Quattro chilometri all’arrivo e dieci atlete al comando. L’ultima salita di Gorgofreddo non ha segnato la differenza che ci si aspettava. Soprattutto per la stra-favorita, Elisa Longo Borghini. La tensione a questo punto è altissima. E allora in questo finale proviamo ad entrare nella testa della piemontese, oggi in maglia Fiamme Oro, tra gli splendidi scorci della Costa dei Trulli, in Puglia.
Alla vigilia tante squadre hanno fatto la foto nella bella Polignano (foto Ossola) Il gruppo transita a Polignano a Mare (foto Ossola) Tanto pubblico sulle strade dei 18 Comuni interessati dalla corsa
Nervi saldi
Adesso non è facile, deve aver pensato Elisa Longo Borghini. Come scatto? Quando scatto? Domande alle quali risponde direttamente lei. «Ho visto le ragazze che erano con me un po’ in difficoltà e sono andata. Ho capito che quello era il momento giusto. Avevo davvero tanta voglia di vincere. Volevo questa maglia a tutti i costi e l’ho cercata fino all’ultimo metro, tanto che mi sono girata solo una volta e ho visto che avevo preso un buon margine. Ho mollato solo ai 200 metri. Sapete, bisogna anche imparare a godersele le vittorie».
Elisa si sposta su un lato e scarica tutti i cavalli sulla sua Trek. Un metro, due, cinque… scappa via. Dietro si allungano e non possono far altro che inseguire. Sono state tutta la corsa a controllare, a cercare di imbrigliare la Longo Borghini, ma alla fine la più forte è andata. Non è stato facile correre da super favorita. Elisa ha passato tutto l’italiano nel ruolo di “squalo tra le sardine”.
Elisa tricolore
Poteva fare il colpo grosso, ma anche restare a bocca asciutta. Le Fiamme Oro hanno controllato bene e alla fine la gara è stata più chiusa di quello che ci si poteva aspettare. I vari attacchi portati hanno fatto davvero poca selezione. Anzi, la prima vera selezione l’aveva fatta la stessa fresca tricolore a crono a circa 30 chilometri dall’arrivo. E anche in quel momento era stata francobollata, soprattutto da Soraja Paladin. Quando la corsa si mette così non è facile, neanche se hai una marcia in più.
«Ho fatto tutta la corsa con gli occhi addosso e serviva freddezza mentale – dice Elisa Longo Borghini – bisognava capire che se non le avessi staccate tutte in salita mi sarei potuta giocare le mie carte nel finale. Sono abbastanza veloce in un italiano e questo mi dava sicurezza, ma stavo molto bene e ho voluto provarci lo stesso. Prima però ho lasciato giocare le carte alle mie compagne, perché se lo meritavano. Abbiamo corso bene e abbiamo sfruttato con intelligenza la nostra superiorità numerica».
Che Guderzo!
La piazza di Castellana Grotte è un bagliore di luce, come spesso accade nei paesini pugliesi di quelle zone con la pietra bianca che domina la scena. Qualche secondo dopo sfilano sull’arrivo Ilaria Sanguineti e Tatiana Guderzo. L’eterna vicentina salta di maestria l’atleta della Valcar negli ultimi 100 metri.
«La Longo – dice la Guderzo appena dopo l’arrivo – ha sempre una marcia in più. E’ stata una gara dura, all’insegna del sacrifico. Alla fine la maglia tricolore va sulle spalle di chi ci crede di più, ma oggi ha vinto colei che era nettamente più forte. Da parte mia sono felice per il mio secondo posto.
«E’ stata una corsa facile nella prima parte – ha aggiunto in un secondo momento la portacolori delle Fiamme Azzurre – e molto più complessa nella seconda. C’era tensione con tante giovani in gruppo, il vento… Io poi ero anche emozionata e non stavo benissimo di stomaco, forse proprio per l’emozione. Il finale? Dovrei rivederlo, ero talmente a tutta che ho quasi un vuoto. So solo che ho dato il massimo e nel chilometro finale ho ripreso la Sanguineti e l’ho saltata nel finale».
Ed è un secondo posto che sa di classe, di esperienza, di entusiasmo. Tatiana sa ancora esaltarsi e magari potrebbe fare anche un pensierino a Tokyo.
«Mi metto nei panni di Salvoldi – riprende la Guderzo – che in effetti non ha avuto molte occasioni, soprattutto con le pistard, di vedere le ragazze, ma mi piacerebbe che le convocazioni fossero fatte prima, almeno ai due mesi dall’evento. Dispiace che come Nazionale siamo gli ultimi a non avere ancora i nomi. E questo non ha fatto che aggiungere tensione alla gara. Io spero che questi nomi arrivino presto perché così è snervante».
Non era facile
Elisa è praticamente certa di andare a Tokyo, invece…
«Sì, però manca l’ufficialità – dice la neotricolore – Ma voglio ragionare passo dopo passo. Adesso c’è il Giro che affrontare con la maglia tricolore è sempre speciale e poi ci sono le Olimpiadi. E questo è anche il modo migliore per prepararle».
Dopo il titolo contro il tempo di venerdì, Elisa Longo Borghini poteva anche essere appagata. In fin dei conti di campionati italiani ne aveva già vinti sette (questo è l’ottavo). Invece ha lottato davvero come uno squalo. E le sardine se le è mangiate di forza e di astuzia.
«E’ stata una corsa bellissima, in posti meravigliosi – ha detto Elisa a caldo sul palco – Con l’occhio ho visto Alberobello e a bordo strada c’era sempre tanto tifo, un tifo molto caloroso».
Ma tutta la trasferta pugliese è stata divertente ed emozionante per lei e per le sue compagne.
«Sono arrivata in aereo già venerdì sera dopo la crono. Il momento più caotico è stato andare a prendere l’aereo a Bologna, visto che l’antidoping è andato un po’ per le lunghe, ma alla fine alle 22 ero già in hotel. Ieri una sgambata sul percorso e oggi una giornata di fuoco. E per questo adesso scappo per andare a fare un bel bagno al mare!».