Fidanza sicura: dai mondiali a Parigi il passo è breve

05.10.2022
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Chi la ricorda dai giorni di Tokyo, ha ancora negli occhi lo sguardo contrariato e mesto di Martina Fidanza quando apprese di essere volata in Giappone per fare la riserva. Tuttavia la gestì con stile e ne trasse la benzina per puntare su Parigi 2024 con le unghie affilate. La bergamasca è in ritiro a Montichiari con Villa e il gruppo azzurro. Quattro giorni la settimana scorsa, altri quattro in questa. Poi la spedizione azzurra volerà in Francia per i mondiali di Saint Quentin en Yvelines.

«Mi sento bene – dice la bergamasca che da quest’anno corre alla Ceratizit Wnt – ma non mi sbilancio. Non so ancora quale specialità farò, se sarò inserita nel quartetto. Probabilmente farò lo scratch».

Nell’inseguimento a squadre, del resto, lo scorso anno Martina aiutò a conquistare l’argento e poi nello scratch vinse l’oro.

Nuove dinamiche

Nel frattempo è cambiato tutto. Salvoldi non è più il tecnico delle donne ed è stato spostato agli juniores. Il suo ruolo è stato… spacchettato, con Sangalli per la strada e Marco Villa che ha fatto suo l’intero gruppo pista cercando le misure giuste.

«Rispetto al 2021 – riprende Fidanza – la differenza è il percorso con cui arriviamo ai mondiali. L’anno scorso era olimpico, quindi eravamo sempre insieme, ci conoscevamo benissimo. Con Marco invece abbiamo provato poco alcune dinamiche, quindi all’inizio qualche difficoltà c’è stata, mentre Dino ci conosceva benissimo e faceva più ritiri. Ora siamo più libere, facciamo i richiami di lavoro che ci servono e arriviamo pronte alle gare. Ad esempio questa settimana e la scorsa siamo andate e venute. Barbieri, Consonni e Alzini sono andate a correre alla Tre Giorni di Aigle. Altre fra cui la sottoscritta, Guazzini e Balsamo, hanno corso su strada fra l’Emilia e la Tre Valli Varesine. Sono le squadre che comandano avendo però concordato il tipo di preparazione. In modo che poi in pista si lavora su tecnica e ritmo».

Martina Fidanza è una delle ragazze, come Balsamo e Longo Borghini, che corrono con le Fiamme Oro (foto Instagram)
Martina Fidanza è una delle ragazze, come Balsamo e Longo Borghini, che corrono con le Fiamme Oro (foto Instagram)

Una stagione da 7

Come sia andata finora la sua stagione su strada è un bel punto di domanda, cui forse neanche lei riesce a dare una risposta definitiva. La caduta alla Danilith Nokere Koerse di marzo e le conseguenti fratture alle vertebre hanno compromesso la primavera: Martina è tornata in bici ad aprile proprio a Montichiari per non rischiare ed è rientrata in gruppo alla fine di maggio. Dagli europei di Monaco è dovuta andar via prima perché non stava benissimo, ma per fortuna al Giro di Toscana è arrivata la vittoria.

«Una stagione da ponderare – sorride – forse bassa rispetto alle aspettative, ma per la quale finora mi do comunque un 7. Nella nuova squadra sto bene, sono tranquilli ed è un bell’ambiente in cui lavorare. Nel frattempo la schiena si è ripresa bene, tutto sommato ho recuperato abbastanza in fretta. Mi resta qualche fastidio, che però non compromette nulla. I mondiali chiuderanno la stagione e sono sia un obiettivo, sia un passaggio verso Parigi».

Agli europei di Monaco, ha partecipato allo scratch in maglia iridata
Agli europei di Monaco, ha partecipato allo scratch in maglia iridata

Il “gruppone” funziona

E qua il discorso entra nel vivo e si riallaccia al punto di partenza. Per il prossimo giro olimpico, Fidanza vuole guadagnarsi un posto da titolare.

«Ero riserva a Tokyo – ammettere – ho vissuto il clima dei Giochi, sono stata vicina al gruppo che ha corso, ma a Parigi vorrei scendere in pista anche io. Voglio guadagnarmi il posto e dimostrare di essere affidabile. Non scelgo una specialità sulle altre. Ho visto che nell’anno olimpico si lavora in modo maniacale sul quartetto, un po’ meno per madison e omnium. E anche se il modo di fare di Villa è diverso e ci lascia più libertà, non mi sento meno tesa. Sono sempre nella condizione di voler dimostrare qualcosa. Siamo un bel gruppo ed essere uniti ai ragazzi dà a tutto un senso diverso, perché loro sono capaci di darci leggerezza e noi gli insegniamo la disciplina (ride, ndr)».

L’agenda di Villa verso i mondiali non ha pagine bianche

04.10.2022
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Seconda settimana di ritiro per gli azzurri della pista ieri a Montichiari. La stagione della strada è ancora nel vivo e alcuni fra i nostri pistard più forti stanno ancora correndo con le rispettive squadre. Milan e Viviani hanno corso e vinto alla CRO Race. Consonni ha vinto in Francia. Le ragazze oggi corrono alla Tre Valli Varesine e Ganna si divide fra la preparazione del record dell’Ora e i lavori per il quartetto. Insomma, per Marco Villa sono giorni come partite di Tetris, in cui riuscire a incastrare ogni cosa al meglio, con l’obiettivo dei mondiali che si apriranno a Saint Quentin en Yvelines il 12 ottobre.

«Sono a Montichiari da stamattina – conferma Villa – abbiamo fatto quattro giorni settimana scorsa e quattro questa. Stiamo lavorando un po’ random. Ieri mattina c’era la Balsamo, poi è andata via perché oggi fa la Tre Valli. La recupero stasera, come la Consonni e la Zanardi. E poi sto con loro fino a venerdì. Degli uomini, domani arriva Simone Consonni. Elia viene da giovedì. Milan arriva oggi pomeriggio». 

Simone Consonni arriva ai mondiali pista con una fresca vittoria. Agli europei, argento nell’omnium
Simone Consonni arriva ai mondiali pista con una fresca vittoria. Agli europei, argento nell’omnium
E’ tanto diverso come avvicinamento rispetto all’anno scorso, in cui venivate dalle Olimpiadi mentre quest’anno c’è la stagione piena su strada?

Sì, però siamo abituati. Qualcuno ci arriva anche bene, quindi non lamentiamoci.

Hai già fatto le assegnazioni dei ruoli nelle varie specialità?

No, non ancora. Voglio fare ancora una prova mercoledì coi ragazzi e venerdì con le ragazze. Poi coi maschi andiamo a Grenchen a vedere Pippo. Loro arrivano sabato, io vado venerdì. E poi da lì andiamo coi mezzi a Parigi, che sono circa 5 ore.

Villa conferma che i test per l’Ora di Ganna sono cominciati a Montichiari, assieme a prove di quartetto
Villa conferma che i test per l’Ora di Ganna sono cominciati a Montichiari, assieme a prove di quartetto
Pippo come si gestisce tra mondiali e record dell’Ora?

Sta andando bene. Oggi farà dei lavoretti di assimiliazione del quartetto, ma stando sul leggero perché ieri sera abbiamo fatto una prova, mercoledì faremo un test gara e poi va a casa. 

Hai capito come gestire i due gruppi, uomini e donne?

Quest’anno ci sto prendendo le misure e le stanno prendendo anche loro. Stanno cercando di conoscermi e di capirmi. Si allenano insieme. Ieri le ho messe con il quartetto dietro ai ragazzi per fare dei lavori di frequenza. Mi sembra di vederle entusiaste e motivate.

