Marianne Vos, una leggenda che profuma di futuro

01.04.2021
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Marianne Vos. Se chiedete in gruppo quale sia l’atleta più rispettata, le ragazze risponderanno con il suo nome. Non è scontato vincere tanto e ottenere rispetto. Annemiek Van Vleuten ad esempio vince tanto ed è ugualmente olandese, ma non è così amata. Forse perché quando perde diventa intrattabile, mentre Marianne negli anni ha saputo dominare, ma anche accogliere la sconfitta con stile, mostrando rispetto per chi l’ha battuta.

A Salisburgo 2006, Marianne Vos si presenta così: ha 19 anni e le batte tutte
A Salisburgo 2006 Vos si presenta così: ha 19 anni e le batte tutte

Chiedete a Marta Bastianelli, Tatiana Guderzo e Giorgia Bronzini che ne da lei ne hanno prese di santa ragione, ma l’hanno anche messa alle spalle nei loro mondiali.

E così, sulla porta dei 34 anni e con motivazioni sempre eccezionali, la ragazza di s’Hertogenbosch prosegue il suo grande viaggio nel ciclismo con gli occhi capaci ancora di brillare. E la sensazione in chi l’ha vista arrivare e diventare grande è che si diverta più oggi di quando era una ragazzina terribile e giocava a battere tutti i record.

Valkenburg 2012, tocca di nuovo a lei: mondiale in casa
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Anno nuovo, vita nuova

Alla fine del 2020, Marianne ha salutato la Liv di cui era un riferimento e ha accettato la proposta della Jumbo-Visma. Ha portato in dote una carriera fatta di 2 medaglie d’oro olimpiche, 3 mondiali su strada, 2 mondiali su pista e 7 nel cross e un palmares che dal 2006 l’ha vista cogliere 253 vittorie su strada, cui vanno sommate quelle in pista, nel cross e nella mountain bike. Non è sbagliato dire che stiamo per parlare con la più grande atleta del ciclismo femminile.

Gand Wevelgem 2021, Marianne Vos
Squadra nuova e nuova bici: ecco la nuova Cervélo
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L’appuntamento è telefonico. E la cosa singolare è che è lei a chiamare. Mancano pochi giorni al Giro delle Fiandre, dopo che la vittoria nella Gand-Wevelgem le ha fatto capire che la condizione è a posto. Il tempo a nostra disposizione non è infinito, perciò entriamo subito nel discorso.

Come stai?

Bene, grazie. Recupero dopo la Gand, che ci ha messo alla prova. La condizione è buona e ho una grande motivazione nel correre con questa squadra.

Nelle prime foto ufficiali avevi lo sguardo della bimba in un parco giochi…

Sto benissimo qui. Ho ricevuto una grande accoglienza. Era un treno da prendere assolutamente, un’opportunità unica per me.

A Firenze 2013 ancora Marianne Vos: batte Johansson e Ratto
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Tre anni di contratto sono un bel modo di continuare.

Non volevo entrare in questa squadra solo per un anno. So che nello sport di alto livello non sai mai per quanto tempo puoi continuare a essere competitiva, ma finché c’è la salute, il mio desiderio è continuare a correre e migliorarmi. Lasciare la vecchia squadra non è stato semplice, ma ho sentito che cambiare avrebbe rimesso in moto la mia crescita e mi avrebbe dato nuove motivazioni. L’immagine del parco giochi è abbastanza calzante.

Che cosa hai portato alla Jumbo Visma?

La mia esperienza, prima di tutto. Far parte di questo gruppo nero-giallo mi motiva a lavorare duramente, per dare il 100 per cento. Sapevo che qui avrei trovato la possibilità di curare i dettagli, anche con la squadra maschile, e che questo mi farà crescere. Correre vicino a un campione come Van Aert, così forte, mi ha dato un nuovo orizzonte. Ci tenevo a farne parte.

Nel 2013, Marianne Vos è iridata di cross e vince in Coppa a Valkenburg
Nel 2013, Vos è iridata di cross e vince in Coppa a Valkenburg
Guardandoti, si ha la sensazione che ti diverta più oggi di quando avevi 15 anni in meno.

Mi diverto molto, è vero, forse più che in passato. Amo il mio lavoro, gli allenamenti e le gare. Guardo sempre in avanti, tirando fuori il meglio ogni giorno ed è fantastico poterlo fare. Ho cambiato molto, ma continuo a usare il talento che Dio mi ha dato.

Rispetto ai primi tempi, hai però un’esperienza unica: in cosa ti aiuta?

Soprattutto a gestire meglio i finali, facendo la differenza. Mi permette di gestire meglio la pressione, che indubbiamente c’è. Al contempo, mi piace vedere arrivare e veder crescere le ragazze più giovani. Mi piace che abbiano delle domande per me. E sono felice di condividere la mia esperienza in modo che possano imparare. Ma siate certi che anche io imparo da loro e ne sono contenta. Esperienza significa imparare ogni giorno dai propri errori e non so se 15 anni fa avrei fatto questo ragionamento. Ogni giorno è un nuovo giorno, si prepara una nuova battaglia. Si curano i dettagli…

Credi che il WorldTour abbia cambiato molto il ciclismo femminile?

E’ stato un bel cambiamento. Le squadre hanno strutture ben fatte e ci sono grandi differenze rispetto ai gruppi più piccoli. Ora lo standard nel gruppo è molto alto. In più il fatto di avere la diretta televisiva permette ai nostri tifosi di seguirci e agli sponsor di avere una gratificazione superiore. Ti basta andare in corsa per percepire che vincere è sempre più difficile.

Anche il calendario ora ha un’altra consistenza, no?

Si parla nuovamente di un Tour de France femminile, abbiamo il Fiandre, la Freccia Vallone, la Liegi, il Giro d’Italia. Sono corse che le persone conoscono, nomi inconfondibili, gare storiche. Ora davvero c’è grande possibilità di mettersi in mostra.

Al Galà dell’Uci a Curacao, una Marianne Vos ben più rilassata
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Lizzie Deignan ha chiesto di avere un Tour di tre settimane, saresti d’accordo?

Mi piace l’idea di un Tour che duri tanto e abbia grandi montagne, volate e cronometro, ma forse tre settimane sono troppe in rapporto al calendario nel suo complesso. Fisicamente non vedrei problemi. Sarebbe una fatica immensa, da gestire giorno dopo giorno. Ma penserei al Tour inserito nel calendario e forse creerebbe uno scompenso. Dobbiamo fare il meglio per lo sport, armonizzandolo con il Giro e le altre corse.

A proposito di Giro, hai vinto 28 tappe e per 3 volte la classifica generale. Ti vedremo nuovamente da noi?

Il Giro è nei piani, mi piace così tanto. Credo che per strade, paesaggi e tifosi, sia la corsa più bella del mondo. Si percepisce la passione per il ciclismo.

Europei 2017 di Herning, Vos batte Bronzini e Zabelinskaya
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Che cosa ti motiva oggi?

Nel mio palmares non ci sono grosse lacune da colmare, ma voglio migliorare. E voglio che la squadra cresca insieme. Forse è questo è l’obiettivo più grande. Ci sono corse che vorrei vincere per la prima volta e altre che non sarebbe male vincere ancora. E poi quest’anno ci saranno le Olimpiadi e sarà proprio per questo una stagione molto importante.

Hai detto: «Ogni giorno è un nuovo giorno, si prepara una nuova battaglia». Prossimo step il Giro delle Fiandre?

Assolutamente, le grandi sfide mi motivano molto.

Allora ci vediamo alla partenza?

Va bene, vi aspetto sulle mie strade.