Eterno Valverde, punta su Giochi e Vuelta e rimanda il ritiro

08.06.2021
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Gli ha reso omaggio persino una scorza dura come Laurent Jalabert, commentandone la vittoria a La Sappey en Chartreuse, annotando che nessuno aveva mai vinto una tappa al Delfinato dopo i 40 anni. Ma Valverde sembra nato per smontare i luoghi comuni. Così quando ai 330 metri ha visto che Tao Geoghegan Hart aveva il colpo in canna e Geraint Thomas gli reggeva il gioco, si è messo prontamente in caccia. Ha tenuto il corridore della Ineos nel mirino fino agli ultimi 50 metri e poi lo ha saltato con un rapporto lungo quanto le sue 41 primavere.

Terzo alla Vuelta dietro Alaphilippe: il conto delle vittorie fa 5-3 per Valverde
Terzo alla Vuelta dietro Alaphilippe: il conto delle vittorie fa 5-3 per Valverde

Tao nel mirino

Succedeva il 4 giugno, nella sesta tappa del Delfinato, sulla strada di avvicinamento al Tour de France, con alcune clamorose trenate di Miguel Angel Lopez nel finale, a tenere chiusa la corsa fino al momento giusto.

«Sono super felice – ha detto l’Embatido – tutto quello che riesco a fare ora è speciale. Essere davanti ai migliori, competere per queste vittorie. E’ tutto bello. Ma al di là della vittoria personale, è un successo cui abbiamo lavorato a livello di squadra. Miguel Angel ha controllato tutto in finale e io ho solo dovuto finire il lavoro. Abbiamo usato la tattica perfetta. Tao ha piazzato un grande attacco cui ho deciso di rispondere subito, dato che Geraint Thomas si è rialzato per fare il buco. Non volevo dare subito il massimo perché il traguardo era ancora lontano. Ho davvero aspettato fino all’ultimo momento…».

Di nuovo al top

Fra i corridori un po’ più… esperti, Alejandro è in proporzione quello che ha pagato di più il lockdown: non gli era mai successo di uscire da una stagione senza vittorie, cosa che è invece accaduta nel 2020. 

«Mi sono reso conto dell’età – dice – l’anno scorso è stato molto difficile per me e i due mesi a casa sono stati la parte più dura. Non sono un fan dei rulli. Ho iniziato a pensare che stavo invecchiando a causa di quell’inerzia. Ma quest’anno ho ricaricato le batterie e mi sono concentrato sulla preparazione e sull’alimentazione. E finalmente sento di essere nuovamente al livello dei migliori».

Un pezzo di storia

Non sarà come quando parli con Rebellin, però da qualche tempo è lui per primo a parlare di se stesso come di un… vecchietto, mettendosi spesso in contrapposizione con i più giovani.

«Sono orgoglioso di far ancora parte di questo gruppo – dice – con il piacere di insegnare e anche di imparare. Non mi pesa dormire fuori, mangiare in luoghi sempre diversi. Se il corpo sta bene e c’è passione, questa è la vita più bella del mondo. I ragazzi qua fuori sono giovani, ma anche dei grandi professionisti. E anche se io sono ormai un pezzo della storia del ciclismo, credo di poter imparare da loro anche tante cose del mondo al di fuori della bici».

Al Delfinato, Valverde ha aiutato Lopez e lo scorterà anche al Tour, allenandosi
Al Delfinato ha aiutato Lopez e lo scorterà anche al Tour, allenandosi

Tokyo e Vuelta

La vittoria ha messo i puntini sulle giuste lettere. E anche se in Spagna nessuno si sognava di lasciarlo fuori dalle Olimpiadi, per palmares e rispetto, la volata del Delfinato – che si somma alla vittoria nel Gp Indurain, il podio alla Freccia e il quarto posto della Liegi – ha fatto scrivere il suo nome sulla maglia in partenza per il Giappone.

«Olimpiadi e Vuelta – dice strizzando l’occhio, con le guance scavate e la barbetta che lo invecchia – mentre al Tour andrò per aiutare i compagni e allenarmi. Il rinvio dello scorso anno ha cambiato tutto. Avrei puntato sulle Olimpiadi e sui mondiali di Martigny. Invece le Olimpiadi ci saranno quest’anno e Martigny è diventata Imola. Però se l’anno scorso ero abbastanza giù e per un secondo ho valutato di fermarmi – ghigna – se questi sono i risultati e le sensazioni, finirà che dovrete sopportarmi per un anno ancora».