Agli europei di Monaco, Viviani ha conquistato la vittoria nell’eliminazione in cui è iridato
Agli europei di Monaco, Viviani ha conquistato la vittoria nell’eliminazione in cui è iridato
I riscontri sono stati positivi, no?

Quello che abbiamo visto agli europei e alle Coppe del mondo potrebbe anche dimostrarlo, però vediamo. Anch’io sto cercando di conoscerle sempre meglio e di capire fin dove spingermi con gli allenamenti e coi carichi di lavoro. Insomma magari ci azzecco, magari sbaglieremo qualcosa e torneremo indietro. Però abbiamo un anno e mezzo per arrivarci.

Rispetto all’anno scorso parti per i mondiali con più o meno certezze?

L’anno scorso venivamo da un titolo olimpico, quindi avevamo delle certezze. Quest’anno arriviamo con qualche cicatrice. Non nascondo che l’europeo mi ha lasciato un po’ di ferite aperte per quanto riguarda il quartetto maschile.

Martina Fidanza a Parigi per difendere l’iride del 2021
Martina Fidanza a Parigi per difendere l’iride del 2021
Le avete guarite queste ferite? Vi siete chiusi nello spogliatoio e avete chiarito tutto?

Sanno che devono riconquistare quel pezzo di fiducia che da qualche parte mi è rimasta dentro. Quello che è successo ha aperto anche una finestra, una porta ai giovani che ci sono dietro e che nel frattempo hanno vinto i campionati europei under 23 nel quartetto e si sono fatti valere nelle altre gare. Io prima di tutto ho avuto rispetto dei titoli vinti, però agli europei gli altri mi hanno fatto capire che posso aprire e loro stessi devono accettare la cosa.

Cominci anche tu a prendere dimestichezza con l’abbondanza, mentre una volta il quartetto erano 5-6 atleti…

La rosa è ampia, lo sanno anche loro, lo vedono. E se prima per far entrare un giovane guardavo a quello che è stato fatto, adesso devo mettere sulla bilancia un po’ tutto. E’ vero che comanda il cronometro, però di fronte a campioni del mondo e campioni olimpici avrò sempre rispetto. Ma se vogliamo stare in alto, bisogna prendere quello che c’è di meglio, sperando che la concorrenza sia di stimolo per tutti.

Moro Glasgow 2022
Manlio Moro è un inseguitore nato: sia nell’individuale, sia nel quartetto. Secondo Villa è uno che spinge da dietro
Moro Glasgow 2022
Manlio Moro è un inseguitore nato: sia nell’individuale, sia nel quartetto

Il quartetto di Tokyo resta la prima scelta, insomma, ma alle spalle dei ragazzi d’oro spingono Boscaro, Moro, Pinazzi e Galli. Fu proprio l’inserimento prepotente di Milan a spalancarci la strada verso l’oro olimpico e non è un mistero che anche altri spingano per entrare. In tutto ciò, c’è da far crescere il gruppo delle ragazze che dal lavoro con gli uomini ammettono di trarre ispirazione e qualità. Manca una settimana all’inizio dei mondiali. Saranno sette giorni di test e sorrisi tirati. Andiamo a Saint Quentin en Yvelines con tanto da conquistare, ma anche tanto da difendere.

Tricolori su pista, Villa ha il taccuino pronto…

20.09.2022
5 min
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Tre giorni di gare per assegnare tutti i titoli italiani Elite su pista. Marco Villa attende con interesse i responsi della manifestazione tricolore in programma al Velodromo Francone di San Francesco al Campo (TO) e poco importa se ci saranno assenze importanti, dettate dalla contemporaneità con i mondiali su strada dall’altra parte del mondo. La mente del cittì azzurro è già proiettata verso la rassegna iridata che lo riguarda direttamente, che si svolgerà a ottobre e per la quale i lavori sono già da tempo in corso.

L’analisi preventiva della rassegna parte da un assunto che Villa tiene a sottolineare: «E’ una gara in più che a me serve soprattutto per conoscere maggiormente il settore femminile (nella foto di apertura con Barbieri e Zanardi oro europeo nella madison, ndr). Gli uomini sono da anni il mio pane, le ragazze sono per forza di cose una scoperta nuova e ogni manifestazione è utile per saperne di più».

Per la Guarischi un nuovo rimbalzo, dal gravel alla pista, ma poi ci saranno i mondiali in Veneto
Per la Guarischi un nuovo rimbalzo, dal gravel alla pista, ma poi ci saranno i mondiali in Veneto
A proposito di donne ci sarà Barbara Guarischi reduce dalla conquista del titolo tricolore nella gravel. Una disciplina quasi agli antipodi rispetto alla pista, questo ti preoccupa?

Per nulla, anche perché Barbara l’ho avuta in allenamento a Montichiari fino alla settimana scorsa. E’ proprio lavorando su pista che ha costruito la sua grande prestazione di Argenta, ora torna da noi, non c’è nulla di strano. Io sostengo da anni che il passaggio da una disciplina all’altra, se ben gestito, non dà alcun problema ma anzi benefici, anche quando viene fatto a stretto giro di posta.

Ti aspettavi la sua prestazione?

La vedevo quando si allenava nel gruppo di Salvoldi, poi si è dedicata alla strada. E’ tornata alla pista in punta di piedi e questo l’ho apprezzato, come mi ha colpito molto la sua determinazione in allenamento. La pista l’ha fatta migliorare in volata e si è visto nel corso della stagione su strada, ora ha vinto nel gravel. So di poter contare su di lei.

Il Velodromo Francone, gioiello piemontese che ospita la rassegna tricolore
Il Velodromo Francone, gioiello piemontese che ospita la rassegna tricolore
Nelle presentazioni della vigilia si parlava molto della presenza di Consonni nell’omnium per guadagnare punti…

Purtroppo non ci sarà perché la sua squadra lo ha precettato, ma non è un grande problema. Per gareggiare ai mondiali servono almeno 250 punti e Simone li ha guadagnati già all’europeo ma un gruzzolo gli avrebbe fatto comodo comunque considerando che il ranking ha una durata di 12 mesi. Sarebbe stato un bene averlo al via, ma con la caccia spasmodica ai punti WorldTour è chiaro che le società di appartenenza hanno la prelazione.

La sua presenza nell’omnium ti serviva anche per valutare un’alternativa a Viviani in proiezione olimpica?

Per forza è così. Il nuovo regolamento olimpico da una parte favorisce perché ha portato da 8 a 10 i quartetti qualificati, dall’altro penalizza perché ogni nazione potrà portare 5 elementi in tutto, quindi considerando quartetto, madison e omnium avrò bisogno di corridori capaci di affrontare tutte e tre le gare e soprattutto di farlo puntando al massimo. A Tokyo volevamo 3 medaglie e ne abbiamo avute 2, non vedo perché a Parigi 2024 il discorso debba cambiare.

Dopo l’apoteosi europea Viviani prepara la campagna iridata passando per i tricolori
Dopo l’apoteosi europea Viviani prepara la campagna iridata passando per i tricolori
Chi vedremo allora al Velodromo Francone, chi guarderai con maggior attenzione?

Ci sarà Viviani, come anche Bertazzo (in apertura con Marco ai mondiali di Roubaix 2021, ndr), Lamon, Scartezzini, i giovani Pinazzi e Moro, insomma il presente e il futuro immediato delle prove endurance, mentre fra le ragazze avremo ad esempio la Fidanza e la Barbieri.

Tra coloro che mancano c’è naturalmente anche la Guazzini neoiridata U23 nella cronometro. Ti ha sorpreso la sua prestazione?

