Domani si comincia e tutti scommettono su Van der Poel

05.05.2022
4 min
Salva

Saranno 190 chilometri pianeggianti fino allo strappo finale di Visegrad. Probabilmente un gioco da ragazzi. Verrebbe da dire che vincerà chi sarà in grado di prendere la miglior rincorsa, ma nel ciclismo non c’è nulla di banale e in quegli ultimi 5,6 chilometri ci sarà da divertirsi. Certamente da sgomitare. Il Giro comincia e Van der Poel appare concentrato. E anche se lo tirano tutti per la manica, ricordando quanto fece al Tour 2021 sul Mur de Bretagne, l’olandese raffredda gli animi. Lì c’era la dedica per suo nonno Raymond Poulidor e la maglia gialla mai vestita. Lì era un’altra storia.

«Sembra semplice prendere la rosa – dice – ma tanti penseranno di poterlo fare. Bisognerà vedere chi avrà lo spunto migliore. Il sogno di prendere la maglia gialla era un po’ più grande, vista la storia che c’era dietro. Voglio assolutamente provare a indossare anche io la rosa, ma non sarà facile. Indossare la maglia di leader dei tre Giri non è un obiettivo. Tutti sanno che ho in testa obiettivi più concreti. Non è un segreto che voglio essere campione del mondo in tutte e tre le discipline».

Giro e Tour

La strada è lunga, ammette abbassando lo sguardo. Ma si scuote e richiama tutti alla concretezza. Intanto si sa che la Alpecin-Fenix, in omaggio al secondo sponsor che è italiano, correrà con la maglia color verde comodoro, per il lancio di una nuova pittura murale, il cui nome X-Kin compare sulla maglia.

«Voglio finire il Giro e il Tour quest’anno – dice – l’anno scorso ho abbandonato il Tour perché stavano arrivando anche le Olimpiadi. Quest’anno non è così e quindi è un’altra storia. Si sente spesso dire che finire un Giro ti rende un corridore più forte e mi piacerebbe vedere se è vero. La preparazione non è stata delle migliori. Non credo di essere più fresco perché ho cominciato dopo. Recuperare da un infortunio logora anche di più. Perciò fra i tanti punti interrogativi c’è anche vedere come reagirà il mio corpo davanti alle salite della terza settimana».

Tour 2021, Van der Poel fa la crono della vita a Laval e salva la maglia gialla
Tour 2021, Van der Poel fa la crono della vita a Laval e salva la maglia gialla

La crono dimenticata

Domani si comincia. Da Budapest al Castello di Visegrad. A cose normali forse la squadra avrebbe puntato su Merlier, ma Tim non si è ripreso dalla caduta di Roubaix, per cui per le volate è tornato in ballo Mareczko.

«Ho provato l’arrivo – dice Mathieu – non sarà sicuramente facile. E’ un po’ come la tappa di apertura del Tour 2021, dove le cose andarono storte (a Landernau vinse Alaphilippe e Van der Poel si piazzò 20°, ndr). Non so se i velocisti saranno in grado di resistere, penso che Caleb Ewan sarà lì. Non sarà facile uscire in rosa dalla prima tappa, ma ci proverò. E se non dovesse bastare Visegrad, magari posso pensare alla crono del giorno dopo. Non posso dire di averci lavorato tanto (ride, ndr), appena un giorno nelle ultime settimane. Al Tour lo scorso anno andai bene, quindi non ho cambiato quasi nulla in termini di posizione. Ma non dico nulla, c’è tanta gente che si è preparata. Non io. E so che dovrò lavorarci tanto in futuro».

Debutto al Giro per Van der Poel. Il suo obiettivo 2022 è concludere poi anche il Tour
Debutto al Giro per Van der Poel. Il suo obiettivo 2022 è concludere poi anche il Tour

Il podio? Meglio Dumoulin

L’ultimo sorriso gli scappa quando gli riportiamo la battuta di Contador sul fatto che Alberto lo vedrebbe sul podio finale di questo Giro.

«Io sul podio? Forse dopo il primo giorno – sorride – ma la classifica finale non è un obiettivo. Nemmeno la maglia a punti. Cerco di vincere le tappe e di prendere la maglia rosa se mi sarà possibile. Il resto lo lascio a quelli più adatti, compreso Dumoulin. Sono molto curioso di vedere cosa potrà fare. Seguii ogni giorno dal divano il suo Giro del 2017, spero che sia nuovamente forte».

Il Muro Ca’ del Poggio: territorio, Prosecco e Giro d’Italia

05.05.2022
5 min
Salva

Un muro che regala emozioni. Il Muro di Ca’ del Poggio è una lingua di asfalto della lunghezza di 1.155 metri con una pendenza media del 12,7 % che si trova nel comune di San Pietro di Feletto. 

Uno strappo legato indissolubilmente al Giro d’Italia e non solo, che ha visto il passaggio della corsa rosa cinque volte dal 2009 ad oggi. Quest’anno il 26 maggio sarà per la sesta volta teatro di un altro passaggio in occasione della 18ª tappa da da Borgo Valsugana a Treviso.

E’ considerata la salita simbolo delle Colline del Prosecco, che il 7 luglio 2019 sono state riconosciute dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità. Un fenomeno ciclistico che lega un territorio e le sue eccellenze, con le due ruote. Non a caso questo muro vanta un gemellaggio con il Muro di Grammont, e il Mûr-de-Bretagne: celebri appuntamenti che hanno scritto pagine di storia del ciclismo. Andiamo a scoprire insieme ad Alberto Stocco, titolare di Ca’ del Poggio, ciò che sta dietro a questa eccellenza. 

La salita è circondata dalle colline del Prosecco Patrimonio dell’UNESCO
La salita è circondata dalle colline del Prosecco Patrimonio dell’UNESCO

Legato al Giro

Poco più di un chilometro in grado di fare arrivare appassionati da tutto il mondo. Quando nasce e cosa lo rende speciale? 

«Il muro nasce – racconta Stocco – nel 2009 con il primo passaggio del Giro d’Italia, in quel momento viene battezzato come Muro di Ca’ del Poggio. Da allora sono passati cinque Giri, due Giri d’Italia under 23 e due Giri d’Italia donne. Un totale di nove corse rosa. Un campionato italiano nel 2010. Tutti gli anni passano anche due Gran Fondo: la GF Pinarello e la Prosecco Cycling. Appuntamento fisso anche per le due internazionali di Solighetto e San Vendemiano. Inoltre dal 2010 il Muro è stato certificato come salita dalla Federazione Ciclistica Italiana ed è ancora adesso l’unica ad essere certificata». 

