Un giorno a Bruges fra le Cannondale della Valcar

10.04.2021
3 min
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Approfondimento nei giorni del Nord sulle Cannondale della Valcar-Travel&Service guidata da Davide “Capo” Arzeni, che ha in Elisa Balsamo la punta di diamante. E' Ilaria Sanguineti a spiegarci la Cannondale SuperSix EVO con cui il team corre quest'anno. Una bici leggerissima, aerodinamica e pronta nella risposta. I freni a disco che rendono il gruppo più sicuro. E sensazioni di guida da prima classe. Sono i giorni del Fiandre e della Ronde de Mouscron vinta proprio da Chiara Consonni su questa bici.

Approfittando delle pause fra le corse del Nord, siamo andati nella villa vicino Bruges in cui alloggiava la Valcar-Travel&Service. Volevamo studiare un po’ meglio le Cannondale gialle, che in gruppo tante ragazze guardano con una sottile punta di invidia.

I dati diffusi al riguardo dalla casa americana sono entusiasmanti. Parlano di 30 watt. Ecco quanta potenza si risparmia grazie alla forma dei tubi e il design integrato della nuova SuperSix EVO rispetto alla precedente versione, calcolata a una velocità di 48,3 chilometri all’ora.

Nostra guida per questo viaggio tecnico è Ilaria “Iaia” Sanguineti, ligure di Sanremo classe 1994, che alla Valcar corre dal 2018 e di mestiere fa la velocista. Tirando spesso le volate a ragazze come Elisa Balsamo e Chiara Consonni, che quassù proprio lunedì scorso ha vinto la Ronde de Mouscron.

La SuperSix EVO di Ilaria Sanguineti al via della Ronde de Mouscron
La SuperSix EVO di Ilaria Sanguineti al via della Ronde de Mouscron

Provata con Bettiol

Avevamo già testato la SuperSix EVO su bici.PRO, nella configurazione che Cannondale ha riservato ai professionisti della Ef-Nippo. Avevamo riscontrato il cambiamento nella sezione dei tubi, non più tondi dato che la galleria del vento ha confermato che la forma tonda non è la più aerodinamica.

E’ proprio il loro profilo troncato migliora l’efficienza aerodinamica: risultato che le ragazze apprezzano in pianura ma anche se c’è tanto vento.

«E’ una via di mezzo – spiega Sanguineti – fra la SystemSix (che ad ora la Valcar tiene di scorta, ndr) che era molto aerodinamica e quelle più leggere che usavano le scalatrici. La SuperSix va bene dovunque, anche in volata».

Il carro posteriore è compatto e breve: la reattività nasce da qui
Il carro posteriore è compatto e breve: la reattività nasce da qui

Risposta immediata

Quel che lascia senza fiato le ragazze e tutti coloro che hanno potuto provare questa bici, è la risposta alle accelerazioni. In salita, allo sprint, in pianura.

«La senti come una parte di te – dice Ilaria, durante l’incontro nella casa alle porte di Bruges – e molto dipende dalla forma del carro posteriore così compatto».

Un punto determinante del telaio è infatti il carro posteriore, che si innesta nel piantone davvero molto in basso e con foderi di 40,8 centimetri. Una scelta in controtendenza da quando l’uso dei freni a disco e le forze che essi esercitano proprio sul telaio, ha portato tutti gli altri ad allungare questa parte della bici.

La bici monta lo Shimano Ultegra Di2, ecco il comando della batteria
La bici monta lo Shimano Ultegra Di2, ecco il comando della batteria

Tubeless al debutto

La bici della Valcar è montata con lo Shimano Ultegra Di2, sella Prologo, ruote Vision e coperture Veloflex.

«Nelle corse del Nord – spiega Sanguineti – abbiamo corso con cerchi da 40, ma a disposizione ne abbiamo anche di più alti. Proprio a partire da De Panne invece, per la prima volta abbiamo usato i tubeless da 28 mm e mi sono trovata così bene che ho chiesto di averli anche nella corsa successiva».

Guidabilità. Leggerezza. Compattezza. Sono queste le tre qualità principali della bici della Valcar. Da Bruges per ora è tutto. Ora le ragazze di “Capo” Arzeni sono attese dalla seconda parte di Nord, dalla Freccia del Brabante, all’Amstel Gold Race di domenica prossima.