Vittoria l’ho conosciuta a maggio nella Nations Cup, ha fatto con me la sua prima esperienza di alto livello nell’inseguimento individuale e a squadre ed è andata sul podio anche nella madison con la Balsamo. Lei rispecchia il discorso fatto prima, il passaggio immediato fra una disciplina e l’altra: agli Europei di categoria era stata sul podio 5 giorni prima a cronometro e dopo su pista. Credo molto in lei e voglio vederla allo stesso livello ai mondiali su pista.

Un mondiale oscuro quello di Ganna, ma Villa respinge le critiche e lo aspetta con fiducia
Un mondiale oscuro quello di Ganna, ma Villa respinge le critiche e lo aspetta con fiducia
La crono iridata di Ganna ha ricordato per alcuni versi l’europeo del quartetto con le tante critiche successive all’eliminazione. L’impressione è che si sconti una grande pressione dopo i successi passati…

Quando vinci sai che migliorare è impossibile e fare peggio è molto, ma molto facile… E’ la legge dello sport. Filippo sa bene che se perde è un flop enorme, proprio come ha detto. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono anche gli altri e che lo sport non è matematica, non puoi mai sapere come starai quel dato giorno di gara, magari sarai vicino al 100 per cento ma magari potrai anche andare oltre e quindi in overtraining e pagarne le conseguenze. Bisogna sempre cercare di conoscersi di più e, quando perdi, sapere che l’avversario è andato meglio e pensare subito alla volta successiva.

Alcuni critici parlano di un Ganna non in condizione.

Posso smentirli dati alla mano. Abbiamo lavorato insieme fino alla sua partenza, i tempi del cronometro parlano chiaro. Ripeto: la sconfitta è sempre dietro l’angolo, bisogna accettarla senza scusanti e pensare al futuro.

Consonni, la fatica di un anno storto e le birre della Barbieri

24.08.2022
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Dice Consonni di aver corso le ultime prove dell’omnium di Monaco, chiuso con la medaglia d’argento, più di testa che di gambe. E alla fine quel malessere che, assieme alla compagna Alice, aveva spiegato come lo sballottamento dopo i tanti viaggi, ha preso la forma di un tampone positivo che l’ha costretto a fermarsi ancora. Dalla Tirreno in poi, non c’è stato mese nella stagione di Simone che non abbia avuto qualche intoppo. E quando è così, diventa anche difficile mantenere i buoni propositi.

«Sarei voluto andare ad Amburgo – ammette – ma la stagione non vuole lasciarmi tranquillo. Così sono stato a casa per una settimana senza andare in bici e ieri ho fatto la prima ora e mezza, che sembrava di essere ripartito a novembre. Devo ricostruirmi ancora. Ho fatto tante pause. E se tutto va bene riprendo dall’11 settembre a Fourmies. Mi sarebbe piaciuto anche fare la Vuelta, per avere un grande stimolo, ma la squadra ha detto di no per il problema dei punti…».

Consonni è rientrato al Polonia (qui con Cimolai), ma dopo 5 tappe è stato mandato in Belgio e Francia
Consonni è rientrato al Polonia (qui con Cimolai), ma dopo 5 tappe è stato mandato in Belgio e Francia
Proviamo a ricominciare da qualcosa di più allegro. Dice Rachele Barbieri che deve offrirti qualche birra per averle fatto cambiare rapporto agli europei…

Dai, facciamoci una risata. Ero sui rulli, perché dopo le ragazze toccava a me e mi stavo giocando l’europeo. Quando però sono scese di pista per la caduta, ho smesso di riscaldarmi e sentivo che nel box c’erano Villa e Rachele che parlavano di cambiare rapporti. Dicevano che così accorciata, la corsa sarebbe stata quasi una prova di scratch.

Quindi?

Anche io venivo da grandi ragionamenti sul rapporto da usare e m’è venuto di getto, senza pensarci tanto: «Allora perché non mettete un rapporto da scratch?». Mi hanno guardato come se avessi avuto l’intuizione del secolo e alla fine l’hanno cambiato. Secondo me un dente non fa grande differenza, per me vinceva lo stesso, anche per come l’ha fatto.

Non dirglielo, sennò non ti paga da bere…

Ha avuto sicuramente vantaggio sul piano psicologico (sorride, ndr). Rientrare sapendo di avere un rapporto più lungo ti fa sentire forte.

Il secondo posto nell’omnium di Monaco è un buon risultato, ma c’era già qualche segnale negativo
Il secondo posto nell’omnium di Monaco è un buon risultato, ma c’era già qualche segnale negativo
Villa si è detto molto soddisfatto del tuo omnium.

Ci teneva a farmelo fare. Mi sono liberato all’ultimo, perché la squadra è piuttosto concentrata in questa caccia ai punti, quindi non ero sicuro di poter lasciare la strada e nemmeno troppo della mia condizione.

Sei rientrato al Polonia e prima non correvi dai campionati italiani, giusto?

Giusto, ma dopo 5 tappe in Polonia usate per riprendere ritmo, mi hanno fatto ritirare per andare a Leuven, dove ho fatto decimo e ritrovato fiducia, e al Circuit Franc Belge. Quando uno sponsor investe tanto come Cofidis, l’idea di retrocedere non va tanto giù. Comunque mi sono liberato, ho fatto una scappata il venerdì a Montichari e ho lavorato con la bici del quartetto che era rimasta in Italia. E poi sono andato a Monaco.

Che tipo è Grondin che ti ha battuto nell’ultimo sprint?

Chiuso, introverso. Sembra che se la tiri, ma è un tipo alla mano. Ha un grande motore. Mi raccontava Benjamin Thomas che erano in caccia in una madison e non riuscivano a prendere il giro. Finché Grondin gli ha chiesto se volessero prenderlo, oppure c’era un motivo in quello stare nel mezzo. E quando Ben gli ha detto che bisognava prenderlo, l’altro ha accelerato e in meno di cinque giri l’hanno guadagnato. Altrimenti restavano nel mezzo per tutta la corsa…

Il terzo posto di Reggio Emilia, dietro Dainese e Gaviria, è stato il miglior risultato al Giro
Il terzo posto di Reggio Emilia, dietro Dainese e Gaviria, è stato il miglior risultato al Giro
In teoria ti servono 50 punti per qualificarti ai mondiali.

Nel quartetto ci sono, perché la qualifica è per Nazioni. Per l’omnium mi mancano 50 punti, ma voglio capire bene cosa faremo. Stiamo parlando della specialità di Elia (Viviani, ndr), che ha annunciato di puntare forte sui mondiali. Se lui ha in testa altre prove, allora ne possiamo ragionare.

Siamo in balia dei punti, insomma. Peccato che quelli della pista non valgano su strada…

Già ci si lamenta perché nelle corse di un giorno se ne fanno più che vincendo tappe di un grande Giro. Da una parte potrebbe essere giusto per premiare chi fa più specialità e magari non partecipa ai Giri, ma la vedo complicata. Però il sistema nelle gare su strada non mi convince. A inizio anno l’Arkea venne a una corsa con tre velocisti. Ognuno fece la sua volata, si piazzarono nei 10 e andarono a casa con un baule di punti. Io sono abituato che si corre per vincere, non per piazzarne più che puoi.

Cambiano gli scenari.

E cresce lo stress. Le corse sono tutte più tirate e nessuno molla. Si fa la volata anche per il 60° posto e si lima all’inverosimile. E badate, lo dice uno che ha sempre limato tanto. Adesso tenere le posizioni è diventato snervante.

L’oro olimpico del quartetto a Tokyo è il momento più alto nella carriera di Consonni, primo a destra
L’oro olimpico del quartetto a Tokyo è il momento più alto nella carriera di Consonni, primo a destra
Forse ti aspettavi una stagione diversa?

