Alzini Fidanza

Fiamme Oro, 6 ragazze a Tokyo con tante ambizioni

14.07.2021
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Con i loro 71 ragazzi selezionati in 19 discipline, le Fiamme Oro sono il gruppo sportivo italiano più presente ai Giochi Olimpici di Tokyo, con quasi il 18,5 per cento dell’intera rappresentativa azzurra che, pur con qualche defezione di troppo soprattutto fra le squadre, è la più folta della storia italiana dell’evento a cinque cerchi. In questo contingente, il ciclismo recita un ruolo finalmente importante, con 6 ragazze in gara, 4 su pista e 2 su strada (con Elisa Balsamo chiamata a fare da riserva per la gara del 25 luglio).

Già una presenza così significativa è un risultato importante per tutto il gruppo ciclistico, guidato dall’Ispettore Superiore Nicola Assuntore, che per spiegarlo ripercorre la breve storia della sezione ciclistica: «Avevamo iniziato il nostro cammino nel 2015 con 3 ragazze e già a Rio 2016 ne portammo 2, tra cui Elisa Longo Borghini che ci ripagò con il suo straordinario bronzo. Oggi il contingente è triplicato, significa che abbiamo fatto le cose per bene».

Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020
Elisa Longo Borghini (prima, al centro) e Marta Cavalli (terza, a destra) targate FF.OO.: è il podio dei tricolori 2020
Elisa Longo Borghini, Katia Ragusa, Marta Cavalli, tricolore donne elite, Breganze 2020
Elisa Longo Borghini (prima, al centro) e Marta Cavalli (terza, a destra) targate FF.OO.: è il podio dei tricolori 2020
Nella loro preparazione avete avuto voce in capitolo?

La gestione delle ragazze in funzione dell’evento olimpico è pienamente in mano alla Federazione e ai suoi tecnici. Ci siamo confrontati spesso con Salvoldi sul lavoro delle ragazze trovando sempre una piena sintonia e i risultati nascono anche da questo.

E per quel che riguarda l’organizzazione della trasferta?

Lì la responsabilità è in toto del Coni, che ha un ufficio specifico, quello della Preparazione Olimpica. Non nascondo che avremmo voluto esserci e avevamo anche pensato ad organizzare la trasferta nel Sol Levante per una delegazione delle Fiamme Oro, ma le difficoltà legate alla pandemia ci avevano fatto desistere. Poi è arrivata la notizia che le Olimpiadi saranno a porte chiuse e quindi la nostra sofferta decisione è stata suffragata dai fatti.

Barbieri Livigno 2021
Tante interviste nel periodo preolimpico anche per Rachele Barbieri
Barbieri Livigno 2021
Tante interviste nel periodo preolimpico anche per Rachele Barbieri
Che cosa vi aspettate?

Se si tratta di fare pronostici, siamo scaramantici al massimo… Scherzi a parte, a Rio si presentarono 37 atleti delle Fiamme Oro che vinsero 7 medaglie, facendo le proporzioni ci aspettiamo sicuramente belle soddisfazioni. Quel che è certo è che abbiamo chance in tutte le discipline, ciclismo naturalmente incluso.

Guardando dall’esterno, come giudichi il gruppo?

Si è lavorato davvero bene, saremo a Tokyo con una squadra giovane ma in grado di battagliare con ambizioni in tutte le prove. Mi sono andato a riguardare i risultati degli europei dello scorso anno, molti dicevano che avevano poco valore viste le assenze, eppure vincemmo la madison contro le britanniche campionesse olimpiche e nel quartetto vincemmo l’argento con un tempo da semifinale olimpica. Perché allora non sperare? Poi c’è Elisa Longo Borghini: l’ho incontrata al campionato Italiano, era impressionante per la sua carica, è l’unica che può mettere in difficoltà le olandesi, il Giro donne non fa testo, lei pensa a Tokyo.

Barbieri Balsamo 2021
Barbieri e Balsamo guardano verso l’orizzonte: con loro a Tokyo ci saranno anche Guazzini e Fidanza
Barbieri Balsamo 2021
Barbieri e Balsamo guardano verso l’orizzonte: con loro a Tokyo ci saranno anche Guazzini e Fidanza
Sai che il quartetto dell’inseguimento per la prima volta potrebbe essere composto da atlete di un solo gruppo sportivo?

E’ una cosa che mi renderebbe orgogliosissimo, sarebbe un messaggio molto importante per tutto il nostro gruppo sportivo a prescindere dal risultato.

Proviamo ad andare oltre i responsi che darà Tokyo: il fatto di avere 6 ragazze in gara dà una spinta nuova anche per allargare il gruppo?

Certamente, noi siamo già proiettati su Parigi 2024. Se ci saranno prospetti interessanti li prenderemo sicuramente in considerazione per allargare il gruppo. Il nostro simbolo ha bene impressi i cinque cerchi olimpici, il che significa che il nostro obiettivo principale sono e saranno sempre le Olimpiadi. Le nostre scelte e strategie sono sempre indirizzate verso quell’obiettivo, dopo Tokyo ci metteremo al tavolo e studieremo il da farsi perché il tempo corre.

Settimana Italiana: salite, vento e mare. Insomma, Sardegna…

14.07.2021
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Prende il via il 14 luglio (oggi), da Alghero, la prima Settimana Ciclistica Italiana, che si concluderà domenica 18 luglio a Cagliari. Cinque tappe, tutte in Sardegna, un percorso impegnativo, con tanto dislivello. I corridori dovranno affrontare 840,60 chilometri in totale, e ci saranno ben 10.409 metri da scalare. La frazione più lunga sarà la seconda, con 185.5 chilometri, da Sassari ad Oristano, mentre quella con maggiore dislivello è la quarta, ben 2.503 metri.

Genesi complicata

Si parlava di questa corsa già da due anni. Il primo contatto degli organizzatori sull’isola avvenne con gli uomini già al lavoro per il Giro d’Italia U23. Marco Selleri si recò in Sardegna per i sopralluoghi, ma poi il Covid e una serie di indecisioni fecero arenare il progetto. Si arenò, ma non colò a picco. Infatti lo ha ripreso in mano Adriano Amici e la corsa avrà finalmente luogo.

