho voglia di correre, di mettermi in gioco

L’avvicinamento con la nuova squadra quando e come è nato?

E’ stata una trattativa lunga. Il contatto c’era stato a maggio con la vecchia Alé-BTC-Ljubljana. Era stato un buon approccio, mi era sembrato già allora un bel progetto. Ero lusingata del loro interessamento così presto. Durante l’estate ci ho pensato, ma ormai mi avevano convinta, d’altronde era l’unica squadra WorldTour italiana

Che poi ha cambiato nome e Paese di licenza.

Si, è stata una sorpresa l’arrivo della UAE. L’ossatura del team però è rimasta la stessa. Hanno un progetto a lungo termine e noi ragazze saremo ambasciatrici anche di un messaggio sociale. Vogliono far crescere il ciclismo femminile e valorizzare la donna in generale nel loro Paese.

Il nuovo team si è ritrovato ad Alicante, preparando il debutto stagionale (foto Manuela Heres/UAE Team ADQ)
Il nuovo team si è ritrovato ad Alicante, preparando il debutto stagionale (foto Manuela Heres/UAE Team ADQ)
Recentemente hai partecipato ad uno stage della nazionale a Calpe. Anche per te immaginiamo riscontri positivi…

E’ stata una esperienza molto buona. Abbiamo respirato un ambiente sereno che fa ben sperare per il futuro della nazionale. Il nuovo direttivo ha fatto un ottimo lavoro, curando l’aspetto psicologico e nutrizionale. C’è più facilità nel parlare con loro. Rispettano che ognuna di noi abbia una propria identità e un proprio ruolo nel club. Sono state gettate le basi per un gruppo forte.

Entrare stabilmente nel giro della nazionale può essere un obiettivo concreto?

Anche solo vestire e poi onorare la maglia azzurra è sempre una conquista per me. Attualmente in Italia abbiamo la ragazza più forte al mondo (l’iridata Elisa Balsamo, ndr) e altre ragazze che lo sono altrettanto. Io posso solo imparare da loro, come tutte le volte che sono stata convocata (ha partecipato agli europei 2021 e mondiali 2018 e 2020, ndr). Se succederà ancora sarò felice di mettermi al servizio della squadra per arrivare ad una vittoria di gruppo.

Erica per concludere, obiettivi personali col team invece?

Con la maglia della UAE vorrei realizzare un sogno che ho da quando ho iniziato a correre. Ovvero vincere una tappa dal Giro d’Italia Donne. Sono particolarmente legata a questa corsa e mi piacerebbe farlo presto.