Rieccoli. Mikel Landa e Pello Bilbao. La Bahrain Victorious continua a schierare insieme i suoi due alfieri baschi. Non solo due grandi corridori, ma anche due grandi amici. E oggi, al Tour of the Alps verso Lana lo hanno dimostrato ancora una volta.
Una corsa difficile, entrata nel vivo sin dall’inizio con nomi importanti sul Passo Rolle. Ma questo non ha fatto altro che ribadire la grande condizione, e la voglia di Giro, da parte dei due spagnoli. Nel dopo tappa abbiamo parlato a quattrocchi con Franco Pellizotti, uno dei diesse della Bahrain-Victorious.
Franco una grande dimostrazione di squadra?
Abbiamo dimostrato – risponde con orgoglio – di essere una squadra forte e unita. Sappiamo correre bene.
Landa che lavora per Bilbao: è uno scambio di ruoli in vista del Giro?
Ma no, erano partiti alla pari. Sapevamo che Pello, come aveva dimostrato in questo ultimo periodo, era in una condizione migliore. Mikel invece arrivava da un periodo di allenamento in altura, pertanto non conoscevamo la sua forma. E poi c’è una cosa che non va sottovalutata: a Pello questa corsa piace tanto. E per questo era ancora più motivato nel fare bene. Poi sono due ragazzi onesti, l’uno con l’altro.
Franco lo abbiamo detto tante e non è una novità: Pello e ancora di più Landa, vanno forte, ma poi gli succede sempre qualcosa. Perché quest’anno dovrebbe essere la volta buona?
Eh perché forse siamo in credito con la fortuna! Il ciclismo è così: non è matematica. Non sai mai cosa ti aspetta dietro l’angolo. Quest’anno, come l’anno scorso, Mikel arriva al Giro in una grande condizione fisica. E’ un Giro adatto a lui con poca crono e con salite dure. Ci presentiamo con una squadra molto forte e quindi i presupposti per fare bene ci sono tutti. Però mentalmente lo vedo pronto e preparato.
Mentalmente…
E fisicamente. Bisognerà stare un po’ attenti nel modo di correre con Landa.
Geoffrey Bouchard, leader dopo la prima frazione, ha lottato come un leone ma sotto il forcing di Landa ha ceduto Bilbao abbraccia Landa subito dopo l’arrivo di Lana Romain Bardet, secondo allo sprint e nella generale, si scioglie sui rulli dopo il traguardo
Geoffrey Bouchard, leader dopo la prima frazione, ha lottato come un leone ma sotto il forcing di Landa ha ceduto Bilbao abbraccia Landa subito dopo l’arrivo di Lana Romain Bardet, secondo allo sprint e nella generale, si scioglie sui rulli dopo il traguardo
Nel senso che andrà protetto di più. E’ cambiato qualcosa nel suo approccio mentale, visto che ne hai parlato?
Direi di no. Alla fine si è preparato come gli anni scorsi. Durante l’ultimo Giro se non fosse caduto ne avremmo viste delle belle. Aveva dimostrato di essere in una super condizione. Dopo il Giro per lui è stato tutto un inseguire. Dopo la caduta è stato in ospedale e non è come finire il Giro, andare al mare, fare una settimana di vacanza e staccare di testa. No, ha corso dietro a mille problemi. Dopo il Lombardia ha azzerato tutto, è andato in vacanza ed è ripartito da lì.
Più lineare invece il percorso di Pello. Oggi Bilbao era capitano. Ma Landa ha gestito la squadra: cosa diceva Mikel per radio ai suoi?
Mikel non parla molto ma è un leader. Anche con i giovani li sprona, riesce a motivarli e a dargli le indicazioni giuste. E anche se è un co-leader, come oggi nei confronti di Bilbao, avere un corridore come lui è una manna dal cielo.
Torniamo alla corsa: è andata come vi aspettavate?
Non proprio. O almeno non pensavamo che attaccasse gente tanto forte all’inizio (il riferimento è soprattutto rivolto a Sivakov e Lopez, ndr). Anche se sapevamo che sarebbe potuto succedere. Se avessimo avuto davanti un altro corridore rispetto a Pernsteiner sarebbe andata in maniera diversa.
Cosa intenti per un altro corridore rispetto a Pernsteiner?
Penso allo stesso Mikel o a Pello. Con Pernsteiner davanti magari avremmo colto un piazzamento. Ma noi siamo qui per vincere la corsa e non potevamo rischiare. Sapevamo di avere una squadra forte e quindi abbiamo corso in questa maniera.
L’uomo del giorno
E poi c’è l’uomo del giorno: Pello Bilbao. Il basco arriva in conferenza stampa vestito di verde, colore che contraddistingue il leader del Tour of the Alps. Composto come nel suo Dna, magrissimo e anche piuttosto disteso in volto (segno di buon recupero), risponde con piacere alle tante domande.
«Vero – dice Bilbao – tante volte ho aiutato io i miei compagni. Ma noi siamo una squadra e non importa chi sia il leader. L’importante è che riusciamo a vincere. Anche oggi si è visto come il ciclismo sia uno sport di squadra. Guardate Pernsteiner che era in fuga e si è fermato per venire a tirare…».
«E’ stata una tappa strana, difficile e con un grande dislivello. Non ci aspettavamo quella gente all’attacco sin dall’inizio. Però siamo riusciti a recuperare e a superare i momenti difficili della corsa, quando sembrava impossibile ricucire sui fuggitivi. Lì siamo stati bravi. Siamo rimasti calmi e abbiamo fatto un ottimo finale.
«Come ho gestito l’ultimo chilometro? In realtà non ho fatto molto. La squadra ha lavorato alla perfezione. Solo ai 300 metri ho detto a Landa di spostarsi a sinistra perché sarei passato a destra, la strada migliore per fare lo sprint. E così è andata. Temevo di più Romain Bardet, visto che anche ieri ha dimostrato che siamo molto vicini».
«Io sto bene – conclude il basco – Siamo qui per vincere e ogni anno punto molto su questo periodo della stagione. Io in rosa al Giro? Difficile per un corridore come me!».