Borgia: supremazia Tadej e senso d’impotenza auto acquisito

18.03.2022
4 min
Salva

Quando Tadej Pogacar attacca non demolisce solo le gambe degli avversari ma anche i loro animi. E quando si parla di animi, di mente e di psicologia entra in pista Elisabetta Borgia, appunto psicologa dello sport nella fila della Federazione e della Trek-Segafredo.

La supremazia dimostrata dallo sloveno in questi pochi anni da professionista, la continuità di questo dominio e la tipologia delle sue azioni, fanno spesso pensare agli altri corridori che si corra per il secondo posto. In tal caso come si trovano gli stimoli? Sarà vero che si è portati a mollare?

Elisabetta Borgia è psicologa dello sport. Lavora con la Trek-Segafredo e la Federciclismo
Elisabetta Borgia è psicologa dello sport. Lavora con la Trek-Segafredo e la Federciclismo

Senso d’impotenza 

«Le prestazioni di Pogacar – spiega la Borgia – degli ultimi anni sono di altissimo livello, difficilmente contenibili. E questo tende ad avvilire i suoi avversari. Però è umano anche lui. Tadej è riuscito a infondere quello che in psicologia è chiamato “senso d’impotenza auto acquisito”. Tradotto: se quello scatto lo fa un altro corridore, gli altri proverebbero a seguirlo, si staccherebbero lo stesso, ma insisterebbero un po’ di più».

«Se tu provi a contrastare un avversario e il tuo tentativo è sempre stato fallimentare ad un certo punto quando lui si muove tu cerchi di risparmiare energie, ti tiri indietro in qualche modo. Okay, in questo momento Pogacar è “over the top”: un giorno però anche lui non sarà al massimo ma gli altri saranno meno determinati».

Dopo la Strade Bianche Valverde (secondo) ha abbracciato Pogacar: «Con una superiorità così, c’è poco da fare»
Dopo la Strade Bianche Valverde (secondo) ha abbracciato Pogacar: «Con una superiorità così, c’è poco da fare»

Ma Tadej è umano

In questo ultimo passaggio viene in mente la tappa del Ventoux dello scorso anno. Pogacar sicuro di sé attacca, ma non fa il solito vuoto. Vingegaard lo rintuzza e addirittura lo stacca. Roba di una manciata di secondi, nulla più, però quell’azione dimostrò che Pogacar era umano, che era battibile.

«Spesso si parte con la classifica disegnata in anticipo. La tua mente è razionale e sa che lui è più forte. Dici a te stesso che parti per il secondo posto e parti con una convinzione diversa. Il senso di auto efficacia (di cui abbiamo parlato più volte, ndr) si basa sulle esperienze precedenti, siano esse nel bene che nel male, e se un corridore contro di lui più volte le ha prese, alla fine s’innesca questo meccanismo difensivo».

E torniamo quindi al discorso di prima: perché devo distruggermi per seguirlo e poi essere anche staccato?

Vingegaard “stacca” Pogacar sul Ventoux, uno dei pochissimi momenti di difficoltà dello sloveno
Vingegaard “stacca” Pogacar sul Ventoux, uno dei pochissimi momenti di difficoltà dello sloveno

Azzerare la memoria

E allora viene da chiedersi come si possa superare, se non Pogacar, questo ostacolo mentale, quindi se stessi. Come ci si può trarre d’impaccio da una situazione di inferiorità psicologica.

«Il momento per fare dei cambiamenti è il presente. E’ da lì che costruisci il futuro. Il passato… è passato. Io dico sempre ai miei atleti: partite in gara con la memoria azzerata, specialmente se il momento che state attraversando non è di quelli super.

«Quando vai alle gare senza quella motivazione del tipo “spacco il mondo” è un po’ come boicottarsi in anticipo. Stiamo nel presente e tiriamo fuori il 100%, poi quello che si fa… si fa. Bisogna lasciare fuori quel che è successo in precedenza perché ci condiziona».

Non solo nello sport, nella società attuale troppo spesso non si vive il presente e la realtà. Imparare a farlo è un qualcosa che si allena
Nella società attuale troppo spesso non si vive il presente e la realtà. Imparare a farlo è un qualcosa che si allena

Vivere il presente

Un processo mentale affatto scontato, però. Non è facile mettere tutto da parte in un solo colpo. E la Borgia lo sa bene.

«Ci si riesce – spiega la Borgia – nel momento in cui mi focalizzo sul presente. E questo “focus”, chiamiamolo così, si può allenare. Nella nostra società siamo iper proiettati verso il futuro: siamo qui, ma con la mente siamo già verso quel che sarà. Progettiamo, siamo proiettati verso un tempo diverso.

«Dobbiamo allenarci nella vita quotidiana a vivere il presente, il momento. Sono a colazione, mi concentro sul latte e il caffè, e non sto lì col telefono in mano. Mi alleno, penso all’allenamento. Penso a ciò che faccio: questo è vivere il presente. E quando ho acquisito questo giusto processo mentale poi è più facile anche in gara attivarlo. E’ più facile azzerare la memoria».

«E questo modo di ragionare è ancora più importante in una corsa a tappe. Come ti comporti giorno dopo giorno. E’ tutto un archiviare e ripartire senza memoria. E se poi il periodo è di quelli super è chiaro che ti gasi, che interiorizzi il tutto. Ed è quello che sta vivendo Pogacar. Ormai ha delle certezze acquisite. E valle a minare quelle certezze».