Dietro la Settimana Italiana di Ciclismo c’è il GS Emilia di Adriano Amici
Dietro la Settimana Italiana di Ciclismo c’è il GS Emilia di Adriano Amici

Paesaggi e campioni

Lo scenario è mozzafiato: la Sardegna a luglio è strapiena di turisti. E anche se la corsa non toccherà le spiagge più battute, è facile immaginare che lungo le strade e agli arrivi non mancheranno i tifosi. E non mancherà neppure il vento, che grazie alla vicinanza del mare non ha mai fatto difetto su quelle strade.

Si corre in sette per squadra, con un campo partenti di tutto rispetto e la curiosità di vedere al via una nazionale che comprenderà alcuni pistard in partenza per Tokyo e anche qualche stradista. L’Italia di Cassani e Villa schiererà infatti Viviani, Ganna e Scartezzini, Bettiol, Moscon, Ciccone e Masnada. Manca Nibali, reduce da due settimane di Tour e manca Caruso, che correrà tuttavia con la sua squadra, il Team Bahrain Victorious.

E se per motivi di bandiera e cuore l’Italia in partenza per le Olimpiadi sarà una sorvegliata speciale, l’elenco dei partenti vede anche un bel numero di squadre WorldTour. Oltre alla squadra del Bahrain di cui abbiamo già detto, vedremo al via la Istrael Start-Up Nation, il Team Uae Emirates con Ulissi, la Movistar con Cataldo e Villella, la Bora con Aleotti in gran forma e il Team Bike Exchange.

Oltre a loro, fra i motivi di interesse e suggestione, il rientro alle gare di un motivatissimo Visconti, la coppia Mareczko-Stacchiotti che proverà a insidiare la supremazia di Viviani in volata.

Scopriamo nel dettaglio tutte le tappe, che è anche possibile scaricare qui.

1ª tappa

Alghero – Sassari: 155.8 chilometri

La più corta, ma non per questo facile, sono previsti 3 gran premi della montagna (due di terza categoria e uno di seconda). Si scollinerà dall’ultimo Gpm a 4 chilometri dall’arrivo, può essere un buon trampolino di lancio per qualche finisseur con la gamba buona.

2ª tappa

Sassari – Oristano: 185.5 chilometri

Frazione dalle due facce, nella prima parte tanta salita, 3 asperità, divise una per categoria. Si tocca il punto più alto della corsa, il Valico della Madonnina, 875 metri. Un’ascesa di 11 chilometri al 5.1 per cento di pendenza media, una volta scollinati i corridori si troveranno a 60 chilometri dal traguardo.

Nel finale i velocisti che saranno riusciti a resistere alle fatiche iniziali potranno giocarsi la volata, dall’esito non scontato visto il percorso.

3ª tappa

Oristano – Cagliari: 180,9 chilometri

Arrivo nel capoluogo di regione della Sardegna, ci si arriva da ovest, dal passo Genna e Bogai, una salita pedalabile di 8.5 chilometri al 4.7 per cento.

Probabile un arrivo in volata, dalla flamme rouge alla linea del traguardo la strada scende leggermente, questo alzerà la velocità e la tensione in gruppo.

4ª tappa

Cagliari – Cagliari: 168 chilometri

Si abbandona la provincia di Cagliari per quella della Sud Sardegna, in una zona famosa per gli scavi nuragici, con castelli e molti siti archeologici.

Potrebbe essere una tappa adatta a qualche fuga coraggiosa, i Gpm sono tre. Una tappa parecchio movimentata, questo potrebbe favorire gli attacchi da lontano, anche se il finale in leggera discesa sorride al gruppo.

5ª tappa

Cagliari – Cagliari: 170,2 chilometri

Ultima frazione, si passa nella zona di Carbonia, famosa per le sue miniere, paesaggi suggestivi e ricchi di colori. Si affronta per due volte il Valico di Punta Coremò, i primi chilometri e gli ultimi coincidono, da Cagliari al Castello di Acquafredda e viceversa. Ennesimo arrivo pianeggiante, con volata annessa, difficile possa uscire una fuga visto il percorso sì mosso, ma che non permette colpi di mano. A meno che il vento…

Paternoster Masotti 2021

Fiamme Azzurre: due ragazze, un pistard e il sogno…

13.07.2021
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La storia delle Fiamme Azzurre nel mondo del ciclismo inizia nel 1992, tanti grandi eventi sono stati quindi vissuti con trepidazione dai dirigenti del gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, ma è chiaro che le prossime Olimpiadi porteranno con sé grande pathos. Intanto per la loro genesi, poi per tutte le difficoltà che comportano. Infine, dulcis in fundo, per le chance che i ragazzi porteranno con sé. Letizia Paternoster per le gare su pista (nella foto d’apertura con il D.T. del Gruppo Fabio Masotti), Marta Bastianelli per la prova in linea e Francesco Lamon per il quartetto dell’inseguimento.

Guderzo, a destra, resta a casa. Paternoster e Bastianelli voleranno invece a Tokyo
Bastianelli e Paternoster voleranno presto a Tokyo

L’Ispettore Superiore Augusto Onori, che cura il Gruppo Sportivo ciclistico con una passione senza pari, parte dall’aspetto generale, del contingente complessivo per affrontare l’argomento: «In totale sono 20 gli atleti delle Fiamme Azzurre qualificati per i Giochi Olimpici di Tokyo, un record storico per il nostro Gruppo Sportivo, che supera quello di Rio de Janeiro 2016 dove furono presenti 19 rappresentanti del Corpo di Polizia Penitenziaria e nel ciclismo ci presentiamo sulle linee di partenza con tre titolari qualificati, un numero importante in questo contesto che ci riempie di soddisfazione. Non va poi dimenticato che del contingente fa parte anche l’Assistente Capo Carlo Buttarelli, meccanico delle bici azzurre».

Vi aspettavate un numero simile di presenze all’inizio del quinquennio olimpico?

Considerando che la sezione ciclismo di Fiamme Azzurre consta di 6 atleti (2 uomini e 4 donne) penso che l’obbiettivo programmato sia stato ampiamente raggiunto. Come Sezione qualificare tre atleti lo riteniamo un ottimo risultato, sapevamo che il nostro potenziale tra tecnica, qualità ed esperienza è molto alto e aver piazzato questo numero di atleti lo riteniamo un risultato più che positivo.

Buttarelli 2021
Campionati Italiani di Monopoli: il meccanico Carlo Buttarelli opera gli ultimi ritocchi
Buttarelli 2021
Campionati Italiani di Monopoli: il meccanico Carlo Buttarelli opera gli ultimi ritocchi
Le Olimpiadi arrivano con un anno di ritardo: quanto ha condizionato i ragazzi questa sosta imprevista e così lunga?

