Non c’è mai nulla di banale in questo Tour Femmes. La quinta tappa, da Bar-le-Duc a Saint-Dié-des-Vosges, è già nella storia sia per i suoi 175,6 chilometri di gara (la più lunga stagionale e in assoluto per il ciclismo femminile), sia per il successo di Wiebes su Balsamo, all’ennesimo capitolo della loro sfida.
Alle loro spalle Marianne Vos, che mantiene la maglia gialla (ed anche quella verde) incrementando ora a 20” il vantaggio su Silvia Persico, settima al traguardo e sempre seconda nella generale. L’ordine d’arrivo si tinge di altro tricolore italiano grazie al quarto posto di Rachele Barbieri, al sesto di Maria Giulia Confalonieri e all’ottavo di Vittoria Guazzini.
Dicevamo, Wiebes contro Balsamo, una sfida che terrà banco ancora per tanti anni a seguire e che oggi si aggiorna nuovamente a livello statistico. In diciotto occasioni sono finite assieme sul podio di cui già sei volte quest’anno.
Al momento comanda questa particolare graduatoria la ventitreenne olandese del Team DSM con undici primi posti a fronte dei sei della campionessa del mondo della Trek Segafredo. Curiosamente l’unica volta in cui a sorpresa in uno sprint sono finite nell’ordine seconda e terza, è stato alla Dwars door de Westhoek nel 2018 dietro alla vietnamita Thi That Nguyen.
Lo sprint di Lorena…
Il canovaccio è stato quello che sempre di più si vede nelle gare femminili, sulla falsariga di quelle maschili. Figurarsi poi in una frazione da oltre quattro ore e mezza. Evade la fuga (di quattro atlete in questo caso), il gruppo la tiene sotto osservazione fino a un vantaggio massimo di 4′ prima di recuperare in modo lungo ed inesorabile riprendendo l’ultima fuggitiva ai meno 3. Per gran parte a guidare l’inseguimento c’è stato il Team DSM. Portare la Wiebes per vincere la tappa era una missione.
«Sono molto contenta, perché Franziska (Koch, ndr) ha fatto un grande sforzo controllando la gara fin dall’inizio – racconta Lorena, al secondo sigillo in questo Tour Femmes – Quando le quattro battistrada hanno toccato il massimo vantaggio, lei ha dettato il ritmo del gruppo ed è riuscita a stabilizzare il distacco. È stato uno sforzo incredibile, quindi sono felice di aver ottimizzato il tutto con la vittoria».
«Lo dite voi che sono la migliore velocista al mondo – prosegue la Wiebes, che a fine stagione, malgrado un contratto fino al 2024, dovrebbe lasciare il suo team per passare alla SD Worx – A me non piace dire questo di me stessa. Oggi però mi sentivo bene e sono molto felice della mia prestazione.
«L’obiettivo di questo Tour Femmes per me è la maglia verde (deve recuperare 26 punti alla Vos, ndr) ma dobbiamo cercare di tenere davanti per la generale Juliette (Labous, ndr) che è molto in forma. Oggi la squadra ha fatto un bello sforzo collettivo. Questa è la cosa più importante».
E quello di Elisa
Una Wiebes così è difficile per chiunque batterla. Soprattutto se nel finale capitano dei disguidi imprevisti. La Trek-Segafredo negli ultimi chilometri rileva in testa la DSM per impostare la propria volata per Elisa Balsamo. Tira lungo la Van Dijk anche perché prima del triangolo rosso c’è una curva a gomito a destra in leggera discesa che può creare selezione. La campionessa europea la prende davanti e dà un’altra lunga “trenata” prima di cedere il compito a Elisa Longo Borghini sul lato sinistro della strada.
Lì però la piemontese ha una indecisione. Ai 350 metri la strada volge verso destra ma lei imbocca una via di fuga a sinistra. E’ bravissima a restare in piedi e a ritornare nella coda del gruppo principale senza perdere ulteriori secondi e posizioni nella generale.
«E’ stata una tappa molto lunga – spiega la Balsamo appena tagliato il traguardo, forse un po’ condizionata allo sprint dalla manovra errata della Longo Borghini – In gara non c’è stato un ritmo molto alto però alla fine abbiamo cercato di fare del nostro meglio in volata. Ed è andata bene così. Devo ringraziare la mia squadra che ha fatto un ottimo lavoro. Le mie compagne sono state davvero brave a portarmi davanti per la volata».
Curva sbagliata
«Cosa è successo verso il traguardo? – descrive quell’episodio Longo Borghini – Sono cose che succedono ma è chiaro che è stato un mio errore. Pensavo di dover andare dritto ma non ricordavo infatti che ci dovesse essere una curva a sinistra. Ovviamente non l’ho fatto apposta. Non è colpa di nessuno, solo mia. Per fortuna è andato tutto liscio, anche la Vos ha fatto un grande numero per evitarmi.
«Mi dispiace per tutto il gruppo perché la mia più grande preoccupazione era quella di aver fatto cadere qualcuno. Alla luce di tutto, possiamo farci su una bella risata. Spero che l’abbiate fatta anche voi guardando quel momento».
La sesta tappa, da Saint-Dié-des-Vosges a Rosheim di 128,6 chilometri, ha un profilo mosso anche se sarà l’ultima occasione per le velociste prime delle due tappe di montagna. Attenzione però che la Cote de Boersch (2 km al 4,4%) a meno 9 potrebbe essere il trampolino di lancio per le big della generale e creare più scompiglio del previsto. Perché in questo Tour Femmes non c’è nulla di banale.