EDITORIALE / Perché Tiberi non ha corso la crono under 23?

20.09.2021
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Ai mondiali di Harrogate, facendosi notare per un rocambolesco cambio di bici nei primi metri di corsa, Antonio Tiberi portò a casa l’oro della crono juniores. Un grande risultato che faceva immaginare un futuro radioso sia per la sua carriera di club, sia ovviamente in nazionale. Uno che vince l’oro da junior te lo aspetti in azzurro anche da under 23. Ti aspetti che i tecnici federali se lo contendano, lo seguano, lo mettano al centro di un progetto che lo porterà negli anni successivi a giocarsi il titolo fra i grandi.

Il 2020 è stato l’anno balordo che tutti ricordiamo, per cui gli under 23 non hanno avuto vetrine internazionali. Quest’anno qualche segnale fra i grandi Tiberi lo ha lanciato e giusto la scorsa settimana ha centrato un nono posto nella cronometro dello Skoda Tour of Luxembourg. E allora perché non è stato convocato per i mondiali under 23 della crono in Belgio? Perché non è stato organizzato per lui un piano di avvicinamento alle sfide di Bruges? E perché, volendo ampliare l’angolazione, non è stato portato al Tour de l’Avenir? 

Prima del via, Baroncini parlava di bici con Irizar e De Kort della Trek: l’anno prossimo sarà ai mondiali della crono?
Prima del via, Baroncini parlava di bici con Irizar e De Kort della Trek: l’anno prossimo sarà ai mondiali della crono?

Nessuna regola

L’Unione ciclistica internazionale non ha regole che impediscano agli atleti WorldTour di essere convocati, vige pertanto una sorta di blocco tutto italiano, per cui si preferisce puntare sugli atleti delle continental e delle squadre di dilettanti, aprendo al massimo la porta a quelli che provengono dalle professional, come confermano le ripetute convocazioni di Zana. Filosofia rispettabile, ma non condivisibile. Tiberi non avrebbe il diritto (sportivo) di continuare a crescere nella specialità con la quale ha reso grande il suo Paese? E non avrebbe lo stesso diritto Filippo Baroncini, che giusto oggi ha ottenuto il nono posto fra gli under 23, anche se dal prossimo anno sarà anche lui alla Trek-Segafredo?

Struttura unica

Per ammissione di Roberto Amadio, responsabile delle nazionali, con la sua organizzazione sportiva l’Italia rappresenta un’eccezione. E questo, ad avviso di chi scrive, rischia di penalizzare i nostri atleti se la Federazione per prima non deciderà di recitare nuovamente un ruolo da protagonista. Il punto forse è fare chiarezza su quale debba essere l’atteggiamento delle nazionali giovanili in questo Paese, culla del ciclismo e capace allo stesso tempo di aggrovigliarsi su se stesso, perdendo occasioni d’oro.

Come abbiamo già visto analizzando la situazione degli juniores, il tecnico federale fa il selezionatore e sta ai direttori sportivi preparare gli atleti. Un cambiamento introdotto quando il Centro Studi distribuì in giro la preziosa qualifica e ritenne che la Federazione potesse lavarsi le mani della preparazione degli atleti di interesse azzurro. I direttori sportivi sarebbero stati in grado, si disse, di gestire la preparazione dei ragazzi. Solo che, senza il filtro e la vigilanza federale, alcuni lo hanno fatto con l’ottica di farli crescere e altri avendo come unica stella polare il risultato.

Tiberi ha vinto il mondiale della crono nel 2019 nello Yorkshire. Qui con il tecnico De Candido
Tiberi ha vinto il mondiale della crono nel 2019 nello Yorkshire. Qui con il tecnico De Candido

Dubbio under 23

Che cosa si deve fare fra gli under 23? L’atleta che conquista un titolo mondiale va considerato un capitale dell’intero movimento nazionale e come tale gestito a quattro mani, fra il club e la Federazione? Oppure si volta la pagina e ci si lascia alle spalle la preziosa occasione di farlo crescere perché un domani porti a casa altre medaglie? Basterebbe semplicemente dirsi chiaramente quali siano gli obiettivi e attenersi alla normativa internazionale. Tutto il resto complica le cose e non rende giustizia ai corridori. Affrontare un mondiale contro i pari età è il solo modo per crescere ed è la chiave grazie alla quale la Federazione può monitorare gli step di crescita dei suoi atleti. Limitarsi a selezionarli, avendo identiche possibilità di vincere o perdere, non è gratificante per nessuno. Un tecnico federale dovrebbe avere il diritto, la possibilità e soprattutto la voglia di fare di più.