Piccolo (già) saluta la Drone Hopper. La EF lo aspetta

01.08.2022
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Poco più di un mese. E’ la permanenza di Andrea Piccolo alla Drone Hopper-Androni. Le voci di qualche giorno fa che lo davano verso la EF Education-EasyPost sono vere e da oggi, primo agosto, con il ciclomercato aperto, il trasferimento è possibile.

Giovanni Ellena, direttore sportivo di lungo corso e pietra miliare del gruppo di Gianni Savio e Marco Bellini, e Savio stesso ci confermano che questo addio è ufficiale: da oggi Andrea Piccolo è del team americano.

Campionato italiano 2022, Piccolo rientra alle gare dopo quasi 5 mesi di stop ed è subito quarto (foto Drone Hopper/Sirotti)
Campionato italiano 2022, Piccolo rientra alle gare dopo quasi 5 mesi di stop ed è subito quarto (foto Drone Hopper/Sirotti)

Terza squadra del 2022

Piccolo era finito nel ginepraio della Gazprom-RusVelo. Una corsa ad inizio anno e poi nulla più. Nulla più fino al 26 giugno, quando 36 ore dopo aver avuto il via libera per passare alla Drone Hopper-Androni ce lo eravamo ritrovati al Alberobello, dove aveva ottenuto un eccellente quarto posto.

Di fatto si tratta del terzo cambio di maglia nella stessa stagione (la quarta se si considerano i 12 mesi, visto che la scorsa estate era ancora all’Astana). Ma i motivi stavolta sono buoni, di certo migliori della volta precedente. Si tratta di motivi sportivi, di prestazioni e non di una guerra, quella russo-ucraina, che tra l’altro ha ben poco a che fare con il ciclismo.

Tutto è avvenuto in modo estremamente veloce. Tutto è avvenuto nella seconda metà di luglio. Con il corridore quasi colto di sorpresa. Evidentemente gli uffici del suo procuratore Giuseppe Acquadro, che ha capito la forza dell’atleta, hanno fatto effetto.

«Marco Bellini ed io – dice Savio – prendemmo la decisione di accogliere Andrea Piccolo. Le info su di lui non erano ottime, ma gli abbiamo voluto dare fiducia. Ho avuto modo di conoscere questo ragazzo e devo dire che ho stretto un ottimo rapporto con lui. Oltre che un ottimo atleta, ho trovato un ragazzo che si è impegnato al massimo. Un ragazzo educato, intelligente e sensibile. Proprio l’altro ieri alla vigilia del Circuito de Getxo mi ha scritto: “Gianni domani è l’ultima gara con la tua maglia, sto bene e voglio davvero fare bene per voi”.

«Vi dico adesso, in tempi non sospetti, che Andrea Piccolo diventerà un grande corridore. E’ un talento».

Piccolo (classe 2001) passerà alla EF Education-EasyPost. Con la Gazprom aveva corso solo la Valenciana
Piccolo (classe 2001) passerà alla EF Education-EasyPost. Con la Gazprom aveva corso solo la Valenciana

In un attimo…

«La questione è nata strada facendo e in tempi ristretti – dice Ellena – quando per esempio qualche tempo fa feci quell’intervista con voi su Piccolo, non si sapeva proprio nulla del suo trasferimento.

«Ti contatta una WorldTour e cosa dici al ragazzo, di non andare? Impossibile. Di là avrà più soldi, più stabilità in merito ai calendari e sul futuro, con contratti di due o tre anni… Magari ci si chiede come mai, gli altri non ci avessero pensato prima. E noi lo abbiamo cercato quando tutti se lo erano dimenticato». 

«Io – riprende Ellena – sono andato a trovarlo nel ritiro a Cervinia. Vedevo che parlando del 2023 abbassava un po’ lo sguardo e così gli ho chiesto cosa ci fosse. E lui: “Non so come dirtelo, ma sono stato contattato dalla EF”. In quel momento però non c’era ancora nulla di certo».

Il lombardo ieri è arrivato 2° al Circuito de Getxo battuto da Ayuso. Andrea era in rimonta
Il lombardo ieri è arrivato 2° al Circuito de Getxo battuto da Ayuso. Andrea era in rimonta

Il premio per il team

La speranza almeno per la Drone Hopper-Androni, come accade nel calcio, è che almeno questo passaggio si possa monetizzare e che possa aiutare il team ad andare avanti. Come di fatto accadde con Bernal.

«Certo che qualcosina abbiamo monetizzato – chiarisce Savio – e non c’è nulla di scandaloso. Sciocco chi pensa il contrario. Scandaloso è se io monetizzo e magari da mesi non pago gli atleti, ma così non è.

«Si è parlato e si parla tuttora di penali, io parlo invece di “premio di valorizzazione dell’atleta”. Penale, lo dice il vocabolario della lingua italiana, penalizza qualcuno. Prendendo il caso Bernal, nessuno è stato penalizzato. Il corridore andò a guadagnare esattamente il triplo, noi ricevemmo un compenso e la Sky si ritrovò un giovane corridore che l’anno dopo vinse il Tour.

«Quindi sì: abbiamo ricevuto un piccolo riconoscimento economico anche per Piccolo e, aggiungo, per Cepeda che lo seguirà in EF (è il delfino e amico di Carapaz, anche lui verso il team americano, ndr). Chiaramente si parla di cifre ben più basse rispetto al caso Bernal: sia perché Andrea era in scadenza a fine anno, sia perché comunque aveva risultati minori. Insomma c’è una serie di parametri da valutare».

«Poi è chiaro: avrei tenuto con piacere Piccolo un altro anno per rilanciarlo definitivamente. Mi sarebbe piaciuto almeno finire la stagione e vincere con lui qualche corsa del calendario italiano. Ma ripeto, come si fa a trattenerlo di fronte a compensi decisamente migliori e calendari che lo porteranno a confrontarsi con i più grandi corridori? Noi siamo la professional che ha lanciato più corridori nel WorldTour: nove in quattro anni».

Ellena ha sottolineato le qualità di Piccolo anche in allenamento. Qui a Cervinia (foto Instagram)
Ellena ha sottolineato le qualità di Piccolo anche in allenamento. Qui a Cervinia (foto Instagram)

Piccolo: talento e lavoro

Ellena ha lavorato poco tempo con Piccolo, ma il rapporto era già buono anche con il diesse. Casualità noi stessi vedemmo Piccolo ed Ellena al Giro della Valle d’Aosta, quando la corsa arrivò a Cervinia. 

Piccolo passò sotto il traguardo un quarto d’ora prima dell’arrivo della corsa ed Ellena lo incrociammo al mattino. Giovanni era lassù per dare un occhio alle giovani leve e per seguire i suoi ragazzi, tra cui appunto Andrea, che stavano facendo l’altura.

