Guarischi e Sanguineti, ultime ruote a confronto

26.02.2023
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Fra poche ore saranno avversarie sulle strade della Omloop van het Hageland poco distante da Leuven con le loro nuove rispettive squadre. Barbara Guarischi e Ilaria Sanguineti sono state volute da SD-Worx e Trek-Segafredo per la loro capacità di interpretare il ruolo di lead-out. E diventare quindi le migliori ultime ruote per Lorena Wiebes ed Elisa Balsamo.

Barbara e Ilaria, o se preferite “Baby” e “Yaya”, sono amiche e si conoscono bene. La scorsa estate la prima ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo grazie alla volata tirata dalla seconda. Sfruttando la loro simpatia e la loro loquacità, andiamo subito a sentire cosa ci hanno detto in questa intervista doppia dopo le prime gare disputate (e vinte) con le loro capitane.

Intesa perfetta. Sanguineti lancia Guarischi che vince l’oro ai Giochi del Mediterraneo 2022 (foto Coni)
Intesa perfetta. Sanguineti lancia Guarischi che vince l’oro ai Giochi del Mediterraneo 2022 (foto Coni)
Due qualità che servono per fare il lead out e perché lo fai?

GUARISCHI: «Intelligenza, che comprende avere occhio, prendere posizione e capire che tipo di volata è. Poi responsabilità o sangue freddo per prendere le giuste decisioni. Mi sono ritrovata ad essere pesce-pilota perché è la cosa che mi riesce meglio e perché ci sono ragazze più veloci di me».

SANGUINETI: «Bisogna saper pensare per due. Dove passo io, deve passare anche la mia velocista. Ed anch’io dico sangue freddo. Penso di essere una ragazza altruista. Tiro le volate perché mi sento più felice a fare così che a vincerle io».

Treno ok. Guarischi e la sua SD Worx festeggiano la vittoria di Wiebes nella seconda tappa del UAE Tour
Treno ok. Guarischi e la sua SD Worx festeggiano la vittoria di Wiebes nella seconda tappa del UAE Tour
Un lead out è un velocista mancato oppure si nasce per quel ruolo?

GUARISCHI: «Credo che si nasca velocista e si diventi ultima ruota per necessità. Anche perché non è facile organizzare un treno. Tuttavia per quello che mi riguarda resta la voglia di giocarsi le proprie carte in volata quando c’è la possibilità.»

SANGUINETI: «Entrambe le cose secondo me. Se non sei un velocista, non puoi sapere come si deve muovere un lead out».

Qual è la cosa più facile e quella più difficile nel fare da lead out a Lorena/Elisa?

GUARISCHI: «La più facile è che Lorena si è fidata subito di me. Non perde mai la mia ruota. Di difficile invece nulla per il momento. Al UAE Tour eravamo solo in tre a gestire il suo treno ma siamo riuscite a vincere una tappa e fare un secondo ed un terzo posto».

SANGUINETI: «La più facile è che non dobbiamo dirci nulla, ci facciamo solo cenni con la testa. La più difficile forse è convincere Elisa che sta bene anche quando dice il contrario. E convincerla che è nel posto giusto nel treno. Nel complesso rispetto a quando eravamo in Valcar non ho notato nessuna differenza. O meglio, lei è ancora più forte».

Sanguineti sullo sfondo esulta per la vittoria di Balsamo a Valencia. Hanno ricominciato come si erano lasciate nel 2021 al Women’s Tour.
Sanguineti sullo sfondo esulta per la vittoria di Balsamo a Valencia. Hanno ricominciato come si erano lasciate nel 2021 al Women’s Tour.
Che volata vuole Lorena/Elisa? Usa parole particolari nei momenti clou?

GUARISCHI: «Lorena vuole uno sprint fuori dal caos con una velocità che si alza in modo crescente e costante, cercando di occupare sempre una parte della strada fin da subito. Ho già visto che non dice nulla e che parla solo se c’è qualcosa che non va. E allora a quel punto poi parlo io con le altre dicendo cosa fare».

SANGUINETI: «Dipende da com’è il finale, l’ho capito col passare del tempo. Se c’è un arrivo piuttosto dritto, vuole una volata impostata per sorprendere le avversarie. Se invece l’arrivo è tecnico, vuole il rischiare il giusto. Elisa parla solo quando mi sta perdendo la ruota. Lei dice “Yaya” e io so già tutto quello che devo fare».

La spedizione azzurra al Mediterraneo 2022. Guarischi e Sanguineti sanno fare gruppo
La spedizione azzurra al Mediterraneo 2022. Guarischi e Sanguineti sanno fare gruppo
A chi ti ispiri nel fare questo ruolo?

GUARISCHI: «Tra gli uomini Morkov, ma ho sempre preso spunto da Tiffany Cromwell. Lei adesso ha un po’ cambiato le sue caratteristiche, ma quando eravamo assieme alla Canyon-Sram era lei che mi tirava le volate. Mi è sempre piaciuta per la sua intelligenza che usava nel pilotarmi».

SANGUINETI: «Nessuno in particolare. Anzi, devo dirvi che quando guardo le gare in televisione non faccio mai caso al lead out. Guardo la volata semplicemente».

Che caratteristica ruberesti all’altra e che qualità atletica ammiri in lei?

GUARISCHI: «Yaya ed io siamo molto simili però lei è più scalatrice di me. Mi piace la sua “cattiveria” nell’affrontare le salite o gli strappi. Diciamo che le ruberei più “fibre rosse” (sorride, ndr)».

SANGUINETI: «Vorrei la sua capacità di tenere molto bene le posizioni in gruppo. Barbara più giù della ventesima non ci va mai. A livello atletico è ben definita, una statua».

Tre aggettivi per descrivere l’altra ed un particolare del suo carattere che apprezzi.

GUARISCHI: «Il primo che dico è pazza (risata, ndr). Poi aggiungo limatrice e generosa. Di lei mi piace il suo essere sempre sorridente e saper fare gruppo. Credo che anche questi aspetti ci accomunino».

SANGUINETI: «Attenzione che potrei toccare tasti dolenti, ma non lo faccio perché poi si offende. Quindi dico che è permalosa (ride anche lei, ndr), spericolata e soprattutto carismatica. Apprezzo che è una persona divertente. E’ un’ottima compagna di camera».

Come si batte il treno della squadra della Trek-Segafredo/SD Worx?

GUARISCHI: «Non l’ho ancora visto, ma onestamente non mi pongo questa domanda né per il loro treno né per quello di un’altra formazione. Il mio obiettivo è quello di far funzionare al meglio i nostri vagoni».

SANGUINETI: «Non ne ho idea, voglio scoprirlo nelle prossime gare. Al UAE Tour ho lavorato molto per Elisa e Gaia (Longo Borghini e Realini, ndr). Solo nell’ultima tappa abbiamo deciso nel finale con Slongo di buttarmi nella volata, ma non ho fatto attenzione a come era organizzata la SD-Worx».

Fra voi due chi è più forte in volata?

GUARISCHI: «Beh, sono più forte io (sorride, ndr)… ma siamo entrambe perdenti in una volata con altre velociste!».

SANGUINETI: «Ha ragione Barbara. Lei è più velocista di me».

Come e dove si affina la sintonia con la propria velocista?

GUARISCHI: «Conosco Lorena da poco, ma siamo sempre state in camera assieme negli ultimi tre mesi ed abbiamo approfondito la conoscenza. In pratica ho visto più lei di mia madre. Credo che il fuori-gara faccia tanto per fidarsi. Poi contano anche le piccole cose più in gara che in allenamento».

SANGUINETI: «Elisa ed io abbiamo la fortuna di essere amiche da tanto tempo, quindi c’è una fiducia vera a livello personale. Abitando molto distanti tra noi, la nostra armonia la perfezioniamo di gara in gara. Per dire, a Valencia sorridevamo assieme più che per la sua vittoria, quanto per il mio quarto posto finale ottenuto sullo slancio della tirata».

Pensavi di poter vincere così presto con Lorena/Elisa?

GUARISCHI: «Speravamo e volevamo vincere tutte e tre le tappe per velociste negli Emirati. Siamo andate là per creare sintonia e trovare una giusta misura. Onestamente me lo aspettavo di fare subito risultato».