Il passaggio sul Muro è previsto per la 18ª tappa che va da Borgo Valsugana a Treviso
Il passaggio sul Muro è previsto per la 18ª tappa che va da Borgo Valsugana a Treviso

Il territorio

Appuntamenti di questo tipo e salite che possono raccontare storie, sono una chiave di lettura per sponsorizzare e fare conoscere il territorio. «Dare il giusto valore al territorio – spiega Stocco – è una cosa dovuta, visto quanto successo negli ultimi anni. Ca’ del Poggio è un’icona per quanto riguarda il ciclismo professionistico e per gli amatori e i giovani che vogliono venire e provarlo e a conoscere il territorio, che il 7 luglio 2019 è diventato Patrimonio dell’Umanità.

«Il turismo slow, che vuole ambienti che si distacchino dalla quotidianità, è diventato oggi molto importante, per chi vuole vedere dove nasce il prosecco e dove abbiamo un territorio che si predispone a questo tipo di turismo. Le amministrazioni locali e la regione riconoscono questa salita come un evento di promozione territoriale». 

La pendenza media è del 12,7 % con punte che arrivano al 19 %
La pendenza media è del 12,7 % con punte che arrivano al 19 %

Festa Rosa

In occasione del passaggio del Giro d’Italia in programma il 26 maggio, il Muro è pronto ad ospitare migliaia di tifosi e appassionati. 

«Daremo vita – dice Stocco – alla decima edizione della grande Festa Rosa. All’interno della quale daremo ospitalità a tutti gli appassionati che vorranno venire. In primis per quanto riguarda il Veneto che si distingue come la seconda regione in Italia come numero di iscritti e praticanti di questo meraviglioso sport. Ovviamente è aperta a tutti i tifosi del mondo. E’ una festa dove ci saranno musica, prodotti tipici e voglia di stare insieme. Prevediamo circa 10.000 persone per questo appuntamento». 

Nella struttura Ca’ del Poggio è presente l’Olimpic Room che celebra gli sportivi
Nella struttura Ca’ del Poggio è presente l’Olimpic Room che celebra gli sportivi

Il Muro

Passato, presente e futuro di questo Muro sono la voglia di condividere e scalare queste pendenze che seppur non paragonabili ad un passo di montagna sono apprezzate da tutti.

«La lunghezza è di 1155 metri e ha a una pendenza media del 12,7 % con una punta del 19 %. E’ una lingua d’asfalto dura ma che regala emozioni a tutti quelli che la affronteranno e anche per chi verrà a vedere il passaggio del Giro e non solo. 

«Credo che oltre alle caratteristiche, lo renda speciale la partecipazione della gente. Il fatto che si trovi a dieci chilometri dall’arrivo o a cento, non cambia, è in grado di creare un’atmosfera unica che lo rende un passaggio caratteristico sempre. Quest’anno aspettiamo anche i nostri corridori di casa, che sono Andrea Vendrame, Sacha Modolo, Davide Cimolai, e Franco Pellizzoti ovviamente in altra veste. Li aspettiamo per fare una grande festa. 

«Quest’anno non sarà una tappa particolarmente impegnativa, anzi sarà per velocisti. Siamo l’ultimo GPM della giornata, un ultimo trampolino per farsi vedere e perché no scoccare un attacco importante. L’arrivo non è lontanissimo, potrebbe essere un ottimo spunto. Saremo a tre giorni dalla fine del Giro d’Italia chissà che non ci sia anche un scatto con una valenza ancora più importante».

Marco e Alberto Stocco, i titolari del Ristorante e Resort Ca’ del Poggio
Marco e Alberto Stocco, i titolari del Ristorante e Resort Ca’ del Poggio

Ca’ del Poggio

Nei dintorni del muro sono presenti strutture e una rete di servizi pronti ad accogliere i ciclisti e non solo per fare scoprire il territorio. Tra queste il Ristorante e Resort Ca’ del Poggio che svetta sulla salita e che da sempre è legata al ciclismo. 

«Oltre alla struttura Ca’ del Poggio, naturalmente sono presenti strutture ricettive su tutto il territorio circostante che possono ospitare il ciclista e ovviamente i suoi accompagnatori. I servizi offerti vanno dal noleggio bici ai servizi di bike room, alle guide turistiche che ti portano alla scoperta delle colline facendo apprezzare il contesto a 360°».

L’insolito compleanno di Petilli sull’Etna, mentre il Giro va…

05.05.2022
5 min
Salva

Auguri un corno, ha pensato ieri Petilli, all’ennesima telefonata per il suo compleanno. Intorno, l‘Etna era lo scenario che meno si aspettava per festeggiare i 29 anni. Da programma, avrebbe brindato con discrezione assieme ai compagni a Budapest, al via del Giro d’Italia. Invece la Intermarché-Wanty-Gobert ha rimescolato le carte e Simone è rimasto in Italia.

Lo avevamo salutato dopo la Liegi, felice come una Pasqua per il secondo posto di Quentin Hermans. La squadra lo aveva richiamato dal ritiro in altura, che stava facendo sul vulcano dopo il Giro di Sicilia, per rinforzare il blocco delle Ardenne. E sull’Etna Simone sarebbe tornato in vista del Giro. Otto giorni assieme a Pozzovivo, sia pure in alberghi diversi. Domenico all’Hotel Corsaro, come d’abitudine. Simone al Rifugio Sapienza.

Petilli è stato richiamato dall’altura, dove preparava il Giro, per correre nelle Ardenne: qui alla Freccia Vallone
Petilli è stato richiamato dall’altura, dove preparava il Giro, per correre nelle Ardenne: qui alla Freccia Vallone

«Immaginavo un compleanno diverso – sorride – sapevo di dover fare il Giro da inizio stagione, ma questo è il ciclismo e la squadra ha scelto per il meglio. Dovevamo essere cinque scalatori, dato che Pozzovivo punterà alla classifica, più tre uomini veloci fra cui Biniam Girmay per le altre tappe. Visto però il risalto mediatico ottenuto da “Bini” dopo la vittoria alla Gand-Wevelgem, la squadra ha deciso di dargli maggior supporto, sacrificando uno scalatore».

Da Liegi all’Etna

Questo è il ciclismo, inutile fare polemiche: Petilli lo sa bene. La squadra sarà al via da Budapest con Peak, De Gendt e Vliet in supporto a Girmay, risultando meno sbilanciata a favore di Pozzovivo.

