Quaranta fa festa: 4 titoli europei nella velocità

28.07.2022
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Agli ultimi campionati europei su pista per juniores e under 23 disputati ad Anadia, l’Italia ha fatto la parte del leone con ben 16 medaglie d’oro, il doppio della Germania e un totale di 23 podi. Un dominio clamoroso al quale ha dato un importante contributo anche il settore velocità di Ivan Quaranta (foto FCI in apertura), con 4 titoli equamente ripartiti fra lo junior Mattia Predomo e l’under 23 Matteo Bianchi. Un risultato di grande valore, considerando soprattutto la concorrenza della scuola tedesca e polacca che da molti anni fanno il bello e il cattivo tempo, almeno a livello di categoria.

Nella sua analisi, il nuovo tecnico del settore Ivan Quaranta, ai suoi primi allori internazionali di spessore, punta proprio sull’aspetto della partecipazione.

«Il livello era alto – dice – e lo dimostrano le prestazioni ottenute a livello cronometrico: Bianchi con 1’00”911 non è lontano dal podio elite nel chilometro da fermo, ma anche gli inglesi nel team sprint con 44”168 hanno fatto un tempo assoluto. Negli juniores sui 200 metri lanciati in sei sono scesi sotto i 10”. Insomma è stata un’edizione più che degna».

Predomo Keirin 2022
Il podio del keirin U23, con Predomo vincitore e Minuta terzo dietro il polacco Marciniak (foto FCI)
Predomo Keirin 2022
Il podio del keirin U23, con Predomo vincitore e Minuta terzo dietro il polacco Marciniak (foto FCI)
Partiamo non dalle vittorie, ma dal bronzo nel team sprint perché è qualcosa di inconsueto per il nostro movimento, oltretutto la squadra azzurra ha trovato un elemento nuovo in Matteo Tugnolo, prelevato dal Bmx…

E’ il frutto di una collaborazione tra i due settori che ci porterà lontano, c’è una bellissima sinergia. Con Tommaso Lupi ci scambiamo continuamente informazioni. Tugnolo è ideale per le discipline veloci e ha potuto dare al terzetto quel qualcosa in più in termini di esplosività. Matteo è ancora da poco nel nostro gruppo ma proprio il team sprint, il giro di lancio sono l’ideale approccio con la nuova specialità, perché sfrutta le sue doti senza avere bisogno di quei lavori specifici che sta effettuando per le altre prove, dove ha bisogno di maggior tempo per emergere. Lui riesce partendo da fermo a esprimere una velocità superiore ai suoi compagni, invece più portati sul lanciato.

Questa collaborazione vedrà altri rider approdare alla pista?

Sicuramente, ne abbiamo già un altro, Frizzarin, un primo anno che sta facendo le sue esperienze. Ma la collaborazione non è a senso unico, nel senso che verifichiamo anche se e come è possibile far fare la doppia attività a questi ragazzi, poi sceglieranno dove impegnarsi maggiormente.

Intanto Bianchi ha conquistato due titoli, nel chilometro e nel keirin.

E’ un atleta ritrovato. Aveva già vinto un bronzo anni fa da junior, poi si era un po’ perso, soprattutto come mentalità, come motivazioni. Ritrovarlo a questi livelli è un grande risultato, è la dimostrazione che questi ragazzi ci devono credere, si può fare qualcosa d’importante con il tempo. Ma vorrei sottolineare anche la prova di Daniele Napolitano, argento nel keirin e bronzo nel team sprint, altro talento da coltivare.

Il Team Sprint U23: Bianchi, Napolitano e Tugnolo con i tecnici Ivan Quaranta, Tommaso Lupi e Diego Bragato (Foto Fci)
Il Team Sprint U23: Bianchi, Napolitano e Tugnolo con i tecnici Ivan Quaranta, Tommaso Lupi (Foto Fci)
Bianchi puntava ad accedere al centro Uci di Aigle. Il fatto di potersi ora allenare in Italia in una struttura consolidata può avergli restituito quella motivazione di cui dicevi?

Sicuramente. Non c’è bisogno di andar lontano, noi abbiamo tutto per emergere, dalle strutture al centro studi. Il gruppo è giovane e su quello dobbiamo lavorare, l’unico problema è che anni e anni di stop non si cancellano con un colpo di spugna, serve tempo. Il poter far gruppo è certamente un aiuto.

Predomo ti ha sorpreso? Oro nello sprint e nel keirin, bronzo nel team sprint con Milo Marcolli e Stefano Minuta…

Io avevo capito già dalla trasferta in Germania in primavera che poteva fare qualcosa di grande. I vertici sono lì, aveva lottato ad armi pari con i tedeschi, poi è cresciuto ancora. Delle due gare mi ha sorpreso la vittoria nella velocità, perché sapevo che nel keirin è forte, invece paradossalmente ha fatto più fatica lì, nella velocità che è tutta tecnica, dove solitamente soffriva l’avvio delle batterie si è saputo distinguere. Significa che è cresciuto anche mentalmente e strategicamente.

Conti di poter partecipare agli Europei assoluti di Monaco di Baviera?

Sì, porteremo questo gruppo di under 23 per farli confrontare con gli elite, con i campioni assoluti, ad esempio i mostri sacri olandesi. Sarà un bel test, i risultati non avranno importanza, servirà invece guardare con attenzione, capire i rapporti che usano, la frequenza di pedalata. Dico sempre loro che certi rapporti riesci a usarli solo dopo anni di esperienza, ma vederlo con i propri occhi sarà importante. Ci arriveranno, serve però tempo. Per ora sono molto competitivi con i pari età e questo va già bene.

Giada Capobianchi 2022
Giada Capobianchi, una delle azzurre dello sprint ad Anadia in un settore in pieno rinnovamento (foto Fci)
Giada Capobianchi 2022
Giada Capobianchi, una delle azzurre dello sprint ad Anadia in un settore in pieno rinnovamento (foto Fci)
A livello femminile come siamo messi?

Le ragazze impegnate ad Anadia si sono ben comportante, finendo non lontane dal podio considerando che Bertolini e Ratti sono primo anno junior. Il problema a livello femminile è il reclutamento, abbiamo numeri troppo ristretti e quindi partiamo con un maggiore handicap. Ma ci arriveremo anche lì…