SANGUINETI: «Sì, perché ci credevo tanto. Ero certa che le avrei tirato una volata perfetta. Avevo voglia di far vedere che eravamo tornate. Ci eravamo lasciate nel 2021 che Elisa aveva vinto l’ultima gara dell’anno con uno sprint che le avevo tirato al Women’s Tour con la maglia iridata appena conquistata. E ci siamo ripresentate alla Volta Valenciana allo stesso modo»

Quando ti sposti poi guardi sempre la volata?

GUARISCHI: «Dipende da come arrivo nel finale. Se sono distrutta non guardo nulla. Se invece la trenata è andata bene, allora tengo gli occhi sullo sprint. Perché se va tutto bene spesso si vince».

SANGUINETI: «Io guardo sempre la volata. Se poi so, come a Valencia con Elisa o al Mediterraneo proprio con Barbara, che la vinciamo allora me la godo tutta. Praticamente i miei occhi diventano telecamere fisse».

Barbara e Ilaria sono state spesso compagne di camera durante le gare con la nazionale
Barbara e Ilaria sono state spesso compagne di camera durante le gare con la nazionale
Nelle prossime volate in cui sarete fianco a fianco con i vostri treni, come ti comporterai con l’altra? Farete a spallate?

SANGUINETI: «C’è tanto rispetto fra di noi. Credo che forse qualche spallata senza cattiveria possa scapparci. Ma sì Baby, delle dolci spallate (ride, ndr)».

GUARISCHI: «Macché spallate. Ci rispettiamo a vicenda. Sappiamo quello che stiamo facendo e che siamo lì per lavorare, anche per cercare di vincere. Non ci saranno grandi problemi e mai ce ne sono stati. Insomma Yaya, niente spallate e solo abbracci (sorride, ndr)».

Balsamo e la pista, storia di un amore profondo

09.02.2023
5 min
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MONTICHIARI – Dicono che il primo amore non si scorda mai. Forse è una frase un po’ inflazionata però chi corre in pista lo fa per un rapporto profondo con questa disciplina. Oggi pomeriggio a Grenchen il quartetto azzurro femminile si gioca l’accesso alla finale dell’europeo e fra loro c’è Elisa Balsamo, una che ha la pista nel cuore e dove ha vinto tanto.

Ogni volta che ci capita di vedere da vicino la nazionale di Villa in un velodromo non possiamo fare a meno di constatare come gli atleti siano più rilassati rispetto al proprio club. Certo, non manca la tensione per l’evento da preparare, ma per molti di loro è come se fossero in una sorta di comfort zone in cui produrre prestazioni e risultati. Balsamo respira questa atmosfera fin da quando era esordiente. Per dire, tanto tempo fa nell’ambiente della pista è nato il soprannome “Barzi” che Alzini affibbiò scherzosamente ad Elisa. Ecco quindi che abbiamo voluto fare una chiacchierata con la 24enne cuneese per approfondire questo suo sentimento.

Balsamo in pista ha vinto quattro ori europei tra inseguimento a squadre, americana e omnium
Balsamo in pista ha vinto quattro ori europei tra inseguimento a squadre, americana e omnium
Che rapporto hai con la pista?

E’ una passione che mi porto dietro da parecchi anni. Ho iniziato quando ero piccolina. Mi è sempre piaciuta molto e mi sono sempre divertita molto. Inoltre credo che allenarsi in pista sia funzionale per la strada. Nei giorni scorsi ci siamo ritrovate a Montichiari per preparare gli europei, ma in inverno è bello ritrovarsi in pista con le altre ragazze e poter girare assieme.

Hai detto più volte che la pista non la lascerai mai. Perché?

Come dicevo la pista mi piace tanto e mi diverte. L’adrenalina che dà la pista o quella di un quartetto è completamente diversa da quella che si prova su strada.

Ci sono differenze tra un quartetto e un treno per la volata?

Sì ed è abbastanza grossa. Nell’inseguimento a squadre non si può sbagliare nulla. Bisogna avere la capacità di prendersi le proprie responsabilità. Decidere quanto tirare, ad esempio. E poi pensare come squadra. Questa è la cosa più importante. Perché se un’atleta è forte, ma non pensa alla squadra del quartetto, non arriva da nessuna parte. E’ proprio questo che mi piace. Se riesci a trovare un buon equilibrio con le tue compagne sai che se un giorno tu non stai tanto bene, ci sarà qualcuna di loro pronta ad aiutarti e tirare un po’ di più. Se invece sei tu a stare meglio allora puoi compensare.

Oro. Balsamo tira il quartetto con Guazzini, Fidanza e Consonni al mondiale 2022
Oro. Balsamo tira il quartetto con Guazzini, Fidanza e Consonni al mondiale 2022
Quanto è diversa questa sintonia con le compagne della nazionale e quelle della tua Trek-Segafredo?

L’affiatamento c’è anche nel club in cui corri, però su una gara da 140 chilometri si nota di meno. In pista su 16 giri massimali lo vedi subito, mentre su strada un’atleta può avere un attimo di crisi e può riprendersi. Oppure una riesce a passare la salita e rientrare in discesa. Sono dinamiche diverse, di sicuro una squadra è fatta, sia in pista che su strada, per essere una squadra. Quindi sono tutti importanti.

Dove nasce la perfezione di un quartetto?

Sia all’interno che all’esterno dell’anello. C’è bisogno di tanta fiducia per fare un quartetto e se non c’è si rischia di compromettere tutto. Il bel legame che c’è fra noi ragazze ci aiuta e ci permette di tirare fuori quel qualcosa in più in gara. Parlo del mio caso personale, ma il mondiale 2022 è stato il classico esempio in cui la testa fa la differenza. Arrivavamo tutte da una stagione su strada impegnativa. Io ad ottobre ero stanca, considerando che avevo iniziato a febbraio però il desiderio di poter fare bene anche per le altre mi ha spinto a dare quel famoso qualcosa in più.

Balsamo chiacchiera con Cristian Salvato a Montichiari nella rifinitura pre-europeo
Balsamo chiacchiera con Cristian Salvato a Montichiari nella rifinitura pre-europeo
Pesa più una maglia iridata su strada o una in pista?

Il valore della maglia per me è il medesimo, si è sempre campioni del mondo. Indubbiamente su strada ci sono più occasioni per poterla indossare. All’europeo indosseremo il body arcobaleno e anche nelle prove di Nations Cup a cui parteciperemo. Su strada forse c’è un po’ più pressione però sono certa che quando correremo a Grenchen ce l’avremo comunque, perché il peso della maglia è sempre quello.

Te lo saresti aspettato che la pista avrebbe ricoperto questo ruolo nella tua carriera?

Vi dirò di sì. Quando ero giovane mi vedevo più in pista che in strada. Forse perché in pista servono meno resistenza e più esplosività quindi da giovane riesci a portare a casa più risultati importanti. I primi anni su strada invece sono sempre un po’ traumatici. Ad esempio su pista esiste da tanto tempo il campionato europeo U23 e questo ti aiuta ad introdurti nella categoria. Normale che i risultati migliori siano arrivati prima in pista. Poi ho scoperto che anche su strada potevo togliermi delle belle soddisfazioni.

Alzini, Fidanza e Balsamo mostrano il nuovo body iridato che useranno a Grenchen col quartetto
Alzini, Fidanza e Balsamo mostrano il nuovo body iridato che useranno a Grenchen col quartetto
Cosa direbbe Elisa Balsamo ad una esordiente che magari fa poca pista o niente?

Andare ad allenarsi in pista lo consiglio sempre perché è molto divertente. Ti permette di fare qualcosa con le altre ragazze che su strada non puoi o non riesci a fare perché devi fare attenzione alle auto. In pista si può lavorare sulla tecnica, sulla sensibilità e sulla capacità di conoscere se stessi. Penso che questo sia particolarmente importante. Poi quando si è giovani allenarsi sia funzionale alla attività su strada. Sono cose complementari.

Considerando che ti ha fatto vincere tanto, la pista ha un posto in particolare nella tua scala di valori?

