Non aspettatevi alcun pronostico per Tokyo. Le azzurre della pista – in questi giorni in gara a Fiorenzuola per la 24ª Sei Giorni delle Rose (30 giugno-5 luglio) – non si sbilanciano e vivono in modo schematico l’avvicinamento alla rassegna a cinque cerchi. Anzi, lo fanno con qualche brivido. Infatti Letizia Paternoster nella serata d’apertura è rimasta vittima di una caduta che ha tenuto tutti col fiato sospeso, ma alla fine lo staff della nazionale ha potuto tirare un sospiro di sollievo non appena si è rialzata senza conseguenze.
Sfida madison
La trentina (in apertura nella foto Cantalupi) sta duettando nell’americana con Elisa Balsamo (mentre Rachele Barbieri e Vittoria Guazzini formano l’altra coppia azzurra) e proprio loro due sembrano le più accreditate per la prova olimpica, ma tutto è da decidere. Di sicuro, dopo Fiorenzuola, il programma che riguarderà le ragazze prevede Baloise Ladies Tour in Belgio dall’8 all’11 luglio, ritiro in altura al Passo Maniva, allenamenti nel velodromo di Montichiari e partenza per il Giappone il 21 luglio.
Logica Balsamo
A fine serata nel box azzurro si alternano tecnici e colleghi a genitori, fidanzati e amici, mentre noi intercettiamo prima Balsamo e poi Paternoster che a loro volta si avvicendano tra defaticamento e cena.
Elisa hai finito la pasta ed ora ti stai gustando dei mirtilli che sembrano aiutarti a ritrovare sia energia che sorriso.
La frutta per me è una salvezza, specialmente d’estate. Poi la mia nutrizionista dice di mangiare sempre frutta colorata che serve per recuperare.
Passiamo all’aspetto agonistico. Dopo le convocazioni, come stai vivendo queste serate a Fiorenzuola?
Dopo aver raggiunto il primo step, ovvero quello di essere chiamata per Tokyo, bisogna cercare di arrivarci col massimo della condizione e adesso questo è l’obiettivo principale.
Sarai piuttosto impegnata tra americana e nell’inseguimento a squadre.
Nel quartetto dovrei esserci sicuramente, spero che sia così anche nella madison, ma io sono qui anche a giocarmi un posto per l’omnium e il mio secondo obiettivo è poter fare tutte e tre le specialità.
A questo punto dovresti fare i conti con tante gare ravvicinate.
In realtà, rispetto a un europeo o mondiale, sono distribuite piuttosto bene (inseguimento a squadre 2-3 luglio, americana 6 luglio e omnium 8 luglio, ndr) e avrei dei giorni di recupero. Se arriviamo là al massimo della condizione, possiamo recuperare più facilmente.
Ai mondiali di Berlino la coppia ha raggiunto il bronzo Subito dopo la gara, con qualche rammarico…
Ai mondiali di Berlino la coppia ha raggiunto il bronzo Subito dopo la gara, con qualche rammarico…
Prendendo spunto da quello che ci ha detto Salvoldi, la coppia Balsamo-Paternoster dà qualche garanzia in più, reduce dal bronzo mondiale a febbraio 2020. Tu cosa ne pensi, hai una preferenza?
Se me lo concedete, devo dire che onestamente è una domanda un po’ velenosa (ride, ndr) ed è il cittì che deve decidere indubbiamente. Non correvo con Letizia da più di un anno ed è stato un modo per ricominciare insieme, ma credo comunque che alle Olimpiadi debbano correre le due ragazze che vanno più forte.
Da qua a Tokyo cosa manca ad Elisa Balsamo?
Finiamo questa Sei Giorni, poi andremo in Belgio per una corsa a tappe, poi ritiro sul Maniva con gli allenamenti a Montichiari, sperando che la condizione cresca.
Brivido Paternoster
Poco più in là c’è la Paternoster, che si disseta ed ha già pronta una bella vaschetta di pasta in bianco con olio e formaggio, la stessa che stanno mangiando sia Barbieri che Guazzini.
Letizia partiamo da quella caduta di mercoledì. Cos’hai pensato in quegli istanti?
Ho provato un grande brivido e mentre stavo volando via mi sono detta: «Ecco, ho già finito tutto. Sei Giorni e Olimpiadi, ancor prima di iniziare». Ho tirato un bel sospiro di sollievo, era la prima madison che facevo dopo Berlino di un anno e mezzo fa e all’inizio ero molto spaesata. Ho battuto la testa e ho finito la gara un po’ intontita, però già il giorno dopo stavo meglio malgrado gli acciacchi.
Può essere stata una sorta di scossa questa caduta in vista delle Olimpiadi?
E’ senz’altro un punto di passaggio dell’allenamento, nel fare fatica, nel migliorare e nel portare al massimo la mia condizione.
Arrivi da un periodo un po’ incolore, dovuto anche da problemi fisici. Ti aspettavi questa convocazione?
Ho passato un anno brutto, forse il peggiore in assoluto della mia vita, e arrivare alle Olimpiadi è un grande traguardo, un grande successo. Che tuttavia non si ferma qui. Per come sono fatta, quando attacco il numero sulla schiena, parto per vincere. E anche quando non sono in forma, ci spero sempre e ci metto sempre l’anima. Oggi essere qui ad inseguire il mio sogno è un’emozione grandissima. Sto dando tutta me stessa per arrivarci al meglio.
Cosa ti aspetti da questa Sei Giorni?
Mi aspetto che la mia condizioni aumenti dopo Fiorenzuola e la gara in Belgio, pronta poi per andare in altura. Sembra che manchi poco ma abbiamo ancora tempo per crescere, anzi…
Cosa?
Proprio in questi giorni parlavo con Elia Viviani. Mi diceva che prima della partenza per Rio non andava avanti e mi sono tirata su di morale, sperando poi di andare come fece lui. Cercherò di stargli vicino così mi trasmette un po’ di onde buone (ride, ndr).
A noi il cittì ha detto che se ritrovi la giusta forma potrai riprenderti il posto nel quartetto.
Se succederà, sicuramente sarò io la prima a dire che non sono pronta. E a quel punto diventerò la prima tifosa delle mie compagne. Naturalmente non voglio che succeda questo e voglio essere una pedina importante nel gruppo.
Dietro questa tua rinascita cosa c’è?
Sono diventata più forte mentalmente, ho più fame di fare bene e risultato. Lo stimolo di poter andare alle Olimpiadi è stata l’arma vincente, la forza più grande in assoluto. Se non fosse stato Tokyo, sarebbe stato più avanti ma dovevo inseguire il mio sogno di bambina. E la stagione non è finita, poi riparto con la mia Trek-Segafredo.