Decisamente. Fino alla Tirreno ero stato perfetto, poi si è ammalata mia nonna e insieme è venuto fuori il problema al ginocchio. Ho sempre saputo di non essere un corridore da 15-20 vittorie l’anno, ma aver avuto un percorso tutt’altro che lineare non ha aiutato. Quest’anno mi sono rimesso in gioco, puntando su me stesso, cercando tempi e occhio nelle volate. Spero che servirà a raccogliere l’anno prossimo. E spero che vada come nel 2021, in cui gli altri si sono presi i vari titoli in palio e io sono arrivato alla fine con le Olimpiadi.

Gli europei della pista alla lente di Villa, fra progetti e tradimenti

22.08.2022
6 min
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Il medagliere azzurro degli europei di Monaco su pista parla di 11 medaglie: 3 ori, 6 argenti e 3 bronzi. Si tratta di un bilancio certamente positivo, nella cui lettura tuttavia è possibile fare dei distinguo, su cui Marco Villa ha ragionato a lungo. In altri anni, avremmo preso il fagotto e saremmo scappati dandoci alla pazza gioia, oggi il tecnico azzurro è alle prese con altre considerazioni. Si va a braccio, cercando il varco da cui srotolare la matassa.

Un bel bilancio, anche per il ritorno della velocità e malgrado qualche infortunio di troppo. Ti è piaciuto tutto?

Mi è piaciuto tanto. Bello l’omnium di Consonni, ma se la bilancia la fa il quartetto, allora c’è da fare qualche distinguo. A livello prestazionale, a Montichiari avevamo fatto 3’52” e può capitare che nel giorno della gara non stai bene. Quello che contesto è che potevano dirmi di non avere una grande giornata, avrei sostituito gli elementi meno brillanti. Si dava la possibilità ad altri, non è che mi mancassero i giovani da inserire. Certi quartetti si finiscono in quattro.

Qualcosa che avevamo già visto?

Era già successo a Grenchen, agli europei 2021, ma lì almeno eravamo in finale per il primo e secondo posto. Quello che non mi piace è vedere che il quartetto si è sfaldato. Fare due tirate e poi spostarsi è servito a Tokyo e c’era un motivo tecnico ben preciso, non può diventare una moda. Qua dovevano arrivare in quattro. Chi non se la sentiva doveva chiamarsi fuori, perché se restiamo in due, qualcosa non va. Non mi è piaciuto.

Ne avete parlato?

Certo, immediatamente. Ho parlato subito con Lamon e Bertazzo, ma il risultato è che adesso sulla fiducia non riesco più ad andare avanti, perché mi sono scottato. Bertazzo è uno che in allenamento non dà mai tutto e dice che poi in gara non delude. Stavolta invece è successo. Il fatto che a Montichiari sia stato un po’ al di sotto poteva essere un campanello, ma d’ora in avanti dovranno farmi vedere di andare forte la settimana prima. Ci sono giovani che sono rimasti fuori perché hanno davanti campioni del mondo e campioni olimpici, non è detto che sarà così per sempre.

Hai parlato di Consonni e il suo omnium…

Ha fatto un’ottima prova, persa solo all’ultimo sprint, battuto ancora una volta da un francese. Di fatto Simone si è allenato a Montichiari solo due giorni, mentre noi eravamo già a Monaco. E’ arrivato tardi l’okay della squadra, perché dopo il Giro d’Italia e i campionati italiani si è fermato per una settimana che poi si è prolungata perché non stava tanto bene. A quel punto hanno voluto che facesse il Polonia. Ha sofferto, ma è venuto ugualmente. E spero che questo risultato gli dia fiducia per i prossimi mesi. Non ha vissuto momenti facili quest’anno su strada.

Argento per Consonni nell’omnium degli europei, preceduto dal francese Grondin
Argento per Consonni nell’omnium degli europei, preceduto dal francese Grondin
E intanto cresce la velocità.

Predomo aveva già fatto secondo ai mondiali juniores e ha proseguito nella crescita ad Anadia. Ora va ad aggiungersi a Bianchi, Napolitano e Tugnolo e magari possiamo giocarci un posto a Parigi per la velocità olimpica. Le qualifiche iniziano l’anno prossimo. Siamo lontani da alcune Nazioni, ma possiamo avvicinarci ad altre più alla nostra portata.

E’ un obiettivo raggiungibile?

Ci proviamo. E ci proviamo anche con le donne, dove Miriam Vece non è più da sola. Quaranta ci sta mettendo tanta passione e mi toglie una bella fetta di lavoro. Ora l’impegno deve essere cercare talenti come Tugnolo.

Ecco, parlando di te, riesci a gestire tutto ora che ci sono anche la velocità e le donne?

Direi di sì. C’è comunque una bella struttura con Quaranta, Bragato e Masotti. Il sistema di lavoro è collaudato, si tratta di insegnarlo a tutti. Lo stiamo facendo anche con le ragazze.

Agli europei di Monaco, per Matteo Bianchi l’argento nel chilometro e il record italianio nel keirin
Matteo Bianchi ha preso l’argento nel chilometro e ha fatto il record italianio nel keirin
Cosa state insegnando?

Che non servono tante giornate di lavoro in pista, ma è importante che vengano sistematicamente. Quando qualcuna ha fatto lunghe assenze per la stagione su strada, ci siamo accorti che ha avuto bisogno di più tempo per fare i richiami necessari. Spero che questo modo di lavorare lo apprendano presto.

Che cosa significa venire con regolarità?

Almeno ogni 10 giorni e paga tanto, soprattutto quando prepari gli eventi, sapendo che alla fine farai dei ritiri in cui si finalizzerà il lavoro delle settimane precedenti.

Barbieri e Zanardi hanno raccontato di aver vinto la madison senza essersi mai allenate insieme.

Rachele aveva vinto la corsa a punti in Coppa del mondo, Zanardi aveva vinto l’americana con Vitillo ad Anadia. Faccio le coppie miste anche con gli uomini, perché siano tutti intercambiabili e competitivi, lo faccio anche con le donne. E poi devono perdere l’abitudine che qualcuno prima del via gli dica cosa dovranno fare. Se succede qualcosa di inatteso, sono loro a dover decidere e trovare la soluzione. Come ha fatto bene la Barbieri nell’omnium a 8 giri dalla fine, quando ha osato. Io ero dall’altra parte della pista, non potevo dirle niente.

Il metodo di lavoro da insegnare alle ragazze prevede la capacità di improvvisare, avendo nelle gambe il lavoro giusto
Il metodo di lavoro da insegnare alle ragazze prevede la capacità di improvvisare, avendo nelle gambe il lavoro giusto
Rachele ha raccontato anche del cambio di rapporto suggerito da Consonni, che sarebbe stato decisivo…

Ne avevamo parlato anche prima, ma era stanca. Prima di scendere in pista ha chiesto due gel, doveva recuperare. Poi c’è stata l’interruzione per la caduta in cui è rimasta coinvolta anche Letizia Paternoster e a quel punto c’è stato il cambio di rapporto che è servito per fare quel bell’attacco deciso. Rachele ha corso tanto, ma ha una bella condizione che l’anno scorso non aveva mai raggiunto (ieri l’emiliana ha centrato il bronzo nella prova su strada, ndr).

Uno che ha corso tanto è stato anche Ganna, non pensi che varrebbe la pena di dosarne l’impiego?

