Thomas porta al Tour la supremazia della testa sulle gambe

14.06.2022
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«A me il sistema dei punti piace – dice Thomas, sparigliando le carte – perché in pista mi piacciono le corse a punti, mi motivano a correre per dare il massimo. Però la tabella dei punteggi non è giusta e va rivista. Una Coppa di Francia dovrebbe valere la metà di una tappa al Giro o al Tour. Nel ranking ci sono squadre che non vincono le corse WorldTour e sono più avanti di quelle che danno tutto per vincere una tappa al Delfinato. Il sistema non funziona, il criterio va rivisto. Se fare quinto rende più che vincere, è ovvio che correranno per fare quinti. Ma se trovi il giusto equilibrio, allora non corri per fare punti, ma per vincere».

Lo scorso inverno a Roubaix, ha vinto l’iride nella corsa a punti, già vinta agli europei
Lo scorso inverno a Roubaix, ha vinto l’iride nella corsa a punti, già vinta agli europei

Lucidità al top

Nel gruppo dei francesi lanciati verso il Tour, c’è un campione della pista che alla Boucle non c’è mai stato prima e si chiama Benjamin Thomas. Uno da quattro mondiali su pista, sei europei e il bronzo a Tokyo nell’americana. Ha appena finito il Delfinato e l’ha preparato correndo, non andando in altura. E’ un atleta cui la pista ha dato una lucidità pazzesca, che gli ha permesso di battere su strada anche corridori superiori fisicamente, come Cosnefroy alla Boucle de la Mayenne.

«La pista – sorride – insegna a utilizzare le debolezze degli altri. Cosnefroy era appena sceso dall’altura e andava fortissimo. Quando però è partita la fuga di 25 nella seconda tappa, lui non c’era. Io me ne sono accorto e ho messo la squadra a tirare. E’ rientrato, doveva recuperare, ma io sono partito subito. Ha inseguito ancora e mi ha ripreso, ma l’ho battuto in volata. La pista insegna a fare le cose giuste al momento giusto».

A Pré en Pail-Saint Samson 2ª tappa della Boucle de la Mayenne, batte Cosnefroy e prende la maglia
A Pré en Pail-Saint Samson 2ª tappa della Boucle de la Mayenne, batte Cosnefroy e prende la maglia
Riprendiamo il discorso dei punti?

Lo scorso inverno alla Cofidis abbiamo fatto delle riunioni in cui ci hanno spiegato come funzionava. L’inizio di stagione è stato buono e si è formato un bel gruppo cui piace andare all’attacco. Non siamo ancora salvi, ma continuando così avremo il nostro posto nel WorldTour. Ci sono momenti in cui non si vince e allora c’è nervosismo. Poi uno ci riesce ed è come quando si fa goal al 90° e tutti sono contenti. Ripeto: a me piace, ma vanno ridistribuiti i punti e il numero dei corridori che vengono conteggiati.

Solo i primi dieci, giusto?

Esatto, ma questo penalizza i giovani che vengono fuori a metà stagione. Anziché fargli fare la loro corsa, si attuano strategie affinché tirino per i 10 che hanno più punti, anche se magari in quella fase non sono altrettanto in condizione.

Al Delfinato, dice Thomas, ci sono corridori già al top: terranno sino a fine Tour? Qui Roglic e Vingegaard
Al Delfinato, dice Thomas, ci sono corridori già al top come Roglic e Vingegaard: terranno sino a fine Tour?
Al Delfinato si sono visti pochi calcoli, però…

E’ stato molto intenso. A parte la prima tappa non troppo dura, siamo andati fortissimo tutti i giorni. E tutte le volte che partiva la fuga, il gruppo dietro era in fila indiana. Tutti scendono dall’altura e vedi quelli che vogliono vincere e quelli che si giocano ancora il posto per il Tour e devono dimostrare di essere forti. Anche a costo di esplodere. Non si formava neanche il classico gruppetto, non si staccava nessuno e dovevi pregare di stare bene e di essere nel gruppo giusto. Roglic magari non era al 100 per cento, ma Vingegaard sì.

Corsa in stile Tour?

