Paolo Sangalli sfoglia il calendario delle trasferte, incrociate con quelle delle sue ragazze. La stagione del WorldTour è iniziata e da questo momento in avanti il programma delle più forti seguirà il corso dettato dai club: il cittì le osserverà, aspettandole sui traguardi concordati. Semmai la sua attenzione si va concentrando sulle juniores e le under 23, le categorie per cui l’intervento dell’attività azzurra può essere provvidenziale.
Il tecnico azzurro è rientrato pochi giorni fa da un altro raduno di Calpe, in cui ha avuto con sé Arianna Fidanza che poi ha vinto ad Almeria e un gruppo di giovani.


Stagione iniziata, con il mondiale di agosto che sta facendo ragionare le squadre e i tecnici…
Già da tempo con Villa abbiamo iniziato a parlare e siamo già sulla stessa lunghezza d’onda. I mondiali fatti a quel modo sono una prova generale per le Olimpiadi e bisognerà conciliare le esigenze dei vari gruppi. In realtà credo che il problema più grande ce l’abbia proprio la pista. Il Tour Femmes finisce il 31 luglio e mi pare che le prime prove dell’inseguimento saranno il 2 agosto. E’ un calendario complesso…
Anche perché delle ragazze del quartetto parecchie faranno il Tour.
Esatto. Penso alla Guazzini, che corre in una squadra francese e punta alle cronometro, con il Tour che ha l’ultima tappa proprio contro il tempo. Anche Elisa Balsamo ha detto che farà il Tour e non il Giro. Il quadro è questo, anche se da qui ad agosto può succedere di tutto, ma i programmi al momento sono questi. Sarebbe bastato mettere una settimana fra le gare su pista e quelle su strada e non avremmo avuto problemi.
Continuerai a seguire le ragazze nelle loro corse?
Andrò a vedere le gare, questo lo farò sempre. Ma farò anche tanta attività con le junior. Parto dalla Gand-Wevelgem. Poi a fine aprile faccio un’altra gara di tre giorni, la Van Morseel in Olanda. Ai primi di maggio vado al Giro d’Occitania e alla fin del mese, il Giro delle Fiandre messo quest’anno. Poi faccio un raduno premondiale, ma questo sarà comune alle tre categorie, ovviamente per tutte le ragazze che non sono impegnate a correre. E’ un po’ come avere una casa comune per tutte.


E dopo il mondiale?
Dopo il mondiale si ricomincia. Novità di quest’anno per le under 23 è il Tour de l’Avenir di fine agosto. Si correrà anche per club, ma daranno la precedenza alle nazionali, anche perché nei programmi delle squadre di club non l’ho ancora visto.
Di quali ragazze parliamo?
Potrei parlare di Gasparrini e di Gaia Realini. Oppure Piergiovanni, Cipressi e Ciabocco. Ne abbiamo tante, capito? E poi chi fa l’Avenir potrebbe fare l’europeo, perché l’arrivo potrebbe essere impegnativo. Per questo dalla Francia non le mando a casa. Facciamo un altro raduno, adesso vediamo dove. E poi andiamo in Olanda a fare una gara che c’è sia per le le junior, sia per le under 23: la Watersley Ladies Challenge dal 15 al 17 settembre. E poi da lì, sono 200 chilometri e andiamo a Emmen, nella zona del Drenthe, dove ci saranno gli europei. Non sarà il solito piattone, l’arrivo sarà in cima alla discarica e potrebbe cambiare tutto. Una bella attività quest’anno.
Quindi non c’è pericolo che dopo il mondiale cali un po’ la tensione…
Proprio no. Anzi, forse il calendario è meglio dopo che prima. Anche perché il mondiale delle U23 resta una corsa strana. Per correrlo dovranno entrare in squadra con le elite e bisognerà dimostrare di essere all’altezza.


Sembra di capire che avrai da fare più con juniores e U23 che con le elite…
Proprio così. Le grandi hanno già il calendario strapieno, quindi non ci sarebbe neanche lo spazio di portarle a correre. Potrei andare dove non c’è la UAE, ma dove non ci saranno loro, ci sarà la ex Valcar che ora è il loro Devo Team. Una realtà interessante, perché con Villa ancora al comando, capisci che l’impronta della Valcar resta quella.
Punterai su juniores di secondo anno o cerchiamo anche le più giovani?
Entrambe, anche perché pare ci sia una bella infornata venuta su dalle allieve. All’inizio bisognerà affidarsi alle osservazioni dell’anno scorso e alle sensazioni più dirette dei direttori sportivi, chiedendo quello che hanno visto in allenamento. Poi con le gare, piano piano si comincerà a selezionare e a capire quello che c’è. Con le juniores punto a fare una bella esperienza azzurra, perché sono diverse dai coetanei uomini. I maschi magari passano U23, le ragazze invece si ritrovano sparate fra le elite.
In altri sport si nota che le ragazze del 2005-2006 pagano il periodo fermo del lockdown: ti risulta che accada anche nel ciclismo?
Purtroppo sì, lo stiamo pagando caro anche noi, anche se spero di essere smentito. Nelle società più piccole, tanti erano impreparati. Magari non avevi neanche il ciclomulino o i rulli. Solo alcune hanno avuto la fortuna di trovarlo e solo poche in casa avevano una cultura sportiva. Comunque non mi lamento, c’è tanto lavoro da fare. E poi c’è anche la volontà di qualche squadra di fare attività all’estero. Quindi magari in qualche gara oltre alle sere azzurre, ce ne saranno altre sei per fare esperienza.


Prossima trasferta del cittì alla Valenciana?
Ci saranno da vedere la Balsamo, ci sarà la Guazzini e un po’ di altre ragazze. Oltre all’importanza di vedere le corse dal vivo, credo che sia importante anche la vicinanza. Non sono il tecnico che compare 15 giorni prima del mondiale, anche se con le squadre italiane e con le straniere già a dicembre avevo definito tutti i programmi.
Programmi condivisi?
Per forza. L’anno scorso avevo detto un mese e mezzo prima che ai mondiali avrei dato una maglia azzurra alla Bertizzolo, se avesse fatto il percorso che avevo indicato. Insomma, la sua squadra ha accettato e abbiamo visto mondiale ha fatto…