Non credo che abbia sofferto troppo a fare la strada e poi la crono. Mentre tornavamo sull’ammiraglia, si è sentito al telefono con Lombardi (Giovanni Lombardi, suo agente, ndr) ed era contento. Se non avesse fatto la crono, avrebbe dovuto riprendere ad allenarsi a casa. Quando giovedì siamo arrivati a Montichiari, si è allenato dalle 10 alle 14,30, lavorando sulla forza come nel primo secondo di carico. Aver fatto la crono il mercoledì, ha sostituito il primo giorno di lavoro.

Quali sono ora i programmi del tuo gruppo?

Fino ai primi di settembre li lascio tranquilli, poi andremo a fare un po’ di altura e di lì andremo a Montichiari cominciando a pensare ai mondiali. Non sarebbe male partecipare a qualche classe 1 e spero che riescano a correre su strada. Ci sarebbe la Tre Sere di Aigle dal 29 agosto al primo settembre, che sarà utile soprattutto per le prove di gruppo. Consonni ad esempio ha bisogno di fare punti per la qualifica ai mondiali. Ha preso 200 punti agli europei, ma ne servono 250. Quindi può farli a Aigle, oppure ai campionati italiani che si fanno a San Vincenzo al Campo. Quelli darebbero 200 punti, ma bisogna farli e soprattutto vincerli.

Dopo il bronzo della crono agli europei, Ganna ha ripreso a lavorare sulla forza a Montichiari
Dopo il bronzo della crono agli europei, Ganna ha ripreso a lavorare sulla forza a Montichiari
Siamo andati via da Monaco con l’infermeria al gran completo…

E questo mi dispiace. Ecco perché facciamo il nostro in bocca al lupo a Paternoster e Consonni, che purtroppo si sono rotte la clavicola e la spalla cadendo. E anche a Martina Alzini, che si è fatta male in ritiro, e a Martina Fidanza, che non è stata tanto bene. Insomma, il gruppo c’è e speriamo che torni presto al completo. Ci sono altre ragazze che si sono fatte vedere, cui vorrei dare spazio. E poi per i mondiali torna la Balsamo. C’è tanto su cui lavorare…

Da Anadia a Monaco, fiutando l’Australia. Bentornata Zanardi

19.08.2022
5 min
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Silvia Zanardi s’è cavata fuori dal buco nero in cui s’era cacciata e nell’ultimo mese e mezzo ha raddrizzato la stagione. Il 2022 infatti era partito bene, poi s’era un po’ arenato in qualche insicurezza di troppo. Ma dagli europei U23 di Anadia, la musica è cambiata e con essa sono tornati i sorrisi giusti, le vittorie (una in Ungheria, una al Tour dei Pirenei e due ori ad Anadia in pista) e le giuste prestazioni. Il trionfo nella madison di Monaco insieme a Rachele Barbieri è un’altra delle ciliegine di cui si va arricchendo la torta.

«Da un mesetto e mezzo a questa parte – conferma la piacentina – ho fatto andare le cose come volevo io. Sono entrata in condizione tardi rispetto al programma. Volevo fare bene agli europei su strada, raccogliere di più (Silvia aveva vinto il titolo continentale U23 lo scorso anno a Trento e ad Anadia è stata quarta, ndr), ma alla fine sono uscita fuori lo stesso. Nella madison di Monaco, Barbieri ed io eravamo entrambe riserve, ma per una serie di problemi ci siamo ritrovate a correre, anche se non avevamo mai provato insieme. Villa ha sempre parlato chiaro: prove o no, dobbiamo sempre farci trovare pronte. E così è stato. Io sono in condizione, Rachele è in condizione. Ci siamo dette: proviamo, non abbiamo nulla da perdere…».

I cambi con Rachele Barbieri si sono andati via via affinando: Villa le ha fatte lavorare tanto sulla tecnica
I cambi con Rachele Barbieri si sono andati via via affinando: Villa le ha fatte lavorare tanto sulla tecnica

Trionfo in extremis

Silvia e Rachele hanno mostrato sin da subito di avere ottime gambe, pur subendo inizialmente la superiorità della Francia nei primi due sprint. Poi è stata la Gran Bretagna a guadagnare il giro, con la Polonia che si è unita al tentativo. Erano sempre Italia e Francia a lottare per gli sprint e seppure le francesi abbiano iniziato a perdere brillantezza, la classifica è stata a lungo affar loro. La corsa ha svoltato finalmente a a 10 giri dalla fine. Approfittando dell’attacco della Danimarca, Italia, Francia e Gran Bretagna sono partite in contropiede, con la classifica che le vedeva tutte nello spazio di un punto. La svolta c’è stata quando Rachele Barbieri ha guadagnato pochi metri e Silvia Zanardi ha deciso di insistere. Nello sprint finale, che le azzurre hanno chiuso al secondo posto, sono arrivati i punti per l’oro.

Partenza in sordina, poi un grande recupero?

Siamo partite un po’ sotto tono, un paio di cambi li abbiamo fatti proprio piano. Ma ci eravamo dette di non saltarne mai uno e così siamo arrivate alla fine, senza sapere davvero chi avesse vinto. Guardavamo il tabellone e non c’era mai scritto Italia. Poi Rachele ha guadagnato quel piccolo vantaggio e abbiamo tirato dritto.

A Monaco Silvia aveva già conquistato l’argento nella corsa a punti dietro Kopecky e prima di Berteau
A Monaco Silvia aveva già conquistato l’argento nella corsa a punti dietro Kopecky e prima di Berteau
Una vittoria figlia della capacità di leggere la corsa?

Decisamente, ma di aver vinto l’abbiamo capito dopo un giro e mezzo. Prima guardavamo Villa e non capivamo niente, poi è uscita la classifica sul tabellone ed è cominciata la festa. Ascoltare Marco è stato molto utile per tutta la gara.

Cosa ti diceva?

Ad esempio di prendere le volate in testa, perché la pista di 200 metri rende più difficile farle di rimonta rispetto a una di 250. E io sono una che ama fare le volate da dietro.

Nonostante con Barbieri non aveste mai provato insieme, l’intesa è parsa notevole.

A metà gara siamo riuscite a scambiarci, in modo che fossi io a fare le volate. Rachele è stata bravissima a lasciarmi nei punti giusti e con i cambi giusti. E’ stato utile fidarsi di Villa, ha fatto un quantitativo di madison infinitamente più alto di noi. Le ha viste tutte…

I consigli di Villa da bordo pista sono stati preziosi
I consigli di Villa da bordo pista sono stati preziosi
Clima sereno in azzurro, clima sereno anche in squadra?

Adesso sì. Abbiamo vinto a ripetizione – Vitillo, Basilico ed io – per cui il clima è disteso. Ci sono state discussioni, ma alla fine sono contenta di come lavoriamo. E sono contenta anche degli scambi di vedute con Walter (Zini, team manager della BePink in cui corre Silvia Zanardi, ndr). Lui riesce a darci sempre la valutazione giusta delle nostre prestazioni. Ha il suo modo di fare, spesso viene a dirci le cose a caldo dopo la corsa. A qualcuno dà fastidio, a me sta bene.

Tante ragazze italiane migrano verso il WorldTour, lo farai anche tu?

Anche io voglio fare il salto, questo è certo. Ma al momento è segreto. Non ho un procuratore, di queste cose si parlerà semmai quando e se arriverà un annuncio ufficiale. Non prima.

Che cosa manca a Silvia per essere la Zanardi che vorresti?

Un po’ di convinzione. Prima della madison avevo paura di non essere all’altezza e di conseguenza di penalizzare anche Rachele. Mi sentivo inferiore, invece ero pronta e si è visto. E poi devo fare ancora esperienza, correre ancora, perché le cose si imparano meglio sulla strada.