Oddio, secondo me bisogna dare il giusto peso alle cose (ci risponde sorridendo, ndr). Sto dedicando più tempo alla strada e penso che sia normale così. In pista ci torno quando dobbiamo preparare appuntamenti importanti come questo europeo. Il ciclismo è importante ed in questo momento è una parte della mia vita, ma ogni tanto c’è anche di meglio da fare (chiude ridendo senza esitare a scambiare qualche battuta con noi e con le compagne che le passano vicino, ndr)

Villa e il gruppo femminile. Un anno di lavoro e di risultati

04.02.2023
5 min
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MONTICHIARI – Nel parterre del velodromo di Montichiari c’è tanta gente che opera scrupolosamente per il primo appuntamento del 2023 della nazionale della pista. Il cittì Marco Villa si consulta con tutti i tecnici dello staff. Appare sereno anche se ha ancora con qualche dubbio che riguarda il quartetto femminile. Se il rientro dalla Vuelta a San Juan gli ha consegnato buone indicazioni per gli uomini, per le donne può solo beneficiare dei riscontri avuti nei vari ritiri.

Come abbiamo detto ieri, gli europei di Grenchen saranno la prima prova di qualificazione olimpica. Rispetto al passato ci si giocherà tutto in 5 appuntamenti anziché 10 e quindi la rassegna continentale svizzera diventa ancor più importante. Sentiamo quindi cosa ci ha detto Villa nello specifico sul gruppo femminile.

Il cittì Villa deve scegliere chi schierare nel quartetto
Il cittì Villa deve scegliere chi schierare nel quartetto
Marco come sta procedendo l’avvicinamento?

In generale è un po’ anomalo perché sarà la prima gara dell’anno. Le ragazze hanno lavorato bene. Siamo partiti a novembre con i ritiri in Sicilia, poi due a Calpe più i ritiri che hanno fatto con le rispettive squadre. Abbiamo fatto volumi importanti su strada e la specializzazione l’abbiamo svolta qui a Montichiari.

Sono stati consegnati i body iridati alle ragazze del quartetto (in apertura Alzini, Fidanza e Balsamo). Chi lo comporrà?

Non lo so ancora, valuterò in questi giorni. Avrò a disposizione sette ragazze (Alzini, Balsamo, Barbieri, Fidanza, Guazzini, Paternoster e Zanardi, ndr) che faranno tutte le specialità in programma. Ognuna di loro può essere inserita nel quartetto. Giovedì hanno fatto delle prove e un’idea me la sono fatta.

Per quanto riguarda le altre discipline sai già chi schierare?

Sì, in questo caso sono un po’ più sicuro. Zanardi farà la corsa a punti. L’omnium vorrei farlo fare a Barbieri. Questa decisione perché non lo ha fatto al mondiale. Fidanza farà lo scratch. L’eliminazione dovrebbe correrla Paternoster. Per quanto riguarda la madison cambierò. Ai mondiali l’avevano fatta Barbieri e Consonni, mentre in questo caso sceglierò altre due ragazze. Sto pensando a Balsamo, Fidanza o Guazzini per formare la coppia dell’americana. Come ho sempre detto a loro, saranno decisioni basate non solo sullo stato di forma, ma anche su una sorta di turnover rispetto alle gare disputate negli eventi precedenti.

Martina Fidanza con i rilevamenti dell’aerodinamica curata da Luca Oggiano
Martina Fidanza con i rilevamenti dell’aerodinamica curata da Luca Oggiano
Queste rotazioni sono fatte anche in ottica Parigi 2024?

Sì, perché voglio continuare a conoscerle, cercando di rispettare gare e titoli. E’ un anno che ho in mano anche il gruppo femminile. Le ho sempre viste correre, ma le guardavo con un altro occhio e chi le sceglieva usava chiaramente altri occhi. Ora che devo selezionarle io, voglio vederle correre su più specialità. Le occasioni non sono tante e devo sfruttare queste corse.

Come stanno prendendo le ragazze questo turnover?

Forse questo dovreste chiederlo a loro (dice sorridendo, ndr). Io lavoro così, questo è il mio metodo. I maschi li ho conosciuti così, facendoli ruotare e prendendomi le mie responsabilità. E farò altrettanto con le donne, sempre senza mancare di rispetto all’atleta. Questi tipi di test sono comunque basilari per ottenere delle indicazioni.

Fabio Masotti con alcune ragazze del quartetto
Fabio Masotti con alcune ragazze del quartetto
Com’è lavorare così staccati, senza avere mai il gruppo al completo?

Non è facile. Avrei preferito averle tutte assieme, ma non posso. Né con i maschi né con le donne. Consonni era qui a Montichiari giovedì, ma è dovuta andare con la sua formazione per correre il UAE Tour, visto che per loro è la gara di casa. Zanardi verrà a Montichiari per allenarsi con Masotti e mercoledì ci raggiungerà a Grenchen visto che correrà sabato. La nazionale ha una certa priorità, ma le squadre di club ne hanno una maggiore. Da parte mia c’è massimo rispetto per le società. Come ho fatto per i maschi, anche con le donne vorrei far vedere che si possono fare bene strada e pista.

Con i team maschili ti va riconosciuto che sei sempre stato bravo a tenere i rapporti. Con quelli femminili come sta andando?

Non è tutto merito mio, direi che è più un dato di fatto per come vanno le cose. Lo sapete anche voi che non posso avere gli atleti per quindici giorni prima di un europeo o mondiale. In questi anni ho dovuto attivare un sistema e una metodologia che fossero compatibili con il calendario della strada, in modo da averli a disposizione quel paio di giorni prima per perfezionare i lavori. Con le formazioni femminili mi sto trovando bene, è solo una questione di abitudine. I maschi ormai mi chiedono in anticipo quando potersi trovare tutti assieme, per poi impostare il proprio calendario. Spero che possa succedere altrettanto con le donne. Anzi…

L’argento europeo 2022 del quartetto con Fidanza, Zanardi, Barbieri, Paternoster e Guazzini
L’argento europeo 2022 del quartetto con Fidanza, Zanardi, Barbieri, Paternoster e Guazzini
Cosa?

Le ragazze dall’anno scorso mi hanno chiesto più programmazione di date certe e noi gliela stiamo dando. Però pur avendo date certe, avete visto che Guazzini è dovuta andare alla presentazione del suo team, Consonni e Zanardi sono a correre. Quindi come vedete, non è un problema di Villa o delle ragazze: è un problema di accavallamento di date. E con questo dobbiamo conviverci.

Ci riesci bene?

Dobbiamo imparare a conviverci tutti, soprattutto quando farò delle scelte. Perché tutti si farebbero la prima domanda giustificata. Come ha fatto Villa a fare le scelte se un giorno eravamo in quattro e il giorno dopo c’erano due ragazze diverse dal giorno prima? E’ vero, ma come faccio a scegliere se non ho sempre tutte le ragazze a disposizione?

Villa con le ragazze del quartetto: Fidanza, Alzini, Barbieri, Guazzini, Consonni e Balsamo
Villa con alcune ragazze del quartetto: Fidanza, Alzini e Barbieri
Vista la domanda che ti fanno, qual è il criterio che il cittì Marco Villa utilizza?

Più che la mia esperienza, è la fiducia che ho nei miei collaboratori, che mi aiutano a fare questo tipo di scelte. Tant’è che se io devo fidarmi delle atlete, loro devono fidarsi di me. I dubbi poi ce li ho sempre. Li sciolgo sommando diversi parametri. Vado col cronometro, che è sempre una cosa certa. Vado a sensazione. Vado con gli allenamenti di mesi fa. Vado con le gare già fatte l’anno scorso. Poi mi facilitano il compito le ragazze stesse, come quando Barbieri al mondiale si è chiamata fuori dal quartetto perché ha visto che non era all’altezza dopo l’europeo. In ogni caso, essendo il cittì, le decisioni alla fine toccano a me.

A Montichiari gli ultimi ritocchi sulla strada di Grenchen

03.02.2023
5 min
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MONTICHIARI – «Se Giovanni è di buon umore, allora significa che sta girando tutto bene. E’ lui il nostro termometro». Ivan Quaranta ci accoglie a Montichiari con una battuta riferendosi a Carini, il meccanico azzurro, durante la nostra giornata in compagnia della nazionale della pista.

In effetti il morale che si respira nelle sale sotto al velodromo è buono. E’ un venerdì intenso quello che vivono il cittì Marco Villa assieme allo stesso Quaranta, Diego Bragato, Fabio Masotti ed il resto dello staff. E’ una giornata arricchita da altre figure tecniche. Sono gli ultimi giorni di lavoro prima della spedizione azzurra che partirà domenica pomeriggio per Grenchen, l’anello svizzero in cui si terranno gli europei (dall’8 al 12 febbraio) e teatro dell’Ora di Ganna.

