Se Dino Salvoldi ha confessato la difficoltà nel fare la squadra per Tokyo, a Marco Villa non è andata tanto meglio. Rispetto agli anni in cui trovare un pistard in Italia era una missione impossibile, l’abbondanza crea problemi ai tecnici. Ad ora ci sono ancora due carte fra cui scegliere. E se da un lato ci possiamo fregare le mani, dall’altro si capisce come, avendo condiviso giornate intere a girare in pista e per il mondo, dover lasciar fuori qualcuno per differenze spesso minime sia un momento difficile.
«Infatti ho ancora due pensieri – sorride Villa – e sarebbero tre se il Coni non mi permettesse di portare il sesto uomo a Tokyo. Le prove cronometrate di settimana scorsa sono state una complicazione, perché sono andati tutti fortissimo. Ho mischiato i quartetti, ma i singoli hanno fatto la loro parte. Bertazzo è cresciuto tantissimo nell’ultimo anno, Scartezzini non l’ho mai trovato al di sotto del suo meglio. Ma neanche posso buttare il quartetto che a fatto 3’46” in gara. E poi c’è il Covid, che non è ancora passato. Mi ricordo bene che l’anno scorso in dieci giorni prima degli europei, ci siamo ritrovati senza squadra. Facciamo gli scongiuri, Ganna e Viviani sono gli ultimi ad aver finito i vaccini, ma certo la tranquillità non può darcela nessuno…».
Le simulazioni cronometrate non sono come la gara.
Abbiamo fatto di tutto per ricreare le situazioni. Abbiamo riprodotto l’ambiente e la temperatura. Nella registrazione del contagiri si sente anche un po’ di rumore del pubblico, ma certo non è la stessa cosa. Per questo farò un’altra prova anche oggi e andrò a Tokyo dopo qualche prova a Fiorenzuola e San Pietroburgo.
Come fa Ganna a prepararsi per la crono e per il quartetto?
Sta lavorando differenziando i lavori fra strada e pista. E trovando, dove si può, dei punti di contatto. Ieri e oggi il programma prevede doppia sessione, mattina e pomeriggio, in pista. Poi scarico, quindi lavoro per la crono a casa. Ma anche durante quella fase farà partenze da fermo con bici da crono che somigliano a quelle che farebbe in pista, sia pure con rapporti diversi. E gli stessi lavori di velocizzazione che su strada fa a 108 pedalate, su pista li farebbe a 116.
Nel frattempo ha anche corso su strada.
Ha fatto Appennino e Lugano, prima i due campionati italiani. Ed è stato sullo Stelvio. Faremo sessioni due giorni di lavoro duro, in modo che non diventi pesante, senza richiamare la forma adesso, perché ci servirà tra un mese. Richiamo di forza potrà essere anche la Settimana Italiana in Sardegna, l’ultima rifinitura, in cui andremo a spingere. E Pippo se vorrà potrà anche tentare qualche azione per se stesso.
Come sta invece Viviani?
L’avevo già visto bene prima del Giro, anche se non ha vinto. Le due vittorie alla Adriatica Ionica gli hanno dato morale e magari permetteranno di dare una svolta sul piano del contratto. Magari non firmerà prima di Tokyo, ma partire sapendo di aver trovato l’accordo è un bel peso in meno. Di sicuro al momento è pieno di impegni fra istituzioni e sponsor. Spero siano tutti ora, in modo che poi possa concentrarsi sulla preparazione.
Qualcuno dice che la cerimonia di apertura sarà un peso…
Io dico che sarà un onore. Ci sarà da partire il 21 luglio, con il guaio che non potremo entrare in pista prima del 28. Per cui dopo la cerimonia inaugurale, Elia sarà aggregato al gruppo strada, starà nella casa in cui alloggeranno gli altri e si allenerà anche dietro moto.
Perché il velodromo non sarà accessibile prima?
Perché i giapponesi hanno fatto sapere che lo apriranno solo cinque giorni prima. A Sydney andammo 13 giorni prima, è un discorso loro su cui non entra neppure il Cio. L’idea è che si sono presi l’impegno di organizzare ugualmente le Olimpiadi, ma lo faranno alle loro condizioni. Per cui arrivi all’ultimo e riparti subito dopo. Così abbiamo spostato la partenza al 25. Il 26 viaggiamo, il 27 ci sistemiamo e il 28 saremo in pista.
E’ vero che avrete il braccialetto elettronico?
Quasi… Avremo un’app nel telefono da scaricare 14 giorni prima di andare, che dovremo aggiornare con tutti gli spostamenti. I corridori sono abituati con l’Adams, noi un po’ meno. E’ obbligatorio farlo, sennò sei fuori. Per allenarsi su strada c’è la deroga, ma va dichiarato il percorso e non puoi fermarti a prendere un caffè o per interagire con altre persone fuori dalla bolla. Se lo fai, sei fuori. Non possiamo prendere taxi, a meno che non sia di quelli autorizzati. E lo stesso guardano quanto cellulari entrano nello stesso mezzo, per scongiurare gli assembramenti.
Viviani farà omnium e madison?
E deve essere pronto anche per il quartetto, qualora servisse, visto che le sue tirate possono farci comodo. Per questo gli ho chiesto di prepararlo e lo sta facendo. Elia è una delle carte che possiamo giocare su più tavoli.
Quando prenderai una decisione sui ruoli nel quartetto?
Aspetterò fino all’ultimo momento possibile. Lamon fa il primo. Consonni può essere un buon secondo e anche Milan. Se vedessi che Consonni non ha nelle gambe i tre quartetti, sono sicuro che Bertazzo è il miglior secondo. Per contro, se i ruoli sono tutti coperti, Scartezzini può essere riserva nella madison, mentre Consonni lo può essere per l’omnium. Mi piacerebbe gratificarli tutti, ma non si può. E poi c’è da considerare gli equilibri del quartetto.
Cioè?
Cioè Ganna sta agevolmente a ruota di Scartezzini, che è molto composto. Milan invece è leggermente più scomposto e così magari Pippo è meno tranquillo e questo serve anche come suggerimento per Milan. Insomma, ci sono tante cose in ballo. Per questo tirerò più avanti possibile. Finché non verranno a cercarmi e mi diranno: «Villa, cosa hai scelto? Metti giù le carte…».