Francesco Lamon

La giornata di Lamon tra proteine e forza

27.12.2020
4 min
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Nelle passate settimane abbiamo spesso ficcanasato nella vita dei professionisti su strada, come si allenano, quando si svegliano… facendoci raccontare la loro “giornata tipo”. Bene, stavolta facciamo la stessa cosa con un pistard, uno che tra l’altro fa dell’esplosività la sua arma vincente, Francesco Lamon, chilometrista di caratura internazionale e colui che lancia il quartetto.

Un’intervista curiosa in quanto ci sono molte sfumature diverse tra lo stradista classico, tanto più se scalatore, e il corridore potente del parquet. Tutto sembra essere vissuto con maggior tranquillità.

Francesco, anche con te… la “giornata tipo”. Partiamo dalla sveglia. A che ora la metti?

La mia sveglia è determinata dall’ora in cui decido di uscire in bici. La sveglia suona un’ora prima che parta, per il semplice fatto che se ho troppo tempo tergiverso e alla fine non esco più. Quindi se devo uscire alle 10, mi sveglio alle 9.

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Toast prosciutto e formaggio non manca nella colazione di Lamon
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Toast prosciutto e formaggio nella colazione di Lamon
E con la colazione come fai? Sei un po’ stretto coi tempi…

Mangio molte proteine, toast con prosciutto o formaggio, uova… non troppi zuccheri ed evito il caffè, ma non per chissà quale motivo, semplicemente perché mi piace poco. Preferisco il the o un succo di frutta. Però può capitare che se è più freddo esco più tardi. A quel punto faccio una sorta di brunch, e mangio di più: anche toast philadelphia e salmone per dire. Esco a cavallo dell’ora di pranzo e passo direttamente alla cena. Sfruttando poi in bici le ore più calde.

E quando invece rientri per pranzo cosa mangi?

E’ legato a quel che faccio in bici. Di solito mi regolo con carboidrati a pranzo e proteine a cena, a parte quando siamo in ritiro che facciamo sempre primo e secondo, ma lo sforzo è anche diverso. Io però mi gestisco, perché tendo ad accumulare facilmente peso. Non amo troppo la frutta e neanche la verdura.

Ti segue un nutrizionista?

No, faccio da solo. Anche perché a me serve esplosività, forza. Non devo stare troppo attento al peso. E poi penso che a 26 anni tu debba sapere cosa mangiare e cosa no. Se avessi fatto strada, in cui anche 50 grammi contano, magari avrei avuto un nutrizionista.

Francesco Lamon
Francesco Lamon (26 anni) veste i colori della Biesse-Arvedi
Francesco Lamon
Francesco Lamon (26 anni) corre con la Biesse-Arvedi
Nel pomeriggio gambe all’aria o esci?

Esco… quando si poteva! Mi piace andare a fare shopping nel tempo libero e poi la sera, prima di cena faccio stretching.

Hai detto che a cena prediligi le proteine, ma a che ora mangi?

Verso le 20,30. Poi o gioco alla Playstation o guardo dei film. Non quelli horror perché mi fanno paura specialmente se sono da solo. Mi piacciono i film d’azione di Stallone, i thriller e anche i film di Brad Pitt.

Passiamo agli allenamenti. Quanti chilometri fa Lamon all’anno tra pista e strada? 

Faccio circa 20.000 chilometri e ogni tanto esco in Mtb ma solo per divertimento con gli amici e non per allenamento.

A Formia avete fatto cinque ore, ma il vostro sforzo dura al massimo 4′ (speriamo molto meno!). Perché?

Facciamo l’esempio più semplice. Noi costruiamo una casa e servono fondamenta solide. Se facciamo subito i lavori di forza e lattacidi questi durano una settimana. In Sicilia e a Formia abbiamo lavorato per fare la base di quella casa. Mi è successo di fare i lavori lattacidi subito, in vista degli ultimi Europei, ma lì non avevamo scelta con i tempi ristretti.

Okay, ma perché allora non fare tre ore?

Tre ore sono una via di mezzo. Cinque ore tornano utili per la madison, che dura 50′ e vanno fatti a tutta. O per l’omium che ti tiene impegnato per tutto il giorno. E poi una buona base ci serve per l’Argentina (Vuelta San Juan, ndr) altrimenti una corsa a tappe ti fa più male che bene. Quando torneremo, faremo palestra pesante, gare su strada e lavori specifici in pista.

Francesco Lamon
Lamon (primo a destra) con gli azzurri a Formia
Francesco Lamon
Lamon in allenamento con la maglia azzurra
Hai uno schema classico di uscite: un giorno la forza, uno la distanza, uno la soglia?

Dedico due giorni a settimana alla palestra e quattro alla bici facendo intermittente, distanza (di 3 o 4 ore, con lavori di forza ma non estremi), un giorno di ritmo e uno di scarico. Quindi l’ordine è palestra, intermittente, distanza, ritmo, scarico.

E le salite puoi farle? Devi farle?

Dobbiamo farle, dobbiamo farle! O al medio o con i lavori di forza, come preferisco io.

Cosa fai in palestra?

Ci passo circa un’ora e mezza. Dista 10′ da casa mia e ci vado in bici così mi riscaldo anche un po’. Mi cambio e inizio la seduta. L’esercizio principale è lo squat libero che si alterna a sedute di pressa. Poi ritorno a casa in bici ma senza allungare. 

Prima hai parlato di palestra pesante: cosa intendi?

Adesso che siamo lontani dalle gare, si lavora con carichi inferiori ai massimali. A tre mesi dall’obiettivo s’inizia ad aumentarli, fino a raggiungere i picchi di forza massima a due mesi dall’obiettivo. Si lavora sui massimali. Si aumenta il peso, ma non il numero delle ripetute.