«Capisco la squadra – dice – ma devo riconoscere che soprattutto all’inizio ci sono rimasto male. Per un italiano il Giro è trovarsi per un mese in un’atmosfera speciale. Io ho capito, i tifosi ancora non se ne fanno una ragione. Dopo la Liegi sono tornato qui sull’Etna, perché volevo farmi trovare pronto. Ma visto che non vado più a Budapest, ho deciso di prolungare per altri 4 giorni, preparandomi per gli obiettivi futuri. In questo modo risolvo anche la parte logistica. L’8 maggio arrivano in Sicilia gli uomini dello staff in discesa dall’Ungheria, vado giù a portargli l’ammiraglia che mi hanno lasciato, così mi accompagnano loro all’aeroporto e torno a casa. Ho ancora in programma il Giro di Svizzera e si sta pensando di inserire il Tour of Norway a fine maggio».

Un grande Giro

La squadra, vera rivelazione di questa primavera, sarà comunque forte: su questo Simone non ha dubbi ed è pronto a scommettere anche qualcosa.

«Con Pozzovivo ci siamo visti poco – sorride – perché lui aveva i suoi lavori ed io i miei. Però abbiamo pranzato insieme un paio di volte e l’ho trovato davvero bene. Ha un’ottima condizione. Non voglio lanciarmi in pronostici, ma secondo me farà davvero un bel Giro d’Italia. E come lui, farà davvero bene Lorenzo Rota, ne sono sicuro. Sarà lui il solo italiano in corsa per noi, anche lui sta bene. E’ stato ad allenarsi in Colombia ed è nell’anno giusto per vincere una tappa. Ha trovato la giusta consapevolezza. In più preparatevi a rivedere un grande Hirt, ai livelli di quando era all’Astana e poi alla CCC. Infine Taaramae, una certezza. Anche lui è stato in altura, ma in Rwanda, fino al Romandia. E’ stato il primo a chiamarmi quando ha saputo che non avrei fatto il Giro e poi tutti gli altri. Sapevano che ci ero rimasto male».

Petilli è nato a Bellano (Lecco) il 4 maggio 1993. E’ alto 1,78 e pesa 65 chili. Corre nel team belga dal 2020
Petilli è nato a Bellano (Lecco) il 4 maggio 1993. E’ alto 1,78 e pesa 65 chili. Corre nel team belga dal 2020

Un anno in più

E tutto sommato, proprio questa vicinanza è il motivo che ha reso la rinuncia meno dolorosa, unita ai contatti con la squadra per il rinnovo del contratto. Con la scadenza a fine 2022, non fare il Giro sarebbe stato un bel danno se non ci fossero state conferme di altro senso.

«Credono in me – conferma Simone – e abbiamo già parlato di prolungare per un altro anno. E’ un progetto a lungo termine, con una squadra che sta crescendo. A inizio stagione avremmo messo una firma subito su questi risultati, ma non so quanti ci avrebbero scommesso. Ora in ogni corsa si parte con una diversa sicurezza e una nuova consapevolezza che ci responsabilizza. Io stesso ho saputo che non avrei fatto il Giro, ma ho continuato ad allenarmi e mangiare bene. Il malumore dei primi giorni se ne è andato. La prima reazione è stata di non vedere neanche una tappa, ma ora so che tutti i giorni sarò lì a guardare. Dopo l’Etna andrò a casa e semmai me ne andrò per una settimana a Livigno per allenarmi meglio. L’obiettivo potrebbe essere il rientro in Norvegia. E poi chissà che da cosa nasca cosa e mi ritrovi per la prima volta al Tour de France. Non dico nulla, neanche ci faccio al bocca, ma non sarebbe affatto male…».

Conti e l’Astana in volo per Budapest, tra Lopez e Nibali

05.05.2022
5 min
Salva

Valerio Conti ci risponde al telefono mentre è in bici, di ritorno da uno degli ultimi allenamenti prima del Giro d’Italia. Il vento soffia nel microfono e il traffico romano gli rende un po’ complicato il rientro verso casa, così riattacca con la promessa di risentirci a breve.

«Cinque minuti e richiamo» ci promette, così noi lo attendiamo. Avevamo lasciato Valerio mentre inseguiva la migliore condizione per la Corsa Rosa, tra un colpo di tosse e l’altro. L’inizio della sua avventura in Astana Qazaqstan Team non è andata come ci si aspettava, la sfortuna lo ha rallentato molto.

Valerio Conti è tornato a correre al Giro di Sicilia dopo uno stop di due settimane, qui con Damiano Caruso
Valerio Conti è tornato a correre al Giro di Sicilia dopo uno stop di due settimane, qui con Damiano Caruso
Come ti sei preparato?

Ora sto molto meglio, inizio a sentire delle buone sensazioni, non arriverò al 300 per cento ma in ottima condizione. Sono soddisfatto, la stagione che conta inizia ora, dal Giro in poi. Mi sono preparato bene, ho corso il Giro di Sicilia e il Romandia. In Svizzera ho visto che pedalavo bene, ma insieme alla squadra abbiamo deciso di non forzare inutilmente il ritmo, così ho usato le ultime tappe per fare distanza.

Non hai fatto il ritiro in altura a marzo con gli altri tuoi compagni?

Il mio avvicinamento non è stato “canonico”, visto che non ho corso per un paio di settimane abbondanti tra la fine del Catalunya e l’Amstel. Andare in altura per poi tornare subito a correre sarebbe stato controproducente per la mia preparazione al Giro.

Sono stati degli ultimi mesi un po’ sfortunati per l’Astana…

Sì, però la vittoria di tappa di Miguel Angel (Lopez, ndr) al Tour of the Alps ci ha dato morale. Poi l’Astana è una squadra che mette l’obiettivo sui grandi Giri e siamo davvero forti e tutti con delle ottime doti per le montagne. 

La vittoria di Lopez al Tour of the Alps è stata la seconda del team Astana quest’anno
La vittoria di Lopez al Tour of the Alps è stata la seconda del team Astana quest’anno
Avrete un leader unico?

Sarà Lopez verosimilmente. Lui è uno che ha dimostrato di andare forte quando è in forma, però non è un corridore che ha la certezza di vincere, come Pogacar o il Froome degli anni giusti. Di conseguenza, noi seconde linee avremo le nostre occasioni, considerando che abbiamo anche Nibali…

Ci hai corso insieme al Giro di Sicilia, come sta?

Sta bene, mi ha detto che le sue sensazioni sono buone, si sente pronto. Il problema è che il ritmo negli anni si è alzato sempre più e non è facile rimanere competitivi. Al Giro di Sicilia era sereno, solare. Lui non sente la pressione, altrimenti non avrebbe ottenuto i risultati che conosciamo tutti. 

