Questa volta non l’ha fatto con la rabbia, ma col cuore. Cristian Scaroni ha vinto la prima e poi anche l’ultima tappa della Adriatica Ionica Race, in una sorta di lungo e accorato appello per i destini dei corridori Gazprom. E vi possiamo giurare che in certi momenti ci sentiamo persino fastidiosi a ricordarlo, ma niente si muove e bisogna fare in modo che accada. Alla partenza i ragazzi della nazionale avevano detto che se si fosse arrivati in volata, avrebbero lavorato tutti per Malucelli. Per questo Scaroni è entrato nella fuga senza collaborare, mentre dietro il romagnolo pedalava sperando che li sarebbero andati a prendere.
«Non sapevo come stessi – dice con la fronte che gronda di sudore e aloni su tutto il corpo – perché dopo il Grappa ho avuto un affaticamento muscolare conseguente al crampo, per cui nei due giorni successivi, in cui avrei potuto combinare qualcosa, ho fatto peggio. Oggi sono entrato nella fuga, ma non per vincere. Volevo proteggere Malucelli, il velocista più forte di questa corsa…».


Negli ultimi 25 chilometri si è capito che non vi avrebbero preso…
E infatti sono stati tremendi. Ho dovuto chiudere tanti buchi e lo stesso hanno fatto Boaro e Zardini. Ci siamo parlati per impedire che se ne andassero quelli della Kern e della Eolo, che erano in due.
Dopo l’arrivo Stoinic ti ha urlato dietro qualcosa…
Quando sono partito ai 150 metri ero a metà carreggiata e mi sono spostato leggermente sulla destra, ma non mi sembra di aver fatto nulla di male. Mi dispiace che abbia avuto da dire, ma la volata di testa l’ho fatta io…


La prima vittoria è venuta di rabbia, questa?
Questa col cuore. Ieri ero sofferente alla coscia, non credevo di avere più gambe per mettere insieme qualcosa. Proprio col cuore.
Ci voleva?
Ci voleva. Diciamo che adesso mi sono sbloccato definitivamente. Speriamo di trovare una soluzione per tutto il resto e magari anche una squadra per quest’anno.


Situazione assurda
Se le WorldTour non possono ritoccare i loro organici, sembra francamente incredibile che a fronte delle vittorie di questi ragazzi, non ci siano professional disposte a ingaggiarli sino al termine della stagione.
«Correrei anche gratis – diceva ieri mattina Malucelli – l’importante è correre per arrivare al prossimo anno senza essere rimasti fermi per otto mesi».
Sul traguardo di Ascoli, fra i primi ad abbracciare Scaroni è arrivato Liam Bertazzo, uomo d’oro della pista, che ha lavorato in vista della Nations Cup di Cali e ha aiutato i compagni. Come i ragazzi della Gazprom, anche lui alla fine del 2021 si è trovato a lungo senza squadra.
«Posso capirli bene anche io – dice – perché mi sono ritrovato a lungo senza niente. Allenarsi è dura, perdere completamente il ritmo gara rende difficile anche allenarsi. Da questi particolari si distingue che hanno testa, grinta e cuore».
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