Longo Borghini all’Inferno per istinto, per rabbia e per amore

16.04.2022
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Ha vinto la Roubaix e non voleva neanche farla. Alla Trek-Segafredo hanno dovuto impuntarsi e adesso che l’ha vinta e ha un sorriso che irradia più di questo sole di primavera, Elisa Longo Borghini fa il mea culpa più simpatico.

«Alla fine devo dare ragione alla squadra – dice – sanno cosa posso dare e come sto. Li devo ringraziare e cospargermi il capo di cenere. Devo dire grazie alla Trek e alle mie compagne, che hanno corso in modo magistrale. Ma questo non è stato una sorpresa, è il rullino di tutta la stagione. Alla fine non importa chi vince, conta che vinciamo noi».

Da quanto tempo Longo Borghini aspettava una vittoria così? Finalmente la sfortuna è alle spalle
Da quanto tempo Longo Borghini aspettava una vittoria così? Finalmente la sfortuna è alle spalle

Il centro del velodromo è tornato ai fasti di un tempo, con i giornalisti e i corridori insieme a scambiare racconti e domande. Abbiamo vissuto il suo ingresso in pista come una liberazione, perché il vantaggio non decollava e dietro Lotte Kopecky faceva francamente ancora paura. Ma Elisa sa volare nelle crono e quando ha avuto strada libera davanti, ha messo giù la testa e macinato chilometri e sassi.

Un urlo di rabbia

Dopo aver tagliato il traguardo, aver gettato lo sguardo alla curva dove ha riconosciuto la sua famiglia, Elisa ha tirato giù le braccia e cacciato un urlo che in qualche modo ha fatto tremare anche l’obiettivo a 50 metri di distanza (foto di apertura). Da sola per trenta chilometri e avendoci creduto per ogni singolo metro, la campionessa italiana ha visto passare il film di una stagione sfortunata e le ha gridato in faccia tutta la sua rabbia.

«Sì, rabbia – conferma – per la stagione che era partita un po’ storta. Ho avuto una sinusite che mi ha penalizzata. Alla fine sapevo di andare forte, ma non riuscivo a respirare. Era difficile esprimersi al meglio. Mi sono messa a disposizione della mia squadra e anche oggi fino al momento di attaccare, l’idea era quella. Per fortuna è venuto questo colpo di istinto e sono andata. Sapevo che alla peggio avrei messo in una buona posizione Lucinda Brand, che avrebbe dovuto stare a ruota e seguire solo la SD Worx. E poi, niente, ragazzi… Sono andata a blocco!».

Curva pericolosa

Così tanto a blocco che a un certo punto, all’ingresso di una curva a destra, ha preso un’imbarcata che l’ha sparata verso l’altro lato della strada, dove è servita tutta l’arte a disposizione per evitare di cadere. Lei scoppia a ridere, perché adesso si può.

«Vorrei sentite il commento dei ragazzi della Roubaix – dice – che l’anno scorso mi prendevano in giro perché usavo un rapportone. Chissà quest’anno che cosa mi diranno. Ma alla fine, se vuoi vincere una corsa come questa, i rischi te li devi prendere. E avevo una bicicletta spaziale, secondo me la migliore del gruppo».

Dopo l’arrivo, smaltita l’adrenalina, la sua analisi è tornata pacata come al solito
Dopo l’arrivo, smaltita l’adrenalina, la sua analisi è tornata pacata come al solito

La spinta dei tifosi

Da sola, con le inseguitrici dietro che non hanno mollato un solo metro, ma anche due compagne a fare buona guardia, quando Elisa è uscita ancora in vantaggio dal Carrefour de l’Arbre, è stato chiaro che ce l’avrebbe potuta fare.

«Io ci ho creduto dall’inizio – dice – se non ci credi, non vai da nessuna parte. L’Arbre da sola è stato bellissimo. Devo dire che ritrovare il pubblico su queste strade è stato molto bello. Noi viviamo grazie a loro e sentire gli italiani che gridavano il mio nome o anche la gente francese che mi chiamava, mi gasava tantissimo».

Il gesto di Mosca

Ma la vera marcia in più, quella confessata a mezza bocca stamattina alla partenza, è stata la visita a sorpresa di Jacopo Mosca. Il suo compagno ha finito ieri il Giro di Sicilia, ha viaggiato fino a casa e poi è ripartito per Roubaix. La notte, ha scherzato in un messaggio, è abbastanza lunga per fare certe cose.

«Il gesto di Jacopo di venire oggi alla Roubaix – dice lei strafelice – è stato bellissimo. E’ venuto per dirmi ciao. Si è fermato un’ora e poi è ripartito per andare in altura, visto che sta preparando il Giro. Sapeva che stavo passando un momento così e così, che le cose non andavano come volevo. E alla fine mi ha fatto una sorpresa. Me lo sono ritrovato lì. Gli avevo detto di no, che se fosse venuto lo avrei ammazzato. Ma lui è arrivato lo stesso».

Cena pagata e adesso via con le interviste di rito. Si potrebbe restare a parlare ancora a lungo, ma si è alzata un’arietta fastidiosa e in sala stampa l’aspettano per il suo racconto. La Parigi-Roubaix resta in casa Trek-Segafredo e continua a parlare italiano dopo la vittoria 2021 di Colbrelli. Elisa si allontana. La sua settimana prevede ancora la Freccia Vallone e poi la Liegi-Bastogne-Liegi.