Vincenzo avrà la licenza di muoversi in autonomia?

La sua esperienza gli permette di leggere la corsa al meglio e questo sarà utile per lui e per noi. Potrà agire in anticipo o aiutare Lopez nelle varie fasi di corsa. Nibali è il nostro “jolly”.

Lopez sarà l’uomo di punta per la squadra kazaka al Giro d’Italia
Lopez sarà l’uomo di punta per la squadra kazaka al Giro d’Italia
Non avendo uno dei favoriti per la vittoria finale, potrete correre coperti…

Non avremo l’obbligo di fare sempre la corsa e questo è un bel vantaggio, soprattutto per le tappe in pianura. Non avendo neanche il velocista, avremo modo di poter correre più sereni quelle frazioni, lontani dai pericoli e dallo stress. 

Tu, Lopez e Vincenzo vi siete preparati al Giro in maniera diversa.

Ognuno ha le sue preferenze, a parte per me che come ho detto non avevo corse quindi ho fatto un avvicinamento un po’ più obbligato. Lopez ha preferito fare il Tour of the Alps (foto di apertura) e Nibali ha deciso di correre in casa al Giro di Sicilia, ma sono tutte corse ottime per mettere chilometri nelle gambe…

A proposito di Sicilia, la quarta tappa sarà impegnativa, con l’arrivo sull’Etna dopo un giorno di viaggio per ritornare dall’Ungheria.

Sarà un primo banco di prova importante, le chiacchiere stanno a zero. Si dovrà pedalare e la strada darà subito delle prime risposte, positive o negative. La partenza dall’Ungheria non mi entusiasma molto, un viaggio lungo per sole tre tappe e poi si riparte subito con una tappa tosta, ma non decidiamo noi e poi sarà uguale per tutti.

Per i due capitani differenti approcci al Giro d’Italia, per Nibali ci sono state le corse nelle Ardenne dopo il Giro di Sicilia
Per i due capitani differenti approcci al Giro d’Italia, per Nibali ci sono state le corse nelle Ardenne dopo il Giro di Sicilia
E’ un Giro con pochi chilometri a cronometro, una cosa buona per Lopez un po’ meno per Vincenzo…

Vero, per questo la squadra non ha portato gli specialisti. Personalmente non ho neanche preparato troppo le prove contro il tempo, non so gli altri…

Sei preoccupato di non aver mai fatto una gara con Lopez in questa stagione?

No, siamo professionisti, anche se con team diversi abbiamo corso gomito a gomito per tanti anni. Io so come si comporta Lopez in gruppo e non serve andare a fare un ritiro insieme per conoscersi. Anche perché tra stare in cima al Teide o al Giro ci sono troppe differenze. In ritiro sei rilassato, sereno e scherzi, in gara no. Di conseguenza cambia tutto, sia dal punto di vista emotivo che tecnico.

La tua è una visione pragmatica…

Io sono così, sicuro di me stesso e dei miei compagni, questa visione e il mio modo di fare mi hanno permesso di fare tante volte il Giro (indossando anche la maglia rosa per 6 tappe nel 2019, ndr). Sono uno che fa gruppo e che sa mettere tutti a loro agio, so creare l’ambiente adatto per far stare bene tutti.

Valerio Conti ha indossato la maglia rosa per 6 tappe al Giro del 2019. Qui con Giovanni Carboni, che indossava la bianca
Valerio Conti ha indossato la maglia rosa per 6 tappe al Giro del 2019. Qui con Carboni, che indossava la bianca
Anche un carattere fumantino come Lopez?

In realtà mi hanno detto che in fondo lui è tranquillo, bisogna trattarlo come se fossimo in famiglia. Non bisogna creare per forza un ambiente troppo “professionale”. 

Quando partite per Budapest?

Io oggi, (martedì per chi legge, ndr) alle 22 ho il volo e via! Viaggerò da solo, tanto sono abituato.

A volte è meglio si ha più tempo per pensare, Buon Giro!

Vero. E… grazie!

Ecco la corsa rosa. Nomi e sorprese da tenere sott’occhio

03.05.2022
6 min
Salva

Ed eccoci qui finalmente a parlare di Giro d’Italia. Come se fossimo al bar, tra amici. Davanti ad una birra o con le carte da briscola in mano e giù a snocciolare nomi, campioni, scommesse, sorprese… E’ il bello dello sport e dei grandi eventi che riescono a calamitare l’attenzione.

Venerdì scatterà la caccia alla maglia rosa. E’ vero non ci saranno i “tre tenori” (Roglic, Bernal e Pogacar), ma ad un certo punto sapete cosa bisogna dire: peggio per loro! Gli assenti hanno sempre torto. Magari verranno l’anno prossimo. Intanto godiamoci e tifiamo coloro che ci sono.

Che alla fine non sono pochi…

Carapaz e Simon Yates si erano già scontrati nel Giro 2019 che vinse l’ecuadoriano
Carapaz e Simon Yates si erano già scontrati nel Giro 2019 che vinse l’ecuadoriano

Yates e Carapaz in pole

Partiamo dai nomi in lotta per la classifica generale. Simon Yates sembra già averla in pugno, ma come si dice: in conclave chi entra Papa, esce cardinale. Per dire che nulla è scontato. E questo discorso vale anche per Richard Carapaz. Sono loro due i favoriti da cinque stelle.

Carapaz forse ancora di più. Ha già vinto un Giro, è salito sul podio di Tour e Vuelta, è un combattente e alla distanza è più forte di Yates. Però va detto che sin qui, complici anche i problemi fisici, si è fatto vedere molto poco, mentre Yates ha vinto. E anche corse importanti. Se Roglic non avesse avuto al suo fianco un super Van Aert si sarebbe portato a casa la Parigi-Nizza.

Almeida non corre dal Gp Indurain (ritirato per neve) ma nella prima parte di stagione è andato bene
Almeida non corre dal Gp Indurain (ritirato per neve) ma nella prima parte di stagione è andato bene

Landa, Lopez e Almeida

E poi ci sono Mikel Landa e Miguel Angel Lopez. I due “Micheli” li poniamo un gradino al di sotto di Yates e Carapaz. Non dubitiamo delle loro doti in salita, ma della loro costanza di rendimento. Una giornata no, un’uscita di testa, una caduta: sono ottimi corridori, ma ai quali storicamente è sempre mancato qualcosa. Magari sarà la volta buona per cambiare corso alla storia e alla loro spietata statistica.