Ovviamente noi, come tutto il mondo sportivo dell’alto livello, arriviamo all’appuntamento più importante con molte difficoltà, principalmente dovute nell’ultimo anno. La mancanza di competizioni, con i nostri atleti (purtroppo nessuno escluso) che hanno contratto il Covid-19 con le conseguenze post contagio ha allungato la ripresa.

La Paternoster arriva alle Olimpiadi con mille incognite legate a quanto ha passato nell’ultimo anno. Voi come gruppo sportivo come le siete stati vicini?

Paradossalmente per la Paternoster lo slittamento è stata una fortuna, in quanto ha potuto recuperare da un infortunio che nel 2020 l’avrebbe esclusa dai Giochi. L’infortunio le ha creato non poche difficoltà sotto tutti i punti di vista, psicologico e tecnico. Il recupero comunque procede e questo grazie anche alla collaborazione con i club esterni, che permettono di crescere e migliorare sotto il profilo della performance.

Guderzo Pechino 2008
Il momento più alto della sezione ciclistica delle FF.AA.: il bronzo della Guderzo ai Giochi 2008
Guderzo Pechino 2008
Il momento più alto della sezione ciclistica delle FF.AA.: il bronzo della Guderzo ai Giochi 2008
Quanto c’è di vostro nella gestione della sua ripresa, avete avuto voce in capitolo nella costruzione del cammino per farla tornare abile per i Giochi?

Come Gruppo Sportivo è nostro dovere istituzionale monitorare tutte le fasi dell’atleta, la guarigione è chiaramente l’obiettivo primario. Lo Staff del G.S. Fiamme Azzurre sta sempre vicino all’atleta, autorizza i raduni e le gare che richiede la struttura tecnica federale per prepararci per partecipare e vincere un’Olimpiade. Ritengo che il nostro lavoro abbia contribuito a non affrettare i tempi, dando supporto non solo alla Paternoster, ma a tutti i componenti del Gruppo.

Che cosa rappresenta per voi la presenza della Bastianelli recuperata quasi all’ultimo momento?

Il debutto olimpico della Bastianelli in Giappone, a coronare una lunghissima carriera, è per noi un particolare motivo di soddisfazione. Crediamo proprio che per le sue distintive caratteristiche, secondo i piani tattici del C.T.Nazionale Dino Salvoldi, il suo ruolo sarà di “jolly” qualora si configurasse un arrivo a ranghi compatti dove in questo caso Marta può effettivamente giocarsi legittime chance. Mi resta però un po’ di rammarico per l’assenza di Tatiana Guderzo, con la bellezza di 4 partecipazioni olimpiche e di Michele Scartezzini. Ho parlato tutti i giorni con Michele e so che la preparazione che abbiamo fatto sarà importante per costruire l’appuntamento per Parigi 2024.

Rammarico anche per l’esclusione di Michele Scartezzini, che ha reagito con grande sportività
Rammarico anche per l’esclusione di Michele Scartezzini, che ha reagito con grande sportività
In confronto agli altri sport, quanti saranno gli atleti delle Fiamme Azzurre presenti a Tokyo e che cosa vi aspettate da questa rassegna olimpica?

Il ciclismo targato Fiamme Azzurre ha partecipato ai Giochi ininterrottamente dal 1996: speriamo nelle medaglie su pista contando su un effetto sorpresa con la Bastianelli. Vedremo come andrà, l’importante è che abbiamo la coscienza di aver completato il percorso di avvicinamento, lungo addirittura 5 anni, come meglio non si poteva.

Nibali saluta il Tour: un colpo, qualche dubbio e tante speranze

11.07.2021
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Tanto tuonò che non piovve. La tappa numero 15 del Tour de France, la prima pirenaica, doveva promettere chissà cosa e invece si è risolta con un pugno di mosche. Almeno per quel che riguarda la classifica generale. Perché poi di spunti interessanti ce ne sono stati. E quello più importante riguarda il colpo tanto atteso di Vincenzo Nibali. 

Ci si aspettava un segno dallo Squalo ed è arrivato. Non super, a dire il vero, come si sperava, però c’è stato. E questo è importante. Sulla salita più alta della Grande Boucle è stato anche autore di un tentativo.

Nibali in fuga verso Andorra
Nibali in fuga verso Andorra

Il colpo dello Squalo

Solita partenza a tutta e nasce una mega fuga di 30 e passa corridori. Dentro stavolta c’è Nibali. Il corridore della Trek-Segafredo ci aveva provato anche il giorno prima, ma non ci era riuscito. Ma per il team di Guercilena poco male: visto quel che aveva fatto Mollema.

Ma oggi era importante dare un colpo. Glielo chiedeva l’Italia, glielo chiedeva Cassani e, ne siamo certi, se lo chiedeva lui stesso. Con lui ci sono due compagni: Elissonde e Bernard, segno che credono in lui. Tira poco Vincenzo, pedala bene e si nota una certa agilità. Ci prova anche, come detto, sull’Envalira. Poi nel finale quando aprono il gas, Kuss e Valverde hanno qualcosa in più. Però lui risponde, ci prova e solo alla fine alza bandiera bianca. 

«Oggi la tappa è stata difficile, tutta – ha detto Nibali dopo il controllo antidoping – Oltre 4.000 metri di dislivello, specie dopo la tappa di ieri in cui ci avevo provato. Nella parte finale della gara, ad oltre 2.000 metri abbiamo pensato di fare un po’ di ritmo, ma c’era vento. Quando abbiamo preso l’ultima salita ognuno ha giocato tutte le sue carte e si è rotto tutto il gruppetto. Ma tutto sommato è stata una giornata importante nella quale abbiamo “messo” tanta fatica nelle gambe».

Due fughe (quella di oggi e quella di Le Creusot) e diversi tentativi per lo Squalo come quello in foto verso Carcassonne
Due fughe (anche quella di Le Crusot) e diversi tentativi per lo Squalo

Ultimo Tour?

