Jai Hindley, 25 anni da Perth, Australia, secondo al Giro d’Italia 2020. Lo scalatore adesso alla Bora-Hansgrohe aveva stupito tutti in quella particolare edizione autunnale della corsa rosa.
Sembrava lanciatissimo verso tanti altri successi. Ecco l’ennesimo ragazzino rivelazione. Poi però qualcosa si è inceppato.
Lo scorso anno il suo rendimento è stato decisamente più basso. C’è chi dice fosse troppo magro, chi avesse pagato lo scotto di aver perso il Giro nella crono, fatto sta che Jai ha rincorso la condizione tutto l’anno e quando stava iniziando ad andare meglio ecco la rottura della clavicola.
Ma i corridori sono tosti, Hindley (nella foto di apertura Veloimage) non è da meno e il suo diesse, Enrico Gasparotto, ce lo conferma.
La forza della sua storia
Il Gaspa è approdato questo inverno al team tedesco, come Jai del resto. Il friulano ha avuto modo di osservare da vicino l’australiano e di conoscerlo.
«Durante i ritiri – racconta Gasparotto – ho conosciuto bene la sua storia. Una storia incredibile. Il fatto che questo ragazzo lasciasse casa sua per venire a fare il corridore in Italia mi ha davvero colpito, non è stata una cosa da poco. Credetemi che non è facile partire dall’altra parte del mondo, dove tra l’altro le cose funzionano bene, per passare in una squadra a conduzione familiare come l’Aran Cucine di “Umbertone” (Umberto Di Giuseppe, ndr). Ci vuole coraggio e questo la dice lunga sul suo carattere e la sua condizione. Già solo per questo lo ammiro molto, Jai è un coraggioso e sa quel che vuole».
Gasparotto parla dell’inseguire il sogno. Dall’Australia all’Italia non è come andare dalla Sicilia alla Toscana: «Se lo fai è perché sei convinto. Pensate che Jai a causa del Covid non vede la sua famiglia da due anni.
«Doveva andare nei primi giorni di febbraio. Sembrava che l’Australia avesse dato qualche apertura in più ma invece niente. Tutto rimandato. Per fortuna che qui ha la sua ragazza. Immagino sia stata una bella botta morale, anche se lui non lo dà a vedere».
L’amico Kelderman
Gasparotto parla poi di un Hindley davvero disponibile e tranquillo. Si è integrato bene nel nuovo team e il Giro d’Italia è già forte nei suoi pensieri. Anche se non è facile giudicare adesso quando tutto va bene: «Ottimo ambiente, preparazione svolta senza intoppi e quasi sempre con un ottimo meteo… insomma senza stress. E’ in gara che si possono dare poi dei giudizi. Poi lui è davvero attento e volenteroso e come tutti i giovani di oggi devi quasi fermarli»
«Jai – dice – è un ragazzo che ascolta molto e non un principino. Sa rispettare i ruoli. Per esempio ho sentito che con Wilco (Kelderman, ndr) non andasse d’accordo dopo il Giro 2020, invece sono in sintonia e quel Giro non ha lasciato strascichi. Evidentemente tra loro due le cose erano chiare. Quando Jai ha firmato anche Wilco è stato contento».
«Hindley è nel gruppo del Giro dove sarò presente anche io – spiega Gasparotto – ma non è uno degli atleti sotto il mio diretto controllo. In ogni caso siamo una squadra, c’è sempre una grande condivisione d’informazioni. Abbiamo già fatto dei meeting per la corsa rosa e lui ha mostrato un grande entusiasmo. Non vede l’ora di tornare e di mettersi alla prova».
Ma quale meteora
Però la domanda che in molti si chiedono è: ma Hindley è davvero forte o si è trattato di una meteora? La sua prestazione è stata figlia di un Giro particolare?
«Jai sta bene, è ad un buon punto con la condizione. Chiaro che un Giro ad ottobre è particolare, ma uno non lotta per la vittoria per caso. Significa che il motore c’è. Chi ha dei dubbi è superficiale. E non a caso la nostra idea è di mettergli attorno una squadra che possa aiutarlo a confermarsi».
«Poi è chiaro che un giovane possa avere delle difficoltà, soprattutto se deve riconfermarsi subito. Ci mette del tempo a processare la sua dimensione. Questo tempo è passato e noi vogliamo portarlo al Giro nel massimo delle condizioni».
Tre punte al Giro
«Abbiamo tre capitani al Giro. Oltre ad Hindley ci saranno anche Buchmann, quarto al Tour 2019 e che ha perso il podio solo per pochi secondi, e ci sarà appunto Kelderman che è stato terzo al Giro, quarto alla Vuelta e quinto al Tour. Insomma tutti e tre hanno già performato nelle grandi corse a tappe: vogliamo unirli per fare qualcosa di grande.
Gasparotto dice che per Hindley è stato rivisto il suo calendario. Col fatto che ci sono stati dei rimescolamenti a causa di alcune positività al Covid e che non deve più andare in Australia salterà le gare majorchine. Di certo farà l’UAE Tour (20-26 febbraio, ndr) e prima un’altra corsa a tappe