Ha vinto la Roubaix e non voleva neanche farla. Alla Trek-Segafredo hanno dovuto impuntarsi e adesso che l’ha vinta e ha un sorriso che irradia più di questo sole di primavera, Elisa Longo Borghini fa il mea culpa più simpatico.
«Alla fine devo dare ragione alla squadra – dice – sanno cosa posso dare e come sto. Li devo ringraziare e cospargermi il capo di cenere. Devo dire grazie alla Trek e alle mie compagne, che hanno corso in modo magistrale. Ma questo non è stato una sorpresa, è il rullino di tutta la stagione. Alla fine non importa chi vince, conta che vinciamo noi».


Il centro del velodromo è tornato ai fasti di un tempo, con i giornalisti e i corridori insieme a scambiare racconti e domande. Abbiamo vissuto il suo ingresso in pista come una liberazione, perché il vantaggio non decollava e dietro Lotte Kopecky faceva francamente ancora paura. Ma Elisa sa volare nelle crono e quando ha avuto strada libera davanti, ha messo giù la testa e macinato chilometri e sassi.
Un urlo di rabbia
Dopo aver tagliato il traguardo, aver gettato lo sguardo alla curva dove ha riconosciuto la sua famiglia, Elisa ha tirato giù le braccia e cacciato un urlo che in qualche modo ha fatto tremare anche l’obiettivo a 50 metri di distanza (foto di apertura). Da sola per trenta chilometri e avendoci creduto per ogni singolo metro, la campionessa italiana ha visto passare il film di una stagione sfortunata e le ha gridato in faccia tutta la sua rabbia.
«Sì, rabbia – conferma – per la stagione che era partita un po’ storta. Ho avuto una sinusite che mi ha penalizzata. Alla fine sapevo di andare forte, ma non riuscivo a respirare. Era difficile esprimersi al meglio. Mi sono messa a disposizione della mia squadra e anche oggi fino al momento di attaccare, l’idea era quella. Per fortuna è venuto questo colpo di istinto e sono andata. Sapevo che alla peggio avrei messo in una buona posizione Lucinda Brand, che avrebbe dovuto stare a ruota e seguire solo la SD Worx. E poi, niente, ragazzi… Sono andata a blocco!».
Da sola per quasi 30 chilometri: partita per tenere al riparo la Brand, ma ci ha sempre creduto La Giuria è stata super fiscale e ha squalificato Elisa Balsamo per il rientro dopo una foratura
Da sola per quasi 30 chilometri: partita per tenere al riparo la Brand, ma ci ha sempre creduto La Giuria è stata super fiscale e ha squalificato Elisa Balsamo per il rientro dopo una foratura
Curva pericolosa
Così tanto a blocco che a un certo punto, all’ingresso di una curva a destra, ha preso un’imbarcata che l’ha sparata verso l’altro lato della strada, dove è servita tutta l’arte a disposizione per evitare di cadere. Lei scoppia a ridere, perché adesso si può.
«Vorrei sentite il commento dei ragazzi della Roubaix – dice – che l’anno scorso mi prendevano in giro perché usavo un rapportone. Chissà quest’anno che cosa mi diranno. Ma alla fine, se vuoi vincere una corsa come questa, i rischi te li devi prendere. E avevo una bicicletta spaziale, secondo me la migliore del gruppo».


La spinta dei tifosi
Da sola, con le inseguitrici dietro che non hanno mollato un solo metro, ma anche due compagne a fare buona guardia, quando Elisa è uscita ancora in vantaggio dal Carrefour de l’Arbre, è stato chiaro che ce l’avrebbe potuta fare.
«Io ci ho creduto dall’inizio – dice – se non ci credi, non vai da nessuna parte. L’Arbre da sola è stato bellissimo. Devo dire che ritrovare il pubblico su queste strade è stato molto bello. Noi viviamo grazie a loro e sentire gli italiani che gridavano il mio nome o anche la gente francese che mi chiamava, mi gasava tantissimo».
Sola nel velodromo di Roubaix: per Longo Borghini la volata non è mai stata un’opzione Lotte Kopecky ha vinto lo sprint del gruppo 23″ dopo Longo Borghini
Sola nel velodromo di Roubaix: per Longo Borghini la volata non è mai stata un’opzione Lotte Kopecky ha vinto lo sprint del gruppo 23″ dopo Longo Borghini
Il gesto di Mosca
Ma la vera marcia in più, quella confessata a mezza bocca stamattina alla partenza, è stata la visita a sorpresa di Jacopo Mosca. Il suo compagno ha finito ieri il Giro di Sicilia, ha viaggiato fino a casa e poi è ripartito per Roubaix. La notte, ha scherzato in un messaggio, è abbastanza lunga per fare certe cose.
«Il gesto di Jacopo di venire oggi alla Roubaix – dice lei strafelice – è stato bellissimo. E’ venuto per dirmi ciao. Si è fermato un’ora e poi è ripartito per andare in altura, visto che sta preparando il Giro. Sapeva che stavo passando un momento così e così, che le cose non andavano come volevo. E alla fine mi ha fatto una sorpresa. Me lo sono ritrovato lì. Gli avevo detto di no, che se fosse venuto lo avrei ammazzato. Ma lui è arrivato lo stesso».
Il peso di quella pietra ha colpito Elisa Longo Borghini, prima a Roubaix Longo Borghini è salita sul podio con un salto e sprizzando felicità da tutti i pori. Con lei Kopecky e Brand
Il peso di quella pietra ha colpito Elisa Longo Borghini, prima a Roubaix Longo Borghini è salita sul podio con un salto e sprizzando felicità da tutti i pori. Con lei Kopecky e Brand
Cena pagata e adesso via con le interviste di rito. Si potrebbe restare a parlare ancora a lungo, ma si è alzata un’arietta fastidiosa e in sala stampa l’aspettano per il suo racconto. La Parigi-Roubaix resta in casa Trek-Segafredo e continua a parlare italiano dopo la vittoria 2021 di Colbrelli. Elisa si allontana. La sua settimana prevede ancora la Freccia Vallone e poi la Liegi-Bastogne-Liegi.