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Wegelius: «Piccolo è un talento grosso»

04.03.2023
4 min
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«Andrea è un talento grosso», inizia con queste parole la chiacchierata con Charles, per tutti Charly, Wegelius, direttore sportivo della EF Educational-Easy Post. Si parla di Andrea Piccolo, ragazzo approdato alla corte del team americano in fretta e furia durante la scorsa estate.

Per Piccolo già 13 corse nel sacco, un quinto posto e subito una breve pausa. Non è un caso. Tutto è calibrato. In casa EF hanno capito che non hanno preso un corridore come gli altri e ci puntano molto. Vogliono gestire al meglio la loro gemma.

L’inglese Charles Wegelius (classe 1978) è il diesse della EF Education-EasyPost
L’inglese Charles Wegelius (classe 1978) è il diesse della EF Education-EasyPost

Classe indiscussa

Ripartiamo dunque dalle parole di Wegelius. E’ bastato chiedergli delle sue impressioni e l’ex corridore della Liquigas è partito con tono serio: «Andrea è un talento grosso – scandendo lentamente le parole e caricando di enfasi gli aggettivi – ha una mentalità vincente. Penso che potrà fare grandi cose. C’è da vedere fin dove potrà arrivare, ma questo lo vedremo solo strada facendo. Di certo è un viaggio interessante».

Ormai i due lavorano insieme da qualche mese e se nel corso dell’estate di tempo per i giudizi ce n’è stato poco adesso è diverso.

«Del suo talento… non c’è dubbio. Della sua voglia di lavorare… non c’è dubbio. Della sua capacità di tollerare grandi carichi di lavoro… non c’è dubbio. Per questo dico che possiamo attenderci ottimi risultati».

Dal tono e da come ne parla si capisce che Wegelius non sta parlando di un corridore qualunque. Ormai è un direttore sportivo da oltre dieci anni, ne ha visti passare di ragazzi… Cosa lo ha colpito dunque di Piccolo?

«Certe sue cose nell’approccio alle corse non sono comuni – spiega Wegelius – Non è comune come si pone di fronte alle gare e agli ostacoli. Spesso vedi corridori che mancano di vera fiducia in sé stessi. Andrea invece parte sempre con l’idea di poter vincere».

«Vedo che forse neanche ci ragiona. Fa parte del suo istinto. Gli altri pensano: “Come faccio?”. Andrea invece pensa: «Come faccio per vincere?”. Per questo dico che è un corridore vero. Non c’è solo l’atleta. C’è l’istinto del campione. E credo che sia un aspetto molto importante in questo mondo fatto di numeri, di strumenti… spesso l’istinto è trascurato. Piccolo corre e non si allena e basta».

Andrea Piccolo (al centro) si è ben integrato con i compagni della EF (foto Instagram)
Andrea Piccolo (al centro) si è ben integrato con i compagni della EF (foto Instagram)

Programmi ad hoc

Piccolo ha iniziato la stagione relativamente presto: il 25 gennaio con il Trofeo Calvia, alle Baleari. Da allora ha inanellato 13 giorni di gara. Ha lavorato per il team e ha raccolto un buon quinto posto. Ma come sarà gestito?

«Sappiamo che Andrea riesce a gestire bene delle fasi intense – va avanti Wegelius – periodi di corse ravvicinate. Noi vogliamo agevolarlo per i piazzamenti e la vittoria. Quindi abbiamo pensato ad un calendario specifico per lui, che ricordo è anche molto giovane. E anziché mandarlo alle grandi gare e farlo correre in modo anonimo abbiamo scelto delle corse più “piccole” affinché possa fare risultato e soprattutto giocarsi le sue carte».

«In questa prima parte di stagione, abbiamo pianificato di fatto due pause maggiori: una dopo la Sanremo e una dopo le Ardenne. La nostra idea è di fare un blocco di corse e un reset. Corse prevalentemente di un giorno. Per ora lo vedo meglio per queste piuttosto che per quelle a tappe».

Poi sempre Wegelius aggiunge: «Ma per ora…», come a dire che non ci sono limiti per Piccolo anche pensando ai grandi Giri. «Anche perché mi sembra piuttosto portato anche per le crono».

«In ogni caso non vorrei fare troppi calcoli sul domani, ma concentrarci sull’oggi. Fare sì che possa essere protagonista il più possibile. Che possa esprimersi in prima persona, anziché stare nascosto in gruppo. Deve imparare a vincere».

Il milanese (classe 2001) impegnato nell’ultimo piovoso Trofeo Laigueglia
Il milanese (classe 2001) impegnato nell’ultimo piovoso Trofeo Laigueglia

Etna: sì, no, forse

Insomma Wegelius non fa altro che confermare le buone impressioni di chi ha avuto Piccolo tra le mani prima di lui, vedi Ellena, il preparatore Toni, Valoti…

«Andrea si è ben ambientato – dice Wegelius – ma questo è piuttosto normale nel nostro ambiente. In EF accogliamo chiunque molto bene. In tanti anni ho davvero poche esperienze di chi non si è integrato bene da noi. Siamo una squadra così internazionale che l’accoglienza ce l’abbiamo nel DNA! In più lui è sveglio, giovane… un atleta e un ragazzo moderno. Senza contare che sa farsi voler bene».

Infine si torna a parlare brevemente dei suoi reset. E ci si chiede se anche Piccolo seguirà la tendenza a cui stiamo assistendo: vale a dire meno corse e solo al top. E tra un blocco e l’altro ritiro in altura.

«Ne abbiamo parlato questo inverno. Forse ci andrà a fine marzo e possibilmente sull’Etna, ma vediamo. Alla fine parliamo di un ragazzo molto giovane e magari ci sta che abbia anche bisogno di stare casa. Anche perché l’altura è stressante per il fisico e anche per la mente e se non dovesse essere super predisposto, gli peserebbe ancora di più e magari non raccoglierebbe gli stessi benefici».

Piccolo e Pino Toni: un binomio ormai indissolubile

15.12.2022
5 min
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Il ritorno di Andrea Piccolo aveva suscitato molte reazioni, tutte positive e quasi sbalordite. La rapida scalata che ha portato il giovane corridore dal nulla assoluto del caso Gazprom alla Drone Hopper ed infine alla EF Education Easy Post ha fatto capire lo spessore dell’atleta. Se a tutto ciò si aggiunge che è avvenuta in soli 24 giorni di corsa, dal 26 giugno al 16 ottobre, il tutto diventa ancora più da capire e raccontare. 

Pochi giorni fa è stato Pino Toni a spiegarci quanto ci sia di eccezionale in questo ragazzo, che da junior aveva il segno del talento tatuato addosso. Alcune vicissitudini hanno cercato di portarlo lontano, ma un’atleta di questo spessore è in grado di ritornare sulla strada maestra. Pino Toni ha preso Piccolo a maggio e non lo ha più lasciato, anche ora che il WorldTour sarà casa sua. 

Il ritorno alle corse è avvenuto al campionato italiano, quarto e una grande iniezione di fiducia (foto Drone Hopper/Sirotti)
Il ritorno alle corse è avvenuto al campionato italiano (foto Drone Hopper/Sirotti)

Le parole del preparatore

Le parole di Pino Toni il giovane lombardo le aveva lette appena pubblicate, così quando gli abbiamo chiesto di commentarle insieme a noi, il tutto è diventato molto più semplice. 

«Sono parole ed opinioni – dice Piccolo – che ci eravamo già dette in privato, sicuramente è un piacere essere descritto così anche in pubblico, vuol dire che Pino ci crede davvero. Lui di questo mondo ne sa molto, ha tanta esperienza maturata in diverse squadre, maturata in molti anni quindi sicuramente ci ha fatto l’occhio».

Per simulare il ritmo corsa Piccolo ha fatto molti chilometri dietro moto scortato da Pino Toni
Per simulare il ritmo corsa Piccolo ha fatto molti chilometri dietro moto scortato da Pino Toni
Avete iniziato a lavorare ma quando vi siete incontrati per la prima volta?