«Non ci aspettavamo questa svolta improvvisa – dice Ellena – ma faccio in bocca al lupo al ragazzo. Mi dispiace non averlo diretto in corsa… 

«Da quel che mi dicono i colleghi, Cheula e Spezialetti, che lo hanno avuto tra l’italiano, Sibiu e Getxo, Andrea è un bravissimo ragazzo. Io l’ho seguito in allenamento proprio in quei giorni a Cervinia. Sono rimasto davvero stupito quando l’ho visto salire in quel modo sul Saint Pantaleon. Non tanto per i watt che controllavo dalla macchina (altissimi), ma per come andava veloce, per la sua cadenza, la sua pedalata. A quel ritmo uno normale sarebbe stato a tutta, lui quasi non sudava. Andava su come una Pasqua!

«Ti accorgi subito di avere di fronte un certo tipo di corridore. E infatti quella sera chiamando Bellini gli dissi: “Questo è un fenomeno”. E poi si vede da come si muove in gruppo, da come legge la corsa».

Bellini: tutti bravi a fare gli squadroni con certi budget

19.07.2022
6 min
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Negli anni in cui il calcio era più genuino di adesso, tra i ’70 e gli ’80, le squadre italiane avevano padroni italiani. Alla RAI c’era una trasmissione chiamata Il Processo del Lunedì, creata e condotta da Aldo Biscardi, in cui quasi ogni settimana avvenivano duelli divertiti ma convinti fra il presidente della piccola Ascoli Calcio – Costantino Rozzi – e quelli di club ben più grandi. Fra questi, l’avvocato “Peppino” Prisco vicepresidente dell’Inter era uno dei più sanguigni. Il nodo del dibattere era quanto fosse facile lottare per lo scudetto con i budget miliardari a sua disposizione e quanto fosse complicato inseguire la salvezza disponendo di risorse decisamente più basse. Alla fine, anche i grandi dovevano convenire sul fatto che il vulcanico marchigiano avesse ragione.

Parlando ieri con Marco Bellini, che assieme a Gianni Savio manda avanti con dignità la Drone Hopper-Androni, sono tornati alla memoria alcuni di quei passaggi infuocati, vissuti con il patriottismo dei ragazzini fedeli alla bandiera (in apertura, i due sono con Scarponi al Giro d’Italia 2009 a Roma). Per cui, in questo momento della stagione in cui le grandi squadre WorldTour fanno mercato, che cosa succede nelle più piccole? E come si fa a restare a galla in un ciclismo votato ai grandi sponsor dai budget illimitati, in cui la stessa autorità sportiva fa di tutto per emarginare gli altri?

Il 1994 è stato l’ultimo anno da dilettante di Bellini (qui ai mondiali di Sicilia). Correva con la Brunero di Damilano
Il 1994 è stato l’ultimo anno da dilettante di Bellini (qui ai mondiali di Sicilia). Correva con la Brunero di Damilano

Cinque anni da pro’

Bellini è nato nel 1969. E’ stato professionista come suo padre prima di lui dal 1995 al 1999 e ha vissuto sulla sua pelle l’avvento del WorldTour per come è inteso oggi. Prima come direttore sportivo e adesso come manager. Nel resto del tempo dirige la sua azienda agricola, la Prevostura in provincia di Biella, in cui produce vini e organizza eventi.

«Che cosa si fa in questa fase di mercato – riflette – dipende da che squadra hai. Noi vogliamo fare da anni il salto di qualità, per arrivare al livello delle professional francesi, che sono un riferimento. Ma il mercato che puoi fare dipende dal budget a disposizione. I corridori buoni hanno ambizione WorldTour oppure puntano a ottimi contratti e a quel punto dipende dalla disponibilità. Per cui una squadra come la nostra non fa che sondare quali siano i giovani di talento e confermare quelli che già ci sono e hanno reso al meglio. E poi si va a ripescare le scommesse, come abbiamo già fatto in passato. Cercando però di investire sulla scommessa giusta e non sugli azzardi. Piccolo è una di queste».

Piccolo è arrivato in squadra con una cattiveria tutta sua dopo due anni neri (foto Drone Hopper/Sirotti)
Piccolo è arrivato in squadra con una cattiveria tutta sua dopo due anni neri (foto Drone Hopper/Sirotti)
Le scommesse, come le chiami, di solito hanno voglia di dimostrare? Pensiamo negli anni scorsi a Scarponi e Cattaneo e ora Piccolo…

La fame sportiva è importante nell’aspetto psicologico dell’atleta. Con Piccolo abbiamo fatto poco in questo senso, perché è arrivato con la cattiveria di due anni in cui ha sofferto e per vari motivi non è riuscito a correre. Una cattiveria tutta sua. Invece per quanto riguarda i giovani, vedo che gli stranieri sono spesso più determinati dei nostri, che sono abituati sempre bene. Bisognerebbe portarli un po’ più spesso all’estero e smettere di farli sentire dei fenomeni. Tanti giovani italiani puntano al WorldTour, ma non è detto che ne abbiano il livello.

Essere stato corridore ti è utile?

Per quel che riguarda la scelta degli atleti e il modo di parlarci, senza dubbio. Per la consapevolezza e cosa puoi ottenere. Per il resto, non più di tanto. Se il problema è la difficoltà di budget, devi fare i conti in modo obiettivo. Non è detto che tu non possa avere buoni corridori, ma il ciclismo è tanto cambiato.

Gabriele Benedetti è stato tricolore U23 nel 2021: finora fermo per un problema al ginocchio
Gabriele Benedetti è stato tricolore U23 nel 2021: finora fermo per un problema al ginocchio
Che cosa pensi della scelta della Bardiani di creare un team U23?

Non mi sento di giudicarli. Avranno pensato che serva e visto che hanno la struttura e un tecnico come Rossato, lo hanno fatto. Di sicuro comporta un dispendio di energie e risorse. In piccolo è quello che stanno facendo le squadre WorldTour. La filosofia è giusta, se hanno budget e uomini per farlo.

Drone Hopper cresce come si è detto all’inizio?

Drone Hopper sta facendo quello che ha garantito. Sapevamo che si tratta di una start up, che ha firmato un buon contratto al livello del primo nome in una squadra professional. Non ci siamo mai illusi, come si è scritto da qualche parte, che fosse il grande sponsor della svolta. Bisogna vedere come crescono nell’ambito dei droni e dell’industria aerospaziale. Ma di certo il suo presidente Pablo Flores crede nel ciclismo come veicolo promozionale. Bisogna aspettare che decollino davvero.

Per Umba 21 giorni di corsa nel 2022. Lo scorso anno primo a la Planche des Belles Filles al Tour of Alsace
Per Umba 21 giorni di corsa. Lo scorso anno 1° a la Planche des Belles Filles al Tour of Alsace
Come va con Savio, che coppia siete?

