Dice Alex Carera che quando ha letto l’articolo sul Team Colpack e le parole di Antonio Bevilacqua circa le ingerenze dei procuratori nella vita della sua squadra, gli è andato di traverso il primo dell’anno. Il procuratore di Tiberi, Piccolo e Trainini, ma anche di Nibali, Pogacar e Ciccone (i due sono insieme in apertura), ha la sua versione della storia ed è interessante ascoltarla.
«La storia del passaggio di Tiberi e Piccolo dopo il primo anno da under 23 – dice Carera – era arcinota da prima che scegliessimo il Team Colpack. Avevano entrambi l’accordo, con la Trek-Segafredo e l’Astana, per provare dal 2021. Se poi lo staff tecnico delle due squadre avesse ritenuto per vari motivi di rinviare il passaggio, sarebbero rimasti per un anno ancora. Questo non è successo e le squadre li hanno voluti da subito. Per cui dire che la colpa è dei procuratori e che siamo il male del ciclismo, non mi pare proprio giusto».
Il discorso di Carera non fa una grinza e semmai si inceppa su un 2020 che probabilmente non ha dato ai ragazzi il necessario spazio per mettersi alla prova. E mentre Tiberi dà la sensazione di essere più avanti, gli altri due restano un bel punto di domanda. Su Piccolo, le considerazioni di Mazzoleni (preparatore dell’Astana) sono state abbastanza chiare sin da subito, su Trainini ha parlato Reverberi, ma certo anche per lui il 2020 più che un anno di passaggio è stato un anno di (quasi) sosta forzata.
Secondo te sono scelte ragionate, quindi?
Ci mancherebbe altro che non lo fossero, per questo ci tenevo a dire la mia e non passare per quello che non fa il bene dei corridori. Se poi la cosa andrà bene, lo scopriremo in futuro.
E’ difficile contraddire Bevilacqua sul fatto che, con Tiberi, la squadra avrebbe potuto correre un bel Giro d’Italia e anche a lui avrebbe fatto bene…
Per amor di Dio, non si discute che se Antonio fosse rimasto, la Colpack avrebbe avuto un giovamento, ma la scelta non è stata del procuratore e non poteva essere di Bevilacqua.
E’ stata, in questo caso, di Guercilena, giusto?
Faccio l’esempio di Cunego, che è storia vera. Da accordi precedenti, Damiano sarebbe dovuto passare nel 2001. Però parlando con la famiglia, con la Zalf e con Martinelli ci rendemmo conto che gli avrebbe fatto bene un altro anno fra gli under 23 e spostammo il debutto nel 2002, nonostante ci fossero stati altri accordi. Era un ciclismo diverso. I risultati del 2020 dicono altre cose e l’età in cui passare professionisti si è comunque abbassata.
Quindi Bevilacqua sbaglia a dire che si mette in pericolo la carriera dei ragazzi?
Le squadre scelte hanno entrambe grandi tecnici. Josu Larrazabal alla Trek-Segafedo e Maurizio Mazzoleni all’Astana, che fra l’altro segue Piccolo già da due anni. E’ fondamentale che fra tecnico e atleta si costruisca un rapporto di fiducia. L’esempio più evidente è la collaborazione fra Nibali e Slongo, che non si limita alla lettura dei numeri, ma si spinge anche sul piano psicologico.
Mentre Trainini?
Vedremo se anche il suo caso sarà stato ben gestito, il nostro lavoro è sempre sottoposto al giudizio del tempo e delle corse. Il rapporto con la Colpack è buono, è una squadra di Bergamo come siamo noi, abbiamo dentro altri atleti e altri ne porteremo.
Sarà il tempo a dire come andrà la storia e facciamo ovviamente tutti il tifo perché vada bene. L’alternativa purtroppo avrebbe i tratti di una sconfitta per tutto il sistema.