Ancora Balsamo allo sprint. E tanta Italia alle sue spalle

05.07.2022
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Balsamo, Kool, Vos, la volata al Giro d’Italia Donne è questione loro. A Reggio Emilia nella quinta frazione la campionessa del mondo in carica bissa il sigillo di Tortolì battendo le due olandesi mentre Consonni e Bastianelli completano la top five. Settima Rachele Barbieri e nona Emanuela Zanetti si segnalano in uno sprint particolarmente caotico.

Al triangolo rosso infatti una caduta coinvolge, fra le tante, Martina Fidanza, Vas, Zanardi, Longo Borghini e Norsgaard che sembra subito quella con le conseguenze più serie. La danese della Movistar passa il traguardo tenendosi costato e spalla destra con smorfie di dolore condite da grandi lacrime. In partenza al podio-firma ci aveva confidato, incrociando le dita, che sperava di fare risultato.

Le formazioni delle prime tre hanno preso in mano la situazione quando stavano lasciando troppo spazio alla fuga. Carbonari, Barnes, Vitillo, Monticolo e Bariani (ultima ad arrendersi e ripresa a 5 km dalla fine) hanno avuto fino a 5’20” a circa 40 km dalla fine. Sulle primissime colline reggiane il gruppo le ha messe nel mirino riducendo sensibilmente il margine e a quel punto bisognava concentrarsi solo su chi avrebbe preso in testa l’ultima curva secca a sinistra – a -200 metri – che portava al traguardo. Balsamo la imbocca davanti, il resto è storia nota.

Il bis di Elisa

«E’ un bilancio positivo finora – dice la 24enne della Trek-Segafredo che rafforza la propria leadership della maglia ciclamino – non posso che essere contenta. Oggi la mia squadra ha fatto nuovamente un grande lavoro. Domani sarà molto bello partire da casa a Sarnico. Sarà una frazione impegnativa che si presta molto alle fughe. Staremo a vedere. Per quanto riguarda la caduta, in radio ho sentito Elisa (Longo Borghini, ndr) che diceva che era rimasta coinvolta. Non vedendola arrivare mi sono preoccupata. Dopo il traguardo le ho detto che mi aveva fatto prendere un infarto. Spero che sia lei che tutte le altre ragazze stiano bene. Questa vittoria la dedico a tutta la mia squadra».

Felicità Guercilena

A due chilometri e mezzo dall’arrivo avevamo incontrato Luca Guercilena, team manager della Trek-Segafredo, che stava andando ad ispezionare quella famosa ultima curva per poi dare indicazioni all’ammiraglia.

«Ero comodo per venire a Reggio Emilia – ci ha detto – prima di raggiungere gli uomini al Tour de France. I nostri obiettivi qui al Giro Donne erano chiari puntando alle tappe. Finora ne abbiamo vinte due, abbiamo vestito la maglia rosa, stiamo indossando quella ciclamino. Siamo soddisfatti. Vedremo poi con Longo Borghini se ci sarà la possibilità di fare qualcosa o comunque restare agganciata alla top ten. Non sembra nulla di grave la sua caduta. Tutto ancora può succedere, ma la maglia rosa al momento ce l’ha una delle atlete più forti degli ultimi cinque anni per le gare a tappe. Quest’anno le ragazze hanno fatto e vinto tanto, dobbiamo gestirle al meglio visto che la stagione è ancora lunga».

Le domande di Chiara

Dietro alle solite tre, si affaccia la Consonni che ha scalato una posizione rispetto allo sprint di Tortolì. Dopo l’arrivo nella zona dei bus la intercettiamo poco prima di partire verso la prossima tappa. Accanto a lei c’è Davide “Capo” Arzeni e la chiacchierata con loro è un piacevole confronto.

«Cosa manca? Non so, cosa dici Capo?», chiede Chiara in modo scherzoso al suo diesse attento ad ascoltarla. «La grinta ce l’ho, ho voglia di fare risultato e intanto mi sto facendo vedere. Speriamo di fare un podio della fine. In volata ho preso l’ultima curva troppo indietro e non sono più riuscita a recuperare. Pensavo che il rettilineo fosse un po’ più lungo. C’è sempre tanto nervosismo. Non avendo treni troppo lunghi ma solo di 2/3 ragazze, una cerca di prendere la posizioni saltando da una ruota all’altra nei treni delle altre formazioni e si crea caos. Ci riproverò a Padova, anche se ho Bergamo nel cuore e domani vorrei fare qualcosa».

Chiara Consonni è alla ricerca del podio in uno sprint senza il suo solito treno
Chiara Consonni è alla ricerca del podio in uno sprint senza il suo solito treno

Le risposte del Capo

Il botta e risposta Valcar-Travel&Service continua sviscerando i temi della giornata.

«Mi fa piacere, devo dire che Chiara vede bene le cose in volata», ribatte Arzeni mentre la Consonni lo incalza ricordandogli che corre in gruppo tutti i giorni. «Qui non è come alla Gand-Wevelgem dove i team si presentano con sei velociste. Qui ci sono le squadre con le capitane per la generale ed anche se c’è la regola della neutralizzazione dei 3 chilometri per le cadute, tutte vogliono stare davanti lo stesso per tenere le posizioni migliori.

«Sono felicissimo per Elisa ma corre per un’altra squadra. Noi però, cronometro a parte, siamo sempre stati nelle prime dieci. Il bilancio è positivo, ma sarebbe potuto esserlo ancora di più se nella terza tappa non ci fosse stato l’infortunio di Olivia Baril (ventuno punti di sutura ad un ginocchio per una caduta appena dopo il via di Villasimius, ndr). Lei era la nostra atleta designata per la classifica, ma abbiamo dovuto cambiare un po’ in corsa i nostri piani. A Cesena la Persico si è fatta trovare prontissima. Viviamo alla giornata».

Elena Balsamo con Davide Arzeni dopo l’oro mondiale di Leuven
Elena Balsamo con Davide Arzeni

«Per gli sprint posso dire che Chiara è una delle prime tre velociste al mondo – conclude Arzeni la sua disamina – Corre per vincere, anche per battere Elisa. Ma anche Chiara ha fatto qualche errorino. Lei avverte la mancanza di una come la Sanguineti, che per me è la miglior pesce-pilota del mondo, però Chiara deve fare esperienza sapendosi arrangiare in queste situazioni in cui è sola. Ho fatto una scelta di portare ragazze più per la salita che per gli sprint anche per questo motivo».

La sesta tappa – Sarnico-Bergamo di 114,7 chilometri con 5 gpm di terza categoria e lo strappo secco della città alta a tre dalla fine – sembra tagliata apposta per corridori come Balsamo e Vos. Bisognerà vedere chi si inserirà accanto a loro.