Lavoro con lui da vent’anni, prima come tecnico e poi nella stessa società. Siamo totalmente complementari. Lui si occupa di comunicazione, io della parte burocratica. Non abbiamo mai litigato, ma per contro ci diciamo sempre le cose in modo diretto e non nego che qualche confronto a volte ci sia.

Sappiamo di Piccolo e Ciuccarelli, su quali altri nomi vi state muovendo?

Piccolo non ha il contratto per il 2023, solo per quest’anno. E poi, visto che abbiamo in ballo trattative con due grandi aziende, dobbiamo aspettare ancora un po’ per sapere esattamente a quanto ammontino le risorse e se il budget crescerà. Se potremo puntare su corridori che diano delle semi-garanzie, lo faremo. Altrimenti ci orienteremo sui 4-5 giovani che abbiamo già individuato.

Ciuccarelli, marchigiano classe 2000, è il primo acquisto 2023 per la Drone Hopper-Androni
Ciuccarelli, marchigiano classe 2000, è il primo acquisto 2023 per la Drone Hopper-Androni
C’è anche qualcuno da recuperare, no?

Benedetti, cui teniamo molto. Il fatto che potesse correre quest’anno serviva per dargli una buona base per il prossimo. Poi Umba, Grosu che ha avuto un Covid molto lungo e Restrepo che andava fortissimo, ma si è fratturato al Giro di Grecia.

Bici Bottecchia per il 2023 o si cambia?

Si doveva cambiare nel 2022 passando a Dynatek, ma non c’era abbastanza materiale e bisogna ringraziare Bottecchia che ci ha salvato. E ora che sono stati acquisiti da Fantic, abbiamo già avuto un incontro per capire se si riuscirà a proseguire con loro, visto che ci siamo trovati molto bene. E adesso scusate, ma ho una videoconferenza con l’UCI.

Bottecchia è stata acquisita da Fantic: si sta trattando per proseguire con la sponsorizzazione (nella foto, Bais)
Bottecchia è stata acquisita da Fantic: si tratta per proseguire insieme (nella foto, Bais)
Per parlare di cosa?

Hanno cambiato i revisori dei conti e prima di passare alla fase di registrazione, stanno facendo incontri con tutti per illustrare i nuovi termini e le scadenze. Spiegano tutto punto per punto. E dato che mi occupo anche di questo, adesso metto su la cuffia e per un’oretta non ci sono per nessuno…

Piccolo e Drone Hopper, parola d’ordine: fiducia. Parla Ellena

29.06.2022
5 min
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Andrea Piccolo il suo posto al sole se lo sta sudando centimetro dopo centimetro e, per quello che si è visto domenica in Puglia, le carte le ha ancora tutte in regola. Dalla medaglia di Innsbruck 2018, gli europei crono e le 14 vittorie nel 2019 da junior, nulla è andato come sognava. Non è per nulla facile essere dei predestinati, perché se per sbaglio ci credi, perdi di vista l’obiettivo e il cammino per raggiungerlo. A vent’anni succede, per questo i due secondi posti al Team Colpack nel 2020 avrebbero dovuto suggerire che Andrea avesse bisogno ancora di tranquillità, protezione e fiducia. Invece il contratto era stato firmato e rincorrendo il mito d’altri prodigi, s’è deciso di rispettarlo.

Europei juniores 2019, Piccolo fra De Candido, Cassani e Villa dopo l’oro nella crono juniores
Europei juniores 2019, Piccolo fra De Candido, Cassani e Villa dopo l’oro nella crono juniores

WorldTour e ritorno

Ma Piccolo con l’Astana non ha mai corso. Ha ripiegato sulla Viris Vigevano e ha vinto tre corse. Poi ha firmato con la Gazprom, convinto di aver trovato la svolta, ma anche lui non poteva aspettarsi come sarebbe finita la storia.

Sono svolte che ti fanno perdere la testa. E se anche all’inizio la voglia un po’ è passata, Andrea a un certo punto si è rimboccato le maniche. Per la preparazione il milanese (che in apertura è in azione ai tricolori, foto Drone Hopper/Sirotti) si è affidato a Pino Toni. Si è sganciato dalla lotta avviata dal resto dei compagni. E il nuovo agente, Acquadro, ha bussato alla porta di Savio. Il tesserino per correre con la Drone Hopper-Androni è arrivato 36 ore prima del campionato italiano.

Piccolo in maglia Astana nell’inverno 2020-2021, ma con il team kazako non correrà mai
Piccolo in maglia Astana nell’inverno 2020-2021, ma con il team kazako non correrà mai

Una storia di rilanci

Curiosamente la squadra di Savio ha una bella storia di rilanci. Da Scarponi al Rujano della seconda volta, passando per Mattia Cattaneo restituito integro e forte al ciclismo che conta. Merito delle persone che lavorano là dentro. Della consapevolezza che essere concreti è meglio di ogni altra cosa. E della sintonia fra tecnici e manager, che ha in Giovanni Ellena una sorta di padre buono e regista d’eccezione.

«L’ipotesi di prendere Piccolo – racconta il piemontese – è venuta fuori a marzo-aprile. Acquadro ha chiamato Bellini dicendo che c’era questa possibilità e di valutare la situazione. Poi si sono mossi Bellini e Gianni (Savio, ndr) per le contrattazioni e tutto il resto…».

Agosto 2021, Piccolo riparte dalla Viris Vigevano e centra il podio di Capodarco, dietro Raccani e Tolio
Agosto 2021, riparte dalla Viris Vigevano e centra il podio di Capodarco
Di cosa ha bisogno un ragazzo di 21 anni che ha preso così tante porte in faccia?

Siamo all’ennesimo caso di un corridore di talento, perché tutti sappiamo il talento che ha e il fatto che fra i giovani italiani forse è il migliore, che si è perso perché è stato lasciato alle sue sbandate e ai suoi problemi. Gli è mancata una realtà a dimensione umana. Non voglio accusare l’Astana, quello che si vede è che probabilmente manca un passaggio intermedio tra il grande WorldTour e il dilettantismo italiano. Di cosa ha bisogno? Chiaramente e semplicemente di fiducia. Di sapere che quel che era, può esserlo ancora.

Sono cose che hai già visto?

E’ una cosa che ho sempre detto a Cattaneo. Quello che hai fatto al Giro d’Italia (Mattia Cattaneo vinse nello stesso 2011 il Giro d’Italia U23 e quello delle Pesche Nettarine, ndr) non è che sparisce. Se non ti sei ammalato o hai avuto altri problemi, sei ancora quello là. Quindi basta tirar fuori la grinta, le unghie e via.

