Cimolai torna in Francia, nella Cofidis a trazione italiana

03.11.2021
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Viviani esce, Cimolai entra. La Cofidis non rinuncia alla componente italiana e aggiunge il velocista friulano a Simone Consonni, che spunta alla sua sinistra nella foto di apertura e che il team ha pensato bene di tenersi ben stretto. E così “Cimo” torna in Francia dopo aver già varcato le Alpi nel 2017 assieme all’amico Guarnieri, compagno nei dilettanti e per due stagioni alla Liquigas, quando insieme andarono nell’attuale Groupama-Fdj.

Lille, il primo assaggio

Il primo contatto c’è già stato nella sede della squadra a Lille: c’erano tutti tranne Consonni che poco lontano, a Roubaix, stava vincendo il mondiale del quartetto. Appuntamento per la burocrazia e la conoscenza, da cui tuttavia Davide ha iniziato a trarre le prime sensazioni. E così, strappandolo per qualche minuto alla quiete del primo inverno da padre di famiglia, gli chiediamo di raccontarci il ritorno in Francia e che cosa significherà per lui questa nuova esperienza.

Il secondo posto di Canale al Giro brucia: ha vinto Van der Hoorn con 4″: perché Bevin non ha tirato?
Il secondo posto di Canale al Giro brucia: ha vinto Van der Hoorn con 4″: perché Bevin non ha tirato?

«Sono già stato in una squadra francese – conferma – ci sono pro e contro rispetto alle altre. I pro sono che c’è molta meno pressione sugli atleti per quanto riguarda i risultati. I contro sono che soprattutto il personale ha un approccio piuttosto rigido col lavoro. Se i massaggiatori finiscono il loro turno alle 20, alle 20 il massaggio finisce. Non voglio dire che sia meglio o peggio rispetto a quelli che tirano dritto. Dico solo che è diverso e bisogna abituarsi».

Una risata. Un commento di favore alla nomina in nazionale di Bennati, con cui ha corso due anni in Liquigas, poi il discorso prosegue.

Che cosa ti è parso al primo impatto?

Sono cose buone. Nel cambiare squadra, qualche dubbio c’è sempre, perché sai cosa lasci e non cosa trovi. Devi conoscere il personale e tutti i compagni. Però cercavo e ho trovato un ambiente in cui provare a fare risultato. Ci sono già due ritiri organizzati per dicembre, ho Damiani come direttore sportivo di riferimento. C’è tutto per fare bene. Immagino che se Viviani non si sia trovato bene è perché se arrivi da Sky e Deceuninck, fai fatica a trovare un ambiente migliore.

Al Tour Down Under del 2018, Cimolai alla Fdj, Viviani alla Quick Step
Al Tour Down Under del 2018, Cimolai alla Fdj, Viviani alla Quick Step
Quando è nato il contatto?

Dopo il Giro. Cercavano un corridore veloce, capace di giocarsi le corse e di fare punti. E’ quello che voglio anche io. Non sono il solo velocista, ovvio che Consonni avrà più spazio e che a volte dovrò sacrificarmi per Coquard. Ma l’obiettivo di cui abbiamo parlato sarà quello di non incrociarci o sovrapporci troppo. Comunque dei programmi parleremo seriamente a dicembre. Mi hanno chiesto quale sia la mia idea e ho notato con piacere che coincide con la loro.

Di quale idea parliamo?

Quest’anno ho smesso di correre il 21 agosto, quando ho lasciato la Vuelta. Ho la fortuna di non prendere peso, altrimenti sarebbero guai. Perciò vorrei cominciare presto a correre per mettere chilometri e ritmo nelle gambe, con la Tirreno e la Sanremo come primi obiettivi veri. Poi il Giro e a quel punto un bello stacco e il finale di stagione con la possibilità eventualmente di andare ai mondiali in Australia. Poi ci saranno le varie ed eventuali, di cui parleremo in ritiro.

Ha corso con biciclette De Rosa nel 2019 alla Israel Cycling Academy prima dell’avvento di Factor
Ha corso con biciclette De Rosa nel 2019 alla Israel Cycling Academy prima dell’avvento di Factor
Hai parlato di Damiani e Consonni…

Con Roberto ci ritroviamo. Mi portò lui alla Lampre dalla Liquigas e si creò un bel rapporto, anche se ai tempi era più un manager che un direttore sportivo. Con Consonni abbiamo parlato tanto durante il Giro e tutte le volte che ci siamo incrociati. Sul fronte italiano c’è anche De Rosa, con le cui bici ho corso il primo anno alla Israel Academy. Con Cristiano ho un ottimo rapporto, a Lille c’era anche lui. All’appello manca un solo italiano e mi dispiace molto…

Di chi parli?

Di Alessandro Amadio, nipote di Roberto, che ho scoperto alla Liquigas. Lui è il numero uno assoluto nel suo lavoro di massaggiatore, ma ha avuto una bimba e ha fatto una scelta di vita, accettando un lavoro in ospedale. Bene per lui, male per me (sorride, ndr).

Stupenda foto di famiglia, pubblicata da Cimolai su Instagram, di Davide, con Alessia e la piccola Mia
Stupenda foto di famiglia, pubblicata da Cimolai su Instagram, di Davide, con Alessia e la piccola Mia
Tu dovresti capire che cosa si provi quando arriva una bimba…

Infatti l’ho detto con un sorriso grande così. Anche io per il momento me la sto godendo e la vedo crescere. Però sento crescere anche la voglia di ripartire, di riprendere la mia routine. Sono contento. Partii per il Giro senza avere un contratto e ora l’ho trovato per i prossimi due anni. Vasseur, il team manager, mi ha fatto una gran bella impressione. Si respira aria di famiglia e mi hanno già detto che gli piacerebbe continuare con me anche dopo questo primo contratto, da vedere in che ruolo…

Da tecnico?

No, proprio no. Nel ciclismo non mi vedrete mai in un ruolo diverso da quello di corridore. Da vedere in che ruolo nel senso se da velocista leader o uomo squadra. Ma ci penseremo fra due anni. Adesso si ricomincia e si prova a vincere.