Lo scarno calendario delle 6 Giorni su pista ha nell’appuntamento di Rotterdam il suo momento clou. L’evento olandese richiama sempre tantissima gente e tutti i migliori specialisti e anche quest’anno Elia Viviani ha voluto essere della partita, facendone il suo primo appuntamento agonistico dopo la ripresa degli allenamenti.


A Rotterdam l’olimpionico di Rio 2016 non ha mai vinto, ma forse mai come quest’anno ci è andato vicino, almeno per due terzi di gara, pagando poi la preparazione appena accennata e finendo comunque sul podio. Ma a Rotterdam non voleva mancare, perché è la 6 Giorni per antonomasia e Viviani sa bene il perché: «Innanzitutto pesa il fatto che gli organizzatori sono ex corridori e quindi sanno che cosa significa correre una 6 Giorni. Oltretutto sono proprietari dell’impianto nel centro della città e questo comporta ridurre di molto le spese. Basti pensare che la pista viene montata in due giorni e smontata in uno. Il budget viene utilizzato per rendere l’evento sempre più grande, sono appassionati, il parterre interno è sempre molto affollato, con sponsor e gente che viene per cenare e assistere alle gare. Sono rimasto stupito da quanta gente c’era…».
Avete chiuso al terzo posto lottando fino all’ultima serata: che cosa è mancato per la vittoria?
Ci è mancato il fondo. Nelle prime serate siamo riusciti a rimanere in testa, nelle ultime due si è visto che Terpstra voleva onorare il suo addio nel migliore dei modi e Havik si era già visto ai mondiali che era in crescita e a Rotterdam aveva un colpo di pedale veramente super, ha fatto davvero la differenza. Abbiamo ceduto un po’ nel finale, a me è mancato fare un’altra gara prima venendo da tre settimane di allenamenti, non era il modo migliore per arrivare a una prova difficile come Rotterdam. E’ stata una settimana intensa che mi ritrovo sulle gambe e questo era l’obiettivo, chi veniva dalla 6 Giorni di Gand aveva un altro passo.


Che cosa puoi dirmi del tuo compagno di avventura, avete trovato subito un buon amalgama?
Vincent Hoppezak è un olandese, una delle nuove promesse del ciclismo arancione, bronzo europeo nella corsa a punti. E’ davvero forte, veloce e tranquillo, ha vinto a Rotterdam sia nel giro lanciato che sui 400 metri, sta raccogliendo più su pista che su strada. Era all’altezza dei migliori, venendo dalla 6 Giorni di Gand. E’ da tenere in considerazione per il futuro, mi ha fatto piacere condividere lo sforzo. Due giorni prima ci siamo trovati, abbiamo fatto un paio di allenamenti insieme ad Amsterdam, in un velodromo di 200 metri dietro derny con cambio all’americana, a diverse velocità. Alla fine eravamo una bella coppia.
Come ti sei trovato a riprendere le gare così in anticipo? In allenamento senti qualche differenza rispetto agli altri?
Cominciare presto con le gare era programmato, dopo un riposo con il matrimonio in mezzo ho fatto 24 giorni senza bici, poi ho ripreso con tre settimane di base di allenamento prima di andare a Rotterdam. E’ servito ad accelerare per partire forte in Argentina e per gli europei di febbraio. Dovrò essere pronto subito per avere una stagione sempre migliore. Gli europei sono una prima prova di qualificazione olimpica, poi sempre a febbraio c’è l’Uae Tour e tra Argentina e Uae mi voglio togliere qualche soddisfazione. Nella 6 Giorni fare da 90 a 110 chilometri a 50 all’ora con sforzi e accelerazioni continue mi ha dato una bella spinta. E’ presto per dire quali saranno i frutti, ma penso insieme alla squadra che possa farmi partire forte.


C’è il rischio che l’impegno continentale su pista così fuori stagione influisca sulla preparazione per il periodo delle classiche a cominciare dalla Sanremo o viceversa può essere addirittura un vantaggio?
Vogliono inserire due europei nel periodo di qualificazione olimpica, anticiparli era l’unica soluzione per farlo. Non penso che influiscano più di tanto sul calendario, non è nel mezzo di gare importantissime, possono anzi essere un vantaggio e noi italiani lo abbiamo già dimostrato, fare qualche gara su pista prima di appuntamenti importanti su strada può darti qualcosa in più, anche guardando alle classiche. Verremo dall’Argentina, avremo una settimana di tempo per fare quella qualità che serve su pista, poi ci sarà l’Uae Tour dove le volate saranno prevalenti e avere una settimana su pista nelle gambe mi farà bene. Il problema sono invece le tre prove di Coppa del Mondo, mal posizionate nel calendario fra classiche e Giro, oltretutto poste in luoghi molto lontani. Lì sarà complicato esserci, quasi impossibile.
Quella di Rotterdam è stata l’ultima uscita agonistica di Terpstra, corridore importante tanto su pista quanto su strada. Che feste gli sono state tributate e ti hanno emozionato?
Niki è quel corridore speciale che da avversario non vorresti averlo intorno, da compagno capisci che persona è. Noi abbiamo condiviso l’esperienza alla Quick Step, è nata un’amicizia che è continuata. Ero a Rotterdam anche per lui, ha avuto una carriera super, ha vinto 5 volte a Rotterdam. Ha davvero una passione smisurata, se non è su pista è su strada, oppure in mtb, oppure sulla gravel… Averlo festeggiato così è fantastico, ho visto l’addio di Keisse a Gand e il suo in due 6 giorni e sono stati momenti molto intensi. Una serata speciale al sabato quand’era tutto il velodromo pieno, credo almeno 6 mila persone. Si è emozionato nel discorso, con tanti video, il giro in bici in pista con i bimbi, tutti illuminavano con i telefonini. E’ stato davvero emozionante. Un corridore può solo sognare un saluto così.


Parlando qualche tempo fa con Villa e Milan, si parlava di che effetto avrebbe un ritorno della 6 Giorni a Milano. Secondo te sarebbe positiva come promozione?
Sicuramente, avremmo bisogno di una 6 Giorni importante. Ci si sta lavorando, spero che torni presto perché il movimento la vorrebbe. Si può fare, la sede non è un grande problema, vedi la Fiera di Milano oppure Cremona. Servono persone che vogliano davvero provarci, riportare una bellissima manifestazione in Italia. Basta affittare una di quelle piste in giro per il mondo com’è stato fatto a Monaco per gli europei. Bisogna incastrare un po’ di tasselli, ma avrebbe un effetto positivo come promozione e da lì inizierebbe la sfida per farla diventare un punto fisso della stagione. Riprenderebbe facilmente il prestigio che aveva.