Per tutti loro, anche i primi due nomi, vale il discorso che non c’è praticamente una crono. Sono quattro scalatori, ma proprio per questo i 26 chilometri totali contro il tempo potrebbero essere determinanti. Chi andrà meno piano? E non è una battuta, pensateci bene.

E sempre per questo motivo, tra i favoriti quello che è più abile a crono è Joao Almeida. Mauro Gianetti, team manager della UAE Emirates, ce lo aveva detto espressamente in tempi non sospetti: «Lo abbiamo preso per il Giro. E a quello deve pensare. Non si deve risparmiare perché poi forse potrebbe venire al Tour in appoggio a Pogacar. No, prima il Giro». Il suo avvicinamento è stato silenzioso…

Bardet ha vinto il Tour of the Alps, peccato per la caduta alla Liegi. E’ comunque da tenere sott’occhio
Bardet ha vinto il Tour of the Alps, peccato per la caduta alla Liegi. E’ comunque da tenere sott’occhio

Gli outsider

Non pochi nomi figurano in questa lista. Romain Bardet sembra quello più in forma, visto il Tour of the Alps che ha disputato, ma per lui vale il discorso fatto per Landa e Lopez. Però il suo ghigno di qualche giorno fa, va considerato. Ha lavorato tanto e bene.

La corazzata Bora-Hansgrohe con Hindley, Kelderman e Buchmann, potrebbe vincere con una certa facilità la classifica a squadre, ma non ce ne vogliano: non vediamo leader da podio.

E poi c’è il duo della Jumbo-Visma: Tom Dumoulin e Tobias Foss. In altri tempi, la maglia rosa avrebbe già avuto nome e cognome. Tom è un campione vero. Se avesse avuto un buon gregario, uno solo, avrebbe vinto almeno un altro Giro, una Vuelta e persino un Tour. Ma su di lui ci sono mille interrogativi. Il primo dei quali è: vuol fare classifica? Oppure punta a crono e tappe?

Il suo giovane delfino norvegese invece non ci stupirebbe se andasse molto avanti.

Outsider stranieri per la classifica: Alejandro Valverde.

Ciccone e Nibali, per loro un Giro all’insegna della curiosità di ciò che potranno raccogliere
Ciccone e Nibali, per loro un Giro all’insegna della curiosità di ciò che potranno raccogliere

Ottimismo italiano…

Dopo il nulla assoluto delle classiche non possiamo che essere ottimisti: peggio non si può fare! Ridiamoci su… Il Giro per noi italiani è il Giro. I nostri tireranno fuori anche quello che non avranno.

Il primo non può che essere sua maestà, Vincenzo Nibali. Lo Squalo ha detto più volte nel corso dell’inverno che non si pone obiettivi. Vuol fare bene. Se poi bene significa arrivare nei primi cinque, salire sul podio o vincere una tappa non si sa. Ma è anche giusto. Lui stesso non conosce realmente il suo valore, con una generazione che cambia e un inverno che di certo non è stato da incorniciare dal punto di vista della preparazione, più volte inficiata da problemi di salute.

C’è poi Giulio Ciccone. Ecco, sull’abruzzese ammettiamo di essere curiosi noi stessi. Stavolta sembra essersi allenato bene. Ha nelle gambe un grande volume di lavoro. E’ la volta buona per capire se davvero potrà lottare per i grandi Giri. Una sua top ten sembra scontata. Un podio molto meno. Ma noi incrociamo le dita.

E di Domenico Pozzovivo ne vogliamo parlare? Scommettiamo che sarà lì a giocarsi una top cinque? Caparbietà, esperienza (è al 16° Giro) ed entusiasmo non gli mancano. Conosce le scalate a menadito, una tappa passa a casa sua. Ha passato metà inverno in altura. E all’occorrenza ha un’ottima squadra, diretta da un grande tecnico, Piva, e anch’essa carica di entusiasmo.

Ewan e Cavendish (in foto) con Nizzolo e Demare sono i velocisti più attesi e quotati
Ewan e Cavendish (in foto) con Nizzolo e Demare sono i velocisti più attesi e quotati

E gli sprinter?

Tra i velocisti si ripropone il duello del Tour de France fra Caleb Ewan e Mark Cavendish. Entrambi hanno già vinto al Giro. L’aussie lo ha fatto anche l’anno scorso, Cav non lo fa da nove anni. I nomi importanti sono loro. Però…

Però c’è Filippo Fiorelli, agguerrito come non mai, il quale ha detto neanche troppo velatamente che potrebbe anche andare in fuga. C’è il duo della Cofidis: Simone Consonni e Davide Cimolai (c’è da vedere chi tirerà la volata a chi) e c’è il cannibale degli sprint degli ultimi Giri: Arnaud Demare. La Groupama-Fdj si è presentata dichiarando espressamente di puntare alle tappe. Non hanno neanche l’uomo da classifica (Valter sarà parecchio isolato). Ha forse il solo vero super treno. Unico dubbio su Demare: quest’anno non è ancora riuscito a vincere.

Ha un ottimo treno e un’ottima gamba anche Giacomo Nizzolo, che lo scorso anno a Verona all’ultima occasione buona per le ruote veloci è riuscito a rompere il ghiaccio col Giro.

I nomi per le volate non mancano dunque e per questo occhio anche a Phil Bauhaus, della Bahrain Victorious, re della tappa finale alla Tirreno.

Per Van der Poel si tratta dell’esordio al Giro. Punta deciso alla prima maglia rosa
Per Van der Poel si tratta dell’esordio al Giro. Punta deciso alla prima maglia rosa

Tutti a ruota di VdP

Passiamo poi ai cacciatori di tappa. Beh, qui uno dei tenori c’è eccome: Mathieu Van der Poel. La prima cosa c’è da vedere è se lo farà tutto. Non sarebbe male. Potrebbe anche puntare alla classifica a punti, visto quanto è veloce. Nelle tappe mosse sarà marcatissimo. La prima frazione con l’arrivo sulla salitella di Visegrad sembra fatta apposta per lui.

E marcatissimo sarà, come sempre, Thomas De Gent. Altro corridore che desta curiosità è Biniam Girmay, vincitore dell’ultima Gand. Occhio poi a Magnus Cort, della EF Easy Post, lo scorso anno mattatore alla Vuelta con attacchi da lontano e nel finale. Così come andrà tenuto in considerazione il delfino di Bardet, Arensman (e forse non solo per le tappe).

Sul taccuino degli osservati speciali finiscono anche i nomi di: Kamna, Vendrame, De Marchi, Moniquet, Ballerini, Sosa, Albanese, Tesfatsion

Altri outsider per le tappe: Alejandro Valverde.