Appena un assaggio di Gazprom alla Valenciana e poi lo stop
Appena un assaggio di Gazprom alla Valenciana e poi lo stop
Serve grande determinazione…

Al di là di problemi che può aver avuto, questo ragazzo dal punto di vista della determinazione non ha niente da invidiare. Uno che rimane senza squadra e continua allenarsi come ha fatto lui dimostra che la testa c’è. E’ stato a Livigno in altura per i fatti suoi. E’ arrivato all’italiano senza ancora essere sicuro di correre. Il tesserino è stato staccato praticamente mentre lui aveva già il volo prenotato per la Puglia. Di conseguenza ha dimostrato di essere molto determinato. Tanto è vero che, finito l’italiano, ha chiesto a Spezialetti di poter fare anche il Sibiu Tour. Così lo abbiamo messo in squadra al posto di qualcun altro che purtroppo non ha la condizione che si pensava.

Che cosa gli avete chiesto?

Semplicemente di ritrovare se stesso, di qui a fine stagione. Che la cosa più importante è recuperare il corridore e poi avremo tempo il prossimo anno per raccogliere qualcosa. 

Il quarto posto ai campionati italiani sono il segno per Piccolo che le cose ora girano bene (foto Drone Hopper/Sirotti)
Il quarto posto ai campionati italiani sono il segno per Piccolo che le cose ora girano bene (foto Drone Hopper/Sirotti)
Programma gare?

Di qui a fine stagione, andrà prima al Sibiu Tour. Poi farà le corse in Spagna, Vilafranca, Ordiza e Getxo. Poi Sazska Tour in Repubblica Ceca e Tour du Limousin in Francia. E poi l’attività in Italia di fine stagione. Secondo me il ragazzo raccoglierà qualcosa già quest’anno…

Bravo Piccolo, il quarto posto è luce

26.06.2022
4 min
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Grossi complimenti a Filippo Zana, ma una delle notizie di giornata è senza dubbio il quarto posto di Andrea Piccolo. Vi rendete conto che ufficialmente fino a 72 ore fa questo ragazzo non aveva squadra?

Andrea era uno dei corridori della Gazprom-RusVelo su cui l’Uci aveva posto la “lettera scarlatta”. Senza squadra, senza corse. Andrea è uscito fuori da un periodo, anche personale, molto duro.

Il bacio con la sua compagna dopo l’arrivo. Una vera gioia questo quarto posto
Il bacio con la sua compagna dopo l’arrivo. Una vera gioia questo quarto posto

Torna la luce

Dopo l’arrivo era stanco. Grondava di sudore in un modo incredibile. Stare sotto sforzo, passare da 50 all’ora a zero e per di più con 40 gradi è un qualcosa di incredibile. Sembrava un effetto speciale del cinema per quanto ne perdeva.

Perdeva sudore Piccolo, vero, ma ha “vinto” la sua corsa. La sua ragazza Martina non faceva altro che piangere. Chi gli è stato vicino sapeva cosa ha passato.

«E’ stata una corsa calda, lunga e molto nervosa nel finale – ha detto Piccolo con grande lucidità – io speravo tanto di fare bene e mettermi in luce perché dopo questi periodi bui ci voleva proprio. E fortunatamente ce l’ho fatta».

«Dire che me lo aspettavo magari no, tuttavia sapevo di stare bene. Gli allenamenti dicevano questo. Ma la gara è tutt’altra cosa. Alla fine è un buon quarto posto. Un risultato che mi rende contento e mi dà fiducia. Davanti a me ci sono stati tre grandi nomi, gente che ha corso il Giro e ha nelle gambe tante corse».

Andrea Piccolo (classe 2001) ha un contratto con la Drone-Hopper fino a fine anno
Andrea Piccolo (classe 2001) ha un contratto con la Drone-Hopper fino a fine anno

Determinazione massima

Però non è da tutti stare fermi cinque mesi, la sua prima ed ultima gara del 2022 sin qui era stata la Volta a la Comunitat Valenciana, conclusasi il 6 febbraio.

Dalla Colpack-Ballan al salto nel WorldTour con l’Astana. I problemi. Lo stop del contratto, il ritorno tra gli under 23 alla Viris, poi il passaggio alla Gazprom-RusVelo e il suo sfortunato (e discusso) epilogo. Questo quarto posto chiude una vera Odissea. In questi casi tenere la barra dritta non è facile.

«Servono la testa e le giuste persone attorno. Solo così sono riuscito a tornare. Se sono qui è grazie a loro, grazie al mio procuratore Giuseppe Acquadro, grazie alla Drone Hopper-Androni».

Ma servono anche la testa e la voglia per far fatica. Pino Toni, il suo preparatore, ci ha detto che di motori come il suo in Italia ce ne sono due o tre al massimo. 

«Andrea – ci ha confidato Toni – ha un grande motore e una grande determinazione. Ha rifinito molto bene la sua preparazione. Nell’ultimo mese l’ho seguito da vicino e credo si sia preparato nel modo giusto».

«Eh – ride Piccolo – Pino è un grande. Adesso mi sta seguendo lui e sono molto contento. Mi trovo bene.

«Oggi non è stato facile ritrovare certi automatismi del gruppo. Non sembra, ma rientrare in gara all’improvviso non è così scontato. E poi mi mancava il ritmo gara: con qualche corsa in più, magari nel finale sarebbe potuta andare diversamente. Ma va bene così».

I suoi ex compagni hanno corso sotto l’egida della Fci. Anche Piccolo era pronto a fare così
I suoi ex compagni hanno corso sotto l’egida della Fci. Anche Piccolo era pronto a fare così

Via libera

Poche parole da parte di Piccolo. Certe situazioni lasciano il segno e non si ha minimamente la sensazione di avere di fronte un “ragazzino” di 21 anni. 

«E’ un mese – racconta Piccolo – che eravamo in ballo con la Drone-Hopper-Androni per fare il contratto. Pensate che era già da due settimane che avevo la bici, la Bottecchia. E finalmente mercoledì ci hanno accettato il nulla osta, il contratto appunto».

«Quando l’ho saputo la mente è volata ad Alberobello. Anche se in realtà l’iscrizione l’avevo già fatta. Avrei potuto prendere il via come gli altri ragazzi della Gazprom con la maglia neutra, però farlo con la maglia di questa squadra, la tua squadra, è tutta un’altra cosa. Corri con un altro spirito».

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Gazprom-Rusvelo, rivoluzione in corso. Il capo ci spiega

19.11.2021
4 min
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Aria nuova alla Gazprom-Rusvelo, fra nuovi arrivi di corridori, tecnici e manager. A capo della struttura resta Renat Khamidulin, ma il rimescolamento di cui ora vi diremo fa sì che la professional russa di base nel bresciano abbia puntato su un netto rinnovamento. La prima battuta del “capo” arriva quando gli chiediamo se sia un po’ in vacanza oppure al lavoro.

«Quali vacanze…», dice. «Con tutte queste cose da fare, fai prima a morire che ad andare in vacanza!!».

