Questo piccolo uomo è davvero un gigante

10.08.2021
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Si avrà il tempo di riparlarne dopo. Di approfondire, raccontare, rivivere le emozioni. Eppure l’incontro con Marco Villa nell’ultima sera giapponese porta con sé ancora un fortissimo carico di emozioni. Il tecnico azzurro, che cocciutamente e mettendo sul piatto ogni sua energia di uomo ha costruito questa nazionale, ha tutti i diritti questa volta di sorridere.

«Ma io rido poco – dice – però in questi giorni qualche volta ho riso anche sotto la mascherina. E’ stata una bellissima Olimpiade, un viaggio molto lungo pensando ai cinque anni di qualifica e di preparazione. Quindi per noi è una grossa soddisfazione essere arrivati qua e avere raggiunto un sogno come la medaglia d’oro del quartetto. Come fu un sogno cinque anni fa la medaglia di Viviani. Poi la medaglia di riconferma di Elia da portabandiera, tutto molto bene…».

Ganna ci ha abituato a prestazioni spaziali. E anche questa volta l’uomo della Ineos Grenadiers non ha tradito
Ganna ci ha abituato a prestazioni spaziali. E anche questa volta l’uomo della Ineos Grenadiers non ha tradito
E’ vero che a un certo punto avevi pensato di inserirlo nel quartetto?

Si, mi sarebbe piaciuto inserire anche Elia, però eravamo a centesimi e venivamo da un record del mondo. Andare in finale col record del mondo e cambiare un uomo contro i più forti, era un po’ rischioso. Quindi abbiamo deciso di tenere l’assetto della semifinale ed è andata bene. L’avevamo anche preparata bene studiando i danesi e siamo riusciti a prevalere di pochissimo. Come poi è stato anche nella semifinale con la Nuova Zelanda, dove abbiamo trovato una un’altra squadra fortissima.

Ci si poteva aspettare che Ganna facesse quei cambi di ritmo nel finale?

Pippo i tempi al tablet li ha sempre segnati bene, però insomma… Fino a quel punto, il tablet segnava i tempi che avevamo stabilito e il cronometro ci dava ragione perché a differenza di quello che pensavamo la Danimarca non stava scappando più di tanto. Anzi all’inizio, grazie una bella partenza di Lamon, siamo stati in vantaggio e abbiamo preso subito un ritmo altissimo che siamo riusciti a mantenere. E poi Pippo nel finale ha fatto quello che ci ha sempre abituato a fare e ci ha portato a vincere.

Villa ha sofferto nella prima metà della finale, ma alla fine ruggiva come un leone
Villa ha sofferto nella prima metà della finale, ma alla fine ruggiva come un leone
Viviani ha lamentato il lungo periodo in Giappone senza correre…

E’ stata la stagione della pista. Siamo riusciti a fare la Seigiorni di Fiorenzuola, ma ci sono mancati, come programma stabiliva, la Coppa del Mondo di Nieuwpoort cancellata prima del Giro d’Italia e dopo il Giro ci è mancato il campionato europeo. Avremmo avuto due prove da mettere nelle gambe e nell’esperienza. Abbiamo corso poco prima, perché sia Consonni che Viviani erano concentrati sulle gare su strada, per questo confidavamo in quelle gare che però sono state cancellate. E ci siamo trovati a giocarci un’Olimpiade senza tanta esperienza.

La differenza si è vista.

Analizzando la gara, dobbiamo mettere che non abbiamo fatto una grossa prestazione. Simone non stava bene. Prima e durante il riscaldamento si è sentito poco bene, però abbiamo provato a partire e vedere cosa potesse succedere. Ma resto fiducioso in questa coppia e sono convinto che sia una delle coppie migliori e che possa fare dei risultati.

Ganna si è fermato, ha sollevato la bici, poi è andato da Villa e lo ha abbracciato
Ganna si è fermato, ha sollevato la bici, poi è andato da Villa e lo ha abbracciato
Credi che anche il quartetto sarà da confermare?

Io credo che Jonathan Milan dimostri il fatto che io guardo il cronometro. Come ho dimostrato con Scartezzini e Bertazzo, io ho rispetto di tutti però per fare queste prestazioni devi guardare il cronometro e avere un po’ l’intuito di presentare la squadra migliore. Bando alle amicizie e al bene che posso volere ai corridori. Quando arriviamo qua, per il bene dei quattro che corrono, bisogna presentare i migliori. E Jonathan ha dimostrato di essere entrato in questo gruppo, perciò da qua a tre anni può succedere che magari entri qualche giovane. Sicuramente se entra, vuol dire che va forte

Quanto vi rallenterà la chiusura di Montichiari per manutenzione?

Montichiari resterà chiuso qualche mese, tre-quattro al massimo. Io spero e confido che magari strada facendo riusciamo a limare un po’ il periodo. E’ bastato prima e basterà anche dopo. Se arriva qualche velodromo in più va benissimo, ci mancherebbe, anzi mi farebbe piacere. Qualche ragazzo farebbe trasferte più corte per venire ad allenarsi in pista. Però il metodo d’allenamento ormai è assodato e specializzato, quindi continueremo a lavorare sia sul gruppo che c’è sia sui giovani, per avere sempre un buon ricambio.

Marco Villa è un uomo discreto: osserva molto e studia
Marco Villa è un uomo discreto: osserva molto e studia
Cosa vi siete detti dopo?

Ci siamo abbracciati, poi abbiamo festeggiato senza nessun discorso. I discorsi magari li faremo più avanti, perché ci sono ancora delle gare da preparare. Quello che gli ho detto prima del quartetto, un’ora prima del riscaldamento, è che il gruppo che era lì non doveva dimostrare niente al sottoscritto. Era lì perché sapevo che erano i migliori e sapevo che era un gruppo forte. Dovevano solo fare quello che erano abituati a fare: il meglio e nel miglior modo che potevano. Gli ho anche detto che di tutti i campioni che ho visto passare dall’Australia all’Inghilterra e la Danimarca, io non avrei cambiato nessuno dei miei uomini. Quindi insomma ci siamo dati mano sopra mano e siamo partiti per questa avventura e… Ed è arrivato questo titolo olimpico.