Buon Giro a tutti!

Fiorelli: ultimi scatti sull’Etna, poi le valigie per Budapest

Giada Gambino
30.04.2022
4 min
Salva

Filippo Fiorelli (in apertura foto Instagram) scala il vulcano verso il Rifugio Sapienza ogni giorno ultimamente. Finito il Giro di Sicilia è diventata questa la sua casa. Così il caldo e i profumi del Sud riempiono le sue dure e intense giornate di avvicinamento al Giro d’Italia.

Il corridore della Bardiani Csf Faizanè ci sta dando sotto. Dietro motore, tanta esplosività. Il suo è un ritiro sui generis. Di solito in altura si fa volume. Ma lui stesso ci spiega il perché. La corsa rosa è troppo vicina, Budapest chiama.

Il palermitano sta curando molto la qualità: eccolo fare dietro motore alle falde del vulcano (foto Instagram)
Il palermitano sta curando molto la qualità: eccolo fare dietro motore alle falde del vulcano (foto Instagram)
Il Giro è sempre più vicino, come ti stai preparando Filippo?

Sono venuto qui sull’Etna per prepararmi al meglio. Al Giro di Sicilia sono andato bene e sono molto soddisfatto, ma non ero comunque al mio massimo. Qui faccio diversi lavori incentrati principalmente sull’esplosività. L’unica salita lunga che faccio è quella per rientrare in hotel, per il resto solo pianura e brevi salite. Anche perché, non devo mica andare a vincere la tappa sul Blockhaus (ride, ndr)! 

Allenarsi in Sicilia… 

Non sono esattamente a casa mia, Palermo è giusto qualche chilometro più distante (sorride, ndr), ma è comunque sempre un qualcosa di piacevole. Al Rifugio Sapienza mi trovo sempre davvero molto bene, come se fosse una seconda casa e poi l’Etna è uno spettacolo. 

La quarta tappa arriva proprio lì su…

Sì, sicuramente non è una tappa adatta alle mie caratteristiche. Se starò bene cercherò di andare in fuga, dipende da come si metterà la corsa, poi magari la fuga arriverà, ma penso sia molto difficile. 

Fiorelli in fuga nella tappa del Giro di Sicilia che proponeva proprio la scalata dell’Etna che vedremo nel prossimo Giro d’Italia
Fiorelli in fuga nella tappa del Giro di Sicilia che proponeva proprio la scalata dell’Etna che vedremo nel prossimo Giro d’Italia
L’ultima volta, al Giro di Sicilia, nell’ultima tappa, proprio quella dell’Etna, sei andato in fuga… 

Ho provato, anche per dare un po’ di soddisfazione e onore ai miei tifosi siciliani. Quel giorno, però, Damiano Caruso era implacabile, probabilmente anche se gli si fossero bucate entrambe le ruote sarebbe riuscito a vincere!

Che rapporto hai con lui? 

L’ho conosciuto non appena sono passato nel professionismo. Sia con lui che con Nibali, abitando dalla parte opposta dell’isola, non ho avuto mai grandi contatti. Sicuramente in questo Giro di Sicilia è stato bello, perché eravamo noi le tre punte della corsa. Loro come scalatori e per la classifica generale e io per la maglia a punti. Tra di noi si era instaurato un bel clima. 

Cosa ci dici, invece, della quinta tappa del Giro, la Catania-Messina? 

E’ una tappa più adatta alle mie caratteristiche. Anche lì cercherò di fare del mio meglio, ma sarà comunque difficile, ci saranno tutti i big pronti a conquistare la vittoria. Mi piacerebbe, comunque, fare un bel piazzamento. 

Per Filippo quest’anno già otto top ten. Al Giro spera finalmente in una vittoria
Per Filippo quest’anno già otto top ten. Al Giro spera finalmente in una vittoria
Cosa ci dici di Giovanni Visconti?

Mi manca? Sì, tantissimo! Al di là del contributo che mi avrebbe potuto dare in gara, mi manca anche quello che succedeva dopo, gli allenamenti con lui, scherzare e divertirci come fratelli. Ero con lui alla Tirreno e vedevo che non stava bene, ho fatto di tutto per non farlo fermare, ma evidentemente era arrivato il suo momento. Ci sentiamo ogni giorno. So che scenderà in Sicilia nel periodo del Giro e questo è molto bello. Il mio cucciolo! Ah, ah, ah…

Cosa dobbiamo aspettarci da te per questo Giro? 

Vedrete la miglior versione che potrò essere. Darò tutto, cercherò di dare spettacolo nella mia terra, cercherò di vincere una tappa e di fare buoni piazzamenti. Il duro allenamento che sto facendo darà i suoi frutti. Mi sento meglio rispetto all’inizio della stagione. 

Ciclo Promo Components partner di prestigio della FCI

29.04.2022
3 min
Salva

Lo scorso 22 marzo Ciclo Promo Components e la Federazione Ciclistica Italiana hanno sottoscritto un accordo di collaborazione della durata di un anno che permetterà alla commerciale veneta di diventare Fornitore Ufficiale della nazionale. L’accordo è stato reso pubblico nei giorni scorsi ed interesserà le squadre azzurre di tutte le categorie e discipline, maschili e femminili. Per la commerciale veneta, che da oltre trent’anni seleziona e distribuisce in Italia componenti e accessori per il ciclismo, si tratta di una partnership di assoluto prestigio. 

La sede di Ciclo Promo Components si trova a Loria (Treviso)
La sede di Ciclo Promo Components si trova a Loria (Treviso)

Un partner affidabile

Grazie all’accordo sottoscritto con Ciclo Promo Components, la Federazione Ciclistica Italiana può oggi contare su un partner estremamente affidabile. La commerciale veneta distribuisce in Italia marchi famosi di aziende leader nel settore ciclismo. Tra questi possiamo segnalare Maxxis, riferimento nel settore delle coperture strada e mountain bike e Bryton, marchio specializzato in ciclocomputer. Altri nomi di rilievo sono Topeak per quel che riguarda gli accessori e Svitol, ultimo brand ad essere entrato nel catalogo della commerciale veneta con i propri prodotti per la cura e la manutenzione della bicicletta.

Innovazione e affidabilità sono i cardini sui quali Ciclo Promo Components ha fondato il suo successo e che hanno portato l’azienda veneta ad essere apprezzata da una clientela sempre più numerosa.

