Gazprom, l’invito di Renat è una richiesta d’aiuto

16.03.2022
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Adesso che la salita si sta facendo troppo dura, Renat Khamidulin, team manager della Gazprom-RusVelo, la squadra che non esiste, fa una riflessione che suona come un giustificato e comprensibile grido d’aiuto.

«Quello che voglio dire – esclama – è che siamo una struttura organizzata come una squadra WorldTour. Siamo in Italia. E se l’Italia vuole una squadra WorldTour, questa è un’opportunità. La struttura c’è già. Per costruire una squadra, oltre all’investimento, servono le persone giuste nei ruoli chiave. Per la mia esperienza, in ogni squadra ci sono persone che non trovi sul mercato. I responsabili del magazzino o della logistica, per esempio. Li abbiamo e sono bravissimi. Sono cresciuti con noi. In Italia non ci sono squadre organizzate così».

Fra i corridori che alla Gazprom in cerca di rilancio, c’era anche Nicola Conci
Fra i corridori che alla Gazprom in cerca di rilancio, c’era anche Nicola Conci

Porte chiuse all’UCI

L’UCI li ha ricevuti e non ha ascoltato né valutato la proposta che la Gazprom-RusVelo aveva messo sul tappeto. Togliere tutti i marchi, inventarsi una maglia bianca portatrice di un messaggio di pace. E salvare la stagione di 21 corridori e dello staff degno appunto di una squadra WorldTour. Pensiamo alle parole di Canola e Conci, quelle di Scaroni e Rivera, Malucelli e Fedeli. Di tutto questo non v’è più traccia.

«Non hanno nemmeno valutato – racconta ancora Renat – in compenso ci hanno spiegato nei dettagli che cosa dovremmo fare per essere riammessi. Dalle cose importanti, come trovare un nuovo main sponsor, a quelle che trovo ridicole. Come il mio indirizzo email: non va bene che abbia il dominio rusvelo.com».

Nei giorni scorsi è venuto fuori che anche la vostra fideiussione bancaria non sia più valida.

Non va bene niente di quello che avevamo prima. La garanzia bancaria è là e copre tutto, ma non si può usare. Secondo loro dovremmo cambiare tutto. Ormai si sa in giro che la squadra ha questi problemi, anche se noi non abbiamo ritenuto di comunicare niente. Dobbiamo risolvere il nodo del main sponsor, anche perché qualche corridore ha già avuto dei contatti. Stiamo cercando di contattare persone interessate, ma non è facile.

I soldi di Gazprom, anche senza marchi sopra, non sono più buoni?

No, non si possono usare. Perciò entro questo mese, si deve arrivare a qualcosa. Per il bene dei corridori, chi avesse ricevuto delle offerte dovrà essere lasciato libero. Non voglio bloccare la loro carriera, questa è la mia regola di vita.

Marco Canola, qui all’Oman, aveva in mente una grande stagione
Marco Canola, qui all’Oman, aveva in mente una grande stagione
Pare che gli italiani correranno con la maglia azzurra le corse italiane.

Lo so. Faranno la Per Sempre Alfredo (Conci e Canola, ndr) e anche la Coppi e Bartali. Ma parliamoci chiaro, per loro è un lavoro, non corrono in bici solo perché gli piace. Devono guadagnare.

Li state pagando o lo stop prevede anche la sospensione degli stipendi?

Li stiamo pagando tutti. Non abbiamo debiti con nessuno, ma non so quanto potrebbe durare. Per l’UCI non siamo più una squadra e stando così le cose, non ci sono più i requisiti per cui Gazprom Germania vada avanti con la sponsorizzazione. Sul contratto c’è scritto che sponsorizzano una squadra UCI, noi non esistiamo più.

E quindi adesso?

Devo cercare qualcuno che ci dia i soldi per finire l’anno e non è facile. Ho attivato tutti i contatti. Conosco tante persone, anche alcuni proprietari di grandi aziende. Ma le compagnie hanno le loro strategie e pianificazioni, si muovono per interesse. I soldi per quest’anno sono stati stanziati nel 2021 e poi c’è da capire se il ciclismo faccia parte delle loro strategie. Se non è così, è difficile che entrino a stagione in corso.

C’era un grande progetto. C’era l’ipotesi WorldTour…

Siamo partiti da squadra di dilettanti fino ad avere 4 inviti in corse a tappe WorldTour di una settimana e altre gare in linea fino a 40 giorni di gara WorldTour, senza fare un grande Giro. E’ tutto qua. Basta venire a parlare…

Nella tarda primavera del 1993, la Eldor-Viner scoprì di non avere più i mezzi per proseguire. Il Giro d’Italia sarebbe partito dall’Isola d’Elba e l’intervento in extremis della Mapei salvò la squadra, che partecipò al Giro e ottenne anche l’invito per la Vuelta, dando l’inizio a una storia ventennale. Il dottor Squinzi mise in atto un vero miracolo e realizzò un capolavoro. Chissà se qualcuno, alle prese con una nuova squadra, starà valutando l’occasione…