Zalf a cinque punte, a Capodarco vince Raccani

17.08.2021
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Era come se il tempo si fosse fermato. Simone Raccani era uscito dal 2019 con 6 vittorie al secondo anno da junior ed era piombato in un primo anno da under 23 in maglia Zalf Desirée Fior fatto di strade vuote e poche corse, reso arido dal Covid e dalle poche occasioni per fare esperienza. Così quando ieri è passato per primo sul traguardo del Gp Capodarco, un po’ avrà avuto la sensazione della vita che riprende e un po’ (glielo diciamo noi) ha vinto una delle corse più belle senza la spinta del suo pubblico, che sul muro finale la rende simile a una Liegi con vista sul mare. Se ci fosse stato la solita gente, Piccolo forse avrebbe fatto la differenza o in alternativa per Raccani sarebbe stato ancora più semplice tenergli testa. Quella spinta lascia il segno!

Sul podio di Capodarco, Raccani fra Piccolo e il compagno Tolio (foto Scanferla)
Sul podio di Capodarco, Raccani fra Piccolo e il compagno Tolio (foto Scanferla)

Muro chiuso

La corsa è tornata dopo la cancellazione del 2020. Sembrava si volesse impedire di farla passare sul muro, ma alla fine si è trovata la soluzione di chiudere quel tratto ai tifosi, scongiurando il mucchio selvaggio in stile Redoute, in cui i corridori di solito sfilavano fra due ali di appassionati accaldati e urlanti. I preparativi sono stati come di consueto di grande coinvolgimento, con il nome di ciascun iscritto dipinto sull’asfalto della salita che per ogni altro giorno dell’anno celebra la grandezza di Capodarco. Si è corso come tradizione vuole nel ricordo di Fabio Casartelli e Michele Scarponi. Soprattutto si è corso.

Le premiazioni sono andate avanti a lungo, per cui quando riusciamo a parlargli è quasi buio. Il caldo che ha attanagliato la riviera adriatica per tutto il giorno è ormai scemato.

Raccani in azione al Gp Sportivi di Poggiana, vinto invece da Ciuccarelli (foto Scanferla)
Raccani in azione al Gp Sportivi di Poggiana, vinto invece da Ciuccarelli (foto Scanferla)

Piccolo in mezzo

Il finale era tutt’altro che scritto, con Andrea Piccolo là davanti a scandire il passo con disinvoltura da professionista, pur non avendo fatto una sola corsa con la maglia dell’Astana. Ne conserva la Wilier e il colpo di pedale, che però non gli sono bastati per fare la differenza. Raccani e Tolio gli correvano a ruota, aspettando che calasse il passo per scattare e metterlo in difficoltà. Ma il corridore della Viris ha fatto tutto da sé. E quando sul muro ha piazzato l’ultimo affondo, Tolio si è staccato, Raccani gli è rimasto sul groppone come lo scorpione sul guscio della tartaruga. E nella volata gestita malissimo dal rivale, il corridore della Zalf ha avuto vita persino facile nel… metterlo a sedere.

«Era un’incognita – racconta Raccani – perché era la prima corsa in cui lo incontravamo, per cui ci siamo amministrati. A rendere la giornata pesante si sono messi il caldo, il percorso e anche parecchio vento. Capodarco per me era una novità, dato che sono di secondo anno e nel 2020 non si è fatta. Quello scorso è stato davvero un anno buttato. Comunque mi avevano parlato della corsa e avevamo visto che non c’erano troppe squadre a poter chiudere su una grande fuga. E così con Benedetti, Tolio e altri compagni d’avventura siamo partiti presto e siamo rimasti all’attacco per 150 chilometri».

Calendario killer

Nel tremendo comporre calendari da parte dell’Uci, Capodarco è una delle corse più bistrattate. La data è fissa, il 16 agosto, e fino a una decina d’anni fa era frequente vedere al via la crema del movimento under 23, che di lì a una settimana sarebbe partita per il Tour de l’Avenir. Poi la… balena francese ha iniziato a indietreggiare nel calendario, così prima sono spariti gli stranieri e alla fine se ne sono andati anche gli azzurri. Troppo ravvicinati i due eventi, con il recente colpo di grazia dell’Avenir partito prima di Ferragosto. Ciò non significa che il campo partenti sia necessariamente meno potente, ma la considerazione di Faresin sul livello delle squadre ha fotografato perfettamente la situazione.

«La selezione c’è stata da dietro – continua Raccani – mentre davanti eravamo sempre meno e ce la siamo giocata. Io avevo buone sensazioni e quando Piccolo si è messo a spingere forte, un po’ ce l’abbiamo costretto noi. Se avesse calato, sarebbero cominciati gli scatti. Così sul muro ho stretto i denti, le gambe dopo tanta strada erano giuste per tutti, e nel finale l’ho saltato facilmente. Ogni vittoria fa storia a sé. Quest’anno avevo già vinto a Biella, ma la prima internazionale ha sempre un gusto particolare».

Nel 2019, Raccani campione regionale al Trofeo Città di San Martino (foto Scanferla)
NEl 2019, Raccani campione regionale al Trofeo Città di San Martino (foto Scanferla)

Zalf cinque punte

Avere in ammiraglia un tecnico come Faresin ha fatto la differenza. Il vicentino ha gestito benissimo la presenza di tre uomini nella fuga, con il tricolore Benedetti, fresco di contratto con l’Androni, che si è messo a disposizione dei compagni tirando con più generosità. Poi, avendo soppesato le forze in campo, ha consigliato provvidenzialmente di restare a ruota del misterioso corridore della Viris che avrebbe potuto tirare fuori il coniglio dal cilindro o spegnersi, come è stato, sul rapporto troppo lungo che si è ostinato a tirare per tutto il tempo.

«Abbiamo dimostrato una volta di più – dice Faresin – che la nostra forza è lo spirito di squadra. I ragazzi hanno corso in maniera attenta sin dai primissimi chilometri e questo ci ha premiato. Sapevamo di poter contare su di un quintetto a cinque punte: ognuno dei ragazzi che avevamo in gara poteva ambire al successo finale e invece tutti hanno corso per il bene della squadra. Ha vinto Raccani ma è come se a vincere fossero stati anche Tolio, Benedetti, Zambanini e Guzzo».

Per la squadra di Castelfranco Veneto il 2021 ha il sapore di un ritorno ai vertici, alternativa credibile alla Colpack con un gruppo giovanissimo. La stagione ha ancora tanto da dire.