Prove di partenza per il quartetto femminile nel velodromo di Montichiari, ormai a fine lavori
Prove di partenza per il quartetto femminile nel velodromo di Montichiari, ormai a fine lavori

Quartetto femminile

Alzini, Balsamo, Barbieri, Martina Fidanza e Paternoster iniziano la giornata riguardando le prove del giorno prima. Mancano Guazzini, presente ieri ma volata alla presentazione della sua Fdj-Suez, e Zanardi, impegnata in Spagna con la BePink. Loro due raggiungeranno le compagne nei prossimi giorni. Le cinque azzurre macinano giri di pista solidificando la loro intesa. Fanno dietro moto e simulano a più riprese partenza e trenate dell’inseguimento a squadre. C’è anche Confalonieri a fare ritmo dietro motore.

Giada Capobianchi, a Montichiari assieme a Miriam Vece, sarà impegnata nella velocità
Giada Capobianchi, a Montichiari assieme a Miriam Vece, sarà impegnata nella velocità

Velocità azzurra

La pattuglia di Quaranta si alterna in pista con le ragazze del quartetto e lavora sodo. Sono in sei, quattro uomini e due donne. Bianchi, Stefano Moro, Predomo, Tugnolo, Giada Capobianchi e Miriam Vece. Anche per loro c’è il turno al tavolo dello schermo per rivedere le prove delle proprie discipline. Sono sempre loro ad aver dato i primi feedback su alcuni nuovi materiali che useranno a Grenchen, fra tutti un manubrio speciale.

Bragato, Viviani e il cittì Villa discutono sulla trasferta degli europei
Bragato, Viviani e il cittì Villa discutono sulla trasferta degli europei

Uomini incompleti

Il gruppo maschile si formerà domani quasi per intero. A Ganna, Boscaro, Lamon, Pinazzi, Manlio Moro e Scartezzini, reduci dalla Vuelta a San Juan, sono stati concessi un paio di giorni di recupero dal viaggio intercontinentale. Solo Viviani, anch’egli di rientro dall’Argentina, ha preferito scendere in pista oggi fin dal mattino per sistemare un paio di accorgimenti, come il posizionamento. Nel pomeriggio poi il veronese della Ineos Grenadiers ha compiuto sessanta giri dietro moto in vista dell’omnium, mentre Bertazzo (pure lui in gara a San Juan) ha girato sia solo che assieme alle ragazze. A Grenchen si aggiungeranno anche Milan e Consonni, che arriveranno in dote dal Saudi Tour con ottime vittorie di tappa. Nel frattempo il cittì Villa avrà fatto le sue convocazioni.

Giornata collettiva

Diego Bragato, mentre ci offre un caffè, ci spiega l’importanza di una giornata in cui il gruppo può lavorare con altre figure tecniche fondamentali al raggiungimento delle prestazioni e dei risultati. Nel parterre di Montichiari l’ingegnere Luca Oggiano cura la parte della aerodinamica. Il centro BioMoove di Almese ha la sua postazione di biomeccanica. Fausto Fabioni e Mattia Michelusi lavorano sull’aspetto delle informazioni tecnologiche attraverso la telemetria. Poi c’è anche Salvato che consegna i body iridati ai quartetti.

«Di fatto è la prima volta – racconta il tecnico di Motta di Livenza – che ci troviamo tutti assieme, ma qualcosa di simile abbiamo già fatto in passato. L’idea è quella di farla ad inizio stagione o in altri casi eccezionali come potrebbero essere cadute gravi o eventi importanti. Curare così tanto i dettagli sta funzionando. Ai mondiali di agosto faremo le prove generali per le olimpiadi di Parigi perché saranno nello stesso periodo. Dovremo già sapere che materiali usare o cosa fare nel 2024. Questo europeo è importante per i punti che ci può dare in ottica qualificazione e per aprire un avvicinamento in ottica delle prove che stiamo facendo per ottimizzare i particolari».

Il briefing mattutino del quartetto femminile
Il briefing mattutino del quartetto femminile

Aspetto psicologico

Tra le varie figure c’è anche Elisabetta Borgia. Ormai ogni competizione si prepara prima di testa che di fisico.

«Sono giornate molte preziose – spiega la dottoressa piacentina – per oliare alcuni automatismi in vista dell’europeo sia in ottica individuale che di squadra. Testiamo non solo la preparazione fisica, ma anche l’approccio che si dovrà avere in gara. L’idea è quello di portare avanti un processo dando un significato a tutte le varie tappe da inizio stagione ai grandi eventi. Avvicinandoci all’europeo come in questo caso il lavoro diventa importante perché cresce il livello emotivo, perché cresce lo stress. Da una parte si lavora per massimizzare la prestazione, dall’altra per aiutare i ragazzi a rilassarsi. Ovviamente cambia fare questo lavoro a febbraio piuttosto che ad ottobre o agosto, come quest’anno quando ci saranno i mondiali. Le energie psicofisiche ad inizio stagione sono diverse che alla fine. Bisogna lavorare nel presente pensando nell’insieme alle fondamenta».

Malcotti prepara il riscatto. «Decisa a cambiare marcia»

14.01.2023
6 min
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Ha un conto aperto col 2022 Barbara Malcotti. Un po’ per sfortuna e un po’ per demeriti suoi, facendo sana autocritica. Quest’anno vuole riacquistare il terreno perso senza se e senza ma, visto che sullo sfondo c’è un contratto con la Human Powered Health che scade a fine stagione.

La volontà della classe 2000, trentina di Storo, è guadagnarsi il rinnovo con la formazione WorldTour statunitense. E perché no, aggiungiamo noi, attirare le attenzioni di qualche altro team. Ovvio che tutto passi per i colpi di pedale che Malcotti vuole imprimere in modo deciso a questa fase della sua carriera. Tanto che è volata in Algarve con qualche giorno di anticipo sull’inizio del ritiro con la squadra per farsi trovare pronta e recuperare il raduno di dicembre saltato per una disavventura in bici senza conseguenze. Ci facciamo raccontare tutto da lei, appena rientrata dall’allenamento e poco prima dell’inizio del pranzo… a metà pomeriggio.

Barbara, premiata dal Comitato Trentino FCI, abita a Storo vicino al Lago d’Idro (foto Scattobike)
Barbara, premiata dal Comitato Trentino FCI, abita a Storo vicino al Lago d’Idro (foto Scattobike)
Barbara come sta andando in Portogallo?

Tutto bene. Sono qui con un paio di mie compagne ed insieme anche alla formazione maschile. Adesso ci stiamo adattando ai loro ritmi e, per non far diventare matto lo chef, noi ragazze mangiamo appena rientrano gli uomini visto che finiamo prima. Domani arriverà il resto della squadra e resteremo qua fino al 22 gennaio. Tornerò a casa per quattro giorni, poi inizieranno le gare.

Anche tu hai già pianificato una prima parte di stagione?

Sì certo. Debutterò ad Almeria il 29 gennaio, quindi faremo una breve sosta a Girona per prendere il volo per Cipro dove correremo l’Aphrodite Women Cycling Race. Faremo una crono e due prove in linea (in programma il 4, 8 e 11 febbraio, ndr). Per il resto ho un calendario primaverile ancora in via di definizione. Le corse già certe sono Le Samyn, Tour de Normandie, Freccia Vallone, Liegi, Ruta del Sol e Giro Donne. Di quest’ultima gara parlavo proprio due giorni fa con le compagne e i diesse, che si chiedevano che percorso ci sarà. E’ un peccato che ancora non si sappia nulla, perché io ci punto forte. Noi siamo una formazione piccola, vorremmo sapere con chi presentarci per studiare la preparazione e l’eventuale recupero per il Tour Femmes. Che io ho chiesto di correre…

Perché hai qualcosa in sospeso con quella gara, giusto?

