Consonni brucia tutte e mette il punto per la Valcar

10.07.2022
6 min
Salva

E’ finita tra docce di spumante e lacrime. L’atto finale del Giro d’Italia Donne a Padova viene dominato da un gran colpo di reni di Chiara Consonni, che fa riecheggiare il suo urlo liberatorio in tutta Prato della Valle. La 23enne bergamasca regala alla Valcar-Travel&Service il primo successo della sua storia nella corsa, battendo allo sprint Rachele Barbieri ed Emma Norsgaard.

I bagni di spumante sono quelli sul podio di tutte le ragazze della Movistar che festeggiano in modo esuberante il terzo trionfo al Giro di Annemiek Van Vleuten, dopo quelli del 2018 e 2019. Dietro di lei una splendida Marta Cavalli (a 1’52”, celebrata anch’essa alla stessa maniera dalle sue compagne durante la premiazione del miglior team) ed una tenace Mavi Garcia (a 6’45”).

Sul podio di Padova, Van Vleuten ottimamente scortata da Cavalli e “Mavi” Garcia

«La mia terza vittoria al Giro quest’anno – dichiara la 39enne olandese che si porta a casa anche la maglia ciclamino oltre a quella rosa – ha un gusto differente perché sono in un nuovo team, la Movistar. E’ bello indossare nuovamente questa maglia dopo aver abbandonato nel 2020 per la rottura di un polso a due tappe dalla fine quando ero in testa.

«Il rosa non è il mio colore preferito – chiude Van Vleuten – ma lo è nel Giro e qui in Italia da voi rappresenta la maglia più importante. E’ bello sentirlo di dire dalle persone. Ed è bello portare a casa la maglia rosa. Il Giro Donne per me è sempre speciale. Non era scontato che lo vincessi, come dicevano tutti. A Cesena ho voluto forzare i tempi per stare più serena nelle tappe successive. Infatti nelle ultime due ho avuto paura di perdere la corsa. Prima per la caduta, il giorno dopo per l’attacco in discesa di Marta. Ora penserò al Tour de France Femmes. Avremo un roster simile e so che la concorrenza delle rivali sarà molto alta.”

Energia Chiara

Ti contagia la Consonni. La sua felicità è la stessa di tantissima gente, anche quelli che sono arrivati a vedere la tappa e che non conoscono nulla del ciclismo.

«E’ una grande soddisfazione anche solo per aver portato a termine il Giro Donne», esordisce Chiara alla quarta vittoria stagionale. «Sono senza parole – prosegue – devo ringraziare tutte le mie compagne, così come la mia squadra che ci ha supportato e sopportato per dieci giorni. E vi assicuro che non è semplice. Però è sempre una grande emozione che spero di aver regalato loro».

Barbieri, Consonni e Norsgaard: il sorriso di Chiara non lascia spazio a dubbi su chi abbia vinto
Barbieri, Consonni e Norsgaard: il sorriso di Chiara non lascia spazio a dubbi su chi abbia vinto

Senza il solito treno

A Reggio Emilia aveva avuto un simpatico siparietto con Arzeni, di cui eravamo stati testimoni esclusivi. Il suo diesse le diceva che si può vincere senza le solite apripista.

«Non avevo le due solite ragazze – racconta – che di solito mi tirano la volata. In questo sprint però ci abbiamo provato ed è andata alla grande. Con le volate di oggi è sempre più importante avere il proprio treno. Però in questi dieci giorni io mi sono fidato di loro e loro di me. Qui a Padova dai meno 10 dall’arrivo, si sono messe a tirare. Anche Silvia (Persico, ndr), pur essendo in classifica e magari rischiando di perdere secondi preziosi nel finale. Le ringrazio tutte, una ad una».

Tricolore amaro

Dopo il campionato italiano l’abbiamo vista piangere dalla delusione per il quarto posto al fotofinish. Una rarità vederla così, però Chiara ha saputo trovare il lato positivo già dal mattino successivo, anche perché c’era un Giro da affrontare con tutt’altro piglio.

«Era solo una questione di credere nei propri mezzi – dice – e stamattina mi sono svegliata con una carica assurda. Silvia mi ha chiesto come facessi ad avere ancora questa energia dopo dieci giorni intensi. Ma io ci credevo, volevo fare bene e finire questo Giro in bellezza. Credo di esserci riuscita, meglio di così non poteva andare. Preparerò il Tour ,anche se so che le ultime tappe sono molto dure. Ora penso a festeggiare e recuperare. I prossimi obiettivi sono gli europei in pista ed anche quelli su strada».

Una nuova strada

Il 2022 tuttavia sarà probabilmente l’ultimo anno di Chiara in Valcar-Travel&Service. I soliti rumors – che da agosto potrebbero trovare conferme – dicono che abbia già firmato per un team WorldTour. Il nome della nuova squadra per la verità è già certo, ma preferiamo non nominarlo. Con lei invece lo facciamo e lei ne parla con serenità.

«Passare elite è stato un sogno realizzato – dice – che qui in Valcar è arrivato nel punto più alto in cui poteva arrivare. Cambiare squadra sarà una motivazione in più per me, per imparare nuove cose dalle atlete più esperte. Sono davvero pronta a tuffarmi nel mondo del WT. So che devo ancora crescere perché sono ancora piccola.

«Però ho già fatto vedere di avere la grinta giusta, anche perché le cicliste sono un po’ tutte pazze. Ed oggi penso che sia stata una vittoria da WorldTour per come è arrivata (è il suo secondo successo in una gara di tale status, il primo lo ottenne nel 2019 al Boels Ladies Tour, ndr). Nel futuro mi piacerebbe diventare un corridore da classiche. Come riferimento ho sempre preso la Bastianelli e vorrei diventare come lei. Spero di imparare da lei in Fiamme Azzurre».

«Devo tanto a Davide (Arzeni, ndr) – conclude Consonni – è sempre stata la mia persona di fiducia. Ci conosciamo da quando ero davvero giovanissima, da tanto tempo. Mi ha aiutata tantissimo a crescere. E’ la persona che ha creduto di più in me. Sono contentissima di averlo incontrato anche se ha i suoi momenti, come tutti del resto. Devo tanto a lui, è davvero speciale.

«Sembra una frase fatta, ma la Valcar è una famiglia. Abbiamo condiviso tantissimo in questi sei anni, anche Vittoria ed Elisa (rispettivamente Guazzini e Balsamo). E naturalmente sono felicissima di avere conosciuto un’altra grande persona come Valentino (il presidente Villa, ndr) e tutto lo staff».

Le lacrime del Capo

Sembra quasi un passo d’addio il successo della Consonni. Sia per lei che per la stessa Valcar. Davide Arzeni sotto il podio vive un turbinio di emozioni.

«E’ vero, un po’ mi sono commosso – confida il tecnico – questa è la ciliegina sulla torta, ci mancava solo la vittoria anche se non sono sorpreso. Continuavo a dirle che a Padova avrebbe vinto. Ieri le ho messo accanto due compagne per sostenerla moralmente. Ha tenuto duro e oggi ha vinto. Lo ripeto, per me è una delle prime tre velociste al mondo. Vedremo il futuro, comunque andranno le cose, la Valcar è per sempre. Però ora è giusto godersi il momento».