Nel nome di Alex. Paolo Cecchetto, Luca Mazzone e Diego Colombari hanno confezionato l’impresa al circuito Fuji Speedway di Tokyo, conquistando l’oro nel team relay, la staffetta dell’handbike, ovvero la disciplina di cui l’Italia era campionessa paralimpica in carica in virtù del successo di cinque anni fa a Rio.
Con l’incidente di Zanardi e il ritiro di Podestà, Cecchetto e Colombari sono stati le piacevoli novità rispetto alla vittoria in terra carioca, non lasciando nessuno scampo alle nazioni rivali, facendo una gara di testa sin dall’inizio. L’unico dei tre a essere già presente in occasione dell’ultimo trionfo era Luca Mazzone, uscito dal box del circuito giapponese con l’occhio della tigre.
Medaglia per Alex
Già alla vigilia ci aveva rivelato il suo sogno. Con la voce rotta dalla commozione: «Se vinciamo l’oro nel team relay, vado a portarglielo da Alex». Non si sarebbe accontentato di nessun altro metallo, soprattutto dopo i due argenti individuali, in particolare quello nella cronometro sfuggitogli per l’inezia di 26 centesimi.
«Ci manca l’oro», continuava a ripetere Mario Valentini aggirandosi avanti indietro nel box azzurro sia martedì sia mercoledì. Finalmente, la settima medaglia del paraciclismo ai Giochi di Tokyo è quella del metallo più prezioso. Va ad aggiungersi ai cinque argenti e al bronzo di Katia Aere).
Cecchetto ha sbrogliato la partenza, lanciando la staffetta verso l’oro Luca Mazzone, oro finalmente, dopo due argenti Diego Colombari ha chiuso con una terza frazione belliossima
Cecchetto ha sbrogliato la partenza, lanciando la staffetta verso l’oro Luca Mazzone, oro finalmente, dopo due argenti Diego Colombari ha chiuso con una terza frazione belliossima
L’oro più bello
E’ l’oro più bello, più pregnante di significati e più voluto da tutti. Ma, soprattutto, è per te Alex, come hanno cantato tutti, non solo gli italiani, al termine della cerimonia di premiazione.
Sotto la pioggia scrosciante, gli azzurri di Mario Valentini sono stati pressoché perfetti sin dalla partenza, prendendo il comando della gara con Cecchetto, che il giorno prima si era ritirato anzitempo dalla prova in linea, troppo dura per lui, proprio per preservare più energie possibili in vista della staffetta odierna. «Avete capito perché mi sono ritirato presto», dirà poi più tardi al rientro nei box, facendo un’occhiolino.
«Questo è il premio che abbiamo sognato per cinque anni. È stata dura, perché le altre squadre di certo non ce l’hanno regalato. Siamo strafelici e vogliamo ringraziare tutti i tecnici, meccanici, fisioterapisti che ci sono stati vicini».
Da Cecchetto a Mazzone
ll lombardo passava il testimone a Luca Mazzone che a sua volta aumentava il vantaggio sui rivali, che per ampi tratti ha superato il minuto, approfittando anche di una caduta per la Francia. Il cinquantenne di Terlizzi non era mai andato così forte: «Oggi avevo quella cattiveria agonistica che non ho mai avuto prima, era come se corressi con Alex al mio fianco. Lo sentivo vicino, che mi avrebbe portato bene. Così ho dato la soddisfazione anche a loro, i miei due amici, con cui abbiamo conquistato questo bell’oro.
Che poi aggiunge: «Le due ruote posteriori erano quelle di Alex, le avevo tenute proprio per il team relay. Ho messo le ruote Ghibli Campagnolo che mi aveva promesso poco più di un anno fa perché sentivo la vicinanza di Alex e questa gara la volevo vincere anche per cancellare i due argenti che mi stavano sul groppone. Volevo vendetta».
Finale per Colombari
Impeccabile poi l’apporto di Diego Colombari, il sostituto designato di Zanardi, che continuava a tenere gli azzurri saldamente in testa. Dopo tre frazioni da un giro per ciascuno, toccava proprio al cuneese il compito di chiudere in bellezza e tagliare il traguardo de Fuji Speedway col pugno destro alzato al cielo, prima di abbracciare i compagni e poi scattare a festeggiare il ct Valentini, portato in trionfo da tutto lo staff. «Sicuramente è stato un grande onore di partire ultimo con la speranza di festeggiare. Poter chiudere in bellezza così, tranquillamente, è stata una grande emozione».
E’ l’oro più bello, più pregnante di significati e più voluto da tutti ma, soprattutto, è per te Alex, come hanno gridato tutti, non solo gli italiani, al termine della cerimonia di premiazione, in cui le medaglie sono state consegnate dal presidente Renato Di Rocco. L’oro sta arrivando Alex, proprio quello che sognavi quando sei venuto a provare il circuito due anni fa.