Quindi? Queste due settimane di Tour a cosa sono servite? Ci prendiamo la voglia di lottare, la condizione sicuramente migliore di quanto non fosse a Brest (e in crescita verso Tokyo) e mettiamoci anche un po’ di fiducia in più. Cosa che non guasta mai, anche se ti chiami Nibali e hai un palmares grosso così. La speranza è che questa fiducia lo Squalo l’abbia trovata. Ma questo lo può sapere solo lui. «La tappa di oggi è servita per testare anche un po’ la condizione – ha detto Nibali – che sinceramente è così, così…». Ma Vincenzo lo conosciamo da anni e spesso ha “rigirato la frittata” risorgendo dal nulla. E gli basta un barlume di luce perché riesca ad esaltarsi.

Il suo Tour de France finisce oggi. Potenzialmente potrebbe essere stata la sua ultima tappa in assoluto alla Grande Boucle. Non sappiamo cosa farà il prossimo anno. Vincenzo aveva dichiarato durante lo scorso giorno di riposo che si sarebbe fermato ad Andorra, al termine della seconda settimana. Testa e gambe sono, giustamente, tutte rivolte a Tokyo.

Nibali Olimpiadi 2016
Vincenzo Nibali a Rio de Janeiro 2016, notare la magrezza generale soprattutto su braccia e spalle
Nibali Olimpiadi 2016
Vincenzo Nibali a Rio de Janeiro 2016, notare la magrezza generale soprattutto su braccia e spalle

Da Rio a Tokyo

Molti hanno fatto il paragone con le Olimpiadi di Rio 2016. Si è detto che anche in quel Tour Nibali non aveva brillato e poi in Brasile, al netto della caduta, andò fortissimo. Però è un paragone sbagliato a nostro avviso. Innanzi tutto sono passati quattro anni e, volenti o nolenti, per chi va per i 37 anni non sono pochi. Poi Nibali in quel Tour sfiorò la vittoria due volte e veniva dalla conquista del Giro. I presupposti erano ben diversi.

Giusto fermarsi. Tokyo non è Rio. Il fuso orario è maggiore, c’è una pandemia in corso e la preparazione è diversa. Semmai “errore” c’è stato (o dovesse esserci), questo è da far risalire alla caduta prima del Giro. Ma non è imputabile a Nibali. In un ciclismo di perfezionismo, in cui tutto è al limite, quella era una fase cruciale per il Giro e per la stagione. Ed è stato un colpo, ma a senso inverso.

Perché? Perché Nibali stava facendo un certo tipo di lavori, molto mirati all’esplosività, e questo gli avrebbe consentito di correre un altro Giro. A catena poi sarebbe seguito un altro recupero e magari anche con altre sensazioni. Conoscendolo sappiamo che non mollerà fino alla fine. E quando toccherà a lui (il 24 luglio, ndr) a Tokyo quello sarà il giorno in cui andrà più forte in tutto l’anno. Su questo potremmo quasi metterci la mano sul fuoco.

Valverde si complimenta con Kuss per la sua vittoria. bello il testa a testa distanza tra i due dopo il Gpm
Valverde si complimenta con Kuss per la sua vittoria. bello il testa a testa distanza tra i due dopo il Gpm

Ma Valverde…

Prima di chiudere non si può non parlare di Valverde. Anche il murciano, 41 anni, sarà a Tokyo. Anche lui era nella fuga. Solo che le sue menate in salita hanno fatto male. Solo Sepp Kuss lo ha tenuto e poi lo ha anche staccato. Ma caspita che Alejandro!

Quello di Valverde non è stato un colpo: è stato un vero e proprio “presente”. Soprattutto se si pensa alla sua abilità nelle corse di un giorno, al suo sangue freddo e al suo spunto veloce. Quest’anno solo quel fenomeno che è Pogacar lo ha battuto a Liegi. E se pensiamo che Alaphilippe non ci sarà e che Tadej ha corso per la classifica e potrebbe essere stanco, per lo spagnolo il podio olimpico è ben più che una chimera.

Guderzo, dal Matajur parole pesanti quanto un addio

10.07.2021
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«Volevo dimostrare qualcosa – dice Tatiana Guderzo – e credo di averlo fatto. Ho sempre detto che il mio sogno finale, l’ultimo obiettivo era andare alle Olimpiadi. Salvoldi mi ha tolto questo sogno e spero che la sua scelta sia corretta. Io credo, come sempre quando ci sono gare importanti, che sarei stata pronta».

Dalla cima si vede il mare, il Monte Matajur stacca dal bosco con tornanti e tratti dritti nel bosco. Nelle taverne sei paesi sotto si riconoscono vecchie foto in bianco e nero dei giorni di Caporetto, ma qui la battaglia è stata ugualmente aspra. La nona tappa del Giro d’Italia Donne si è conclusa da pochi minuti con il dominio della SD Worx che corre in modo a dir poco insolito. La squadra della maglia rosa e delle prime due posizioni della classifica, ha mandato la seconda della generale sulle orme della Longo Borghini, partita all’attacco per dare un’altra impronta al suo Giro.

Il Matajur finisce nella bacheca della sudafricana Moolman
Il Matajur finisce nella bacheca della sudafricana Moolman

Un arrivo dantesco

Quando sul traguardo passa Tatiana Guderzo, fatto il conteggio delle italiane, ci rendiamo conto che la vicentina, ottava al traguardo, è stata la prima dopo Marta Cavalli. E facendo la somma delle parole dei giorni scorsi, commentando l’esclusione dalla squadra olimpica e le motivazioni sgretolate, c’è da scommettere che dopo aver preso fiato, Tatiana avrà qualcosa da dire.

«I primi chilometri sono stati lentissimi – dice – con la fuga davanti che ci teneva tranquilli. Sul secondo gpm il ritmo è aumentato e quando la SD Worx si è messa a inseguire, la musica è cambiata. Ai piedi della salita finale avevamo già ripreso le tre fuggitive. Il Matajur non l’avevo mai visto e ho scoperto che se non conosco la salita, non so cosa mi aspetto e soffro meno».

Intorno le ragazze sono sedute sull’asfalto, bevono, si dissetano e recuperano il battito. Uno scenario dantesco. Tatiana raccoglie le ginocchia al petto e le cinge con le braccia.

La piccola Realini ha lottato con le migliori anche sul Matajur. Ha 18 anni e grinta da vendere
La piccola Realini ha lottato con le migliori anche sul Matajur. Ha 18 anni e grinta da vendere
Volevi dimostrare qualcosa?

E non l’ho fatto a parole o chiedendo fiducia, ma con i fatti. Oggi mi sono tolta una piccola soddisfazione personale. Di essere ritornata davanti al gruppo con le migliori. E questa è una bella dimostrazione per le persone che mi sono rimaste veramente vicine e sono poche. Tutti questi sacrifici sono per loro.