Il nuovo Bryton Rider S500 utilizzato dalla Bardiani (Credits Bardiani – CSF – Faizanè & Bettini Photo)
Il nuovo Bryton Rider S500 utilizzato dalla Bardiani (Credits Bardiani – CSF – Faizanè & Bettini Photo)

Tocca al Giro

La recente partnership con la Federazione Ciclistica Italiana si va ad aggiungere ad altre collaborazioni prestigiose definite negli ultimi mesi. Tra queste spicca quella con RCS Sports & Events e CairoRCS Media grazie alla quale Ciclo Promo Components sarà Partner Ufficiale del prossimo Giro d’Italia. Grazie a questa nuova partnership, la commerciale veneta potrà disporre di pass in zona partenza e arrivo da offrire ai propri clienti e fornitori. Un modo elegante per far sentire loro la vicinanza dell’azienda e renderli partecipi di un grande evento sportivo come il Giro d’Italia.

Ciclo Promo Components Fornitore Ufficiale del Giro d’Italia
Ciclo Promo Components Fornitore Ufficiale del Giro d’Italia

L’accordo interesserà tutte le gare organizzate dal gruppo di lavoro che fa riferimento a Urbano Cairo. Stiamo parlando di gare storiche come la Milano–Sanremo e Il Lombardia, solo per citare le due più prestigiose. 

La scelta di affiancare il Giro d’Italia è solo una delle tante iniziative promosse nel 2022 dalla commerciale veneta a sostegno dei principali eventi ciclistici nazionali. Ad inizio marzo si è aggiunta la sponsorizzazione degli Internazionali d’Italia Series, il più importante circuito italiano di Cross Country.

Ciclo Promo Components

Tesfatsion al Giro per una tappa… con Scarponi sulla spalla

25.04.2022
4 min
Salva

Natnael Tesfatsion ha concluso il Tour of the Alps con una maglia gialla e un pappagallo sulle spalle. La maglia era quella per il corridore più combattivo. E il pappagallo stava a ricordare che questa maglia era dedicata a Michele Scarponi, il quale aveva appunto il suo amato pappagallino Frankie che spesso lo accompagnava in allenamento.

Un tributo che l’organizzazione del TOTA ha voluto rendere a Michele nel giorno dei cinque anni dalla sua scomparsa. In questa corsa Scarponi colse il suo ultimo successo. Ed è stato un momento simbolico molto toccante. La sera prima di ricevere questo premio Gianni Savio, team manager della Drone Hopper – Androni Giocattoli, ha spiegato chi fosse “Scarpa” a Tesfatsion. E l’eritreo deve aver capito l’importanza della persona di cui si parlava.

Natnael Tesfatsion con Marco Scarponi. L’eritreo indossa la maglia gialla di super combattente del TOTA
Natnael Tesfatsion con Marco Scarponi. L’eritreo indossa la maglia gialla di super combattente del TOTA

Scarponi sulle spalle

Lui, 22enne, non poteva conoscerlo, tanto più provenendo da così lontano. Al suo fianco c’era Marco Scarponi, fratello di Michele, venuto a Lienz per consegnare proprio questa maglia.

«Non conoscevo Michele – dice Tesfatsion – ma mi hanno detto che era una persona speciale oltre che un forte corridore. E’ un onore indossare questa maglia di corridore più combattivo del Tour of the Alps. Sono molto contento».

A Villabassa aveva la vittoria a portata di mano, ma non è stato un “gatto” nel finale. Un piccola distrazione nel lotteria degli scatti e negli ultimi tre chilometri ha perso le ruote dei due favoriti: Kamna, che infatti poi ha vinto, e Amador, secondo.

«Voleva il rifornimento, ma era troppo tardi per darglielo – aveva detto Giovanni Ellena – ma sono errori di gioventù. Natnael ha ancora l’età perché glieli si possano perdonare».

Tesfatsion al Tour of the Alps è andato due volte in fuga e al termine della prima tappa ha indossato la maglia bianca di miglior giovane
Tesfatsion al Tour of the Alps è andato due volte in fuga e al termine della prima tappa ha indossato la maglia bianca di miglior giovane

Testa al Giro

Ma con “Natalino” si guarda avanti. E avanti significa Giro d’Italia. Lui è uno dei pochi atleti in casa Drone Hopper – Androni Giocattoli ad avere il posto assicurato per la corsa rosa. L’aver vinto quella maglia non è stato solo un simbolo. L’ha conquistata perché è stato più volte in fuga ed è entrato due volte nella top dieci.

«Arrivo al Giro – ha detto Tesfatsion – in buone condizioni. E soprattutto dopo queste prestazioni al Tour of the Alps ho anche più convinzione di me stesso. Di certo cercherò di dare il massimo e fare del mio meglio. Ma so che non sarà facile. Il mio obiettivo è vincere una tappa».

L’eritreo è relativamente timido, però parla. Dice che non sa ancora bene l’italiano, parla in inglese, ma da quel che abbiamo visto capisce benone la nostra lingua. Almeno la sensazione è quella.

Nonostante sia magrissimo (175 centimetri per 60 chili), non si ritiene uno scalatore puro e dice che nelle salite più dure, quelle dal nove per cento in su, fa fatica. Ma ha aggiunto anche che lotterà.

Tour of Rwanda 2022: il re è Natnael Tesfatsion alla prima gara della stagione
Tour of Rwanda 2022: il re è Natnael Tesfatsion alla prima gara della stagione

Attacchi da lontano

Lotterà, attaccando da lontano. Sarà questo il suo modo di correre anche al Giro.

«Certo – spiega Tesfatsion – che attaccherò da lontano e che cercherò le fughe. E’ l’unico modo che ho per poter vincere, perché non sono ancora pronto per il testa a testa con i migliori. Davanti i corridori più forti, sono ancora… più forti».

Eppure “Natalino” migliora di corsa in corsa. Ha vinto il Tour del Rwanda e soprattutto è alla seconda partecipazione alla corsa rosa. Un qualcosa vorrà pur dire.

«Vero, però non posso ancora battermi con loro perché io sono giovane. Alla fine non è da tanto che sono in Europa. Non ho tanta esperienza. Soprattutto in salita».

Infine chiudiamo con una battuta. Non sarà in Europa da tanto tempo, come dice, però si è ambientato bene e quando gli chiediamo cosa gli piace del nostro Paese non ci pensa due volte.

«Mi piace tutto, ma soprattutto il cibo: i gelati, la pasta e la pizza in particolar modo. La mia preferita è con tonno e cipolle! Anche perché io non posso mangiare il prosciutto».