A marzo sono andato via dai Carera e sono passato con Giuseppe Acquadro, in quel momento uscivo dalla Gazprom e mi hanno presentato Pino. 

Come è stato arrivare a stagione in corso?

Abbiamo parlato molto e dal confronto sono nati spunti interessanti. Dal suo punto di vista penso sia stato bravo a prendere un corridore già allenato e trovare subito la strada giusta per lavorare. Mi ha iniziato a seguire quando io stavo facendo il mio Giro d’Italia a casa, cento ore di allenamento in 21 giorni. Era la risposta a quel momento difficile, ho trovato motivazione ponendomi un obiettivo personale. 

Pino ci ha detto che la sua sorpresa è arrivata al campionato italiano, era la tua prima gara dopo mesi e sei arrivato quarto.

La più grande difficoltà che ho avuto quando ho iniziato a lavorare con Pino era il fuori soglia. Non correndo da molto tempo, non ero in grado di produrre quel tipo di sforzo che ti arriva solo in corsa. Per sopperire a questa mancanza abbiamo fatto molto dietro moto.

La prima corsa con la EF è stato il Tour de l’Ain ad inizio agosto
La prima corsa con la EF è stato il Tour de l’Ain ad inizio agosto
E’ servito, no?

Sicuramente il lavoro fatto mi ha dato una grande mano, ma correre è un’altra cosa. Ad un certo punto della corsa stavo meglio in salita che in pianura. Andare a tutta in salita quando si è in corsa o in allenamento è la stessa cosa, non si può andare oltre un certo valore. In pianura, invece, è completamente diverso, perché i cinquanta all’ora li puoi fare solo in corsa. Bisogna anche essere allenati per reggere quelle frequenze a quella velocità. 

Hai corso molto ed in breve tempo, saltando da una gara all’altra…

L’obiettivo era proprio quello, fare tante gare ed allenarsi il meno possibile, questo per un paio di mesi. Alla fine di questo periodo era prevista una pausa per allenarmi meglio e alzare l’asticella. Il 2022 è stato l’anno del ritorno alle gare, non mi importava dove e come, era fondamentale tornare ad attaccare il numero. 

Il 2023 che hanno sarà? Pino ha detto che doveva andare a parlare con lo staff delle EF…

Ora l’obiettivo è tornare a correre con un criterio, cercando dei risultati in determinate gare. Il calendario ed i programmi di lavoro saranno più definiti, già posso dire che le classiche delle Ardenne potranno essere interessanti. Sarà davvero importante programmare, correre tanto mi è servito, ma se voglio alzare ancora di più l’asticella dovrò curare molto anche gli allenamenti a casa. I grandi corridori fanno così, guardate Vingegaard, non corre per due mesi ma poi si presenta alle gare pronto.

L’ultima gara della stagione è stata la Japan Cup Cycle Road il 16 ottobre
L’ultima gara della stagione è stata la Japan Cup Cycle Road il 16 ottobre
Tornare nel WorldTour come ti ha fatto sentire?

Tranquillo, sono felice di essere qui ma non sento pressione. Io faccio tutto al meglio, se metto tutto me stesso nelle cose che faccio non posso recriminarmi nulla. 

Allenarsi con consapevolezza è fondamentale, questo tu lo sai fare.

Al giorno d’oggi se non ti sai allenare a casa è difficile rimanere ad un livello alto. Tutti i corridori di punta si allenano bene ed arrivano alle corse pronti. Per me la bici è un passione quindi non mi pesa fare tante ore di allenamento o lavori specifici. Oggi (martedì, ndr) da me ha nevicato e per non perdere la giornata ho fatto due sessioni sui rulli. Ovviamente bisogna lavorare nel modo corretto, ed avere al mio fianco Pino mi permette di pensare che io lo stia facendo. 

Che rapporto hai maturato con lui?

Ormai mi sento di poter dire che fa parte di me e spero di lavorare con lui per molti anni. Mi ha dato tanta fiducia e una grande motivazione, e per questo lo ringrazio. 

Il rientro di Piccolo e Innocenti: i pro e i contro

05.12.2022
6 min
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Il 2022 è stato un anno intenso e ricco di rientri. Quello che ci ha lasciati più sorpresi, per continuità e prontezza, è quello di Andrea Piccolo. Prima alla Drone Hopper e poi subito promosso nel WorldTour con la EF Education Easy Post. Nella pausa invernale, però, c’è stato spazio per un altro bell’annuncio: il ritorno di Innocenti con la Technipes-#InEmiliaRomagna

I due corridori hanno avuto un passato, nelle categorie minori, di tutto rispetto. Entrambi hanno vinto il Giro della Lunigiana: Piccolo nel 2019 ed Innocenti nel 2017. Un passato accomunato da un grande talento ed un presente più difficile. Un’altra cosa che accomuna i due è l’aver lavorato con Pino Toni, che parlando del loro motore, ci disse di aver sempre riscontrato valori molto interessanti.

Piccolo è stato fermo per 6 mesi a causa del problema Gazprom (foto Instagram)
Piccolo è stato fermo per 6 mesi a causa del problema Gazprom (foto Instagram)

L’occhio del preparatore

Cosa vide Pino Toni nei due? Lo chiediamo direttamente al preparatore toscano che ripescando nella memoria, e riallacciandosi con il presente, ha le idee chiare.

«Ora come ora – racconta – di Piccolo ho più informazioni, anche perché lo alleno io. Mi è stato proposto di seguirlo dopo il caso Gazprom, abbiamo parlato un po’ e da allora lavoriamo insieme. Innocenti l’ho visto quando era tra i dilettanti, gli ho fatto qualche test, lui era davvero forte, quello che è successo dopo non me lo spiego. Io non penso sia un dopato, non ne aveva minimamente bisogno…»

Piccolo è tornato con continuità alle corse in maglia Drone Hopper, qui al Trofeo Getxo dove è arrivato secondo alle spalle di Ayuso
Piccolo è tornato con continuità alle corse in maglia Drone Hopper, qui al Trofeo Getxo dove è arrivato secondo
Parliamo prima di Andrea Piccolo, da junior era davvero forte…

Ha sempre fatto bene, sia da junior che da dilettante – ci dice Pino Toni – la sua sfida continua con Tiberi era affascinante. Erano i due punti di riferimento del movimento italiano. Da ragazzino Andrea (Piccolo, ndr) l’ho visto poco anche perché io allenavo Tiberi. Però vedevo spesso le corse e la cosa che mi ha sempre sorpreso è stato l’atteggiamento, la fame e la cattiveria che aveva erano incredibili.

Poi c’è stato lo stop, anzi due: quello con l’Astana e il caso Gazprom.

Il dopo Astana per lui è stato complicato, ma lo ha gestito da sportivo vero, da chi sa cosa vuole. E anche il caso Gazprom non lo ha aiutato. E’ tornato a correre a giugno, dopo mesi di pausa, al campionato italiano, ed è arrivato quarto. Quel risultato ha stupito molto, ma è sintomo che il motore c’è ancora ed oltre alle doti fisiche si aggiungono grandi capacità di concentrazione e di lavoro

Che corridore è?

E’ il tipo di corridore giovane e moderno, si sa allenare ed è capace di fare fatica in allenamento. I corridori al giorno d’oggi devono sapersi allenare perché non puoi andare alle corse e non avere gamba, ti stacchi subito. Bisogna riuscire a soffrire in allenamento per poi dire la tua alle corse

Per Piccolo (al centro) subito la chiamata dal WorldTour, dal 1° agosto approda alla EF (foto Instagram)
Per Piccolo (al centro) subito la chiamata dal WorldTour con la EF (foto Instagram)
Che impressione ti ha fatto? 