Zanardi e Barbieri si sono rese conto di aver vinto solo un giro dopo il fine gara
Zanardi e Barbieri si sono rese conto di aver vinto solo un giro dopo il fine gara
Secondo te convinzione e condizione vano di pari passo?

Forse sì. Nei periodi bui, guardi le cose e ti sembrano negative. Ora mi sembra di vederle meglio, con una lucidità diversa.

Cosa prevede ora la stagione?

Ora inizierò una preparazione specifica per il mondiale su strada, ci tengo tanto. Anche perché quest’anno si assegna per la prima volta anche la maglia delle U23. Quindi correrò su strada e poi metterò nel mirino i mondiali su pista. Non è il momento di mollare. Sarà che l’ho raddrizzata da poco, ma questa stagione ha ancora tanto da dire…

Barbieri, l’oro nell’omnium nato da un’intuizione ai box

18.08.2022
6 min
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«Dovrò offrire da bere a Consonni per il consiglio che mi ha dato durante la pausa della corsa a punti. Ma per la medaglia d’oro dell’omnium lo faccio volentieri». Rachele Barbieri è una centrifuga di emozioni dopo i mille giri compiuti sulla pista di Monaco che le hanno consegnato anche l’argento nel quartetto e il titolo europeo nella madison in coppia con Silvia Zanardi due giorni fa.

Per la 25enne modenese non sono ancora finite le fatiche di Euro2022. Domenica 21 agosto sarà una delle punte azzurre della nazionale di Sangalli nella prova su strada, in un percorso che strizza l’occhio alle sprinter. Con lei però siamo ritornati sull’incredibile vittoria in rimonta nell’omnium nel giorno di Ferragosto davanti alla francese Copponi e la polacca Pikulik.

L’esultanza di Rachele Barbieri. La modenese non credeva di aver vinto e ha chiesto conferma al cittì Villa
L’esultanza di Rachele Barbieri. La modenese non credeva di aver vinto e ha chiesto conferma al cittì Villa
Rachele riviviamo prima le ultime ore di Monaco. Come sono state?

Martedì sera Silvia ed io abbiamo ricevuto una grande accoglienza a Casa Italia (situata al primo piano del BMW Welt, il centro espositivo della casa automobilistica di fronte all’Olympiapark, ndr). E’ stato come essere tornati di nuovo a Tokyo, ma stavolta per meriti nostri. Lì abbiamo visto la vittoria di Jacobs nei cento metri. Sono momenti sempre stimolanti per fare del nostro meglio. Abbiamo fatto un po’ tardi ma ne è valsa la pena.

Eravate fresche dell’oro nella madison.

Sì, è stato un bel pomeriggio. Non avevo mai corso in coppia con Silvia e per me era praticamente la mia prima corsa in questa specialità. Silvia era tesa ma parlando le ho detto che non avevamo nulla da perdere. Non eravamo noi le favorite. Però poi è diventato tutto più semplice perché a bordo pista abbiamo un cittì come Marco Villa. Sa vedere tutto con grande lucidità e non potrebbe essere altrimenti per uno come lui che ha vinto mondiali e medaglie olimpiche. Nel finale abbiamo visto che francesi e danesi non hanno guadagnato il giro, ma non ci siamo rese conto subito che avevamo vinto. E’ stato bellissimo.

Silvia Zanardi e Rachele Barbieri hanno conquistato l’oro europeo nella madison senza mai aver corso assieme prima
Silvia Zanardi e Rachele Barbieri hanno conquistato l’oro europeo nella madison senza mai aver corso assieme prima
Qualcosa che avevi già vissuto il giorno prima nell’omnium. Ci racconti quella gara?

Anche in quel caso non ho capito subito di aver vinto. Onestamente in questo caso ero partita per fare bene. Avevo fatto una buona prova nello scratch e non orribile come quella fatta in Nations Cup ad aprile. Nella tempo race e nella eliminazione ho un po’ sofferto, ma mi sono difesa bene. Infine nella corsa a punti sapevo che avrei potuto sfruttare la buona condizione. Giro, Tour e una settimana di europei mi avevano dato una forma mai avuto prima. Sentivo di poter osare. Credevo in me stessa. E avvertivo tanta fiducia intorno a me.

Quest’ultima prova è stata tutt’altro che semplice dal punto di vista emotivo.

Esattamente. Quando c’è stata la sospensione per la caduta (circa 40 minuti, ndr) pensavo sarebbe stato tutto più difficile, perché mi sarebbe passata l’adrenalina. Invece è stato meglio così perché ho recuperato energie nervose e fisiche. Ma nel frattempo al box c’era stata la svolta decisiva…

Spiegaci pure…

Appena sono arrivata nel parterre nella nostra postazione, mi è venuto incontro Simone Consonni, che avrebbe disputato l’omnium poco dopo. Mi aveva osservata fino a quel momento e mi ha consigliato di mettere un rapporto più duro. Mi ha detto che avrei potuto fare la differenza se avessi voluto guadagnare il giro. Ne abbiamo parlato con Villa e così abbiamo fatto. E’ stata la scelta vincente. Devo pagare più di una birra a Simone (ride, ndr).

L’omnium è stata una gara concitata. Rachele Barbieri realizza di aver vinto l’oro qualche istante dopo la fine
L’omnium è stata una gara concitata. Rachele Barbieri realizza di aver vinto l’oro qualche istante dopo la fine
E quando sei rientrata com’è andata?

A dire il vero pensavo solo a tenere la medaglia di bronzo. Al rientro sono stata calma e concentrata. Ho curato Kopecky che non volevo mi tornasse sotto. Ma soprattutto Copponi e Pikulik che erano ai primi due posti fino a quel momento. Alla fine ho approfittato delle loro indecisioni e mi sono detta: «Ora o mai più!». Sono partita, ho tirato dritto, ho dato tutta me stessa. Mi sono accorta di aver preso il giro quando praticamente mi sono ritrovata a fianco delle mie dirette avversarie. Poi la volata finale è stato un vero caos. E per realizzare che avevo vinto l’oro ho chiesto conferma a Marco.

Una vittoria di squadra possiamo dire.

Quel suggerimento di Consonni è un esempio che certifica l’unione del nostro gruppo. E’ ciò che ci contraddistingue. In questi giorni abbiamo respirato una bellissima atmosfera. Unire maschi e femmine in un unico gruppo ci fa crescere tutti assieme. Ci confrontiamo e noi ragazze ci teniamo a far vedere i nostri miglioramenti.

Com’è stato correre in una pista di soli 200 metri?

Non semplice, non avevo molti riferimenti. Ci voleva molta attenzione, non potevi perdere l’attimo, non potevi mai rifiatare. In gara in pratica tutte le atlete potevano rientrare in gioco in un attimo. Ammetto che non ero molto contenta di questo anello perché lo ritenevo pericoloso. Poi la caduta di Letizia (Paternoster, ndr) mi ha spaventata perché temevo di poter cadere e compromettere la partecipazione alla prova su strada, a cui tengo moltissimo. Però ne ho parlato subito con Elisabetta Borgia (la psicologa sportiva della nazionale, ndr) e lei mi ha detto di non pensarci. D’altronde, se fossi rimasta a casa poteva cadermi un ramo in testa e mettermi fuori gioco (ride, ndr). Bisogna essere fatalisti in certe situazioni…

Rachele Barbieri ha chiuso gli europei su pista con due ori e un argento
Rachele Barbieri ha chiuso gli europei su pista con due ori e un argento
Ecco, la gara elite su strada. Il cittì ci ha detto che sarai una delle punte. Come ci arriverai?