Arriva Sedun

La sensazione è davvero quella del cantiere aperto e Renat è la persona giusta per guidarci all’interno della… rivoluzione.

«E’ cambiato tanto – conferma – a partire dai nuovi materiali che stiamo definendo in questi giorni e presto annunceremo. C’è l’arrivo di Sedun dall’Astana. Ci sarà Benfatto come nuovo preparatore atletico. Dall’Astana arriva anche il dottor Andrea Andreazzoli. E poi ci sono nove corridori nuovi in rappresentanza di sei Nazioni, fra Italia, Russia, Costarica, Russia, Norvegia e Repubblica Ceca».

Sedun sarà a capo della gestione sportiva della Gazprom-Rusvelo, collaborando con ds, preparatore e medico
Sedun sarà a capo della gestione sportiva della Gazprom-Rusvelo, collaborando con ds, preparatore e medico
Cosa porterà Sedun di nuovo dall’Astana?

Dimitri ha impostato la nuova programmazione, proprio collaborando con le figure chiave che compongono la squadra. Come appunto i corridori, il dottore, il preparatore e il direttore sportivo. Gli abbiamo dato tutti i poteri e stiamo già notando grandi cambiamenti. A qualcuno inizialmente tutto ciò potrebbe non piacere, ma si tratta di abituarsi.

Abituarsi a cosa?

A stare un po’ meno comodi. Dalla comfort zone non vengono fuori grandi risultati. Per rendere di più, bisogna mettersi in gioco.

E quale sarà il tuo ruolo?

Non seguirò più la parte sportiva né l’impostazione del calendario, ma dirò a quali corse è importante andare per fare bene e dove non dobbiamo andare. Devo seguire la parte amministrativa, i rapporti con gli sponsor e cose di questo tipo.

Fra i nove corridori nuovi c’è Conci.

Non mancano talenti che da giovani hanno dimostrato di valere tanto e poi hanno avuto un inserimento difficile nel professionismo. Conci è giovane, ma ha già una grande esperienza nel WorldTour accanto a Mollema. Ha risolto i suoi problemini e sono certo che farà il salto di qualità. Un altro da seguire è Alessandro Fedeli, che ha solo 25 anni e da U23 ha fatto vedere grandi cose. Non ha dimostrato molto, ma sono curioso perché ha un grande motore.

Per Fedeli poca attività con la Delko. Per fortuna ci ha pensato la nazionale. Ora alla Gazprom
Per Fedeli e la sua Look poca attività con la Delko. Per fortuna ci ha pensato la nazionale
Chi altri?

Un ragazzo che ha qualcosa di straordinario nel suo fisico: Andrea Piccolo. Può andare bene nelle gare di un giorno e nelle gare a tappe. Un ragazzo che lavora sul serio e ha capito di avere davanti una chance da cogliere, perché poi potrebbero non essercene altre.

Nel 2021 avete fatto un bel calendario.

Sicuramente. Abbiamo corso la Liegi, la Freccia Vallone. Per la prima volta il Catalunya e l’Amstel. Il Giro di Polonia. E’ mancato il Giro. Potrei dire che meritiamo di essere alla partenza, per l’organico e il livello. Abbiamo sette italiani e corridori che hanno vinto tappe al Giro, da Canola a Zakarin. Per certe scelte, non credo serva fare il conto delle vittorie, ma bisognerebbe analizzarne la qualità. Credo che anche quest’anno meriteremmo di esserci, anche se la scelta spetta agli organizzatori. Noi manderemo la nostra richiesta.

Lo scorso anno dicesti che Zakarin e Kreuziger sarebbero stati il riferimento per i giovani: ha funzionato?

Roman (Kreuziger, ndr) ha funzionato alla grande. Ha deciso di smettere a metà stagione per problemi fisici, ma è stato bravo a rimettersi in sesto e finirla. Quando c’era lui alla partenza, la squadra cambiava faccia, perché quel ragazzo ha un’esperienza fuori dal comune. Sono certo che sarà un ottimo direttore sportivo.

Il primo ritiro in vista della nuova stagione si è svolto a Rezzato, vicino Brescia (foto Gazprom-Rusvelo)
Il primo ritiro in vista della nuova stagione si è svolto a Rezzato (foto Gazprom-Rusvelo)
E Zakarin?

Ha avuto tante cadute e lo abbiamo fermato prima del tempo (dopo il Polonia, ndr), perché si resettasse e tornasse a fare le cose che ha sempre saputo fare. Il motore non l’ha perso e anche la testa è quella di chi ha ancora fame. E’ già tirato, pronto per cominciare.

Prossimo step?

Abbiamo finito quattro giorni fa un ritiro sul Garda per motivi organizzativi e qualche lavoro sulla posizione in sella. Il lavoro serio inizierà dal 4 dicembre a Calpe. Lì confido che si inizierà a vedere qualcosa di bello.

Piccolo volta la pagina e ha tanta voglia di ricominciare

12.11.2021
4 min
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Racconta Andrea Piccolo che quando si faticava a capire quale sarebbe stato il suo futuro in Astana e senza troppi annunci aveva ricominciato a correre con la Viris Vigevano, l’accordo con la Gazprom era già nell’aria. Per questo le corse restanti fra gli under 23, dal secondo posto di Capodarco in avanti (nella foto Scanferla di apertura la vittoria di Collecchio), sono state il modo per riportare in alto la condizione e crescere di livello in vista della prima vera stagione tra i professionisti.

Sul podio di Capodarco, alla prima corsa del 2021, preceduto da Raccani e Tolio
Sul podio di Capodarco, alla prima corsa del 2021, preceduto da Raccani e Tolio

Basta dubbi

C’è poco da girarci intorno: il passaggio precoce di Andrea dalla Colpack alla squadra kazaka, il fatto che non abbia mai iniziato a correre, il problema dei valori sfasati dopo il Giro U23 del 2020 e poi il ritorno fra i dilettanti parlano di qualcosa che non ha funzionato, quantomeno a livello di comunicazione. Ora che tutto sembra finalmente alle spalle e che anche la nazionale, nelle parole del cittì Amadori, ha riaperto le porte agli under 23 professionisti, si può guardare avanti con altra fiducia. Di certo, rispetto alla chiacchierata che facemmo con lui due giorni dopo Capodarco, il tono di voce è molto più sicuro.

Andrea in questi giorni si trova in Romagna dalla sua ragazza, ma la prossima settimana lo aspetta il primo ritiro della Gazprom, come ci ha già raccontato Nicola Conci, per visite e burocrazie varie.

La squadra ha cambiato tanto, dall’organico ai materiali (in arrivo bici Look) fino ai vertici, con l’arrivo di Sedun fra i dirigenti (a lui va piuttosto un grosso in bocca al lupo, perché possa recuperare bene dalla frattura di tibia e perone).