Sei partita per il Giro sapendo che non saresti andata a Tokyo: è stato difficile digerire le fatiche di questi giorni?

Mi è stato detto con una telefonata il giorno prima che partisse la corsa. Quindi credo che sia stata una doppia bastonata. Chi mi conosce sa che non dimostro mai quanto soffro, ma diciamo che se il cuore può sanguinare, il mio lo sta facendo.

Dicesti che avresti corso anche quest’anno proprio per andare alle Olimpiadi…

Altrimenti avrei smesso, lo confermo. Avevo un sogno: i 5 cerchi per 5 volte. E non parlo di una convocazione per il mio nome o la storia passata. In Giappone sarei stata un’atleta in condizione, che per l’ennesima volta avrebbe dato tutto per quella maglia.

Riesci a immaginare la tua stagione da lunedì mattina?

E’ difficile quello che sto provando a gestire. Diciamo che arriverò a domani sera e poi mi prenderò del tempo per riflettere su quello che sarà. Concludo questo Giro con dei bei piazzamenti, che dicono che sto bene. Un po’ di soddisfazione e una sofferenza che va oltre ogni immaginazione.

Un po’ di recupero per Guderzo sul Matajur, dopo il suo ottavo posto
Un po’ di recupero per Guderzo sul Matajur, dopo il suo ottavo posto

La prova dei fatti

Sul palco si succedono le premiazioni. Le ragazze arrivano sgranate in una lenta scalata del calvario. Tatiana scambia due parole con Christiano, il suo massaggiatore alla Alè BTC Ljubljana e quello che si coglie è che la grande giornata le resterà per se stessa. Poi la vicentina tira su la lampo e rimette il casco. Nella discesa fino al pullman troverà i momenti per smaltire la sua amarezza. L’Italia andrà a Tokyo con quattro ragazze che daranno l’anima. Difficile dire se una di loro abbia occupato una sedia non sua. Salvoldi ha fatto le sue scelte, la condotta delle ragazze in Giappone dirà se ci ha visto giusto. Dopo tanti anni quell’azzurro vestirà altre spalle. Accettarlo per Tatiana sarebbe stato comunque difficile.

Tra un salto e una spallata, la strada di Fantoni fino a Tokyo

08.07.2021
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Giacomo Fantoni sarà l’unico atleta italiano della Bmx a Tokyo, poi si ritirerà. Di lui avevamo parlato con il cittì Tommaso Lupi, traendo la sensazione (già provata quando li incontrammo in pista a Montichiari) che della specialità importi soltanto a chi la pratica e pochi altri. Non è bello allenarsi ogni santo giorno e approdare alle Olimpiadi, pensando che là fuori nessuno sa che esisti. Perché poi alla fine le Olimpiadi sono le stesse per tutti e l’oro delle medaglie viene fuso nello stesso crogiolo. Che tu sia Justin Gatlin, appunto, o Giacomo Fantoni. Perciò andiamo a vedere che cosa sta facendo il veronese di Zevio, classe 1991, e in che modo si sta preparando, dato che a Tokyo manca ormai veramente poco.

La convocazione per Tokyo 2020 nel miglior momento della carriera
La convocazione per Tokyo 2020 nel miglior momento della carriera

L’appuntamento è per le 8,30 del mattino, lungo il tragitto che da casa lo porta in palestra. Altri buchi dice che non ne troverebbe. 

Che cosa stai facendo in questo periodo?

Stiamo rifacendo in piccolo quello che abbiamo fatto quest’inverno. Un ciclo di forza per spingere nel modo giusto e per adattarci alla pista, che sarà lunga e insolita. Non c’è il minimo dislivello, che a volte aiuta. La gara del Test Event nel 2019 durò 42 secondi, quasi 7 più del solito. Si rischia di arrivare a 45 secondi. Sembra poco, non lo è.

Siete come i velocisti della pista, in fondo, per cui allungare una gara di 7 secondi non è così banale…

Esatto. La velocità su pista è la specialità del ciclismo classico che si avvicina più alla nostra. Non tanto la velocità individuale, quando il Team Sprint. Il velocista che fa il giro di lancio, ha lo stesso tipo di impegno o comunque molto simile. Noi abbiamo una frequenza di pedalata superiore e anche per noi la partenza è una fase decisiva.

Perdona la domanda in apparenza ingenua, ma… è comoda la posizione sulla Bmx?

E’ una delle cose più scomode che ci sia. Non puoi stare seduto e in piedi non sei centrato come su una bici da strada. Però è perfetta per quello che dobbiamo fare. Anche sul fronte dei materiali, non siamo al livello delle bici da strada o le mountain bike, in compenso però si lavora tantissimo sulla tecnica individuale. Salti, partenze, curve, contatto fisico

Contatto fisico?

In nessun’altra disciplina ciclistica è previsto. La spallata, la spinta fanno parte del gioco, ma in base all’intensità possono valere una squalifica. Si lavora di spalla e di gomito a 55 all’ora, su gobbe sterrate. Il sistema nervoso rifiuta certe cose, ma se non ti adegui, ti passano sopra. Devi essere cattivo e pronto, perché la gara dura così poco che se ti metti a pensarci, è già finita.

Come sono fatte le vostre bici?

Si lavora tanto. Ora la sfida è fra telai in carbonio e in alluminio, ma alla fine è una scelta molto personale, dipende da come giri. Il carbonio è più performante. Per le ruote abbiamo cuscinetti chiusi, di serie. Mi faccio sempre il mio tuning, ma per le Olimpiadi ne faremo uno speciale con l’aiuto del mio allenatore Francesco Gargaglia.

Tutto pronto per volare in Giappone: Giacomo Fantoni, Italy
Tutto pronto per volare in Giappone: Giacomo Fantoni, Italy
Siete come discesisti e dovete mandare a memoria il percorso?

Ho una buona memoria fotografica, per cui quando è possibile faccio un giro con la GoPro sul casco e poi in camera guardo e riguardo il video. Quando arrivo in gara, devo già averlo in testa. E visto che nel 2019 non ho partecipato alla gara di Tokyo, in questi giorni sto guardando tutti i video di chi c’era.

In che modo hai cominciato a correre?

