Guazzini verso Parigi, con lo sguardo fisso sul quartetto

15.11.2023
5 min
Salva

MILANO – L’ultima volta che avevamo incontrato Vittoria Guazzini, si era ancora tutti in Cina e nella sera di gala organizzata dall’UCI si respirava il profumo delle vacanze e del rompete le righe. Di lì a poco, la toscana sarebbe partita per le Maldive con Lorenzo Milesi per mettere il punto a capo di una stagione parecchio faticosa. Non solo atleticamente, ma anche e soprattutto psicologicamente. La frattura del bacino del 6 aprile durante la ricognizione della Parigi-Roubaix l’ha condizionata pesantemente. Il mondiale ad agosto e il sogno di difendere l’oro della crono conquistato a Wollongong hanno trasformato l’estate in una rincorsa frenetica. Per lei come pure per Elisa Balsamo ed Elisa Longo Borghini, mentre un’altra azzurra di rilievo, Marta Cavalli, stentava a ritrovare il passo dopo l’incidente del 2022. Un’estate a dir poco problematica.

Il ritorno di Guazzini alle gare è avvenuto ai campionati italiani crono del 23 giugno, chiusi al quarto posto. Un mese dopo Vittoria è partita per il Tour de France Femmes, cogliendo l’ottavo posto nella crono finale: un buon segnale di crescita. Ma quando dieci giorni dopo ha corso il mondiale di Stirling, quella condizione costruita probabilmente troppo in fretta le ha presentato il conto e il verdetto è stato spietato, portando con sé il crollo dell’umore. Un po’ meglio è andata all’europeo, con il secondo posto azzurro nel Mixed Team Relay, ma a quel punto non restava che la trasferta cinese e il bisogno di fermarsi.

Le vacanze alle Maldive con Milesi e poi subito a Noto con la nazionale: l’inverno di Vittoria Guazzini (foto Instagram)
Le vacanze alle Maldive con Milesi e poi subito a Noto con la nazionale: l’inverno di Vittoria Guazzini (foto Instagram)
Le vacanze durano sempre troppo poco…

Vero, sono finite e già si ricomincia. Lunedi scorso ho fatto tre pedalate veramente blande, ma più per dire che le ho fatte. Prima ero stata per due giorni in Francia dalla squadra per la posizione e quella prima uscita è servita per riprendere dimestichezza con la pedalata. Solo che quando sono salita sulla bici, come al solito ho pensato: «Boh, qualcuno mi ha toccato la bici oppure non è la mia». Però adesso si va in ritiro con la nazionale (gli azzurri si ritrovano a Noto a partire da oggi, ndr), quindi la testa è al 2024.

Quanto è stato necessario staccare la spina?

Il 2023 è stato veramente pesante, mi serviva sia fisicamente ma soprattutto mentalmente. E’ stato bello staccare, però l’anno che viene è ricco di appuntamenti, per cui bisognerà cercare di essere pronti. Non c’è tempo da perdere.

Il podio del Trofeo Binda dietro Van Anrooij e Balsamo era la conferma che durante lo scorso inverno Guazzini avesse lavorato bene
Il podio del Trofeo Binda dietro Van Anrooij e Balsamo era la conferma che durante lo scorso inverno Guazzini avesse lavorato bene
Con la squadra avete fatto un’analisi di cosa potrebbe essere andato storto?

Diciamo che già prima di finire la stagione, prima di andare in Cina ci eravamo trovati per qualche giorno. Ho parlato con i preparatori della FDJ-Suez e abbiamo cercato di capire cosa magari non abbia funzionato. Io dico che dalla caduta in poi è stata una parabola discendente. Quella non ha aiutato. Poi c’è stata una serie di cose che, messe insieme, sono state un po’ troppo per me soprattutto dal punto di vista mentale. Però va bene così, non tutte le stagioni sono uguali. E se devo dirla tutta, meglio che sia andato storto quest’anno che il prossimo.

Come ti sei spiegata il passaggio a vuoto di Glasgow?

Ci tenevo tanto ai mondiali di Glasgow, quindi ho cercato di fare di tutto per recuperare, magari anche più di quello che avrei dovuto fare quando sono tornata in bici. Però qua si parla di ipotesi e se fosse andato tutto bene e avessi vinto una medaglia, sarebbe stata la storia dell’anno. Non è stato così, ma va bene. Ormai ho resettato tutto, mi sembra quasi che questa stagione non ci sia neanche stata, perché veramente ho una sorta di blackout (sorride, ndr).

Alzini, Fidanza, Guazzini, Paternoster: gruppo azzurro della pista al Giro d’Onore. Ora tutte in ritiro
Alzini, Fidanza, Guazzini, Paternoster: gruppo azzurro della pista al Giro d’Onore. Ora tutte in ritiro
Ganna dice che il suo primo obiettivo a Parigi sarà la crono e subito dopo penserà al quartetto.

Bè, sicuramente la crono è un obiettivo, una disciplina che mi piace tanto, a cui dedico tanto tempo anche con la squadra. In questi giorni sono stata in Francia per valutare la posizione. Come tenere la testa, come mettere le spalle in modo che siano aerodinamiche. Quindi sicuramente sarà un aspetto su cui lavorerò. Però mi sento di dire che la priorità del prossimo anno è il quartetto e penso che le mie colleghe concordino con me. Sappiamo che è una buona occasione. Anche se ci sono tante nazionali forti, noi cercheremo di fare il nostro e semmai batteremo le mani a chi vincerà. Speriamo però di battercele da sole.

A dicembre si torna in Spagna con la squadra?

Sì, andremo sempre ad Altea, ormai per il terzo anno. Sarà più che altro un’occasione per ritrovarsi e ovviamente mettere dei buoni chilometri in vista del prossimo anno. Intanto però a Noto cominciamo a lavorare su strada. La pista sono sforzi brevi, ma intensi: magari ricominciare in quarta con lavori fatti a tutta non è la cosa migliore. E poi mi fa piacere ritrovare anche le mie compagne, è bello condividere le fatiche con le altre. L’allenamento passa più in fretta e si sente un po’ meno la fatica.