Andrea Piccolo, Rino De Candido, 2° europei strada 2019
Nel 2019 Andrea Piccolo, qui con il cittì Rino De Candido, secondo agli europei strada
Andrea Piccolo, Rino De Candido, 2° europei strada 2019
Nel 2019 Andrea Piccolo, qui con il cittì Rino De Candido, secondo agli europei strada
Soddisfatto di come sono andate a finire le cose?

Direi di sì. Ho corso alla Viris Vigevano sapendo che nel 2022 sarei comunque andato tra i professionisti e quindi questi mesi mi sono serviti per lavorare. L’intera vicenda con l’Astana la definirei abbastanza traumatica, ma rifarei tutto allo stesso modo. I problemi erano di altro tipo e sono risolti.

Dopo questo ritiro sul Garda, a dicembre volerete in Spagna…

A Calpe a dicembre e cominceremo a mettere le basi. Non mi hanno fatto pressioni di alcun tipo, ma ho tanta voglia di fare bene.

Cosa pensi dell’apertura della nazionale U23 ai professionisti?

E’ la cosa giusta. Andavamo a correre e ci trovavamo in mezzo ad altri pro’. Eravamo i soli fuori dal coro e non credo che per qualcuno, per me almeno, sarebbe un disonore essere convocato nella nazionale under 23.

Che cosa ti ha insegnato l’esperienza dell’ultimo anno?

Che devo maturare tanto. Ma anche che nelle squadre siamo dei numeri, difficilmente si va incontro alle difficoltà degli altri. Ogni anno si azzera tutto, almeno nel professionismo.

Andrea Piccolo, Gp FWR Baron, San Martino di Lupari, 2020
Sarebbe dovuto passare professionista alla Astana dopo un solo anno alla Colpack, ma non ha mai corso con i kazaki
Andrea Piccolo, Gp FWR Baron, San Martino di Lupari, 2020
Sarebbe dovuto passare professionista alla Astana dopo un solo anno alla Colpack
Come si riparte con la preparazione?

Per ora in modo tranquillo, la prossima settimana seguendo qualche tabella. La cosa positiva è che dovrei continuare a lavorare con Maurizio Mazzoleni, che mi conosce bene. In attesa di ricevere il programma e il via libera a dicembre, comincio a portarmi avanti.

Si è molto parlato dei problemi per cui l’Astana ha preferito lasciarti libero.

Ma io non ho mai ascoltato troppo quello che si dice in giro, perderei troppo tempo. Quello che conta è che ho voltato pagina.

Che cosa ti sembra della nuova squadra?

E’ un bel progetto. Sono cambiate alcune cose ed è arrivato anche Sedun, che conosco dall’Astana. Per il resto, sarà tutto da scoprire. Cominceremo la settimana prossima.

Amadori: «Rivedremo in nazionale Tiberi e Piccolo»

11.11.2021
5 min
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Marino Amadori resta al comando degli under 23. Avendo sulle spalle 11 anni da professionista, 10 anni da direttore sportivo e 17 da tecnico federale (fra donne e under 23), poco di quello che gli succede attorno lo scuote. Basta sapersi adeguare, fare al meglio il proprio mestiere e il resto viene da sé. Così, reduce anche lui dalla due giorni organizzativa di Milano e ancor prima dalla vittoria iridata con Baroncini (foto di apertura), inizia a stendere il lenzuolo della prossima annata chiedendosi se poi sia davvero cambiato il mondo.

«E’ stata una cosa buona – dice – con un’impostazione molto organizzata fra noi tecnici. Si era fatto qualcosa di simile in passato, ma mai con tutti i settori presenti. Per l’attività non è cambiato nulla, abbiamo parlato dei programmi che vorremmo fare e adesso aspettiamo la valutazione del Consiglio federale».

Tiberi 2019
Antonio Tiberi è stato iridato juniores a cronometro nel 2019, non era a Bruges per scelte ormai abbandonate
Tiberi 2019
Il laziale Tiberi, iridato juniores a crono nel 2019, non era a Bruges per scelte ormai abbandonate

Tiberi e i mondiali

Ai mondiali, alla vigilia della crono, ci eravamo confrontati con Marino sul tema affrontato in un editoriale: perché Tiberi non era stato convocato per la cronometro under 23? Seppure ci fossimo trovati d’accordo sul principio della valorizzazione del giovane talento e sul bene che gli avrebbe fatto riassaporare l’adrenalina di un mondiale, dopo aver vinto quello da junior nel 2019, Amadori aveva lasciato capire che la politica di non convocare atleti professionisti era stata adottata dall’alto e a quella si era attenuto. Mentre Amadio, poco distante ma ancora non nel pieno delle sue funzioni, aveva precisato che, volendo, Amadori avrebbe potuto convocarlo. Si era in piena transizione, ora le cose seguono un corso diverso.

Felline fu convocato ai mondiali U23 del 2012, ma non la visse troppo bene
Felline fu convocato ai mondiali U23 del 2012, ma non la visse troppo bene
Oggi convocheresti Tiberi?

Amadio è propenso a questa strada. La categoria Uci riguarda atleti dai 18 ai 22 anni, senza riferimenti allo status contrattuale. Potendo fare il mondiale, anche noi andremo alla partenza con la squadra più attrezzata. Prima non era così scontato. Per cui valuteremo il percorso e gli atleti che avremo a disposizione. Però non c’è nulla di scontato. Ricordate Felline?

Mondiali under 23 di Limburgo 2012…

Esatto, il professionista io l’ho convocato. Aveva vinto il Memorial Pantani la settimana prima, ma venne su quasi infastidito perché voleva correre il mondiale dei pro’ e non fece proprio una gran corsa. Questo per dire che se anche prendi un corridore di un certo livello, bisogna che sia motivato. Il nome non basta.

La collaborazione fra Amadori e Salvoldi proverà a invertire la tendenza di bruciare le tappe
La collaborazione fra Amadori e Salvoldi proverà a invertire la tendenza di bruciare le tappe
Il fatto che si valuti la fascia d’età ti permette di selezionare anche quelli che da juniores vanno tra i pro’. Cosa pensi di questa tendenza?

Non è il massimo. La gente non capisce che di Remco Evenepoel c’è solo lui. Questo qui non è uno junior che andava forte. E’ uno che ha vinto tutte le tappe del Lunigiana e tutte le gare a tappe cui ha partecipato nel 2018. Che ha vinto gli europei strada e crono e poi i mondiali strada e crono. Ora mi dite quanti di quelli che stanno passando direttamente professionisti hanno avuto risultati appena simili? Per crescere c’è bisogno di salire un gradino alla volta.

Ora gli juniores sono stati affidati a Salvoldi, ci sarà collaborazione con lui per cercare di raddrizzare la cultura di squadre, atleti e famiglie?