Il mio primo sport fu lo snowboard, mentre a 6 anni ebbi la prima bici. Mia madre aveva corso in mountain bike e un giorno per caso arrivammo alla pista di Montorio Veronese. Fu amore a prima vista, un classico. Il bambino vede le gobbe e le curve e si innamora.

Come mai arrivi alle Olimpiadi solo a 30 anni?

E’ stato un cammino molto lungo. Volevo arrivarci prima, ma non ero nelle condizioni di riuscirci. Nel 2016 provai, ma non lavorai a sufficienza. Sono tanti anni che ci vado dietro e che lo sogno, ma so che ora è il momento giusto. Prima non avrei avuto forma e testa, ora sono al mio picco.

In pista a Montichiari, in una fase diversa della preparazione
In pista a Montichiari, in una fase diversa della preparazione
E come la vivi?

E’ un sogno, sono troppo felice.

Altra domanda ingenua: si guadagna a fare l’atleta nella Bmx?

Per niente ingenua, mi viene fatta spesso e la risposta è che il mio lavoro è un altro. Faccio l’allenatore della mia squadra. Domenica scorsa il nostro Leonardo Cantiero ha vinto il tricolore juniores a Padova. La Bmx non mi dà da vivere e non ci sono corpi militari interessati. Ci fu qualche avvicinamento, ma la risposta non è mai arrivata. Io comunque non posso farci più niente, perciò questo è il mio ultimo anno. Non avendo uno stipendio, non posso crearmi una famiglia e a 30 anni è arrivato il momento di dare una svolta.

Quanto è rigida la disciplina in fase di preparazione?

Tornato dalla Coppa del mondo in Colombia, la mia vita è piena di allenamenti e non faccio praticamente altro. Vita monastica, insomma. Per fortuna però da un paio di giorni abbiamo mollato con i carichi di lavoro e sto iniziando a riposare per avere il giusto recupero. Però si lavora sul vestiario, sulla bicicletta…

Fantoni memorizza i tracciati dalla sera prima: dalla partenza alle singole curve (foto Bmx Pro Race)
Fantoni memorizza i tracciati dalla sera prima: dalla partenza alle singole curve (foto Bmx Pro Race)
Quando parti?

Il 21 luglio, per gareggiare il 29 e 30.

Che effetto fa pensare che andrai alle Olimpiadi?

Non sono ancora del tutto sicuro di quello che mi sta succedendo. Sembra ancora una favola. La qualificazione in Colombia è stata fuori da ogni schema. Prima volta in una finale di Coppa del mondo nell’ultima prova disponibile e per due giorni di fila. E alla fine abbiamo strappato il pass olimpico. I sogni di una vita in un solo weekend. Si fa fatica a credere che sia tutto vero e tutto sommato mi piace che sia così…

Paladin, il sogno olimpico, i ricordi e il Giro d’Italia Donne

05.07.2021
5 min
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Il Giro d’Italia Donne va avanti. E così dopo la vittoria di ieri di Marianne Vos e la commozione per la dedica a Jolien Verschueren, ciclocrossista venuta a mancare a soli 31 anni per un cancro con cui aveva accettato di convivere continuando a correre (a lei aveva dedicato la vittoria anche Dylan Teuns al Tour de France), oggi si arriva in salita a Riale. Oltre Cascata del Toce, presenza fissa nei ricordi dei nostalgici per gli ultimi scatti di Marco Pantani.

Missione compiuta

Fra le ragazze del gruppo, con un occhio alle tappe e l’altro alle Olimpiadi, viaggia anche Soraya Paladin, che avevamo incontrato a Faenza dopo l’argento nella cronometro tricolore. Trevigiana di 28 anni – nella foto di apertura è con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue – ha costruito la carriera sulla grande concretezza e quando ha saputo che sarebbe andata alle Olimpiadi, per un po’ è rimasta senza parlare.

«Non me l’aspettavo – dice – ma ci pensavo. E’ il sogno di qualsiasi atleta. Ho dato tutto per conquistarmi il posto nelle gare di osservazione, non volevo avere rimpianti. E ora sentire di essere fra i nomi papabili mi ha tolto tanta tensione e riesco a vivere il Giro in modo rilassato, cercando il risultato e sapendo che sarà un ottimo allenamento. Anche se la parola rilassato dopo la tappa di ieri con la pioggia, potrebbe sembrare un azzardo».

A maggio ha corso molto in Spagna, qui alla Vuelta Navarra
A maggio ha corso molto in Spagna, qui alla Vuelta Navarra

Nel 2012 a Malta

A volte è bello andare indietro nei ricordi, quando sei sulla porta della carriera e certi traguardi non si riusciva neanche a immaginarli.

«Ogni quattro anni – racconta – non vedevo l’ora che le Olimpiadi iniziassero. La cerimonia di apertura la guardavamo tutti insieme in famiglia e sapevo che da quella sera in televisione ci sarebbe stato solo lo sport. E che la gente si sarebbe appassionata per tre settimane a discipline che normalmente non segue, stando per ore davanti allo schermo. Sono ricordi che ho molto chiari. Nell’anno di Londra, ero in vacanza con le amiche a Malta. Mi pare fosse un viaggio della maturità. E quella sera decidemmo di non uscire per vedere l’apertura. E adesso è strano. Prima c’è stata l’emozione per la convocazione, ma finché non sarò là, credo che non riuscirò a rendermi conto. E’ qualcosa di grande che non ho mai vissuto. Porterò questa esperienza con me per il resto della vita e una volta in Giappone, spero di riuscire a far emozionare chi mi seguirà, allo stesso modo in cui mi emozionavo io a guardare gli altri».

Piccoli passi

Alla convocazione Soraya c’è arrivata a piccoli passi, senza exploit particolari, ma con la grande regolarità ad altissimo livello. Nel suo cammino 2021 ci sono il quinto posto di Cittiglio, all’Amstel e nella prima tappa della Vuelta Burgos. Il secondo al tricolore crono di Faenza e il settimo nella Course by LeTour.

«Ho fatto un bell’inizio di stagione – racconta, pescando fra i ricordi – anche se spesso ho rincorso, pur avendo una bella condizione. Dopo la Spagna mi sono presa una pausa, sono andata in altura a Livigno e sono scesa per i campionati italiani. Il Giro fa parte della costruzione. Cercherò di fare bene e di uscirne con una bella condizione, sapendo che il 2021 sarà ancora lungo, per gli impegni con la squadra (la Liv Racing) e con la nazionale. Ci sarà tempo da ottobre per fare le vacanze».