Un mio collega in Katusha, Popov, mi ha chiesto se fossi disposto a lavorare con lui. Prima ho guardato i file ed abbiamo fatto delle prove, era incredibile. A dicembre 2021 pesava 74 chili, 8 in più di ora, e i test erano già sorprendenti, questo vuol dire che ha davvero un gran motore. 

Lui ha ripreso a correre da giugno e da allora è stato un continuo crescendo…

Piccolo è un corridore che può andare bene nelle classiche e nei grandi Giri: va forte a crono, cura molto quella disciplina. Da agosto a ottobre è sempre arrivato davanti, scendeva dall’aereo e andava a correre e lo trovavi sempre tra i primi. Questo è sintomo di un grande recupero e di una voglia fuori dal comune. Non ha ancora vinto, per farlo bisogna iniziare a lavorare sul particolare, a concentrarsi su un obiettivo. Il 9 dicembre vado a Girona per parlare con il capo performance della EF per capire il programma di lavoro e il calendario. 

L’11 novembre siamo andati a casa di Innocenti, il suo ritorno meritava di essere raccontato
L’11 novembre siamo andati a casa di Innocenti, il suo ritorno meritava di essere raccontato

Il ritorno di Innocenti

Andrea Innocenti ha alle spalle una storia tanto travagliata che meriterebbe un romanzo a puntate. Il corridore toscano torna a correre dopo 4 anni, un periodo lunghissimo, quasi interminabile. Ma concentriamoci solamente sull’aspetto tecnico, che cosa potrà fare, a che punto lo ritroviamo?

«Lui è stato fermo quattro anni – racconta Pino – sono tanti. Sinceramente è il primo corridore, di cui sono a conoscenza, che torna alle corse dopo un periodo così lungo. 

Il 2017 è l’anno migliore per Innocenti, con 9 vittorie, fra cui il Lunigiana (duzimage)
Il 2017 è l’anno migliore per Innocenti, con 9 vittorie, fra cui il Lunigiana (duzimage)
Ha già ripreso a correre, al Giro del Friuli, e non è andata male.

No, anzi. Questi sono segnali positivi, vuol dire che i numeri li ha, poi per quello che so si è allenato molto. Bisogna vedere dove può arrivare, lo stop è stato sicuramente un handicap, non si può negarlo. 

Lo hai testato più volte, che ci avevi visto?

Era davvero incredibile, un gran motore ed una mentalità da vero corridore. Anche da ragazzino era molto curioso, faceva domande, voleva capire. Sono tanti i corridori che hanno i numeri, ma poi non hanno la testa per spingersi oltre. Sia Piccolo che Innocenti mi hanno sempre dato la sensazione di avere la mentalità giusta per diventare dei signori corridori. Te lo fanno capire che per loro non è un gioco. 

Anche Innocenti era uno dei punti di riferimento del movimento italiano…

Assolutamente, lo ha detto tante volte anche Cassani. Ed il fatto che ritorni a correre con lui alla Technipes-#InEmiliaRomagna vuol dire che ci credono ancora. E’ rientrato in una continental, ma lo staff che c’è in quel team è di altro livello: Coppolillo, Chicchi, Chiesa, Malaguti come preparatore… Insomma, è ben supportato. 

Durante lo stop di 4 anni, Innocenti non ha mai abbandonato la bici (foto Instagram)
Durante lo stop di 4 anni, Innocenti non ha mai abbandonato la bici (foto Instagram)
Quattro anni sono tanti…

E’ difficile tornare, sono 4 anni di fatiche e delusioni mancate, è un buco nella sua carriera. Innocenti è un vero atleta, lo è sempre stato. Su questo non c’è nulla da dire. Non rientra nel professionismo, ma anche nelle continental si va forte.

Possono ancora essere il futuro del ciclismo italiano?

Dopo quello che hanno attraversato, devono capire quale possa essere il loro ruolo in questo mondo. Sicuramente sono due che partono con la mentalità di voler essere dei vincenti, poi si vedrà. Sono giovani, Piccolo è più avvantaggiato perché ha ripreso da qualche mese e questa potrà già essere una stagione di conferme. Innocenti non deve farsi prendere dalla fretta, se i risultati arriveranno bene, ma al momento deve andare alla ricerca del colpo di pedale.

EDITORIALE / Due così li avevamo anche noi. Anzi, tre!

14.11.2022
4 min
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Savini nel 2015. Pogacar nel 2016. Innocenti nel 2017. Evenepoel nel 2018. Piccolo nel 2019. Questo è l’albo d’oro del Giro della Lunigiana nei cinque anni prima del Covid. Alla ripresa, l’hanno vinto prima Lenny Martinez e poi Antonio Morgado. Noi però vogliamo però soffermarci su quei cinque anni per tornare al tema che tanti definiscono noioso e abusato, vale a dire l’attività juniores in Italia e il perché di colpo qui da noi abbiano smesso di venire al mondo corridori da grandi Giri. Anzi no, come mai siano venuti al mondo e poi siano finiti su un binario morto.

Di Pogacar ed Evenepoel abbiamo detto ogni genere di mirabilia. Uno arrivato al ciclismo quasi per gioco in Slovenia, con 3 vittorie in due anni da junior e 4 da U23 fra cui il Tour de l’Avenir. L’altro salito in bici dopo la carriera nelle giovanili del pallone, con 24 vittorie in due anni da junior e poi subito il salto tra i pro’.

Guardando da noi, Savini ha fatto due anni da U23 fra Petroli Firenze e Maltinti e poi nel professionismo la sua è stata più che altro una discesa. Di Innocenti abbiamo raccontato ieri: è stato fermato da una squalifica di 4 anni al primo anno da U23 ed è appena rientrato alle corse. Piccolo era partito bene con la Colpack, poi ha avuto una serie di contrattempi e solo quest’anno è tornato a brillare di luce propria.

Europei juniores 2019, comunione di intenti fra De Candido, Cassani e Villa: vittoria a Piccolo
Europei juniores 2019, comunione di intenti fra De Candido, Cassani e Villa: vittoria a Piccolo

L’accusa di Bragato

E’ solo per caso? Oppure è tempo che la Federazione Ciclistica, cui noi offriamo come contributo il lavoro degli ultimi mesi, inizi a collegare i puntini per capire quale forma abbia l’attività giovanile in Italia e porvi rimedio?

«C’è troppa enfasi sulla categoria juniores – ha detto Diego Bragatoenfasi legata ai volumi, al simulare quello che fa il professionista, invece di costruire una formazione a lungo termine. Purtroppo il nostro movimento spinge per la ricerca del risultato da junior, piuttosto che per la costruzione di un atleta che avrà risultati dopo 5-6 anni. Ma questo ciclismo non esiste più. Le altre Nazioni hanno ridotto di molto il numero di gare durante l’anno, a vari livelli: da junior in su. E insegnano agli atleti a costruire la prestazione in funzione di un obiettivo.

«Da noi, i nostri ragazzi trovano la condizione con le gare, hanno dei risultati a livello giovanile, ma non imparano ad allenarsi. Così arrivano in un mondo professionistico in cui non puoi più sfruttare le gare per allenarti e non sono capaci di adattarsi, né fisicamente né mentalmente».

Nel 2014, Savini vince da junior la Liberazione Città di Massa. L’anno dopo arriverà il Lunigiana
Nel 2014, Savini vince da junior la Liberazione Città di Massa. L’anno dopo arriverà il Lunigiana

L’accusa di Rui

Le società degli under 23 hanno responsabilità diretta, ma forse non la avrebbero se si permettesse loro di lavorare nel tempo necessario per prendere un ragazzino e farne un corridore.

«Oggi non ci sono tanti atleti con cui lavorare – ha detto di recente Luciano Rui – perché passano subito. E poi, una volta di là, diventano tutti principini. Io glielo dico sempre: qualche volta meglio provare a vincere fra quelli della propria età, che prendere sempre schiaffi con i più grandi. Bisogna rimanere umili e serve chiarezza. Prima, con il corridore che restava 3-4 anni, avevamo tutti modo di lavorare meglio. Adesso passano, ma sono più quelli che si perdono. Hanno fatto la licenza da professionisti, ma non una carriera».