E’ così. Premetto che il Tour Femmes, anche se appena nato, è già la gara a tappe più importante, quindi normale che tutte le atlete lo vogliano correre a prescindere. Sono in scadenza e a me servirebbe per farmi vedere ancora di più. Ma io vorrei correrlo perché mi brucia ancora la squalifica del 2022. E’ vero che avremmo potuto stare più attenti, ma essere lucidi in quella corsa non è facile. Non pensi proprio a certi aspetti del regolamento, ti fidi anche di ciò che ti dice la tua ammiraglia in quei frangenti così frenetici…

Eri stata estromessa per un cambio bici irregolare da una giuria fin troppo fiscale. Come era andata?

E’ successo alla quinta tappa, la più lunga, quella da 175 chilometri. C’era una fuga con circa quattro minuti di vantaggio. Noi avevamo dentro Antri Christoforou, la campionessa cipriota, seguita dalla nostra ammiraglia. Nel frattempo a me si era rotto il cambio e ho chiesto l’intervento via radio. Il diesse mi ha detto che si sarebbe staccato dalla testa della corsa e mi avrebbe aspettato a destra. Ero a metà gruppo, mi sono fermata dalla mia ammiraglia, ho preso la bici di scorta e siamo ripartiti. Io sono rientrata in gruppo, il mio diesse sulla fuga.

Il 2022 di Malcotti è stato sotto tono ma non sono mancati buoni piazzamenti (foto instagram)
Il 2022 di Malcotti è stato sotto tono ma non sono mancati buoni piazzamenti (foto instagram)
Cos’è capitato poi?

Dopo circa 40 chilometri mi hanno affiancato le moto della giuria: «Malcotti, deve fermarsi». Per regolamento avrei dovuto farmi sfilare dal gruppo, andare in ultima posizione e fare la sostituzione invece di come abbiamo fatto. Via radio i diesse hanno chiesto solo la multa e non l’estromissione, ma non c’è stato verso. Considerando che avevano graziato chi aveva causato l’incidente di Marta (Cavalli, ndr), devo dire che con me sono stati pignoli e con poco buon senso (sospira, ndr).

C’è altro?

Moralmente ero a terra, distrutta. Però alla sera ho ricevuto un bel messaggio di Elisa (Balsamo, ndr). Si diceva dispiaciuta per la squalifica e che sia Trek-Segafredo che SD Worx avevano chiesto alla giuria di chiudere un occhio perché non avevamo danneggiato nessuno. L’ultimo atto inaspettato qualche settimana fa, quando l’UCI via Accpi mi ha notificato il pagamento della multa che non era presente nel referto della giuria a fine tappa. La mia squadra l’ha pagata senza fare troppe storie, ma spero capiate perché quell’episodio mi sia rimasto sul gozzo.

Non l’avevi vissuta bene quella situazione ma forse può darti una spinta in più per il 2023?

Non so nemmeno dire se mi abbia insegnato qualcosa, di certo posso dirvi che la carica per quest’anno è tanta. A parte quel giorno, l’anno scorso ho disputato una stagione molto sotto tono. Salvo la tanta esperienza che ho fatto su diverse gare che non avevo mai corso, come il Fiandre. Quest’anno ho un anno in più di esperienza ad alti livelli e so che devo fare il salto di qualità. In questo sarò aiutata dallo staff della squadra che si è rafforzato con alcune figure importanti, tra cui Ro De Jonckere e Kenny Latomme (rispettivamente general manager e responsabile delle prestazioni, ndr), entrambi con trascorsi alla Quick Step e Qhubeka.

Nel 2022 Malcotti ha disputato 6 gare a tappe, di cui 4 WorldTour
Nel 2022 Malcotti ha disputato 6 gare a tappe, di cui 4 WorldTour
Cosa si aspetta Barbara Malcotti da se stessa?

La pressione me la voglio mettere addosso io per ripagare la squadra che crede in me e nella quale sto benissimo. Ho fatto un buon inverno e i valori rispetto al passato lo dimostrano. Dovrò confermarli in gara, sapendo che non sarà semplice o immediato. Non voglio parlare di vittorie, quanto invece di prestazioni. Se saprò mantenere la giusta condizione, potrò correre meglio e potranno arrivare anche i risultati. E a quel punto restare anche sui taccuini del cittì Sangalli, con cui ho un buon rapporto. Sono consapevole che devo migliorare, ma sono pronta a riscattarmi.

Sanguineti alla Trek: tutto vero, tutto meritato

02.01.2023
6 min
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La Sanguineti sotto l’albero. Ragionando con Elisa Balsamo nei giorni del ritiro spagnolo della Trek-Segafredo, l’arrivo dell’amica Yaya ci era stato descritto come il regalo più bello che la squadra potesse farle. Oltre all’amicizia cementata dagli anni alla Valcar-Travel&Service, infatti, la sanremese è una delle migliori al mondo nel tirare le volate, per cui è stata la stessa Elisa a insistere perché il mercato del team si concentrasse sul suo nome.

Davvero un bel regalo di Natale per Elisa Balsamo: è arrivata Yaya Sanguineti
Davvero un bel regalo di Natale per Elisa Balsamo: è arrivata Yaya Sanguineti

Due anni nel WorldTour

Adesso Yaya è al settimo cielo. La sua carriera è passata per cinque anni alla BePink, poi sei alla Valcar e ora sotto le ruote è venuto fuori un biennale WorldTour con la Trek, come il sogno che si è finalmente realizzato.

«Sinceramente non ho ancora messo a fuoco – dice – ho cominciato a capire qualcosa mentre facevo le foto a fianco della Longo. Elisa è una mia amica, però trovarcisi accanto vestita allo stesso modo, ho pensato: Wow!».

Il suo entusiasmo ti contagia, il sorriso è ipnotico. E anche se nel corso delle stagioni si è spesso messa a fare di conto con le sue insicurezze, è bastato vederla all’opera negli appuntamenti importanti del 2022, per rendersi conto delle sue qualità. E’ stata la chiave della vittoria di Barbara Guarischi ai Giochi del Mediterraneo, poi ha fatto parte del treno di Elisa Balsamo contro Wiebes agli europei. E prima aveva portato a casa anche una vittoria per sé, alla Dwars door het Hageland.

Sanguineti e Realini, velocista e scalatore, facce nuove (italiane) della Trek-Segafredo
Sanguineti e Realini, velocista e scalatore, facce nuove (italiane) della Trek-Segafredo
Come è nato l’aggancio con la Trek?

Penso che una buona parola ce l’abbia messa Elisa Balsamo, perché abbiamo lavorato insieme tanti anni e lei mi definisce la miglior lead-out che abbia mai avuto. Poi penso di averci messo un po’ del mio. Ho dimostrato che quel lavoro lo so fare bene, anche se non dovrò fermarmi solo a quello. Farò molte altre cose…

L’idea era comunque di salire questo gradino?

Sì, perché dal primo anno alla Bepink sono passati quasi 10 anni e a un certo punto mi sono detta che forse me lo meritavo. Poi ci pensi e ti chiedi se sarai in grado, che è tipico di come sono fatta io. Ma di base credo di averlo meritato.

Dopo un anno in squadre diverse, Sanguineti e Balsamo si sono ritrovate agli europei di Monaco
Dopo un anno in squadre diverse, Sanguineti e Balsamo si sono ritrovate agli europei di Monaco
Arzeni ha sempre detto che se solo ci credessi un po’ di più…

Quello me lo dicono tutti, ormai me lo dico anche io ogni mattina. Un giorno eravamo in bici con Elisa Balsamo e lei mi diceva che devo crederci. Che se alla fine sono qua, è perché l’ho meritato. Non è che la Trek mi abbia preso senza un motivo. Io l’ho ascoltata e intanto mi dicevo che spero di meritarlo davvero…

Che cosa ti ha chiesto Guercilena al momento di firmare?

Mi ha detto che il mio compito principale sarà quello di fare da pesce pilota per Elisa. Però mi ha detto anche che credono molto in me, perché possa ritagliarmi il mio spazio. Quando non ci sarà lei e magari non ci saranno le altre velociste, punteranno molto su di me. E’ stato veramente un onore, perché sono arrivata in punta di piedi, invece è stato molto bello sentire il boss della squadra dire queste cose. E’ una bella responsabilità.

Ilaria Sanguineti è nata a Sanremo il 15 aprile 1994. Corre fra le elite dal 2013
Ilaria Sanguineti è nata a Sanremo il 15 aprile 1994. Corre fra le elite dal 2013
Il livello della squadra è altissimo.