Nel 2020 ha partecipato ai campionati europei di Pluay, vinti da Van Vleuten su Longo Borghini
Nel 2020 ha partecipato ai campionati europei di Pluay, vinti da Van Vleuten su Longo Borghini

Il nuovo Giro

Un’ultima annotazione sul Giro d’Italia Donne, che da quest’anno ha cambiato mano, passando dalla gestione di Giuseppe Rivolta, ora direttore di corsa, a quella di PMG Sport.

«Ci sono percorsi molto belli – dice Soraya – anche se per noi ragazze è stata strano cominciare con una cronosquadre. Non tutti i team ci lavorano e magari i più piccoli, quelli in cui ci sono le giovani interessanti, sono rimasti tagliati fuori dalla classifica il primo giorno. E l’arrivo in salita dell’indomani ha fatto il resto. Per noi atlete, per quanto io ricordi, sembra tutto uguale, però mi sono accorta che c’è tanta sicurezza. Gli incroci sono controllati benissimo e i percorsi tutto sommato sono più vari e offrono a tutte la possibilità di farsi vedere. Anche io ho visto le tappe adatte a me, quelle più nervose. Qualcosa proverò certamente a fare».

Le magnifiche sei della pista, parole ed emozioni

Giada Gambino
04.07.2021
6 min
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Sono sei le ragazze scelte, sei azzurre che rappresenteranno l’Italia alle Olimpiadi su pista, sei donne forti e combattenti. Ognuna di loro ha una storia diversa, ma sono tutte accomunate da un palmares ricco di traguardi e vittorie. Le magnifiche sei sono: Balsamo, Alzini, Guazzini, Fidanza, Barbieri e Paternoster. Pochi giorni fa questi nomi sono stati comunicati ufficialmente, l’animo delle ragazze è stato inondato da tante emozioni, una tra tutte la tristezza per le compagne di nazionale non convocate. D’altronde passando tanti mesi assieme, si finisce per diventare una famiglia. Il posto per Tokyo è stato sudato e conquistato giorno dopo giorno, nei lunghi mesi di lavoro di quest’anno, sorge spontanea una domanda: cosa avete pensato appena capito che l’Olimpiade non era più solo un sogno

Questa è Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni
Ecco Rachele Barbieri, emiliana, 24 anni

Rachele Barbieri

«Sapevo già da qualche giorno di essere tra le azzurre scelte per Tokyo e non vedevo l’ora che venisse fatta la conferenza per poterlo gridare a tutto il mondo. Non ce la facevo più a tenerlo per me. Quando l’ho saputo, però, ho subito chiamato mio padre, il mio preparatore, la mia mental coach e il mio migliore amico… Nessuno mi rispondeva, non riuscivo a crederci. Fortunatamente ero con il mio ragazzo e ho potuto condividere con lui subito questa emozione intensa, poi mi hanno richiamata tutti. E’ stato davvero un bel momento, sono stata contenta di questa scelta.

«Dietro c’è un lavoro tanto duro e difficile che molti nemmeno potrebbero capire, ma grazie al mio crederci sono riuscita ad ottenere ciò che volevo, sapendo di lavorare in un gruppo fantastico. Prima della conferenza non sapevo chi altre sarebbero venute con me e mi dispiaceva per chiunque fosse rimasta a casa. Infatti, una volta usciti i nomi ufficiali, ho scritto un messaggio a tutte perché è anche grazie a loro se sono riuscita in questo sogno. Non è finita, bisogna stringere i denti, sarà un mese di fuoco!».

Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Ecco Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca
Martina Fidanza, scratch, europei Plovdiv 2020
Lei è Martina Fidanza, 21 anni, bergamasca

Martina Fidanza

«Mi sono messa a piangere, poi mi sono sentita piena di energie… Non so nemmeno spiegarlo. Riccardo (Stacchiotti, il suo compagno, ndr) era appena arrivato a casa e sono subito andata ad abbracciarlo, mia sorella non ci credeva. Appena la notizia è stata resa ufficiale, sono stata riempita di affetto e sostegno. Cercherò di dare il meglio anche in questo mese di avvicinamento a Tokyo. Sinceramente non credevo di poter essere convocata, non avevo pensato a nulla è stata una vera e propria sorpresa. Ho un’agenda che mi porto ovunque quando parto, in cui scrivo pensieri ed emozioni e, sicuramente, sarà la prima cosa che metterò in valigia. Ho le giuste motivazioni! In questo momento sono così carica che mi farei persino una maratona a piedi».

Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni
Tre specialità per Elisa Balsamo, cuneese, 23 anni

Elisa Balsamo

«Sono davvero felice! Il primo pensiero è andato a tutti quei sacrifici fatti da tanti anni e ripagati tutti insieme. Sono un po’ scaramantica, fino alla fine non ho mai avuto nessuna certezza, dovevo vedere il mio nome scritto. Questo mese colmo di appuntamenti mi servirà per definire al meglio la mia condizione e poter dare tutta me stessa o anche più. Essere già lì sarà un sogno, l’obiettivo principale è quello di non avere rancore e dare tutto poi… ciò che verrà si vedrà! Sono una ragazza che lavora duramente per realizzarsi, ma dopo che ottengo ciò che voglio mi pongo subito altri obiettivi». 

Martina Alzini, 24 anni, di Legnano
Martina Alzini 2020
Il sorriso di Martina Alzini, 24 anni, di Legnano

Martina Alzini

«Sono state tante emozioni contrastanti, qualche lacrima è scesa. La prima persona che ho sentito è stata mia mamma, lei conosce tutti i miei sacrifici. Lo scorso anno per essere più vicina al velodromo, mi sono dovuta trasferire e stare lontano da casa con la pandemia, non è stato facile. Essere motivo di orgoglio per i miei cari mi dà davvero tanta motivazione. La gioia di indossare la maglia azzurra è tanta. Paura? No, nella vita la paura sta in altro… Sicuramente tanta tensione che, spero, una volta arrivata a Tokyo si trasformi in forza e adrenalina. Adesso tra noi ragazze c’è anche più serenità! La competizione c’è ma, come dico sempre, quest’ultima deve avere una chiave costruttiva e positiva. Ho la fortuna di lavorare con ragazze serie e con la testa sulle spalle, bisogna fare un passo alla volta: il primo, da alcune di noi, è stato raggiunto. Adesso bisogna lavorare bene per puntare anche a una medaglia d’oro. Sono cresciuta in questo ambiente con la visione dell’Olimpiade come una meta nuova e da scoprire, siamo tutte giovani e con un bagaglio di esperienza da riempire». 

Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano
Lei è Vittoria Guazzini, 20 anni, toscana di Poggio a Caiano

Vittoria Guazzini

«Ci ho sempre sperato, appena ho sentito il mio nome e ho davvero realizzato, sono scoppiata a piangere. Ho subito voluto condividere la notizia con le mie amiche e i miei familiari, mi hanno dato tanto loro. I miei genitori sarebbero contenti per qualunque cosa io facessi, ma questa è davvero una grande soddisfazione. Le Olimpiadi sono il sogno di ogni atleta, è il simbolo di tutto lo sport, va al di là del solo ciclismo. Sicuramente non bisogna adagiarsi sugli allori per la convocazione, ma bisogna fare del proprio meglio per poter dare davvero tutto a Tokyo. Le ragazze che non sono state convocate? Avranno modo di riscattarsi!».

Letizia Paternoster
E poi c’è Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei
Letizia Paternoster
Infine Letizia Paternoster, 21 anni, trentina: l’ultima entrata fra le magnifiche sei

Letizia Paternoster

«E’ stata una grande emozione, soprattutto perché non è stato un anno semplice. La notizia mi è giunta mentre ero con il mio ragazzo, che mi ha sempre sostenuta in questi mesi particolarmente impegnativi. Ho una collanina con una medaglietta, un po’ il mio portafortuna e non potrò non portarla a Tokyo. Partirò con l’ambizione di far bene e dare il massimo, la competizione non mi spaventa. In questi ultimi giorni l’atmosfera tra noi è stata molto pesante, perché sapevamo che qualcuna di noi sarebbe rimasta fuori. Non posso negare che mi sia dispiaciuto in modo particolare per la Consonni e la Confalonieri. Se fossi di un’altra Nazione presente a Tokyo avrei “paura” davvero di tutte: sono e siamo forti». 

Fino al 5 luglio le nostre magnifiche sei saranno la mattina a Montichiari e la sera a Fiorenzuola dove, hanno riattaccato il numero in pista: una gara-allenamento. Il 6 avranno un giorno di stop per poi andare a gareggiare in Belgio dal 7 all’11 per poi dal 13 al 22 fare un ritiro in altura.

Bastianelli: «Per i Giochi l’obiettivo è tornare quella del 2019»

03.07.2021
3 min
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L’apertura di credito da parte di Salvoldi, subordinata con grande onestà alla richiesta di prestazioni convincenti, ha ridato morale a Marta Bastianelli. La laziale si è buttata nel Giro d’Italia sapendo di dover da un lato ricambiare la fiducia della squadra, dall’altra lanciare i segnali richiesti dal cittì azzurro. Le Olimpiadi di Tokyo hanno un percorso severo, meno rispetto a quello degli uomini, ma impegnativo. Il dubbio di Salvoldi è chiaro: porto quattro ragazze che possono provare ad attaccare e ad opporsi alle olandesi. Ma se poi l’olandese di turno va via da sola e dietro arriva il gruppo con le azzurre, quale delle nostre può garantire una medaglia in volata? Salvoldi sa che la miglior Bastianelli è l’unica che sia riuscita a batterle tutte allo sprint. Per cui ha parlato chiaro: se torni quella del 2019, uno dei quattro posti è tuo.

Marta è la terza, il risultato di ieri è stato frutto della grande condizione
Marta è la terza, il risultato di ieri è stato frutto della grande condizione

«Vorrei fosse chiaro – dice Marta – che eventualmente non toglierei il posto a nessuno. Se Salvoldi mi porta, evidentemente ha una diversa idea di squadra. E io mi farò trovare pronta per un eventuale arrivo adatto a me. Non sono tanto lontana dalla Marta del 2019. Da inizio stagione a qui è cambiato tutto. E soprattutto il 2021 deve ancora vivere i momenti più importanti, fra cui europei e mondiali».

E’ stato difficile passare attraverso la primavera senza lasciare traccia di te?

Devi averlo provato per capire. Sono passata dal vincere 10 gare a non vincere niente. Sono felice di sentirmi meglio giorno dopo giorno e questo Giro ha una serie di tappe che mi si addicono. Magari non tanto quelle piatte, in cui ci sono velociste più forti di me. Ma ne ho viste alcune adatte alle fughe in cui potrei infilarmi anche io.

Intanto la cronosquadra è andata bene…

E ci ha sorpreso, perché ho preso la bici da crono pochi giorni prima del Giro, mentre le ragazze delle altre squadre studiano e fanno le prove.

Con Elena Cecchini e Anna Trevisi dopo l’inatteso 3° posto nella cronosquadre
Con Elena Cecchini e Anna Trevisi dopo l’inatteso 3° posto nella cronosquadre
Torniamo a Tokyo.

Salvoldi ha la sua idea di corsa, ma scegliere di portarmi sarebbe eventualmente un atto di fiducia enorme da parte di entrambi. E soprattutto dovrò meritarlo. Non vado a prendere il posto a una scalatrice, se vado è perché ho qualità diverse e la corsa potrebbe mettersi in modo da sorridere a me

Qualità diverse?

Se Dino ha in mente che una medaglia si potrebbe assegnare grazie ad una volata, quella che potrebbe rappresentare un’alternativa è Elisa Balsamo, che però ha tutto il programma della pista. Le Olimpiadi non sono il mondiale, dove portarne anche una in più non sposta molto. Qui ci sono quattro posti e se uno fosse mio, sarei contenta. Per un motivo o l’altro, non sono mai andata alle Olimpiadi.

Sul podio le ragazze del team di Alessia Piccolo: ottimo avvio di Giro. Marta è la prima da destra
Sul podio le ragazze del team di Alessia Piccolo: ottimo avvio di Giro. Marta è la prima da destra
Quale pensavi di meritare?

Pechino era troppo dura. Londra era quella più alla mia portata. Anche Rio era dura, ma la velocista è andata lo stesso, per quella stessa idea che evidentemente Salvoldi ha anche questa volta. Infatti portò Giorgia Bronzini.

Cosa ti serve ora per guadagnarti la fiducia ed eventualmente il posto?

La possibilità di lavorare con tranquillità. E allora sono certa che ricambierò la fiducia.