Questo è Innocenti: il 2017 è il suo anno migliore da junior, con 9 vittorie, fra cui il Lunigiana (duzimage)
Questo è Innocenti: il 2017 è il suo anno migliore da junior, con 9 vittorie, fra cui il Lunigiana (duzimage)

Il tempo da riprendere

Difficile dire se sia nato prima l’uovo o la gallina. Capire se il meccanismo messo in moto dai team e dai procuratori per prendere i ragazzi sempre più giovani sia la conseguenza di un’attività giovanile esasperata. Oppure se questa, per contro, lo sia diventata avendo i corridori a disposizione per un tempo troppo breve. Di certo qualcosa non funziona.

Per questo il ritorno di Andrea Innocenti in gruppo, come la rinascita di Piccolo, vanno accolti come un presagio felice. A Innocenti si chiede ancora di fare nomi: in realtà il giovane toscano ha già pagato in abbondanza e magari quei nomi – se esistono – altri avrebbero dovuto trovarli e metterli in galera. Non si può colpire oltre un ragazzo di 19 anni e pretendere che risolva da sé problemi che per anni hanno affossato il ciclismo e che ora sembrano sempre più lontani.

Sia Innocenti sia Piccolo avranno le loro difficoltà da superare, ma si spera che i loro motori così potenti ed esuberanti abbiano mantenuto le qualità che gli permisero di vincere lo stesso Lunigiana di Pogacar ed Evenepoel. Innocenti ha davanti a sé un inverno molto importante, così come Piccolo. Entrambi sono usciti a testa alta da un tunnel piuttosto buio: speriamo che questo li abbia resi più forti. Hanno (e noi con loro) tanto tempo perso da riprenderci.

Drone Hopper non paga, la strada di Savio è in salita

06.10.2022
6 min
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Savio risponde dopo qualche squillo. Racconta di aver concluso una seduta di fisioterapia, dopo l’intervento all’anca, fatto finalmente dopo mesi camminando male e dolorosamente. Spiega che ora cammina bene e riesce anche a fare qualche passo di corsa, ma il tono muscolare va ricostruito. Tuttavia, quel che il ciclismo si sta chiedendo è se la sua squadra, la Drone Hopper-Androni, avrà un futuro o la storia si fermerà a fine 2022. Fra le voci circolate nell’ambiente, c’è anche quella per cui lo sponsor spagnolo potrebbe entrare nel ciclismo femminile accanto a un team italiano. E al sentirlo, Savio prima resta in silenzio, poi quasi scoppia a ridere.

«Che facciano un team femminile – dice – lo escludo proprio a priori. La questione sta in questi termini. Noi abbiamo un contratto con la Drone Hopper, regolarmente depositato all’UCI per quattro anni. La Drone Hopper è una startup, però ha presentato tutte le documentazioni necessarie. Insomma, il revisore dei conti dell’UCI è abbastanza rigoroso e quindi se abbiamo ricevuto la licenza quest’anno è perché tutti i documenti erano a posto. Ma c’è stata un po’ di leggerezza da parte loro. Credevano che questo progetto, che pure a detta dei tecnici dei droni è molto interessante, potesse decollare subito. Invece così non è stato e si trovano in difficoltà economiche. Ci sono stati ritardi nei pagamenti ai quali io e Marco Bellini abbiamo supplito, cercando altre risorse che abbiamo trovato».

Savio alle prese con una delle situazioni più difficili della sua storia di manager
Savio alle prese con una delle situazioni più difficili della sua storia di manager
Come avete fatto?

E’ stato determinante ancora una volta l’apporto del signor Sidermec, di Pino Buda. E’ stato lui che in questo periodo ci ha tirati fuori da una situazione che poteva anche essere problematica, perché l’esborso del primo nome è notevole. E capite che se comincia a essere in ritardo di uno, due e poi tre mesi la situazione diventa allarmante. Per quest’anno l’abbiamo risolta, però né io né Marco Bellini abbiamo intenzione di passare un’altra stagione come questa.

Quindi?

Quindi, nonostante il contratto della Drone Hopper depositato all’UCI, non abbiamo ancora fatto la richiesta di affiliazione. Per farla dobbiamo avere delle garanzie precise, ma intanto a giugno abbiamo fatto una videochiamata, dicendo a tutti quale fosse la situazione. Abbiamo fatto presente che erano tutti liberi di accasarsi in un’altra squadra. Ai giovani, per i quali abbiamo il contratto biennale, abbiamo detto che ci avremmo pensato noi.

Tesfatsion aveva già firmato con la Trek-Segafredo, Cepeda è già alla EF Edication
Tesfatsion aveva già firmato con la Trek-Segafredo, Cepeda è già alla EF Edication
Sembra l’ultimo atto della storia…

Lo abbiamo fatto nel caso in cui non potessimo continuare. Ma almeno nessuno domani potrà dire di aver perso una possibilità di lavoro perché Savio e Bellini non hanno detto come stavano le cose. Due mesi fa, abbiamo detto che non sappiamo se potremo continuare. Non dipende da noi, ma dalla Drone Hopper.

Qual e la situazione adesso? State cercando altri sponsor?

Ma scherzate? Abbiamo iniziato e stiamo continuando. Quelli di Drone Hopper sono brave persone, solo che a mio avviso sono stati troppo leggeri. Peraltro sono stati loro a interpellarmi. Abbiamo anche la fideiussione, ma non andiamo ad accollarci un rischio del genere. In questo momento lì stiamo sostenendo in tutto e per tutto, ma è ovvio che ci siamo mossi in altre direzioni. Ci sono trattative aperte. Reperire sponsor non è mai stato facile, ma vi assicuro per le esperienze che ho, che in questo momento è ancora più difficile, per tutte le problematiche che conosciamo. Per i costi dell’energia, l’economia, la guerra…

Giovanni Ellena (a sinistra) con Alessandro Spezialetti, entrambi diesse della Drone Hopper
Giovanni Ellena (a sinistra) con Alessandro Spezialetti, entrambi diesse della Drone Hopper
Sappiamo che Tesfatsion andrà alla Trek, altri si sono sistemati altrove?

Il passaggio di “Natalino” alla Trek è precedente. Chiaramente, per reperire le risorse e pagare tutti, abbiamo dovuto fare dei sacrifici. Abbiamo dovuto anche cedere i contratti di Jefferson Cepeda e Andrea Piccolo (passati entrambi alla Ef Education, ndr). Per questo Piccolo è rimasto con noi così poco. Con lui ho un ottimo rapporto, non è il ragazzo che mi avevano descritto. A Getxo è arrivato secondo e mi ha mandato un messaggio, dicendo: «Guarda, mi spiace perché avrei davvero voluto vincere con la vostra maglia e non mi è riuscito. Però ti voglio ringraziare perché se posso riprendere di nuovo a un certo livello è grazie a voi».

In che modo cedere Cepeda e Piccolo vi è stato di aiuto?

Il premio di valorizzazione, ricordate che ne abbiamo già parlato? Una clausola per cui se il corridore che ha il contratto con noi riceve l’offerta di una WorldTour può svincolarsi con il pagamento di una quota tramite la quale la nuova squadra ci riconosce l’averlo scoperto e valorizzato (anche il Team Sky ad esempio pagò per Egan Bernal, ndr). Non è intendersi come una penale perché penale non è, ma grazie a quegli importi, siamo riusciti a pagare le mensilità di fine mese.

Il passaggio di Piccolo dalla Drone Hopper alla EF ha permesso a Savio di pagare parte degli stipendi
Il passaggio di Piccolo dalla Drone Hopper alla EF ha permesso a Savio di pagare parte degli stipendi
Qual è la situazione attuale?