Sicuramente sarà il primo punto, ma è qualcosa che si faceva anche prima.

Si parla molto del pool di esperti che faranno da supporto trasversale ai tecnici federali.

Confermo, daranno consigli e aggiornamenti al settore che si rivolgerà a loro. Sono più aggiornati di noi su metodologie e sistemi e ci terranno aggiornati su aspetti grazie ai quali guadagnare i piccoli margini per fare la differenza.

In che modo sarà strutturata la stagione internazionale degli under 23?

Sostanzialmente ruoterà attorno alla Coppa delle Nazioni, anche se ha solo 4 tappe, ai Giochi del Mediterraneo in Algeria a luglio, gli europei ad Anadia in Portogallo e i mondiali in Australia.

E le crono le seguirà Velo.

Con la massima collaborazione, provando a inserire elementi giovani perché facciano esperienza. Valuteremo i nomi. Ci sono under 23 che hanno fatto bene da juniores, sui quali bisognerà lavorare per tenerli nel giro della nazionale. E’ importantissimo per corridori come Tiberi, Milan e lo stesso Piccolo sapere che il filo con la maglia azzurra non si interrompe. Anche perché alcuni passano tanto presto e poi rischiano di perdere contatto.

In questo c’è il vero elemento di novità…

E’ il nostro indirizzo. Non escludo di convocare presto Piccolo e credo che saranno esperienze utili ad esempio anche a uno come Verre, che è passato secondo me troppo presto. Capisco il discorso economico, ma nel professionismo bisogna pensare a lungo termine. Noi cercheremo di stare vicini ai nostri ragazzi.

Da giovedì il Lunigiana, palestra per grandi campioni

28.08.2021
5 min
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Guardando l’albo d’oro del Giro della Lunigiana si capisce subito che per iscrivervi il tuo nome, devi andare davvero forte. Un elenco che è un concentrato di campioni, di corridori che già da “piccoli” hanno fatto vedere che avevano davvero una grande propensione per gli sforzi ripetuti, per le gare a tappe. Uno di loro però resterà unico: Corrado Donadio, vincitore della prima edizione.

La storia racconta che la gara toscana nacque nel 1975 come Giro della Bassa Lunigiana, una due giorni riservata ai dilettanti che vide Donadio, azzurro dell’epoca, conquistare il successo. La gara ebbe molto risalto tanto che la Federazione decise già dall’anno successivo d’inserirla nel calendario nazionale, cambiandole però categoria e facendone quello che poi sarebbe diventato il principale appuntamento a tappe per gli junior. Per questo Donadio resterà un “unicum”…

Simoni Lunigiana 1989
Un giovanissimo Gilberto Simoni vincitore del Lunigiana nel 1989, davanti a Davide Rebellin e Andrea Peron
Simoni Lunigiana 1989
Un giovanissimo Gilberto Simoni vincitore del Lunigiana nel 1989, davanti a Davide Rebellin e Andrea Peron

Una parata di campioni

Nel corso degli anni la gara organizzata dai dirigenti dell’Unione Sportiva Casano ha raccolto qualcosa come 6 futuri vincitori del Giro d’Italia: Franco Chioccioli, Gilberto Simoni, Danilo Di Luca, Damiano Cunego, Vincenzo Nibali e Tao Geoghegan Hart. Negli ultimi anni la caratteristica maglia verde è “caduta” su spalle nobili come quelle di Tadej Pogacar (2016) e Remco Evenepoel (2018), mentre l’ultimo entrato in quel famoso elenco è Andrea Piccolo, vincitore nel 2019, perché lo scorso anno il Covid ha chiuso ogni porta per la disputa dell’evento.

La parentesi si chiuderà da giovedì prossimo, poi fino a domenica saranno le ruote a parlare. L’edizione 2021 del Giro della Lunigiana si preannuncia apertissima e potete star certi che sarà una palestra frequentata dai campioni del domani. In gara 15 rappresentative regionali italiani e 15 nazionali estere, per un totale di 180 corridori: ogni team potrà schierare infatti solo 6 corridori, il che rende praticamente impossibile gestire la corsa.

Piccolo Lunigiana 2019
Piccolo, a destra, preceduto dal tedesco Brenner nella prima tappa 2019. Il Giro lo vincerà però l’azzurro
Piccolo Lunigiana 2019
Piccolo, a destra, preceduto dal tedesco Brenner nella prima tappa 2019. Il Giro lo vincerà però l’azzurro

Quattro giorni intensissimi

Si comincia quindi giovedì con la prima tappa, da Fiumaretta a La Spezia per complessivi 89 km e subito saranno fuochi d’artificio, con ben 4 Gran Premi della Montagna di cui la metà di prima categoria, a Pignone e a Biassa, da dove mancheranno solo una decina di chilometri per il traguardo, facile pensare che la classifica sarà già delineata.

Lunigiana tappa 1 2021
Giro della Lunigiana 2021, 1a tappa, Fiumaretta-La Spezia
Giro della Lunigiana 2021, 1a tappa, Fiumaretta-La Spezia

Il giorno dopo doppio appuntamento, come ormai nel ciclismo professionistico non avviene quasi più. La prima semitappa, di 55 km, va da Lerici a Sarzana, è un lungo viaggio completamente pianeggiante, qui è presumibile un arrivo in volata anche perché, considerando che le fatiche non saranno finite, molti team vorranno concentrare gli sforzi sulla preparazione dello sprint.

Lunigiana tappa 2 2021
Giro della Lunigiana 2021, 2ª tappa (1ªsemitappa: Lerici-Marinella di Sarzana)
Giro della Lunigiana 2021, 2ª tappa (1ªsemitappa: Lerici-Marinella di Sarzana)

Lunghezza quasi identica ma caratteristiche completamente diverse per la seconda semitappa: si va da Sarzana a Fosdinovo per 53,6 km, ma l’ultima decina è in salita fino all’arrivo coincidente con il Gpm di prima categoria. Qui ci si giocherà moltissimo in termini di classifica, chissà che qualcuno non voglia però anticipare gli scalatori…

Lunigiana tappa 2 seconda semi 2021
Giro della Lunigiana 2021, 2a tappa, 2a semitappa, Sarzana-Fosdinovo
Lunigiana tappa 2 seconda semi 2021
Giro della Lunigiana 2021, 2a tappa, 2a semitappa, Sarzana-Fosdinovo

A Fivizzano ci si gioca tutto

Al sabato frazione lunga, 104 km con partenza e arrivo a Fivizzano: una frazione per niente tranquilla… Ben 5 Gran Premi della Montagna e arrivo in salita, lo strappo finale che i concorrenti affronteranno tre volte entrando nel circuito conclusivo.