Ineos per Carapaz. Tosatto presenta la “corazzata rosa”

24.04.2022
5 min
Salva

Una delle formazioni più attese al Tour of the Alps era la Ineos Grenadiers. La squadra, guidata nell’occasione da Matteo Tosatto, forse ha raccolto un po’ meno del previsto, però è sempre stata nel vivo della corsa.  E ci è stata con Pavel Sivakov, soprattutto, ma anche con Richie Porte. 

La corazzata britannica si prepara ad affrontare il Giro d’Italia e ancora una volta partirà con i favori del pronostico, grazie alla presenza di Richard Carapaz. E con Tosatto partiamo proprio dal corridore sudamericano.

Matteo Tosatto (classe 1974) è uno dei diesse della Ineos Grenadiers
Matteo Tosatto (classe 1974) è uno dei diesse della Ineos Grenadiers
Matteo, questo inverno eri stato di parola e avevi detto: dopo la caduta di Bernal i programmi non cambiano. Carapaz resta il nostro leader per il Giro d’Italia…

E’ così. Richard aveva visto il percorso del Giro d’Italia e gli piaceva. Ama il Giro, è il suo grande successo, visto che lo ha vinto nel 2019, e per questo si sta preparando bene. Noi siamo fiduciosi verso di lui, così come verso tutti gli altri ragazzi che ci saranno.

Carapaz però non ha corso recentemente. E’ ancora in Ecuador. Qualche giorno fa ha utilizzato la bici da crono in un autodromo. Come mai avete scelto di non farlo gareggiare sin qui?

Perché questo era il programma che avevamo deciso. Un programma che prevedeva un bel blocco di lavoro fino al Catalunya. Peccato per l’intoppo alla Tirreno dove si è ritirato perché era malato, però poi ha recuperato bene. Il programma prevedeva di tornare in Ecuador e di allenarsi in altura più a lungo possibile. E si sta allenando bene. Anche con la bici da crono. Come tutti i nostri ragazzi, anche lui la prende una o due volte alla settimana, soprattutto prima di appuntamenti importanti che prevedono prove contro il tempo. Al Giro ce ne sono due. Non sono lunghe, ma potrebbero essere decisive.

Quindi prima del Giro nessuna corsa?

No, nessuna corsa. Carapaz ha dimostrato che quando ritorna da un periodo di altura riesce ad andare subito forte. Ormai ha un protocollo collaudato. Arriva in Europa otto-dieci giorni prima dell’inizio del Giro, si ambienta per il fuso orario e la temperatura ed è pronto.

Carapaz in allenamento sulle sue strade. L’ecuadoriano arriverà in Europa tra pochi giorni (foto Instagram @jaqui.jpg)
Carapaz in allenamento sulle sue strade. L’ecuadoriano arriverà in Europa tra pochi giorni (foto Instagram @jaqui.jpg)
Al Tour of the Alps abbiamo visto una Ineos Grenadiers orfana di Geoghegan Hart: cosa è successo?

Per Tao è stato scelto un programma differente perché anche lui purtroppo si è ammalato alla Tirreno-Adriatico. Di conseguenza ha dovuto saltare il Catalunya ma ha fatto i Paesi Baschi. E così dopo questa dura corsa ha preferito allenarsi in altura. 

Dal Tour of the Alps avete avuto indicazioni importanti?

Ho visto un Pavel Sivakov che è tornato ai suoi livelli. Anche Porte sta davvero bene. E lo stesso vale per Salvatore Puccio. Siamo messi bene e possiamo fare le nostre scelte con serenità. In questi giorni post Tour of the Alps faremo il punto della situazione con i ragazzi per definire la squadra del Giro.

Quindi né Sivakov, né Porte sono sicuri di essere al Giro?

No, no… voglio dire che si sono preparati per il Giro e sono pronti. Però, come come tutti gli anni, facciamo la squadra dopo aver esaminato i dati e dopo aver parlato con tutti i ragazzi. Ma penso che avendo dimostrato una buona condizione non ci saranno problemi.

Pavel Sivakov è stato decimo al Tour of the Alps. Ha pagato un po’ l’ultima frazione breve, nervosa e sotto la pioggia
Pavel Sivakov è stato decimo al Tour of the Alps. Ha pagato un po’ l’ultima frazione breve, nervosa e sotto la pioggia
Effettivamente Sivakov non era così brillante da un po’…

Non si vedeva, perché magari non era il leader della corsa e doveva aiutare i capitani. Ma io Pavel l’ho visto fortissimo già l’anno scorso alla Vuelta, dove appunto ha corso di supporto. Quest’anno è partito più tranquillo, si è allenato bene anche lui. È rientrato dopo due settimane in altura a Sierra Nevada. E un Sivakov che sta bene per noi è molto importante.

Siete una delle corazzate della carovana. Tanti uomini, una grande possibilità di scelta. E questo vale per i tecnici ma anche per i corridori. Alla luce di tutto ciò Carapaz ha chiesto un uomo specifico? Uno di fiducia?

Da quando lo conosco posso dire che è un ragazzo molto serio. Un ragazzo che si fida delle persone che lavorano attorno a lui. E se un coach o un altro direttore sportivo gli dice che ci sono questi determinati uomini a lui va bene. Si fida, sa che sono i migliori che possiamo mettergli a disposizione. Quindi no: non ha specificato che lui vuole il corridore “X” o “Y”. Richard vuole una squadra di supporto, quello sì. Dal canto nostro, noi gli stiamo mettendo in piedi un team che al Giro lavorerà solo per lui.

Puccio sempre più uomo squadra. Stando alle parole di Tosatto avrà lui “le chiavi” della Ineos Grenadiers al Giro
Puccio sempre più uomo squadra. Stando alle parole di Tosatto avrà lui “le chiavi” della Ineos Grenadiers al Giro
In una squadra così e con un uomo che punta senza mezze misure alla maglia rosa, un Salvatore Puccio ci sta bene. A parte il fatto che lui sta bene ovunque! 

Vero – ride Tosatto – il discorso di Puccio vale sempre. Non perché è italiano, ma “Salva” negli ultimi anni ha dimostrato che quando è chiamato in causa è sempre pronto. È un leader, un leader nel suo lavoro. Anche lui ha avuto molta sfortuna ad inizio stagione: malattie, infortuni, un problema al ginocchio… Adesso è rientrato ed è in buona condizione. Deve migliorare ancora un po’ ma è un percorso normale. E sicuramente sarà pronto per il Giro.

Ultima domanda: Porte gregario di lusso o avrà anche ambizione di classifica?

Gregario di lusso.

Risposta secca, ormai non capita spesso…

Ma è così: a domanda ho risposto! E poi Carapaz è uomo che dà garanzie.