Ci sono tutte le straniere, ma anche la stessa Longo Borghini e Balsamo. Loro sono mie amiche, ma comunque sono campionesse già affermate. Io sono l’ultima arrivata e spero di davvero di meritarmi tutto questo.

Come si tira la volata per Elisa Balsamo?

Negli anni abbiamo imparato a fidarci l’una dell’altra. I primi anni mi faceva ridere, perché mi urlava sempre da dietro. Mi diceva che eravamo troppo indietro, quando magari mancavano ancora 10 chilometri. Allora le dicevo: «Elisa, sono da sola, aspetta. Dobbiamo uscire all’ultimo…». Alla fine non dovevamo dirci niente. Quando sentivo la sua voce, perché sapevo che magari era successo qualcosa, io entravo in azione e lei si fidava ciecamente di me. Forse anche perché oltre al feeling speciale in volata, alla base c’è anche una bella amicizia, che aiuta molto.

Anche Ina Teutenberg, diesse della Trek-Segafredo, in bici nei giorni del ritiro
Anche Ina Teutenberg, diesse della Trek-Segafredo, in bici nei giorni del ritiro
Volate tutte uguali oppure si cambia a seconda delle situazioni?

Si cambia ogni volta. Ad esempio abbiamo imparato che Lorena Wiebes dobbiamo anticiparla. Quando Elisa due anni fa ha vinto l’ultima tappa al Women’s Tour, ci avevamo provato per le tre tappe prima. Partivamo sempre troppo tardi e vinceva Wiebes. Nell’ultima tappa, le ho detto che dovevamo arrivarle da dietro all’ultimo chilometro. Lei non se ne sarebbe accorta e ci avrebbe visto quando ormai eravamo passate. Si sarebbe messa dietro, perdendo il momento di massima forza. Quella vittoria è stata una delle più speciali che ci ricordiamo.

Secondo te, in questo anno in due squadre diverse, sei mancata più tu a Elisa, oppure lei è mancata a te?

Se parliamo di amicizia, penso che sia mancata più lei a me. Però da quello che mi ha detto per la parte sportiva, lei mi ha voluto qua anche per questo. Mi ha detto che le mancavo per quello che so fare. Per cui magari a livello ciclistico, le sono mancata di più io…

Ilaria Sanguineti alla Dwars door het Hageland ha ottenuto la sua 8ª vittoria in carriera: 4 open, 4 UCI
Ilaria Sanguineti alla Dwars door het Hageland ha ottenuto la sua 8ª vittoria in carriera: 4 open, 4 UCI
Correre con Elisa significa poter rientrare nel giro della nazionale?

Sì, assolutamente. Già nel 2022 ho avuto la fortuna di partecipare ai Giochi del Mediterraneo e agli europei, in cui ho fatto parte del suo treno. E nonostante fosse un anno che non correvamo insieme, proprio a Monaco non c’è stato bisogno di dirsi niente. Io sapevo quello che dovevo fare. Lei sapeva che lì davanti c’ero io.

Ci sarà spazio per un’altra vittoria di Yaya?

Per una gregaria come me, riuscire a ritagliarsi uno spazietto è una soddisfazione. Per come sono io, mi basta poco. Ho capito il mio ruolo da un paio d’anni. Successe quando Marta Bastianelli vinse il campionato italiano del 2019 e seconda arrivò Elisa Balsamo. Io feci terza e quarta Marta Cavalli. Mi ero presa il mio spazio, invece capii che se fossi rimasta nella mia bolla avrei ottenuto meno che se mi fossi messa a disposizione di Elisa. So che posso valere qualcosa devo solo mettermelo in testa. E’ un po’ difficile per me, però penso che negli anni sto maturando tanto. Sto trovando più consapevolezza in me stessa.

Una Coca prima di partire in allenamento? Ci può stare. Alla salute
Una Coca prima di partire in allenamento? Ci può stare.
Yaya è così inconsapevole di se stessa solo in bici o anche nella vita quotidiana?

Anche fuori, forse soprattutto fuori, anche se non lo faccio vedere. Magari uno vede che rido sempre, che sono sempre col sorriso, però a volte sono molto insicura di me. Credo che Elisabetta Borgia (mental coach della squadra, ndr) avrà il suo bel da fare per seguirmi… 

Una risata. Il racconto delle vacanze a Santo Domingo con la banda storica della Valcar. Il fatto che da quest’anno si allenerà con Slongo, cambiando qualche abitudine rispetto agli anni con Arzeni. Qualche lavoro specifico in più. L’alimentazione che cambia. E tante altre risate. Ci alziamo pieni di appunti. Quando sei con Yaya il tempo va veloce.

Un anno da Balsamo e la Sanguineti sotto l’albero

16.12.2022
5 min
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Il regalo sotto l’albero per Elisa Balsamo e il suo tricolore ha il volto, le risate e le gambe di Ilaria Sanguineti. L’ultimo elemento del suo treno negli anni della Valcar-Travel&Service ha accettato l’offerta della Trek-Segafredo. Non correvano insieme dal The Womens Tour 2021, quando misero in mezzo Lorena Wiebes e Balsamo iridata vinse l’ultimo sprint. Si sono ritrovate la scorsa estate agli europei e non sono servite parole per ritrovare l’intesa. Quella volta vinse l’olandese, ma il treno azzurro funzionò a meraviglia.

Sanguineti e Balsamo (e Confalonieri nel mezzo): agli europei di Monaco si è ricomposta la coppia Valcar
Sanguineti e Balsamo (e Confalonieri nel mezzo): agli europei di Monaco si è ricomposta la coppia Valcar

Laurea in arrivo

Oggi Balsamo è un’atleta realizzata, a un passo dalla laurea e non certo appagata. Ha sempre addosso un buon umore contagioso e la risata argentina di chi prova ancora stupore. Tuttavia il suo palmares inizia ad assumere un carattere importante e le propone sfide ancor più alte. Il ritiro della Trek-Segafredo a Calpe procede fra uscite e sessioni di foto per esigenze di marketing. Il professionismo è anche questo.

«Ilaria mi è mancata – ammette Balsamo – sono davvero felice di correre di nuovo insieme, perché è la miglior leadout che abbia mai avuto. In più, è anche una cara amica e questo sicuramente aiuta. Quest’anno la Trek mi ha fatto dei treni pazzeschi. Elisa Longo Borghini, che alla fine era pur sempre l’atleta che doveva fare classifica, si è impegnata tante volte per aiutarmi. Ed è giusto che con l’arrivo di Ilaria, lei possa dedicarsi al suo terreno più congeniale. Mentre io ritrovo un bel riferimento. Fare le volate con lei è come andare in bici: una volta che hai imparato, non lo dimentichi più».

Le stesse Trek degli uomini, ma celesti. Allo stesso modo delle maglie Santini: bianche e celesti
Le stesse Trek degli uomini, ma celesti. Allo stesso modo delle maglie Santini: bianche e celesti
Che anno è stato questo primo nel WorldTour? 

Sicuramente non me l’aspettavo così. E’ stata la stagione più bella della mia carriera. I risultati parlano da soli. Io sono molto soddisfatta e so che sarà difficile ripetersi.

Qual è stato il giorno più bello?

E’ difficile sceglierne uno solo. Direi però quei dieci giorni di primavera con le tre vittorie (Trofeo Binda, De Panne e Gand-Wevelgem, ndr) sono stati fantastici. Anche il Giro d’Italia è stato è stato molto bello, il mio primo Giro. Indossare la maglia rosa è stato bellissimo e poi anche il mondiale pista è stato una soddisfazione immensa. L’oro del quartetto ci ha dato molto morale. Siamo molto contente e speriamo di continuare così.

Da cosa si vede il tocco di Villa e del fare pista con gli uomini?

Dico sempre che il fatto di lavorare con gli uomini e condividere con loro gli allenamenti, secondo me è stato molto importante per noi. Un po’ perché stando semplicemente a ruota loro, possiamo fare dei lavori che da sole non sarebbero possibili. E un po’ anche perché il clima è più scherzoso. Forse quindi questo.

Il quartetto azzurro campione del mondo ai mondiali di St Quentin en Yvelines
Il quartetto azzurro campione del mondo ai mondiali di St Quentin en Yvelines
Com’è stato riporre la maglia iridata?