Siamo in attesa di risposte, dell’evolversi dei fatti. Non abbiamo assolutamente intenzione di chiudere, vogliamo continuare, ma lo faremo solo con delle garanzie. A parte Natalino, Cepeda e Piccolo, che io sappia nessuno si è ancora accasato fuori. C’è da dire che anche per i corridori non è un momento facile di mercato, non è assolutamente facile.

Vi siete dati una scadenza?

Non vale la pena darsi un termine, perché il termine arriva da solo, a novembre i giochi sono chiusi. Proprio per le difficoltà che ci sono state negli ultimi anni, sotto questo profilo l’UCI ha allentato un po’ le maglie. Nel senso che pagando ovviamente una penale, in questo caso è giusto chiamarla così, ci si può iscrivere oltre i limiti di regolamento.

Pino Buda, 82 anni, è il titolare della Sidermc. Qui con Bernal nel 2017
Pino Buda, 82 anni, è il titolare della Sidermc. Qui con Bernal nel 2017
In che modo potreste coinvolgere gli sponsor storici?

Pino Buda lo ringrazio di cuore e ci tengo che si sappia. Oggi la nostra squadra esiste ancora, grazie a Pino “Salvatore” Buda. Non è la prima volta che interviene e non possiamo chiedergli di farlo anche per il prossimo anno. Pino ci sarà sempre, ma dipenderà dalla dimensione della squadra e dalle problematiche della sua attività. Invece non ci sarà più Androni come secondo nome. Gli altri, gli sponsor un po’ storici come ad esempio Lauretana e Trecolli, continueranno. Ma una squadra devi edificarla dalle fondamenta, quindi prima devi avere la base

Manca il primo nome, insomma…

Come biciclette avevamo Bottecchia, che però ha avuto questo grave problema (un vasto incendio che il 25 settembre ne ha devastato la sede, ndr). Però le biciclette non sono un problema, avremmo delle alternative, quindi il problema principale è il primo sponsor, perché di lì nasce il resto. Insomma, Drone Hopper ci ha messo in una difficoltà non da poco. Io ci credo, noi siamo abituati a lottare, l’ho sempre fatto. E quindi essendo un’ottimista di natura, penso che in qualche modo continueremo. Vedremo in che modo… 

Il debutto “rosa” di Piccolo tra accoglienza super e fiducia totale

17.08.2022
6 min
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Andrea Piccolo ha già archiviato la sua prima gara, il Tour de l’Ain, con la EF Education-EasyPost. Il giovane corridore lombardo è passato in tempi rapidi nel corso dell’estate dalla Drone Hopper-Androni, team professional, alla squadra americana, team WorldTour.

Pino Toni, il suo coach, dice il motore è tra i più grossi che ci siano in Italia. Il team manager Jonathan Vaughters lo ha definito come il miglior talento italiano. E Giovanni Ellena che lo ha avuto tra le mani solo per poche settimane, per non dire giorni, gli ha visto fare allenamenti “da fenomeno”.

Il lombardo (classe 2001) ha mostrato subito forza e personalità (foto Instagram)
Il lombardo (classe 2001) ha mostrato subito forza e personalità (foto Instagram)

Gerarchie in gruppo

E allora sentiamo Piccolo stesso. Andrea in questi giorni dopo il Tour de l’Ain è tornato a casa, in attesa di ripartire per le prossime gare.

«Le cose vanno bene, dai… Finalmente – dice Piccolo – stanno girando per il verso giusto. Come è stato il primo impatto con la EF? Sicuramente si è notata la differenza che si ha nello stare in una WorldTour. Si vede una diversa organizzazione e anche in corsa si ha più possibilità di stare davanti. Vedi meglio la gara e altrettanto meglio la puoi impostare. E sei supportato dall’inizio alla fine».

Non è la prima volta che sentiamo parole di questo tipo da parte di corridori che dalle professional passano alle WorldTour, o viceversa. Ma cosa s’intende di preciso? E perché? Secondo Piccolo c’è una sorta di gerarchia da rispettare. Gerarchie che partono e coinvolgono anche le continental.

«Quando ero alla Colpack, una continental, e facevamo le corse più importanti eravamo sempre dietro, al massimo a centro gruppo. E lì sentivi tutti i rilanci, ti prendevi tutta la bagarre. Con la professional vai un po’ più avanti. O almeno ci vai dopo che è partita la fuga. Con la WorldTour sei davanti. Che poi sono posizionamenti che si vedono anche alla televisione.

«Quel che cambia dunque sono le energie risparmiate. Fare 200 chilometri davanti, dove si va più regolari, dove si vede meglio l’andamento della corsa, e di conseguenza puoi fare qualcosa e ragionare, è diverso che stare dietro. E’ diverso che prendere le “frustate” e spendere un bel po’ di energie in più.

«Magari c’è un momento in cui avviene un attacco e stando davanti tu lo vedi, lo gestisci. Se invece non te lo aspetti spendi più energie e sei sempre costretto a tirare, a rincorrere».

Andrea Piccolo (al centro) con i suoi nuovi compagni della EF al Tour de l’Ain (foto Instagram)
Piccolo (al centro) con i suoi nuovi compagni della EF al Tour de l’Ain (foto Instagram)

Accoglienza top

In EF Education-EasyPost Piccolo è stato accolto alla grande. E quando gli facciamo notare quel che ci ha detto Vaughters circa il suo talento, Andrea fa un sorriso…

«Ho avuto un bell’impatto con la nuova squadra – spiega Piccolo – e anche con Vaughters e con Wegelius (il direttore sportivo, ndr). Li ringrazio entrambi per la fiducia che mi hanno dato, ma spetta a me dimostrare quel che valgo. A parole sono bravi tutti!

«Per ora ho fatto vedere qualcosina con la Drone Hopper-Androni e già nella prima tappa del Tour de l’Ain con loro. Poi sono caduto e la sfortuna mi ha un po’ condizionato nei giorni successivi. Però avevo già l’opportunità di fare bene».

In pratica sin da subito in EF hanno detto si poteva fare la corsa per Piccolo. Lo hanno visto brillante e gli hanno dato in mano “le chiavi” del team.

E quando Andrea dice che una WorldTour ti supporta dall’inizio alla fine ecco cosa intendeva: «Premesso che sono sensazioni che hai e che avverti vi faccio un esempio.

«Durante la seconda tappa del Tour de l’Ain, visto come ero andato nella prima (era stato nono, ndr), si faceva la corsa per me. C’era una discesa e così ci siamo compattati per affrontarla davanti. Una volta in fondo, terminati i pericoli, ci siamo rilassati e mi sono fermato per fare pipì. L’ho detto alla radio. Quando ho messo piede a terra un compagno si è fermato ad attendermi senza che nessuno gli dicesse nulla».

Per Piccolo questa è musica nelle orecchie. Non è pressione che si fa sentire e diventa un blocco. «Ma pressione che fa piacere – dice lui stesso – e che trasformo in adrenalina».

Ad Alberobello Piccolo ha fatto il pieno di emozioni: il ritorno in corsa, l’abbraccio dei suoi cari e in serata la chiamata del procuratore
Ad Alberobello Piccolo ha fatto il pieno di emozioni: il ritorno in corsa, l’abbraccio dei suoi cari e in serata la chiamata del procuratore

Svolta nella svolta

Da come si era messa sin dall’anno scorso le cose stavano andando di male in peggio. I problemi fisici, la rescissione del contratto con l’Astana. Il ritorno tra gli U23, l’approdo alla Gazprom-RusVelo che ha chiuso i battenti.

Poi un raggio di luce con la Drone-Hopper, che diventa un sole potente con la rosea maglia della EF Education-EasyPost.

 

«Il primo contatto con la EF – racconta Piccolo – è nato la sera stessa del campionato italiano. Mi ha chiamato Acquadro e mi ha detto che c’erano due o tre possibilità di andare in una WorldTour. Il primo giorno di riposo del Tour ho parlato con loro e prima della fine della Grande Boucle si è definito il tutto. Poi il contratto l’ho firmato ad agosto, chiaramente».