Sono orgogliosa di me stessa. Ho dimostrato che dopo due anni difficili posso ottenere grandi risultati. Paolo (Sangalli, ndr) me lo ha sempre detto. Ed è per quello che sono contenta di correre il mio primo europeo elite su strada. E’ un onore per me. Ci arrivo serena, ma non appagata. Farò tutto quello che mi verrà chiesto da tecnico e compagne. Spero di fare tutto bene. La Wiebes appare imbattibile, ma la nostra unione è una grande risorsa. Non fa miracoli, ma credetemi che aiuta tanto. Può sviluppare qualcosa di incredibile.

Prossimi programmi?

Farò il Simac Tour in Olanda. Lì spero di poter vincere la mia prima gara WorldTour. Poi penserò ai mondiali in pista, dove vorrei confermare questi ultimi risultati. In tutto questo mi sento di ringraziare il mio preparatore atletico Stefano Nicoletti, la mia squadra (Liv Racing Xstra, ndr) che mi ha rinnovato fino al 2024, Giorgia Bronzini che mi ha voluta praticamente a scatola chiusa. Ed infine le Fiamme Oro che sono state il mio primo sostegno nei miei momenti più duri.

Le cinque ore di Viviani fra la corsa su strada e l’oro in pista

15.08.2022
6 min
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Come si fa a correre un europeo su strada di 210 chilometri, piazzarsi in volata e solo qualche ora dopo vincere il titolo continentale in pista nell’eliminazione? Semplice, basta essere Elia Viviani. E se non è un piccolo record, è senz’altro qualcosa di straordinario quello compiuto dall’azzurro nel ciclismo moderno.

A Monaco di Baviera il 33enne veronese ha vissuto una domenica intensa, che in cuor suo – e segretamente per tutti – sapeva e sperava di vivere. Al mattino, prima della partenza della prova su strada, alla nostra precisa domanda di quali fossero i suoi programmi in pista dopo la corsa, ci aveva giocato un dribbling degno della playstation.

«Martedì (16 agosto, ndr) farò la madison con Scartezzini. Ho fatto qualche allenamento – diceva – l’anello è di 200 metri, non è pericoloso, anzi bello rotondo. Vedremo cosa fare».

Un bluff ben riuscito

Fine, nessun riferimento all’eliminazione. Invece ecco cosa si inventa Viviani nell’arco di cinque ore. Alle 15,09 Elia chiude settimo nell’europeo vinto da Jakobsen, al termine di quasi 4 ore 40′ di gara ad oltre 45 di media. Si concede la classica routine tra interviste e meeting post-gara prima di tornare in hotel. Alle 20,06 scende in pista per la finale dell’eliminazione con la maglia iridata conquistata l’anno scorso a Roubaix. Alle 20,21, Viviani ha la medaglia d’oro al collo.

E’ come se il velocista della Ineos-Grenadiers avesse proseguito il proprio sprint fatto in Odeonplatz fino al velodromo di Messe Munchen. Così, dopo la premiazione, mettiamo nel mirino sia Viviani che Villa. Elia ha poco tempo e ci chiede di sentirlo mentre è sui rulli a defaticare, il cittì ci fa cenno che aspetta il suo turno.

Dopo la vittoria, recuperando sui rulli assieme a Diego Bragato, regista con Villa dello switch da strada a pista
Dopo la vittoria, recuperando sui rulli assieme a Diego Bragato, regista con Villa dello switch da strada a pista
Al mattino strada, alla sera pista. Partiamo dall’inizio della giornata.

L’obiettivo di oggi (domenica, ndr) era sicuramente la strada. Da quando sono stato ripescato da Bennati per correre non c’era nessun pensiero all’eliminazione. Siamo delusi del piazzamento, ma sapevamo anche che dovevamo fare un treno perfetto per portare una medaglia all’Italia. E rivedendo la volata, Jakobsen ha vinto con il sigaro in bocca. Vincere era difficile, ma è ovvio che volevamo di più. Meritavamo di più. Nel momento in cui io e Dainese siamo saltati sulle ruote degli altri, le gambe erano quelle. Non c’è nessuna scusa, lo spazio sulla destra ce l’avevo. Dispiace per questo settimo posto perché una gara su strada rappresenta un po’ l’Italia e vogliamo sempre raccogliere tanto. Venivamo da quattro titoli consecutivi, non era facile riconfermarsi ancora.

Il dopo gara come è stato?

Sul bus c’era delusione. Abbiamo fatto subito il meeting per capire cosa avessimo fatto di sbagliato e cosa di giusto. Il gruppo è forte. C’è un bel mix tra giovani ed esperti, che ha funzionato bene. Ha detto bene Jacopo (Guarnieri, ndr) a fine corsa. Siamo stati uniti, ci siamo ritrovati nei momenti giusti. A tre chilometri dall’arrivo sembravamo tutti persi. A due invece siamo comparsi tutti, dove c’era il giro di boa per tornare indietro. Ci è mancata la coordinazione. Avevamo la superiorità numerica nel finale, ma probabilmente l’abbiamo usata male. Peccato non aver fatto un risultato migliore ma guardiamo alle prossime gare con la nazionale.

Quando hai iniziato a pensare alla gara in pista?

Quando sono salito sui rulli al velodromo (sorride, ndr). Ho iniziato a riscaldarmi cercando di capire le sensazioni che avevo. L’eliminazione in cui bisogna stare e capire quando si può risparmiare qualcosa o quando c’è da spendere più energie. Poi quando si resta in 5-6 atleti diventa una questione di gambe e lì la devi gestire bene.

E tra una gara e l’altra cos’hai fatto?

Quando sono arrivato in hotel ho pensato a recuperare. Ho mangiato qualcosa, sono salito sul lettino per i massaggi. Avevo cinque ore di buco. In camera ripensavo alla gara in strada. Avrò riguardato quello sprint almeno dieci volte per capire cosa potevo fare. Diciamo che mi sono logorato tutto il pomeriggio prima di venire in pista e scaricare un po’ di adrenalina.

Ora per Viviani si apriranno le porte della madison, da correre il 16 agosto
Ora per Viviani si apriranno le porte della madison, da correre il 16 agosto
E a livello atletico questo doppio sforzo come lo avevi immaginato?

Avevamo pensato con l’head performance della federazione (Diego Bragato, ndr) che ci fosse il tempo per riprendersi, a meno che su strada non fosse stata una gara veramente pazza. Devo dire che se fosse stata una qualsiasi altra gara in pista, forse non avrei mai corso. Ma l’eliminazione in maglia di campione del mondo no. Dovevo provarci.

Questo alloro continentale che valore ha in generale per te?

E’ la maglia che mancava alla nostra federazione in questa trasferta. Abbiamo raggiunto un livello altissimo in pista. Le ragazze hanno fatto un lavoro magnifico col quartetto. Altrettanto la Guazzini nell’inseguimento individuale e la Zanardi poco prima di me nella corsa a punti. O ancora i ragazzi nell’inseguimento individuale. In questa vittoria un pensiero va a Letizia (Paternoster, ndr) che ieri nella stessa mia gara, anche lei in maglia di campionessa del mondo, è caduta male andando in ospedale. Siamo sicuri che tornerà più forte di prima e la aspettiamo.

Il progetto del doppio impegno era chiaro nella testa di Villa, ma non era stato annunciato
Il progetto del doppio impegno era chiaro nella testa di Villa, ma non era stato annunciato

Doppia gara già studiata

Tocca a Villa darci le proprie impressioni. E’ contento per la vittoria di Elia, che non era scontata. Lo reputa un esempio per tutti. A vederlo c’erano anche i suoi compagni del mattino Milan, Ganna e Guarnieri.