E’ stato abbastanza difficile, sinceramente. Mi ero affezionata, nel senso che ormai le cose stavano andando bene. Però, come ho sempre detto, spero che sia un arrivederci e non un addio. Ci riproveremo nei prossimi anni. E poi, poche settimane dopo, è arrivata quella in pista. E anche se alla fine non la puoi indossare tanto come quella su strada, il valore è lo stesso.

Torniamo a Wollongong: quando hai capito che non avresti fatto il bis?

Secondo me il mondiale è stato un po’ sottovalutato. Sembrava dovesse essere una corsa per velocisti, poi in realtà sono arrivati gli scalatori o comunque gli uomini e le donne delle corse più dure. Io sicuramente non ho avuto una giornata super positiva, però d’altra parte penso anche che neanche la migliore Elisa sarebbe riuscita a vincere quel mondiale. Anche se avessi avuto la forma di Cittiglio, ma con i se e con i ma non si va lontano. Alla fine ci sono anche le giornate un po’ storte, succede.

Mondiali di Wollongong: Balsamo mostra il fianco, Cecchini resta con lei a dettare il passo
Mondiali di Wollongong: Balsamo mostra il fianco, Cecchini resta con lei a dettare il passo
Il prossimo anno, sulla via del mondiale dovresti fare il Tour…

Il prossimo anno avere il mondiale pista e strada così attaccati non è proprio il massimo (la rassegna di Glasgow si svolgerà dal 3 al 15 agosto, ndr). Secondo me è una cosa non molto intelligente, però cercheremo di organizzarci al meglio. Stiamo aspettando di vedere il percorso e poi spero che i due cittì, Villa e Sangalli, si parlino. Penso che almeno il quartetto sia fattibile dopo la strada, perché dovrebbe esserci una settimana per recuperare. Si spinge tanto per la multidisciplina, ma facendo dei calendari così, mettendo anche le Coppe del mondo in concomitanza con le classiche, tutto diventa più difficile. Comunque farò il Tour: questo resta.

Elisa è un’atleta in evoluzione?

Penso di essere cresciuta anno per anno e spero di farlo ancora ancora nei prossimi. Nel 2023 avrò 25 anni, un’età in cui non puoi più dire di essere una giovane del gruppo. Insomma, inizi a essere in quell’età in cui la maturità si avvicina e quindi spero sia l’anno giusto per raccogliere ancora dei buoni risultati. Mi sono sempre definita una velocista e ho sempre detto che l’obiettivo immediato era avvicinarmi a essere una donna da classiche. Il prossimo anno cercherò di avvicinarmi ancora di più, anche se voglio tenermi stretto il mio spunto vincente. Sicuramente non affronterò mai salite lunghe e troppo impegnative con l’idea di vincere. Una Liegi per ora è fuori discussione. Ci penseremo tra 8-10 anni. No, forse fra 10 anni anni avrò smesso di correre (ride, ndr).

A Cittiglio, la vittoria è dedicata al cugino scomparso
A Cittiglio, la vittoria è dedicata al cugino scomparso
Com’è correre in questa squadra?

La Trek sicuramente è stata una delle prime squadre a investire davvero in maniera importante nel ciclismo femminile e sinceramente questo si vede, perché secondo me sono un passo avanti a tutti. Anche il fatto ad esempio di aver lasciato a Lizzie Deignan il tempo di fermarsi per la gravidanza e poi di tornare. Il fatto che versino la differenza dei premi per equipararli a quelli maschili. E poi non ci fanno mancare nulla. Per me è davvero una squadra fantastica. 

Trek-Segafredo, ora le donne “minacciano” gli uomini

20.11.2022
6 min
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Trentatré a diciannove: è questo il divario fra le vittorie di donne e uomini in casa Trek-Segafredo. La squadra delle due “Elise” (Balsamo e Longo Borghini) ha surclassato quella di Ciccone e Pedersen e questo ha dato il via a una serie di riflessioni. La più evidente è che in proporzione il tasso tecnico del team femminile è molto più elevato rispetto al maschile. Poi c’è il fatto che probabilmente fare mercato fra le ragazze è meno proibitivo. E dato che il team di Luca Guercilena si è mosso per tempo e ha investito comunque parecchio, il suo organico vanta nomi di primissima grandezza e contratti ancora lunghi.

Le due “Elise” della Trek-Segafredo: Balsamo con la maglia tricolore, ereditata proprio dalla compagna di squadra
Le due “Elise” della Trek-Segafredo: Balsamo con la maglia tricolore, ereditata proprio dalla compagna di squadra

Parità assoluta

La curiosità è però capire in che modo convivano le due anime della squadra e se questa disparità di risultati dipenda solo dai nomi o anche dalle diverse motivazioni. Guercilena è la guida ideale.

«E’ ovvio che quando fai la squadra – dice – cerchi ragazze valide sotto tutti i punti di vista. Una volta che le prendi, offri loro le stesse possibilità degli uomini. Quindi fanno vita da atlete al 100 per cento e si sentono al pari dei colleghi maschi, perché su questo abbiamo puntato fortemente dall’inizio. Quanto alle motivazioni, è possibile che le ragazze in alcuni casi si sentano meno appagate. Dipende da persona a persona. La differenza reale sta nel fatto che il movimento femminile sta crescendo e farne parte le responsabilizza. C’è meno… routine rispetto a quello che succede nel maschile, dove le cose sono ormai stabilizzate».

Luca Guercilena, Giulio Ciccone, Tour de France 2019
Guercilena con Ciccone in giallo al Tour 2019. Il settore maschile è trainante, ma le donna incalzano
Luca Guercilena, Giulio Ciccone, Tour de France 2019
Guercilena con Ciccone in giallo al Tour 2019. Il settore maschile è trainante, ma le donna incalzano
Si può dire che i risultati delle donne ripaghino ampiamente l’investimento?

Sicuramente hanno un’immagine che funziona e ci fa dire che abbiamo fatto bene a puntarci tanto. Il maschile però resta trainante, il rapporto fra i due budget è di 1/10. Ma è vero che gli investimenti delle prime 10 squadre femminili stanno crescendo e presto ci sposteremo dalla parità di genere verso la costruzione di squadre con l’obiettivo di vincere

Le ragazze traggono stimolo dall’essere nello stesso grande gruppo degli uomini?

E’ un fattore che permette loro di crescere rapidamente. Abbiamo una squadra maschile forte, ma vedere le ragazze che spingono e vincono così tanto è uno stimolo anche per gli uomini. I primi tempi la buttavano sull’ironia, ma adesso che le grandi corse si somigliano ed hanno in proporzione gli stessi contenuti tecnici, c’è poco da scherzare.

Foto di gruppo alla vigilia della stagione 2022: i ritiri insieme compattano il gruppo
Foto di gruppo alla vigilia della stagione 2022: i ritiri insieme compattano il gruppo
Il fatto che alcune ragazze facciano parte di corpi militari crea conflitti?

Nessun intralcio. I corpi militari hanno tenuto vivo il settore. E’ inevitabile che a lungo andare ci sarà uno scollamento, soprattutto quando gli ingaggi delle ragazze diventeranno tali per cui il doppio stipendio diventerà un conflitto di interessi. Credo che a un certo punto, mantenere lo status di dipendente statale sarà difficile. 

Le vostre squadre sono sponsorizzate da Bontrager, stessa famiglia di Trek: come si vive il fatto che nelle gare con la nazionale o nei tricolori un’atleta del valore di Elisa Longo Borghini usi i materiali della Polizia di Stato?

Ci sono dei piccoli conflitti di interesse per i materiali, ma siamo coscienziosi. Non ci sono mai stati problemi. Elisa Balsamo si è sfilata quest’anno e anche Longo Borghini sta facendo le sue valutazioni. 

Vuelta 2022, vigilia dei mondiali. Balsamo vince l’ultima tappa, Longo 2ª in generale. Per la Trek donne 33 vittorie nel 2022
Vuelta 2022, vigilia dei mondiali. Balsamo 1ª a Madrid, Longo 2ª in generale. Per la Trek 33 vittorie nel 2022
In che modo si integra la componente dei direttori sportivi?

Fanno parte dello stesso gruppo. Le riunioni si fanno tutti insieme e i direttori sportivi degli uomini e delle donne sono a conoscenza di ogni cosa che riguardi gli atleti. Quando Ina Teutenberg va alle corse degli uomini acquisisce più nozioni perché si trova a condividere nuove esperienze. Per contro, quando direttori uomini vanno alle corse delle donne, notano le differenze nelle dinamiche della gestione del gruppo e portano la loro esperienza.

