Se le motivazioni sono il sale della vita di uno sportivo, allora Barbara Guarischi ne ha usato più di un pizzico per condire ciò che voleva del proprio futuro. La sua carriera è stata tutt’altro che insipida, specialmente nell’ultima stagione con l’oro al Mediterraneo, il tricolore gravel e podi in pista, sinonimi di versatilità. Forse però le mancava ancora qualcosa per insaporirla ulteriormente. La nuova avventura alla SD Worx, iniziata ufficialmente da qualche settimana, appare come la ricetta giusta.
Conosciamo Guarischi da tanti anni e si capisce subito dal tono di voce un mix di serenità e determinazione maggiore rispetto al passato. Il passaggio alla corazzata olandese ha radici profonde più di quanto si possa immaginare, nato da una sorta di sfida con se stessa che doveva risolvere. Durante il ritiro a Denia, in Spagna, ci siamo fatti raccontare i suoi primi giorni con la SD Worx. Sensazioni, programmi, ruolo, Wiebes, compagne…
Barbara, com’è stato questo ultimo periodo?
Un po’ frenetico, ma stimolante. Ho sempre pensato che in inverno si gettino le basi per il resto della stagione. Pedalare al caldo serve tantissimo. Fino al 16 gennaio con la squadra staremo qui in ritiro. Poi tappa in Belgio per le visite mediche quindi ritornerò in Spagna il 22 gennaio e fino al 31 starò in ritiro con la nazionale strada. Perché il debutto a quel punto sarà dietro l’angolo.
Hai già una bozza del tuo calendario?
Sì. Niente europei pista e in dubbio la Nations Cup per sovrapposizioni di date, anche se potrei fare la prova a Il Cairo a marzo. Comunque ne parlerò con la squadra e Villa (il cittì della pista, ndr). Esordirò al UAE Tour (dal 9 al 12 febbraio, ndr). Poi campagna del Nord fino alla Roubaix. Farò un periodo di riposo assoluto e riprenderò con tre settimane di altura in Austria o a Livigno con alcune mie compagne. Dovrei disputare il Giro Donne. Quindi nuovamente altura e, speriamo, il mondiale. Il mio preparatore me lo ha inserito nella tabella indicativa però è ovvio che bisognerà vedere come starò, se sarò convocata e se il percorso sarà davvero adatto a ruote veloci o a caratteristiche simili alle mie.
Tu sei stata in tante formazioni forti. Come stai vivendo il trasferimento alla SD Worx rispetto a quelli del passato?
Credo che ogni cambio di squadra abbia il suo “perché” extra motivazionale. Qui la pressione è alta, ma me la sto dando da sola, non arriva dalla squadra. Essere nel team più forte al mondo è un grande stimolo. Negli ultimi anni mi sento molto maturata grazie alla vita e alla bici. Insomma, è uguale agli altri anni ma c’è qualcosa in più dietro…
Cosa intendi?
Nella primavera del 2022 non mi sentivo più bene. Non mi è mai piaciuto lamentarmi o accontentarmi. Sentivo che dovevo cambiare qualcosa e fare una scelta personale. Forse azzardata, ma che dovevo fare. Mi sono così assunta le mie responsabilità, mi sono rimessa in gioco e ho chiesto alla Movistar di essere liberata a fine stagione con ancora un anno di contratto, garantendo comunque la massima professionalità come ho sempre fatto. Non avevo nulla in mano, nessuno mi cercava perché nessuno sapeva. Ringrazio ancora tanto Sebastian ed Eusebio Unzue (i due general manager della Movistar, ndr) che hanno compreso la mia decisione.
Cosa è successo poi?
Durante un ritiro a metà stagione a Livigno mi stavo allenando con Elena e Chantal (rispettivamente Cecchini e Blaak, ndr) e ho confidato a loro che mi ero svincolata. Erano molto sorprese, mi hanno suggerito di fare una chiamata a Danny Stam (il diesse della SD Worx, ndr). Non ero per niente convinta ma l’ho fatto dopo qualche giorno. E abbiamo iniziato a trattare il passaggio. E loro due hanno aiutato il mio inserimento in squadra.
Se con Cecchini c’è un bel rapporto da tempo, invece a Blaak hai confidato anche che nel 2017 avevi pronosticato in anticipo la sua vittoria al mondiale?
Sì e si è messa a ridere (ci risponde divertita, ndr). Chantal mi è sempre piaciuta come atleta. Entrambe sappiamo leggere bene la corsa. Abbiamo affinità, benché lei sia più forte di me. E’ dotata di grande intelligenza, anche per come ha gestito la sua gravidanza uscendo in bici con noi. Adesso sta facendo da tramite tra noi e i dirigenti. Ad esempio, se dobbiamo lamentarci di qualcosa lo diciamo a lei che poi trova il modo giusto di dirlo ai nostri diesse (sorride, ndr).
E con Wiebes come sta andando?
Ci stiamo conoscendo. Siamo sempre state in camera assieme. Lorena è sempre disponibile e sorridente. Stiamo lavorando bene ed è molto semplice farlo con lei, anche nelle prove di volate in allenamento. Il UAE Tour sarà il primo momento in cui le faremo sotto pressione. Dobbiamo solo correre. C’è già buona armonia, anche se sappiamo che potremmo affrontare giorni più difficili ma non siamo spaventati.
E col resto della squadra invece?
Alla grande, meglio delle aspettative che avevo. E’ un ambiente molto professionale, ma anche molto sereno. Il training camp di novembre organizzato da Specialized a San Francisco è stato fondamentale per rafforzare l’unione del gruppo, così come mi hanno confermato le compagne che sono qui da più tempo. Laggiù ci siamo potute conoscere l’una con l’altra per quello che siamo veramente. Nelle uscite in bici sono rimasta impressionata dal potenziale della squadra. E pensate, finora ho tirato pochissimo perché tutte le ragazze non hanno paura di stare davanti.
Barbara Guarischi in questi primi giorni del 2023 ha già fissato gli obiettivi con la sua SD Worx?
Certo. Voglio essere utile alla causa della squadra. Visto che loro hanno creduto in me, voglio dimostrare di essere all’altezza. Vorrei dare il mio contributo a formare il treno per Lorena con più vagoni giusti per lei. Sappiamo che se faremo le cose come si devono, non avremo problemi a raccogliere risultati.