«Tra una corsa e l’altra non l’ho nemmeno chiamato per sentirlo – spiega il tecnico cremasco – perché era già stato deciso così sabato sera. Domenica mattina, prima che iniziasse il programma in pista, dovevo toglierlo o lasciarlo. Lui sapeva che doveva correre. Questa decisione ce la siamo tenuta per noi. Per rispetto della prova su strada e per lasciarlo concentrato. Dopo l’arrivo la sua concentrazione è passata di qua. A questo punto, stasera Consonni, che avevo già inserito come riserva ed ha avuto l’ok dalla sua squadra per venire qua, correrà l’omnium che avrebbe dovuto fare Elia, che invece chiuderà martedì con la madison».

Villa costruisce il gruppo per Monaco (e Parigi 2024)

09.08.2022
5 min
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Marco Villa ha convocato 21 atleti (8 ragazze e 13 ragazzi) per gli imminenti campionati europei di Monaco di Baviera. La nazionale della pista da lui guidata ormai da anni si presenta mai come stavolta con la forza del gruppo e non delle sue stelle.

Gli azzurri e le azzurre sono reduci dalle buone uscite in Coppa del mondo, ai Giochi del Mediterraneo e agli europei giovanili. Ed è da qui che bisogna ripartire, osservare, sperimentare e puntare già da questo appuntamento continentale.

Intanto mentre scriviamo (e leggete) il gruppo di Villa è in prova sul velodromo allestito presso la fiera di Monaco.

La pista di Monaco è allestita nella fiera della città bavarese
La pista di Monaco è allestita nella fiera della città bavarese

Come ci arriviamo?

Vero, e lo abbiamo detto in apertura, mancano alcuni dei pesi massimi. A partire da Filippo Ganna ed Elisa Balsamo, un po’ i capitani di uomini e donne.

«Arriviamo a questo appuntamento continentale – dice Villa – con un gruppo buono che ha fatto vedere buone cose ai campionati giovanili e con un gruppo di esperti che si è ben comportato a Cali, in Coppa. Dico perciò che siamo ben messi e possiamo raccogliere delle buone prestazioni».

«Vero, mancano tre campioni olimpici su quattro (parlando degli uomini, ndr) e non è poco ma forse riesco a recuperare Simone Consonni. Aveva degli impegni con la sua squadra ma sembra abbia ottenuto il via libera. Per il resto l’anno dopo le Olimpiadi è un anno un po’ così: si fanno delle prove, si sperimenta. Vediamo anche le altre nazionali».

Quando Villa dice che guarderà anche alle altre nazionali è per capire se anche loro saranno poi realmente nella condizione dell’Italia. Vuole capire come sono messi, se anche loro hanno un cambio generazionale e come si preparano al biennio olimpico.

«Preferisco guardare queste cose che condividere i problemi! Noi il ricambio lo abbiamo ed è buono. Abbiamo vinto il quartetto agli europei under 23 per esempio».

Il quartetto degli U23 che ha vinto titolo europeo in Portogallo a fine luglio
Il quartetto degli U23 che ha vinto titolo europeo in Portogallo a fine luglio

Prima il gruppo

Impegni con i rispettivi team, infortuni vari, calendari serratissimi… sono problematiche che riguardano anche gli altri e mettere insieme tutti i pezzi non è facile. Per questo il tema del gruppo diventa ancora più importante. E Villa questa parola, appunto gruppo, la usa spesso.

Un buon gruppo di giovani, un buon gruppo di esperti, una certa intercambiabilità…

«Consonni – spiega Villa – se dovesse esserci sarebbe schierato nell’Omnium, che è un po’ più vicino alla strada e non nel quartetto, anche se è uno degli olimpionici. Questo perché un quartetto lo devi preparare e richiede un certo lavoro. Lui invece ha fatto il Giro, poi si è fermato ed ha fatto altro (e neanche è stato benissimo, aggiungiamo noi, ndr) è rientrato al Polonia. Sarei felice se ci fosse».

Scartezzini e Ganna nella madison di Fiorenzuola, un progetto per Parigi 2024
Scartezzini e Ganna nella madison di Fiorenzuola, un progetto per Parigi 2024

Madison non a caso

E la stessa cosa, gruppo e intercambiabilità, riguarda anche Ganna. Anche se Pippo è assente. L’aver fatto la madison con Michele Scartezzini a Fiorenzuola ha una sua ragione d’essere.

«Di quella prova – dice il cittì – mi porto via il fatto che gli allenamenti fatti quasi per scherzo a Montichiari non sono stati vani, che Pippo non è risultato essere un pericolo in pista e ha fatto vedere buone cose. La sua gamba non si discute, tanto che nel finale si è vista la sua netta superiorità. Una volta affinata la tecnica potrà fare bene».

«Questa prova non l’abbiamo fatta solo per divertirci, ma perché a Parigi 2024 le regole saranno ancora più ferree. Non potrò più portare cinque atleti più uno, ma quattro più uno, va da sé quindi che chi fa il quartetto deve essere in grado di fare anche altre specialità. Due che facciano la madison e uno l’omnium».

Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi Mondiali, saranno presenti anche a Monaco. Il gruppo femminile è netta crescita
Barbieri Paternoster 2021
Barbieri e Paternoster agli ultimi Mondiali, saranno presenti anche a Monaco. Il gruppo femminile è netta crescita

Pianeta donne

Anche su questo aspetto Villa riparte dal gruppo. Anche qui c’è ricambio, sia nel senso di “panchina lunga” sia generazionale.

«In Coppa le ragazze – dice Villa – si sono mostrate competitive e anche le giovani sono andate bene. Per me è importante conoscerle, per loro è importante fare esperienza. Non è come per i maschi che alcuni li ho con me da quando sono juniores e li conosco tecnicamente meglio».

«Non ho la Balsamo e mi dispiace che non ci sia Chiara Consonni. Purtroppo l’infortunio (proprio a Fiorenzuola, ndr) le impedisce di fare sia le gare su pista che quelle su strada. E dispiace perché lei, come le altre, è un elemento importante per il gruppo. 

«Voglio recuperarla per il mondiale, anche se per il mondiale potrò portare meno ragazze e dovrò fare delle scelte».

Miriam Vece è la “portabandiera” della velocità su pista italiana
Miriam Vece è la “portabandiera” della velocità su pista italiana

A tutta velocità

Infine con il cittì si parla di velocità. Per la prima volta da anni, avremmo la possibilità di ottenere dei buoni risultati in un evento tanto importante.

Più di qualcosa si muove. Si è mosso. Ivan Quaranta, a cui Villa ha dato le chiavi di questo settore sta lavorando sodo.

«Per noi – spiega Villa – in questo settore (e in questa fase, ndr) è importante il reclutamento, lo scouting. Dobbiamo cercare altrove e non solo nel ciclismo. Purtroppo abbiamo ancora la mentalità che da noi il velocista deve essere quello che vince la Sanremo e così sin da giovani, se mostra determinate caratteristiche lo si fa lavorare in quella direzione. Ma in realtà un velocista può fare anche altro. Si può anche crescere con il concetto di un velocista alla Maspes, tanto per fare un paragone amarcord».

E l’esempio di Matteo Tugnolo, reclutato dalla bmx calza a pennello.

«Non solo Bmx, dobbiamo cercare anche altrove. Nelle scuole, trovare gente con un certo fisico e certe doti di potenza. Prima avevamo il Centro Studi, oggi il Settore Perfomance, ma magari si può chiedere al Coni stesso. Se per esempio c’è un centometrista dell’atletica che non riesce ad emergere del tutto, però ha passione e voglia di provare, lo si può testare. Un reclutamento a 360 gradi».