Quel giorno dunque ad Alberobello Piccolo ha vissuto un turbinio di emozioni. Andrea era già emozionato per il quarto posto al tricolore, ma non sapeva che le sorprese non erano finite dopo l’arrivo.

Andrea Piccolo
Il corridore di Magenta è stato azzurro anche nelle categorie giovanili. Chissà che Bennati (o Amadori) non lo prendano in considerazione…
Andrea Piccolo
Il lombardo è stato azzurro anche nelle categorie giovanili. Chissà che Bennati (o Amadori) non lo prendano in considerazione…

Sognando il Lombardia

Piccolo va forte un po’ su tutti i terreni, ma lui si sente soprattutto scalatore. Il suo calendario passa per la trasferta americana: Maryland, le prove canadesi e quindi le gare del calendario italiano, fino al Lombardia.

«Beh – continua Piccolo – il Lombardia è duro e certe corse non si vincono per caso, ma con le gambe. Alla fine se ci si arriva senza pressione e se dovessi avere una buona giornata… Su carta è adatto a me.

«Io sostanzialmente farò corse di un giorno e sto andando forte, ma per mostrare meglio i miei valori serve correre di più e nell’ultimo anno ho gareggiato poco. Per mostrare davvero il valore serve fare corse a tappe e fare una stagione piena».

L’avventura di Piccolo sembra davvero essere iniziata sotto una buona stella. Speriamo che per questo ragazzo si possa raccontare di grandi successi. Il primo approccio è stato buono. Nel team c’è già un altro corridore italiano con il Dna da campione nel sangue, Alberto Bettiol.

«Alberto ancora non l’ho visto – conclude Piccolo – ma non vedo l’ora di iniziare a correre e lavorare con lui».

«Magari anche in nazionale?», lo incalziamo… «Eh – sospira – magari anche in nazionale».

Piccolo (già) saluta la Drone Hopper. La EF lo aspetta

01.08.2022
5 min
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Poco più di un mese. E’ la permanenza di Andrea Piccolo alla Drone Hopper-Androni. Le voci di qualche giorno fa che lo davano verso la EF Education-EasyPost sono vere e da oggi, primo agosto, con il ciclomercato aperto, il trasferimento è possibile.

Giovanni Ellena, direttore sportivo di lungo corso e pietra miliare del gruppo di Gianni Savio e Marco Bellini, e Savio stesso ci confermano che questo addio è ufficiale: da oggi Andrea Piccolo è del team americano.

Campionato italiano 2022, Piccolo rientra alle gare dopo quasi 5 mesi di stop ed è subito quarto (foto Drone Hopper/Sirotti)
Campionato italiano 2022, Piccolo rientra alle gare dopo quasi 5 mesi di stop ed è subito quarto (foto Drone Hopper/Sirotti)

Terza squadra del 2022

Piccolo era finito nel ginepraio della Gazprom-RusVelo. Una corsa ad inizio anno e poi nulla più. Nulla più fino al 26 giugno, quando 36 ore dopo aver avuto il via libera per passare alla Drone Hopper-Androni ce lo eravamo ritrovati al Alberobello, dove aveva ottenuto un eccellente quarto posto.

Di fatto si tratta del terzo cambio di maglia nella stessa stagione (la quarta se si considerano i 12 mesi, visto che la scorsa estate era ancora all’Astana). Ma i motivi stavolta sono buoni, di certo migliori della volta precedente. Si tratta di motivi sportivi, di prestazioni e non di una guerra, quella russo-ucraina, che tra l’altro ha ben poco a che fare con il ciclismo.

Tutto è avvenuto in modo estremamente veloce. Tutto è avvenuto nella seconda metà di luglio. Con il corridore quasi colto di sorpresa. Evidentemente gli uffici del suo procuratore Giuseppe Acquadro, che ha capito la forza dell’atleta, hanno fatto effetto.

«Marco Bellini ed io – dice Savio – prendemmo la decisione di accogliere Andrea Piccolo. Le info su di lui non erano ottime, ma gli abbiamo voluto dare fiducia. Ho avuto modo di conoscere questo ragazzo e devo dire che ho stretto un ottimo rapporto con lui. Oltre che un ottimo atleta, ho trovato un ragazzo che si è impegnato al massimo. Un ragazzo educato, intelligente e sensibile. Proprio l’altro ieri alla vigilia del Circuito de Getxo mi ha scritto: “Gianni domani è l’ultima gara con la tua maglia, sto bene e voglio davvero fare bene per voi”.

«Vi dico adesso, in tempi non sospetti, che Andrea Piccolo diventerà un grande corridore. E’ un talento».

Piccolo (classe 2001) passerà alla EF Education-EasyPost. Con la Gazprom aveva corso solo la Valenciana
Piccolo (classe 2001) passerà alla EF Education-EasyPost. Con la Gazprom aveva corso solo la Valenciana

In un attimo…

«La questione è nata strada facendo e in tempi ristretti – dice Ellena – quando per esempio qualche tempo fa feci quell’intervista con voi su Piccolo, non si sapeva proprio nulla del suo trasferimento.

«Ti contatta una WorldTour e cosa dici al ragazzo, di non andare? Impossibile. Di là avrà più soldi, più stabilità in merito ai calendari e sul futuro, con contratti di due o tre anni… Magari ci si chiede come mai, gli altri non ci avessero pensato prima. E noi lo abbiamo cercato quando tutti se lo erano dimenticato». 

«Io – riprende Ellena – sono andato a trovarlo nel ritiro a Cervinia. Vedevo che parlando del 2023 abbassava un po’ lo sguardo e così gli ho chiesto cosa ci fosse. E lui: “Non so come dirtelo, ma sono stato contattato dalla EF”. In quel momento però non c’era ancora nulla di certo».

Il lombardo ieri è arrivato 2° al Circuito de Getxo battuto da Ayuso. Andrea era in rimonta
Il lombardo ieri è arrivato 2° al Circuito de Getxo battuto da Ayuso. Andrea era in rimonta

Il premio per il team

La speranza almeno per la Drone Hopper-Androni, come accade nel calcio, è che almeno questo passaggio si possa monetizzare e che possa aiutare il team ad andare avanti. Come di fatto accadde con Bernal.

«Certo che qualcosina abbiamo monetizzato – chiarisce Savio – e non c’è nulla di scandaloso. Sciocco chi pensa il contrario. Scandaloso è se io monetizzo e magari da mesi non pago gli atleti, ma così non è.

«Si è parlato e si parla tuttora di penali, io parlo invece di “premio di valorizzazione dell’atleta”. Penale, lo dice il vocabolario della lingua italiana, penalizza qualcuno. Prendendo il caso Bernal, nessuno è stato penalizzato. Il corridore andò a guadagnare esattamente il triplo, noi ricevemmo un compenso e la Sky si ritrovò un giovane corridore che l’anno dopo vinse il Tour.

«Quindi sì: abbiamo ricevuto un piccolo riconoscimento economico anche per Piccolo e, aggiungo, per Cepeda che lo seguirà in EF (è il delfino e amico di Carapaz, anche lui verso il team americano, ndr). Chiaramente si parla di cifre ben più basse rispetto al caso Bernal: sia perché Andrea era in scadenza a fine anno, sia perché comunque aveva risultati minori. Insomma c’è una serie di parametri da valutare».

«Poi è chiaro: avrei tenuto con piacere Piccolo un altro anno per rilanciarlo definitivamente. Mi sarebbe piaciuto almeno finire la stagione e vincere con lui qualche corsa del calendario italiano. Ma ripeto, come si fa a trattenerlo di fronte a compensi decisamente migliori e calendari che lo porteranno a confrontarsi con i più grandi corridori? Noi siamo la professional che ha lanciato più corridori nel WorldTour: nove in quattro anni».