Praticamente è stata una settimana da grande Giro, con lo stesso stress per la classifica. Mi chiedo se arriveranno tutti altrettanto bene nella terza settimana del Tour.

Thomas premiato con il numero rosso al Delfinato per i 127 chilometri di fuga della 5ª tappa a Chaintré
Thomas premiato con il numero rosso al Delfinato per i 127 chilometri di fuga della 5ª tappa a Chaintré
Corsa a sfinimento oppure si può mollare?

Devi scegliere la tappa su cui puntare e capire quando alzare il piede. Prendiamo il terzo giorno. Se avessi tenuto, avrei fatto la tappa della vita e sarei arrivato in volata con Van Aert. Ma ero già stanco e mi sono rialzato prima. Sulle montagne invece ho preso il mio ritmo per non sfinirmi prima del Tour. Ho provato ad andare in fuga alla quinta tappa, il giorno dopo la crono, ma alla fine ci hanno preso.

Sei stato anche tu in altura?

No, preferisco correre. Ho avuto diverse gare in Francia e non il tempo per le due settimane in altura. Ma poi, non essendo scalatore, non è così utile. E i punti alla squadra fanno comunque comodo.

A inizio stagione, Benjamin Thomas ha conquistato l’Etoile de Besseges
A inizio stagione, Benjamin Thomas ha conquistato l’Etoile de Besseges
Che effetto fa il debutto al Tour?

Sarà una grande scoperta. Il Tour lo guardano tutti, mi aspetto una grande festa. Prima non ci pensavo, ma adesso inizio a sentire la tensione. Nella seconda settimana si passerà vicino le mie zone (Thomas è di Lavaur, vicino Tolosa, ndr), potrebbe avvicinarsi qualche amico che non segue il ciclismo. Il Tour parla a tutti.

Stesso stress delle Olimpiadi?

Diverso, ma sì. A Tokyo correvo da solo per la mia Nazione, qui c’è comunque la squadra. Ma devi arrivarci pronto, per cui l’avvicinamento è simile. Tokyo mi sarà utile nel gestire lo stress.

Thomas-Grondin, coppia di bronzo nell’americana alle Olimpiadi di Tokyo
Thomas-Grondin, coppia di bronzo nell’americana alle Olimpiadi di Tokyo
Morkov, che ha le tue caratteristiche, è il miglior ultimo uomo per i velocisti, tu invece vai spesso in fuga. Come mai?

Perché sono più passista che sprinter. Potrei pure fare l’ultimo uomo, ma sono basso sulla bici e non darei una grande copertura. Sono sempre stato un corridore da attacco, anche in pista. Non faccio l’americana aspettando le volate, provo semmai a prendere il giro e le volate le faccio solo se ristrette. Su strada è lo stesso.

Però quest’anno la strada sta dando risultati migliori…

Sono cresciuto fisicamente e la squadra mi dà un bel ruolo nelle corse che mi piacciono (Thomas ha vinto l’Etoile de Besseges e la Boucle de la Mayenne, ndr), facendo il capitano in un gruppo di giovani. La prendo molto sul serio, poi quando vado al Delfinato, meglio lavorare per un capitano, che rincorrere un 20° posto. Meglio una tappa. Perciò al Tour proverò a fare bene la crono di Copenhagen e poi a entrare in fuga nelle tappe vallonate.

Thomas ha vinto per due volte il tricolore della crono, nel 2019 e 2021. Qui in azione al Delfinato
Thomas ha vinto per due volte il tricolore della crono, nel 2019 e 2021. Qui in azione al Delfinato
Cosa ti aspetti dai campionati francesi?

La crono è piatta e lunga 45 chilometri, per specialisti. La strada saranno 240 chilometri in un circuito da ripetere per 15 volte, con due strappi ripidi di 800 metri. Non per scalatori, un Demare in condizione sarebbe favorito. Ce l’ho in testa anche io e ho corso per quattro anni alla Groupama. So come vanno a correre e questo sarà un vantaggio. Mi appoggerò a loro come si fa su pista, entrando nelle loro debolezze. So di non essere il più forte fisicamente, ma tatticamente so servirmi delle circostanze e del lavoro degli altri.