La storia del campesino fa parte della sua vita, ma Carapaz se l’è lasciata abbondantemente alle spalle. I chilometri e le esperienze hanno aiutato l’ecuadoriano a costruirsi una nuova solidità, a partire da quando vinse il Giro d’Italia e proseguendo con il podio all’ultimo Tour de France. L’oro di Tokyo ha messo il punto e mandato a capo la sua storia. Eppure, quando in meno di due settimane alla sua porta di sono presentati i corrieri degli sponsor tecnici della Ineos Grenadiers, consegnandogli il loro carico d’oro, Richard ha sorriso e un po’ è arrossito.
Richard e le multe
La storia di come vestire il campione olimpico è piena di aneddoti e regole stringenti del Cio. Il primo professionista a vincere i Giochi fu Pascal Richard ad Atlanta 1996. E lo svizzero, che quell’anno correva con la Mg-Technogym e subito dopo passò alla francese Casino, si inventò una maglia bianca con i cinque cerchi: vietatissima. Ma lui non se ne fece un cruccio, si rassegnò a pagare ogni volta una multa e visse e probabilmente monetizzò così la sua gloria olimpica.
Ullrich non fece nulla di particolare, mentre fu Bettini a capire la possibilità di mettere mano al colore degli accessori. E così da allora si è sempre fatto, intervenendo su casco, occhiali, scarpe e bicicletta.
Pinarello si è affrettato a cambiare colore alle bici di Carapaz (foto Instagram) Tutta d’oro anche la nuova forcella Pinarello (foto Instagram) La Dogma F concui ha vinto a Tokyo ha l’oro al posto del grigio (foto Instagram)
Dogma d’oro
«Vincere l’oro olimpico – disse nella sera di Tokyo – è di gran lunga la cosa migliore che potesse capitarmi, ben più grande del podio al Tour. Immagino che nel mio Paese siano impazziti e li capisco, visto che non vincevamo una medaglia da 24 anni e la mia è la prima nel ciclismo, sport che è seguitissimo».
E per celebrarlo i suoi sponsor si sono scatenati. Come già fatto da Cervélo sulla bici da crono del campione olimpico di specialità Roglic, Pinarello ha messo una mano sulla Dogma F con cui Carapaz ha vinto a Tokyo e come Re Mida l’ha trasformata in oro.
Kask non è stata da meno ed ecco l’elmetto d’oro dell’eroe di Tokyo E le lenti Oakley? Riflessi d’oro per completare il quadro
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Da Bettini a Carapaz
A seguire si sono mossi gli amici di Sidi, con un intervento sulle Shot 2 che già Carapaz utilizzava dall’inizio dell’anno. Le scarpe bianche sono state impreziosite grazie a una serie di ricami utilizzando un filo dorato e ad alcuni dettagli ugualmente d’oro, che le fa risaltare in modo elegante. Nel 2005 di Bettini, le scarpe ugualmente Sidi vennero invece realizzate con la tomaia tutta d’oro.
Tre anni con l’oro
Come ben si può vedere dalla foto di apertura, mentre Carapaz lotta tutti i giorni alla Vuelta, anche Kask e Oakley si sono allineati con un casco e occhiali d’oro. Casco modello Protone Wg11 che dal blu Ineos nella parte posteriore sfuma fino all’oro della parte anteriore. Mentre è dorato anche il riflesso delle lenti Oakley.
Questa potrebbe essere la livrea di Carapaz fino a Parigi 2024, che semmai sarà aggiornata con il variare dei modelli. Due anni in meno di quanto Van Avermaet abbia portato in giro il suo casco d’oro. A causa del rinvio delle Olimpiadi, il belga s’è fregiato dell’oro per cinque anni. Carapaz brillerà per tre stagioni, ma anche lui rimarrà nella storia dello sport.