Ellena ha sottolineato le qualità di Piccolo anche in allenamento. Qui a Cervinia (foto Instagram)
Ellena ha sottolineato le qualità di Piccolo anche in allenamento. Qui a Cervinia (foto Instagram)

Piccolo: talento e lavoro

Ellena ha lavorato poco tempo con Piccolo, ma il rapporto era già buono anche con il diesse. Casualità noi stessi vedemmo Piccolo ed Ellena al Giro della Valle d’Aosta, quando la corsa arrivò a Cervinia. 

Piccolo passò sotto il traguardo un quarto d’ora prima dell’arrivo della corsa ed Ellena lo incrociammo al mattino. Giovanni era lassù per dare un occhio alle giovani leve e per seguire i suoi ragazzi, tra cui appunto Andrea, che stavano facendo l’altura.

«Non ci aspettavamo questa svolta improvvisa – dice Ellena – ma faccio in bocca al lupo al ragazzo. Mi dispiace non averlo diretto in corsa… 

«Da quel che mi dicono i colleghi, Cheula e Spezialetti, che lo hanno avuto tra l’italiano, Sibiu e Getxo, Andrea è un bravissimo ragazzo. Io l’ho seguito in allenamento proprio in quei giorni a Cervinia. Sono rimasto davvero stupito quando l’ho visto salire in quel modo sul Saint Pantaleon. Non tanto per i watt che controllavo dalla macchina (altissimi), ma per come andava veloce, per la sua cadenza, la sua pedalata. A quel ritmo uno normale sarebbe stato a tutta, lui quasi non sudava. Andava su come una Pasqua!

«Ti accorgi subito di avere di fronte un certo tipo di corridore. E infatti quella sera chiamando Bellini gli dissi: “Questo è un fenomeno”. E poi si vede da come si muove in gruppo, da come legge la corsa».

Bellini: tutti bravi a fare gli squadroni con certi budget

19.07.2022
6 min
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Negli anni in cui il calcio era più genuino di adesso, tra i ’70 e gli ’80, le squadre italiane avevano padroni italiani. Alla RAI c’era una trasmissione chiamata Il Processo del Lunedì, creata e condotta da Aldo Biscardi, in cui quasi ogni settimana avvenivano duelli divertiti ma convinti fra il presidente della piccola Ascoli Calcio – Costantino Rozzi – e quelli di club ben più grandi. Fra questi, l’avvocato “Peppino” Prisco vicepresidente dell’Inter era uno dei più sanguigni. Il nodo del dibattere era quanto fosse facile lottare per lo scudetto con i budget miliardari a sua disposizione e quanto fosse complicato inseguire la salvezza disponendo di risorse decisamente più basse. Alla fine, anche i grandi dovevano convenire sul fatto che il vulcanico marchigiano avesse ragione.

Parlando ieri con Marco Bellini, che assieme a Gianni Savio manda avanti con dignità la Drone Hopper-Androni, sono tornati alla memoria alcuni di quei passaggi infuocati, vissuti con il patriottismo dei ragazzini fedeli alla bandiera (in apertura, i due sono con Scarponi al Giro d’Italia 2009 a Roma). Per cui, in questo momento della stagione in cui le grandi squadre WorldTour fanno mercato, che cosa succede nelle più piccole? E come si fa a restare a galla in un ciclismo votato ai grandi sponsor dai budget illimitati, in cui la stessa autorità sportiva fa di tutto per emarginare gli altri?

Il 1994 è stato l’ultimo anno da dilettante di Bellini (qui ai mondiali di Sicilia). Correva con la Brunero di Damilano
Il 1994 è stato l’ultimo anno da dilettante di Bellini (qui ai mondiali di Sicilia). Correva con la Brunero di Damilano

Cinque anni da pro’

Bellini è nato nel 1969. E’ stato professionista come suo padre prima di lui dal 1995 al 1999 e ha vissuto sulla sua pelle l’avvento del WorldTour per come è inteso oggi. Prima come direttore sportivo e adesso come manager. Nel resto del tempo dirige la sua azienda agricola, la Prevostura in provincia di Biella, in cui produce vini e organizza eventi.

«Che cosa si fa in questa fase di mercato – riflette – dipende da che squadra hai. Noi vogliamo fare da anni il salto di qualità, per arrivare al livello delle professional francesi, che sono un riferimento. Ma il mercato che puoi fare dipende dal budget a disposizione. I corridori buoni hanno ambizione WorldTour oppure puntano a ottimi contratti e a quel punto dipende dalla disponibilità. Per cui una squadra come la nostra non fa che sondare quali siano i giovani di talento e confermare quelli che già ci sono e hanno reso al meglio. E poi si va a ripescare le scommesse, come abbiamo già fatto in passato. Cercando però di investire sulla scommessa giusta e non sugli azzardi. Piccolo è una di queste».

Piccolo è arrivato in squadra con una cattiveria tutta sua dopo due anni neri (foto Drone Hopper/Sirotti)
Piccolo è arrivato in squadra con una cattiveria tutta sua dopo due anni neri (foto Drone Hopper/Sirotti)
Le scommesse, come le chiami, di solito hanno voglia di dimostrare? Pensiamo negli anni scorsi a Scarponi e Cattaneo e ora Piccolo…

La fame sportiva è importante nell’aspetto psicologico dell’atleta. Con Piccolo abbiamo fatto poco in questo senso, perché è arrivato con la cattiveria di due anni in cui ha sofferto e per vari motivi non è riuscito a correre. Una cattiveria tutta sua. Invece per quanto riguarda i giovani, vedo che gli stranieri sono spesso più determinati dei nostri, che sono abituati sempre bene. Bisognerebbe portarli un po’ più spesso all’estero e smettere di farli sentire dei fenomeni. Tanti giovani italiani puntano al WorldTour, ma non è detto che ne abbiano il livello.

Essere stato corridore ti è utile?

Per quel che riguarda la scelta degli atleti e il modo di parlarci, senza dubbio. Per la consapevolezza e cosa puoi ottenere. Per il resto, non più di tanto. Se il problema è la difficoltà di budget, devi fare i conti in modo obiettivo. Non è detto che tu non possa avere buoni corridori, ma il ciclismo è tanto cambiato.

Gabriele Benedetti è stato tricolore U23 nel 2021: finora fermo per un problema al ginocchio
Gabriele Benedetti è stato tricolore U23 nel 2021: finora fermo per un problema al ginocchio
Che cosa pensi della scelta della Bardiani di creare un team U23?

Non mi sento di giudicarli. Avranno pensato che serva e visto che hanno la struttura e un tecnico come Rossato, lo hanno fatto. Di sicuro comporta un dispendio di energie e risorse. In piccolo è quello che stanno facendo le squadre WorldTour. La filosofia è giusta, se hanno budget e uomini per farlo.

Drone Hopper cresce come si è detto all’inizio?

Drone Hopper sta facendo quello che ha garantito. Sapevamo che si tratta di una start up, che ha firmato un buon contratto al livello del primo nome in una squadra professional. Non ci siamo mai illusi, come si è scritto da qualche parte, che fosse il grande sponsor della svolta. Bisogna vedere come crescono nell’ambito dei droni e dell’industria aerospaziale. Ma di certo il suo presidente Pablo Flores crede nel ciclismo come veicolo promozionale. Bisogna aspettare che decollino davvero.

Per Umba 21 giorni di corsa nel 2022. Lo scorso anno primo a la Planche des Belles Filles al Tour of Alsace
Per Umba 21 giorni di corsa. Lo scorso anno 1° a la Planche des Belles Filles al Tour of Alsace
Come va con Savio, che coppia siete?

Lavoro con lui da vent’anni, prima come tecnico e poi nella stessa società. Siamo totalmente complementari. Lui si occupa di comunicazione, io della parte burocratica. Non abbiamo mai litigato, ma per contro ci diciamo sempre le cose in modo diretto e non nego che qualche confronto a volte ci sia.

Sappiamo di Piccolo e Ciuccarelli, su quali altri nomi vi state muovendo?

