Martina Fidanza attacca e strega velodromo (e avversarie)

21.10.2021
4 min
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Il velodromo iridato sembra una discoteca. Si accende e si spegne a seconda dei temporali che si alternano agli squarci di sole su Roubaix. E lo stesso vale per i suoi colori. I grandi finestroni fanno da “interruttore” a questo stadio del ciclismo. Nonostante le restrizioni indotte dal Covid (incredibili anche per noi giornalisti, sembra di essere tornati un anno indietro), la gente non manca sugli spalti.

Ogni volta che scende in pista un francese il tifo si esalta. Ieri però ci siamo esaltati noi con Martina Fidanza. La bergamasca ha vinto l’oro nello scratch, la “gara in linea” della pista. Si parte tutte insieme, 15 chilometri e chi arriva prima vince. 

Fuga da lontano

E come ha vinto, Martina! Fossimo stati su strada potremmo parlare di un attacco solitario a 50 chilometri dal traguardo. E dire che nel clan azzurro avevano tutt’altre idee.

«Vero – ci dice una raffreddata neoiridata – l’idea era di fare e di vivere una gara tranquilla e puntare tutto sulla volata finale, magari anche partendo lunghe per non restare nel caos. Comunque di fare una gara molto più tranquilla a lineare. Poi però a cinque giri dal temine si è aperto un buco e quando sono passata davanti al nostro box Salvoldi mi ha detto di andare. E io l’ho ascoltato.

«Se mi ero accorta del buco? Certo, solo che sapete… cinque giri non sono pochi! Ero un po’ indecisa. Ma dopo la voce di Dino ci ho provato. Ed è andata bene».

In corsa Martina ha sempre gestito con lucidità ogni situazione
In corsa Martina ha sempre gestito con lucidità ogni situazione

Obiettivo ben calibrato

Ed è stato un trionfo. Per due giri sembrava una scena irreale. Sembrava quasi che dietro ne mancassero venti di giri. Anche le altre sono rimaste sorprese: e adesso? Chi va a chiudere? Si sono dette… Ma è bastato il tempo di fare questi pensieri che Martina ormai era scappata. Bella spianata, compatta, potente sulla sua bici. Forse la migliore Martina di sempre. 

«Sì – conferma la Fidanza – credo proprio di sì: la migliore di sempre. Ho avuto davvero delle belle sensazioni in corsa e fuori, soprattutto per questo periodo di fine stagione. Questo era il grande obiettivo dell’anno. Ci abbiamo lavorato molto. Abbiamo lavorato per arrivarci al top e ci siamo riusciti. Anche se adesso ho un po’ di raffreddore. Mi è arrivato questa notte. Già ieri mattina sentivo un po’ di mal di gola, ma è andata bene. Comunque non fa niente. L’importante è tenere duro fino a stasera.

«Com’è stato il feeling con la pista? All’inizio non un granché. Questo anello ha rettilinei molto lunghi e curve strette rispetto alle altre piste. E – aggiunge dopo una breve pausa – non è il massimo per i quartetti».

Martina taglia il traguardo esultando. Alle sue spalle l’olandese Van der Duin e l’americana Valente
Martina taglia il traguardo esultando. Alle sue spalle l’olandese Van der Duin e l’americana Valente

Verso il quartetto

Quartetti: eh già perché non è finita affatto. Tra poche, pochissime ore, la Fidanza tornerà sul parquet francese per la finale dell’inseguimento a squadre. Ed è lecito attendersi ancora qualcosa d’importante. Un quartetto che comincia a diventare di peso internazionale. C’è anche la Balsamo (e dovrebbero esserci la Consonni e la Alzini, la Paternoster ha l’eliminazione in serata). E se è vero che i nomi contano quasi come le gambe…

Martina tuttavia è super serena. «Ah sì, sì – ride – dopo un oro mondiale sono tranquillissima e rilassata! Ma darò il massimo. In ogni caso sarà un quartetto particolare con questa pista. Ci abbiamo messo un po’ per abituarci, soprattutto con i cambi. In qualche modo vanno anticipati, non devi andare troppo in alto e il cambio stesso deve essere invece un po’ più ampio (come a dire più lungo, ndr)».

Noi però ancora abbiamo la testa a ieri. Al momento in cui Martina Fidanza accelera, le altre si guardano e il buco si apre. Un capolavoro tecnico-tattico. E ancora oggi qui in velodromo si parla solo quell’istate. Anche i colleghi stranieri, ci danno una pacca sulle spalle e ci ricordano di ieri: «Che brava Martina!». E i francesi hanno applaudito, anche se non era una delle loro…