Lunigiana tappa 3 2021
Giro della Lunigiana 2021, 3a tappa, Fivizzano-Fivizzano
Lunigiana tappa 3 2021
Giro della Lunigiana 2021, 3a tappa, Fivizzano-Fivizzano

Chiusura domenicale con la tappa conclusiva di 106 km da Massa a Casano di Luni, anche questa con un circuito finale da affrontare due volte. Probabile che allora la classifica sarà definita, così non fosse c’è spazio per dare battaglia, magari da parte di quelle squadre in credito di risultati.

Lunigiana tappa 4 2021
Giro della Lunigiana 2021, 4a tappa, Massa-Casano di Luni
Lunigiana tappa 4 2021
Giro della Lunigiana 2021, 4a tappa, Massa-Casano di Luni

Che cosa attendersi dal Giro della Lunigiana? In chiave italiana sarà interessante capire il rendimento delle generazioni più giovani in una corsa a tappe già impegnativa. Ci lamentiamo spesso della difficoltà del ciclismo nazionale nel trovare nuovi interpreti per i grandi Giri, magari la prossima settimana ne sapremo di più sul futuro a lungo termine in questo dato settore. Anche per questo bici.pro sarà al seguito della carovana, alla ricerca di sorrisi azzurri per guardare al futuro con un po’ di ottimismo in più.

Piccolo: mistero risolto con due telefonate. E speriamo che duri…

18.08.2021
4 min
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A chi non lo vedeva da un pezzo e, anzi, si chiedeva dove fosse finito, l’apparizione di Andrea Piccolo sul podio del Gran Premio Capodarco ha smosso più di una curiosità. Soprattutto perché lo avevamo lasciato all’Astana a inizio stagione, con tanto di perplessità per il passaggio precoce e il relativo approfondimento del preparatore Mazzoleni. Ritrovarlo sei mesi dopo con la stessa Wilier e la maglia della Viris Vigevano è parso assai strano. Un mistero?

Un po’ di backstage ve lo raccontiamo e risale al giorno di riposo di Canazei del Giro d’Italia. Ci era venuto in mente di verificare perché mai Andrea non stesse correndo. Era dunque di maggio. Lui aveva risposto frettolosamente a Filippo Lorenzon, incaricato dell’articolo, mentre Mazzoleni interpellato per capirne di più, aveva risposto in modo evasivo. Soltanto Martinelli alla fine ci aveva pregato di lasciar perdere, perché Piccolo aveva ancora qualche problemino di salute e non era il caso, vista la giovane età, di disturbarlo. Accettammo e ci tuffammo di nuovo nel Giro. Un mistero.

Ha continuato ad allenarsi da corridore dell’Astana, da Capodarco è alla Viris Vigevano (foto Instagram)
Ha continuato ad allenarsi da corridore dell’Astana, da Capodarco è alla Viris Vigevano (foto Instagram)

Voci e contratti

Lì era finita, non senza curiosità, ma Capodarco ha riacceso i fari. Anche perché nel frattempo, con la solita esecrabile malizia che anima il pettegolezzo nel ciclismo, sul campione europeo juniores 2019 della crono nel frattempo se ne dicevano di tutti i colori.

«E mi piacerebbe sapere chi mette in giro le voci – dice il suo procuratore Johnny Carera – per sistemarlo una volta per tutte. Nessun mistero, la situazione è questa. Andrea ha avuto dei problemi di salute al Giro d’Italia U23 del 2020 e per venirne a capo ha impiegato del tempo. Si era decisa una data di debutto con l’Astana, poi c’è stato un rinvio. E quando la scorsa primavera si era finalmente pronti, nella squadra sono iniziati un po’ di rimescolamenti interni. Lo hanno portato in ritiro a Livigno a luglio dove ha fatto degli ottimi test, ma siccome non si riusciva a farlo cominciare, abbiamo trovato una squadra in cui potesse correre quest’anno. E per un fatto di comodità, abbiamo individuato la Viris, conoscendo i tecnici e perché ci corre suo fratello. Nessun mistero».

Piccolo va forte

La notizia, che a ben vedere tale non è, è che Piccolo va forte. E a Capodarco ha buttato via la corsa più per poca lucidità che per mancanza di gambe.

«Mi sono fatto prendere dalla foga del rientro – ammette sorridendo – con tutto il nervosismo che avevo addosso per la situazione degli ultimi tempi. E’ stressante non poter correre, quando sai di aver risolto i problemi a inizio anno. In allenamento ho da un pezzo ottime sensazioni e quando è iniziata la salita finale, ho capito che se non avessi fatto io il ritmo, Raccani e Tolio mi avrebbero messo in mezzo. Ma lo sbaglio è stato aspettare l’ultimo muro, dovevo provare ad andarmene prima. Invece sono arrivato lì, ho sbagliato rapporto, mi è venuto un inizio di crampi e alla fine mi sono spento».

Dopo i mondiali nello Yorkshire del 2019 (6° nella crono), il passaggio alla Colpack
Dopo i mondiali nello Yorkshire del 2019 (6° nella crono), il passaggio alla Colpack

Messaggio per Amadori

Capodarco è corsa vera. Lo scorso anno è saltata per Covid, quindi sia Piccolo sia il vincitore Raccani non l’avevano mai fatta, essendo entrambi di secondo anno.

«Ne avevo sentito parlare – dice – e il percorso si è dimostrato davvero duro, con l’aggiunta del caldo per cui si sudava davvero tanto. Però sto bene e adesso vorrei finire forte la stagione e magari sperare in una chiamata di Amadori per i prossimi appuntamenti. Sicuramente la condizione è buona e so di poter fare meglio di così. In pianura ho sofferto, era la prima corsa. Meglio in salita, perché lì il ritmo non è tanto diverso da quello che si può simulare in allenamento. Non ho ancora un programma, alla Viris c’è mio fratello e io continuerò a correre con la mia Wilier».

Lo scorso anno alla Colpack due secondi posti: Crono Porte Garofoli, Gp Sogepu
Lo scorso anno alla Colpack due secondi posti: Crono Porte Garofoli, Gp Sogepu

Prospettiva Astana

Che poi questo significhi che, non appena Vinokourov sarà di nuovo al comando, Piccolo riprenderà il suo cammino con l’Astana è presto per dirlo. Le richieste non gli mancano. A un certo punto pare si fosse aperta la porta della Colpack forse anche per fare il Giro, ma bisognava aspettare che Ayuso andasse via e di aspettare non avevano più voglia. Quel che conta, se tutto fila come ci hanno detto, è che l’Italia abbia ritrovato uno dei suoi talenti più belli. Uno di quelli fatti passare molto presto, forse troppo. Col senno di poi e avendolo comunque detto prima che la stagione iniziasse, un anno in più fra gli under 23 non sarebbe stato una bestemmia. Ne farà mezzo e speriamo che ora le corse abbiano continuità e il periodo buio rimanga alle spalle. Il mistero è risolto?