Piccolo non ha il contratto per il 2023, solo per quest’anno. E poi, visto che abbiamo in ballo trattative con due grandi aziende, dobbiamo aspettare ancora un po’ per sapere esattamente a quanto ammontino le risorse e se il budget crescerà. Se potremo puntare su corridori che diano delle semi-garanzie, lo faremo. Altrimenti ci orienteremo sui 4-5 giovani che abbiamo già individuato.

Ciuccarelli, marchigiano classe 2000, è il primo acquisto 2023 per la Drone Hopper-Androni
Ciuccarelli, marchigiano classe 2000, è il primo acquisto 2023 per la Drone Hopper-Androni
C’è anche qualcuno da recuperare, no?

Benedetti, cui teniamo molto. Il fatto che potesse correre quest’anno serviva per dargli una buona base per il prossimo. Poi Umba, Grosu che ha avuto un Covid molto lungo e Restrepo che andava fortissimo, ma si è fratturato al Giro di Grecia.

Bici Bottecchia per il 2023 o si cambia?

Si doveva cambiare nel 2022 passando a Dynatek, ma non c’era abbastanza materiale e bisogna ringraziare Bottecchia che ci ha salvato. E ora che sono stati acquisiti da Fantic, abbiamo già avuto un incontro per capire se si riuscirà a proseguire con loro, visto che ci siamo trovati molto bene. E adesso scusate, ma ho una videoconferenza con l’UCI.

Bottecchia è stata acquisita da Fantic: si sta trattando per proseguire con la sponsorizzazione (nella foto, Bais)
Bottecchia è stata acquisita da Fantic: si tratta per proseguire insieme (nella foto, Bais)
Per parlare di cosa?

Hanno cambiato i revisori dei conti e prima di passare alla fase di registrazione, stanno facendo incontri con tutti per illustrare i nuovi termini e le scadenze. Spiegano tutto punto per punto. E dato che mi occupo anche di questo, adesso metto su la cuffia e per un’oretta non ci sono per nessuno…

Piccolo e Drone Hopper, parola d’ordine: fiducia. Parla Ellena

29.06.2022
5 min
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Andrea Piccolo il suo posto al sole se lo sta sudando centimetro dopo centimetro e, per quello che si è visto domenica in Puglia, le carte le ha ancora tutte in regola. Dalla medaglia di Innsbruck 2018, gli europei crono e le 14 vittorie nel 2019 da junior, nulla è andato come sognava. Non è per nulla facile essere dei predestinati, perché se per sbaglio ci credi, perdi di vista l’obiettivo e il cammino per raggiungerlo. A vent’anni succede, per questo i due secondi posti al Team Colpack nel 2020 avrebbero dovuto suggerire che Andrea avesse bisogno ancora di tranquillità, protezione e fiducia. Invece il contratto era stato firmato e rincorrendo il mito d’altri prodigi, s’è deciso di rispettarlo.

Europei juniores 2019, Piccolo fra De Candido, Cassani e Villa dopo l’oro nella crono juniores
Europei juniores 2019, Piccolo fra De Candido, Cassani e Villa dopo l’oro nella crono juniores

WorldTour e ritorno

Ma Piccolo con l’Astana non ha mai corso. Ha ripiegato sulla Viris Vigevano e ha vinto tre corse. Poi ha firmato con la Gazprom, convinto di aver trovato la svolta, ma anche lui non poteva aspettarsi come sarebbe finita la storia.

Sono svolte che ti fanno perdere la testa. E se anche all’inizio la voglia un po’ è passata, Andrea a un certo punto si è rimboccato le maniche. Per la preparazione il milanese (che in apertura è in azione ai tricolori, foto Drone Hopper/Sirotti) si è affidato a Pino Toni. Si è sganciato dalla lotta avviata dal resto dei compagni. E il nuovo agente, Acquadro, ha bussato alla porta di Savio. Il tesserino per correre con la Drone Hopper-Androni è arrivato 36 ore prima del campionato italiano.

Piccolo in maglia Astana nell’inverno 2020-2021, ma con il team kazako non correrà mai
Piccolo in maglia Astana nell’inverno 2020-2021, ma con il team kazako non correrà mai

Una storia di rilanci

Curiosamente la squadra di Savio ha una bella storia di rilanci. Da Scarponi al Rujano della seconda volta, passando per Mattia Cattaneo restituito integro e forte al ciclismo che conta. Merito delle persone che lavorano là dentro. Della consapevolezza che essere concreti è meglio di ogni altra cosa. E della sintonia fra tecnici e manager, che ha in Giovanni Ellena una sorta di padre buono e regista d’eccezione.

«L’ipotesi di prendere Piccolo – racconta il piemontese – è venuta fuori a marzo-aprile. Acquadro ha chiamato Bellini dicendo che c’era questa possibilità e di valutare la situazione. Poi si sono mossi Bellini e Gianni (Savio, ndr) per le contrattazioni e tutto il resto…».

Agosto 2021, Piccolo riparte dalla Viris Vigevano e centra il podio di Capodarco, dietro Raccani e Tolio
Agosto 2021, riparte dalla Viris Vigevano e centra il podio di Capodarco
Di cosa ha bisogno un ragazzo di 21 anni che ha preso così tante porte in faccia?

Siamo all’ennesimo caso di un corridore di talento, perché tutti sappiamo il talento che ha e il fatto che fra i giovani italiani forse è il migliore, che si è perso perché è stato lasciato alle sue sbandate e ai suoi problemi. Gli è mancata una realtà a dimensione umana. Non voglio accusare l’Astana, quello che si vede è che probabilmente manca un passaggio intermedio tra il grande WorldTour e il dilettantismo italiano. Di cosa ha bisogno? Chiaramente e semplicemente di fiducia. Di sapere che quel che era, può esserlo ancora.

Sono cose che hai già visto?

E’ una cosa che ho sempre detto a Cattaneo. Quello che hai fatto al Giro d’Italia (Mattia Cattaneo vinse nello stesso 2011 il Giro d’Italia U23 e quello delle Pesche Nettarine, ndr) non è che sparisce. Se non ti sei ammalato o hai avuto altri problemi, sei ancora quello là. Quindi basta tirar fuori la grinta, le unghie e via.

Appena un assaggio di Gazprom alla Valenciana e poi lo stop
Appena un assaggio di Gazprom alla Valenciana e poi lo stop
Serve grande determinazione…

Al di là di problemi che può aver avuto, questo ragazzo dal punto di vista della determinazione non ha niente da invidiare. Uno che rimane senza squadra e continua allenarsi come ha fatto lui dimostra che la testa c’è. E’ stato a Livigno in altura per i fatti suoi. E’ arrivato all’italiano senza ancora essere sicuro di correre. Il tesserino è stato staccato praticamente mentre lui aveva già il volo prenotato per la Puglia. Di conseguenza ha dimostrato di essere molto determinato. Tanto è vero che, finito l’italiano, ha chiesto a Spezialetti di poter fare anche il Sibiu Tour. Così lo abbiamo messo in squadra al posto di qualcun altro che purtroppo non ha la condizione che si pensava.

Che cosa gli avete chiesto?

Semplicemente di ritrovare se stesso, di qui a fine stagione. Che la cosa più importante è recuperare il corridore e poi avremo tempo il prossimo anno per raccogliere qualcosa. 

Il quarto posto ai campionati italiani sono il segno per Piccolo che le cose ora girano bene (foto Drone Hopper/Sirotti)
Il quarto posto ai campionati italiani sono il segno per Piccolo che le cose ora girano bene (foto Drone Hopper/Sirotti)
Programma gare?

Di qui a fine stagione, andrà prima al Sibiu Tour. Poi farà le corse in Spagna, Vilafranca, Ordiza e Getxo. Poi Sazska Tour in Repubblica Ceca e Tour du Limousin in Francia. E poi l’attività in Italia di fine stagione. Secondo me il ragazzo raccoglierà qualcosa già quest’anno…