Il telefono di Giuseppe Rivolta è perennemente occupato. Anche adesso che il suo Giro Rosa è passato di mano e ha cambiato il nome ma non la sostanza (in apertura il podio 2020 con Van der Breggen in mezzo, Niewiadoma a sinistra, Longo Borghini a destra), diventando Giro d’Italia Donne. E se da quest’anno il ruolo di direttore generale compete a Roberto Ruini, fondatore di Pulse Media Group, per Rivolta (che il Giro lo prese in mano nell’ormai lontano 2002) è rimasto il ruolo di direttore generale di corsa. L’obiettivo dei nuovi organizzatori è quello di riconquistare il WorldTour sin dal 2022 e nel frattempo rendere sempre più grande uno degli eventi di riferimento del panorama mondiale.
Giuseppe Rivolta guida dal 2002 il Giro d’Italia donne Anche quest’anno Rivolta sarà direttore generale di corsa
Rivolta, è tutto pronto?
Tutto pronto e tutto di corsa. Ci sono Prefetture e Questure con richieste dell’ultima ora. Piccole modifiche, magari per le condizioni dell’asfalto.
Crede che sia un bel Giro?
Un bel percorso, mi piace molto. Un tracciato di durezza medio/alta, non durissimo, ma neanche troppo leggero. Lo abbiamo studiato anche in funzione delle Olimpiadi, per consentire alle ragazze che andranno a Tokyo di lavorare nel modo giusto. Con Salvoldi mi sento da 20 anni, cerchiamo sempre di creare il meglio per far crescere il settore. Se non chiama lui, lo chiamo io e questo continuo scambio mi gratifica.
Van Vleuten nel 2020 ha vinto ad Arcidosso Giro 2020, sterrato nella tappa di Arcidosso, gruppo in fila Qualche difficoltà sullo sterrato per Barbara Guarischi
Van Vleuten nel 2020 ha vinto ad Arcidosso Giro 2020, sterrato nella tappa di Arcidosso, gruppo in fila Qualche difficoltà sullo sterrato per Barbara Guarischi
Percorso disegnato su misura per un’atleta o per l’altra?
Niente affatto. Quando abbiamo iniziato a pensarlo, ci siamo basati sul livello delle squadre presenti. Così ad esempio il fatto di cominciare con una cronosquadre di 26,7 chilometri serve per costringere tutte a tirare fuori le unghie.
A proposito di unghie, guai rimetterle a posto, il secondo giorno c’è già l’arrivo in salita…
Esatto, a Prato Nevoso, uno dei tre arrivi in salita. E’ una montagna che ci ricorda Marco Pantani, con un dislivello impegnativo grazie al quale, se il giorno prima abbiamo visto i collettivi, questa volta si vedranno le individualità. Poi si correrà nell’Alessandrino per far emergere qualche ruota veloce e poi sarà già tempo della cronoscalata alle Cascate del Toce. Sono solo 11 chilometri, ma saranno indicativi.
Giro d’Italia donne 2021, le tappe
Ecco le 10 tappe del Giro d’Italia Donne del 2021. Si parte dal Piemonte e si finisce in Friuli Venezia Giulia. Sono tre i momentio della verità: la cronosquadre, il primo arrivo in salita a Prato Nevoso e il Matajur del penultimo giorno.
1ª tappa | 2/7 | Fossano-Cuneo (cronosquadre) | km 26,7 |
2ª tappa | 3/7 | Boves-Prato Nevoso | km 100,1 |
3ª tappa | 4/7 | Casale Monferrato-Ovada | km 135 |
4ª tappa | 5/7 | Formazza-Cascate del Toce (cronoscalata indivduale) | km 11,2 |
5ª tappa | 6/7 | Milano-Carugate | km 120,1 |
6ª tappa | 7/7 | Colico-Colico | km 155 |
7ª tappa | 8/7 | Soprazocco-Puegnago del Garda | km 109,6 |
8ª tappa | 9/7 | San Vendemiano-Mortegliano | km 129,4 |
9ª tappa | 10/7 | Feletto Umberto-Monte Matajur | km 122,6 |
10ª tappa | 11/7 | Capriva del Friuli-Cormons | km 113 |
E poi?
E poi si arriva in volata a Carugate, mentre le tappe di Colico e di Puegnago del Garda, ciascuna attorno a un lago diverso, si corrono su percorsi nervosi, in cui le ragazze da classiche possono lasciare il segno.
Resta ancora una montagna…
Il Matajur, su cui ci si gioca il Giro d’Italia Donne. Le tre tappe dure sono la prima, la seconda e la nona. L’ultima servirà per mettere il sugello finale.
Le donne stanno crescendo, è diventato meno complicato trovare tappe per il Giro?
Nel 2002 non dico che andassimo a cercare l’elemosina, ma di certo chiedevamo sempre per favore. Ora invece stanno arrivando richieste importanti da parte di località importanti. Il Giro lo merita, per quello che le ragazze e le loro squadre stanno dando al ciclismo. Certo c’è ancora il gap fra WorldTour e professional, ma credo che tutte le squadre debbano puntare a crescere.
E il livello delle ragazze secondo lei è davvero cresciuto tanto?
In modo pazzesco. Ora su 144 ragazze al via, ce ne sono almeno 110 che fanno la gara. Quando facemmo lo Zoncolan, di 133 partenti, arrivarono in 133. La Van Vleuten ha l’ottavo tempo di scalata di quel versante, il cui record è detenuto da Froome. Le mie ragazze stanno dimostrando di essere forti e meritano tappe importanti.