Come si trovano i corridori con un direttore donna? E’ la stessa esperienza che si vivrà a breve alla Corratec con Fabiana Luperini…

L’approccio è identico. Se presenti il gruppo come unico già dai primi ritiri, non ci sono problemi. Chiaramente la gestione di gara è diversa, perché il livello femminile non ha ancora raggiunto lo stesso livello sul piano del controllo tattico. C’è proprio un diverso modello di gestione della gara, ma anche qui c’è uno scambio di spunti. Quello che cambia è l’aspetto emozionale.

Ina Teutenberg, qui al TDU 2019, è il direttore sportivo delle donne Trek, ma segue anche le corse degli uomini
Ina Teutenberg, qui al TDU 2019, è il direttore sportivo delle donne Trek, ma segue anche le corse degli uomini
Vale a dire?

Nel rapportarsi con gli atleti, i direttori sanno di dover usare registri diversi, proprio perché l’alto livello femminile si sta assestando. Con gli uomini l’intervento secco è di prassi, con le ragazze si interviene ancora in modo graduale, per evitare un impatto troppo forte in gruppi limitati, in cui delle tensioni eccessive rischiano di deteriorare i rapporti.

Gruppi limitati, appunto. Hai la sensazione che in rapporto al calendario gli organici siano esigui?

Ci siamo resi conto che con 14-15 atlete si fa fatica. Tante hanno di base la pista o il cross, ugualmente però bisogna essere presenti alle gare principali, quindi il calendario va studiato nei dettagli. Bisogna gestirle con attenzione. Trek approva la multidisciplina, anche il cross, visto che produce bici specifiche. Quindi se un atleta di alto livello, uomo o donna, vuole dedicarsi ad altro, cerchiamo di assecondarlo.

Paolo Slongo segue spesso il team femminile. Qui al Giro 2022 con Giorgia Bronzini, diesse della Liv e prima alla Trek
Slongo segue spesso il team femminile. Qui al Giro 2022 con Bronzini, diesse Liv e prima alla Trek
Squadre come la SD WORX che non hanno un team maschile alle spalle riusciranno ad andare avanti a lungo?

Credo che alla lunga sia complicato avere solo la squadra di donne, ma la SD Worx è una squadra storica che alle spalle ha un grande marchio e un progetto vincente. Non so quanto sia sostenibile, ma credo che la loro si possa ritenere un’eccezione.

Quale impatto ha avuto il Tour Femmes sul movimento?

Ha portato grandissima eccitazione, che ha velocizzato la crescita. Finora abbiamo vissuto la fase in cui per fare una bella squadra potevi evitare di svenarti, la sensazione però è che non durerà a lungo.

Per Villa mondiale da 10, ma quell’argento non va giù…

21.10.2022
4 min
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Spesso non è tutt’oro quel che riluce. Agli ultimi mondiali su pista l’Italia ha chiuso seconda nel medagliere, a pari numero di ori con l’Olanda, eppure su molti media il giudizio finale sulla spedizione italiana non è stato sempre positivo, rimarcando come nelle specialità olimpiche siano arrivati solo un oro e un argento. Nella sua analisi il cittì Marco Villa, arrivato ai mondiali dopo il record dell’Ora di Ganna, tiene innanzitutto a difendere l’operato dei suoi ragazzi: «Se dovessi dare un voto alla squadra darei 10. Per la lode è mancato l’oro del quartetto maschile, per questione di qualche decimo».

Villa con i ragazzi del quartetto. Dopo lo stellare 2021 un argento con un po’ d’amaro in bocca
Villa con i ragazzi del quartetto. Dopo lo stellare 2021 un argento con un po’ d’amaro in bocca
Agli europei la debacle dell’inseguimento a squadre ti aveva fatto molto arrabbiare. Questa volta come l’hai presa?

Allora avevamo sbagliato pesantemente e ad essere sinceri ero ancora preoccupato che qualcosa non andasse per il verso giusto. Anche i ragazzi hanno psicologicamente corso con un po’ di paura, si sono trattenuti per non disfare l’assetto e quindi hanno chiuso senza aver dato realmente tutto. Manlio Moro ad esempio mi ha detto all’arrivo che poteva ancora spingere, lo stesso dicasi per Milan chiamato a lanciare il quartetto, un ruolo che ancora non sente suo.

Quanto c’è nel risultato di questo trattenersi degli azzurri e quanto invece di merito degli inglesi?

In egual misura. Il quartetto britannico mi ha stupito, ma d’altronde avevano un Hayter in una forma spaziale, che ha portato a casa due ori e un argento. Ha portato il quartetto molto in alto.

Milan con Ganna: il regolamento olimpico potrebbe portarli ad altre gare per loro inedite
Milan con Ganna: il regolamento olimpico potrebbe portarli ad altre gare per loro inedite
Molti hanno sottolineato come le ragazze, dopo il bellissimo oro nel quartetto, si siano un po’ afflosciate…

Un rilassamento c’è stato, l’ho visto anch’io, ma bisogna capire che la stagione per tutte loro è stata lunghissima e atipica. Molte erano nuove nel WorldTour, hanno disputato un numero enorme di gare. Un plauso particolare va alla Balsamo, che pur dopo una stagione stressante ha onorato l’impegno. Nell’omnium non era la solita Elisa. Nella madison poi c’era poco sincronismo tra le ragazze, ma questo lo sappiamo, è una specialità che si corre poco e questo lo paghiamo.

C’è un’immagine della Balsamo che è rimasta impressa: lo sprint con la Kopecky che l’ha portata al secondo posto nell’eliminazione dell’omnium, ma poi era davvero spompata.

La belga aveva fatto il giochetto per farla perdere, Elisa è stata bravissima, poi non aveva senso lottare per la vittoria, 2 punti non cambiano nulla. Anche Viviani nell’eliminazione dell’omnium aveva speso tanto nei primi giri e si è accontentato del quarto posto. Poi, nella gara secca, è stato tutto un altro discorso.

Per la Balsamo l’oro con il quartetto, ma si vedeva che le energie erano ormai quasi finite
Per la Balsamo l’oro con il quartetto, ma si vedeva che le energie erano ormai quasi finite
Si è parlato molto di un impiego di Milan anche in altre specialità, non solo nell’inseguimento. Tu che cosa ne pensi?

Mi piacerebbe, ma devo tener conto che l’attività su strada, grazie ai suoi risultati, lo sta assorbendo sempre di più. Questo va a scapito del tempo da dedicare alla pista e non possiamo prescindere dal quartetto. Le altre specialità, quelle olimpiche, non le ha mai fatte e non s’inventano dall’oggi al domani. Per me è già abbastanza quello che fa, io prendo ogni atleta in base a quel che può garantirmi.

I prossimi mondiali saranno ad agosto, in una kermesse che prevede nello stesso luogo e periodo anche le prove su strada. Questo costituisce un problema e in che misura?

Nel corso degli anni credo che abbiamo dimostrato di saperci sempre adattare, in base al tempo di effettuazione di ogni manifestazione. La nuova manifestazione è all’insegna della multidisciplina, in base alla situazione studieremo come schierarci al via, quel che è sicuro è che porteremo una squadra attrezzata in grado di fare il meglio possibile.

Secondo Villa, nella madison Barbieri e Consonni hanno pagato la poca consuetudine con questo tipo di prove
Secondo Villa, nella madison Barbieri e Consonni hanno pagato la poca consuetudine con questo tipo di prove
Il prossimo anno inizia la rincorsa alle qualificazioni olimpiche. Ti preoccupa?

Non userei questo termine, diciamo che mi tiene al massimo dell’attenzione. Il cammino è lungo e difficile, ma so che ho dalla mia un gruppo ampio, un’abbondanza di talenti nella quale scegliere per affrontare ogni impegno, ma bisognerà stare attenti a non compiere passi falsi. Intanto però non guardo solo al comparto endurance: vedremo di provare a conquistare una difficilissima qualifica anche nella velocità. Intanto nel 2023, d’accordo con Quaranta che sta lavorando benissimo, cominceremo a vedere Predomo anche alle prese con i più grandi, per acquisire esperienza.