64 vittorie. Basta questo dato per far capire la portata della stagione della SD Worx, salita di due gradini rispetto allo scorso anno. Solo la Uae Team Emirates di Sua Maestà Pogacar è riuscita a fare meglio con 81, ma per certi versi il dominio del team olandese nell’ambito femminile è ancora più schiacciante. Si dirà «Certo, con Kopecky, Vollering e Wiebes sono capaci tutti…». Ma siamo davvero sicuri che tenere nello stesso ambito tre campionesse simili sia così semplice?
L’unico a poter affrontare l’argomento è il grande capo Danny Stam, nel team sin dal 2011 e che è un po’ il regista di tutto l’apparato. Dopo qualche giorno necessario per ricaricare le pile, Stam ha già ripreso le redini del team in vista della prossima stagione: «Non posso proprio lamentarmi – afferma ridendo – abbiamo avuto una stagione molto, molto bella e ne siamo molto soddisfatti perché piena di momenti felici e di buone speranze per il prossimo anno».
Qual è stata la più grande soddisfazione di quest’anno e la più grande delusione?
Penso che la cosa più bella sia che abbiamo raggiunto lo stesso livello dell’anno scorso e che abbiamo potuto lottare per la vittoria in ogni gara e penso che la più grande delusione per noi sia stato il Tour de France. La prima tappa è stata decisiva per la perdita di quei maledetti 4 secondi costati la maglia gialla a Demi Vollering.
Il vostro team domina fra le donne come quello di Pogacar fra gli uomini: quali differenze ci sono a tuo parere?
Questa è una domanda difficile. Mettere a confronto due mondi che sembrano vicini ma non lo sono per me è sempre un azzardo. Posso parlare per noi e dire che mentre lo scorso anno dominavamo nelle grandi corse a tappe, quest’anno abbiamo preso le redini delle corse d’un giorno, ma tutto può cambiare molto rapidamente.
Un’altra domanda difficile. Come si mantiene l’equilibrio in una squadra con tre leader assoluti come Kopecki, Vollering e Wiebes?
Penso che il punto vero sia far capire che possono avere tutti un pezzo della torta. Ma se vogliono avere l’intera torta, il successo non ci sarà. Devono comprendere che non possono vincere l’una senza l’altra, perché è uno sport davvero di squadra, dove si arriva a un obiettivo lavorando tutti insieme. Effettivamente è un argomento delicato, credo che sia stata proprio questa la ricetta che ha fatto sì che abbiamo avuto un bilancio così soddisfacente e devo dire che le ragazze sono state davvero brave in questo.
L’addio di Vollering è legato anche alla volontà di fare di Lotte la leader nei grandi giri?
Vedremo. Non abbiamo così tanti leader per le corse a tappe, le classifiche, dipende anche un po’ dalle condizioni della sua schiena. Lotte non potrà fare tutto, dovremo studiare bene il calendario e porci degli obiettivi mirati, commisurando il resto alle forze che abbiamo.
Che cosa vi aspettate dal ritorno della Van der Breggen?
Io credo che sarà a un buon livello, inizialmente non mi aspetto che otteniamo lo stesso rendimento della Van der Breggen del passato, quella che voleva vincere ogni gara e molto spesso riusciva a farlo. Posso dire che Anna non è cambiata nello spirito, la sua voglia di emergere, di conquistare è la stessa. Se dubitasse di ritrovare quei livelli, non sarebbe tornata. In una grande gara sarà sempre da prendere in considerazione perché ha un’esperienza che pochissime altre possono vantare.
Vi aspettavate di più da Blanca Vas?
Non direi. Il suo sviluppo è un progresso lento e penso che vada avanti molto bene. Ha vinto una tappa al Tour, ha sfiorato il podio a Parigi. E’ entrata nelle prime 10 ai mondiali. Non vedo così tante giovani cicliste che hanno questi risultati. Quindi sono davvero soddisfatto soprattutto ragionando in prospettiva. Anzi, sono quasi sorpreso della domanda, perché mi sembra difficile che ci si potesse aspettare di più.
Il vostro roster per il 2025 è di 17 atlete: per coprire tutto il calendario ne servirebbero di più?
Il calendario sta diventando sempre più grande e più importante. E’ chiaro che tutti i team vorrebbero avere più atlete, vorrebbero che l’attività fosse gestita in maniera un po’ diversa, ma queste sono le regole. C’è un limite di 18 corridori e noi ci dobbiamo adeguare.