Giusto ieri Marta Cavalli ha avuto il via libera per riprendere la preparazione. La caduta del Tour e quell’incomprensibile investimento da parte di Nicole Frain sono alle spalle. La vincitrice della Freccia Vallone ammette di aver guardato quelle immagini una sola volta e poi di non averlo più fatto per evitare che le rimanessero negli occhi e le restasse la paura. Ammette che le è andata anche bene e che adesso ci sarà da rimboccarsi le maniche dopo due settimane di sosta forzata, per puntare a un finale di stagione ancora molto ricco di opportunità. Non ultimo il mondiale di Wollongong. Anche se è d’obbligo la cautela e non voler bruciare le tappe.
Lo sviluppo segreto
Per cui, in attesa che le gambe tornino a girare come sanno, l’intervento di Marta in questo articolo riguarda il suo ruolo di tester per le selle Prologo. Grazie a lei infatti è in arrivo sul mercato, una sella 100 per cento da donna. E non si può dire, sentendola parlare, che la cremonese abbia preso l’incarico alla leggera.
«E’ cominciato tutto alla fine di novembre 2021 – racconta Marta – quando mi è stato presentato questo prototipo studiato per ricalcare l’anatomia femminile. Mi sono subito interessata. Usavo selle Prologo già dagli anni alla Valcar, conoscevo tutti i modelli o quasi».
Il percorso verso la creazione della sella da donna Scratch Eva, presentata a Eurobike e in vendita dal 2023, è iniziato così ed è andato avanti di feedback in feedback fino all’approvazione finale.
Di cosa si tratta?
E’ comunque una sella corta ed ergonomica, per avere la reattività giusta e la posizione in avanti, solo che si è plasmata sul corpo di una donna. Per cui è più larga, ha una base di appoggio più ampia che permette di scaricare meglio la pressione su punti meno sensibili. Quando me l’hanno data, non era una sella pronta. Per cui sono andata da Niklas Quetri, che cura il mio posizionamento e l’abbiamo messa nel migliore dei modi, iniziando l’osservazione.
Tu davi le tue impressioni e Prologo modificava?
Esatto. L’ho usata e loro hanno iniziato a intervenire, valutando i risultati in termini di comfort. Per un’atleta che fa lunghe distanze in allenamento e in gara, è decisivo non doversi fermare per degli indolenzimenti. Fino a quel momento avevo usato la Dimension 143 e mi trovavo bene, ho provato per fare un tentativo.
Imbottitura differenziata
L’imbottitura della Scratch Eva utilizza diversi tipi di schiuma in base ai punti di pressione, applicate su una base iniettata di Nylon e fibra di carbonio. Il canale centrale c’è, ma è ricoperto. La sella è lunga 245 millimetri per 140 di larghezza, per un peso che oscilla fra 190 e 227 grammi.
E’ vero che la sella prende la forma del corpo di chi la usa?
E’ verissimo, tanto che a parità di modello, noto la differenza fra la sella che uso a casa e quella sulla bici da gara. Sono identiche, ma quella di casa mi si adatta più dell’altra che magari uso una volta alla settimana.
Si arriverà al punto di portare nello zainetto gli scarpini e anche la sella?
Inizialmente (ride, ndr), quando era un prototipo, è quello che facevo. Prima di partire da casa sfilavo il cannotto, lo portavo con me e chiedevo al meccanico di montarlo sulla bici da gara. Finita la corsa, gli chiedevo di smontarlo e me ne tornavo a casa con il mio prototipo. Poi sono arrivati altri due esemplari e tutto questo non è stato più necessario.
La Dimension 143 ha il taglio centrale, la Scratch Eva no…
Così almeno sembra (sorride, ndr). Tante ragazze sono abituate ad avere il foro, ma se prendete in mano la nuova sella, vi accorgerete che è tutta coperta, ma al centro ha ancora il foro. Quindi dal punto di vista meccanico la funzionalità è la stessa. In compenso, grazie alla copertura, aumenta la superficie su cui distribuire il peso. E’ un buon compromesso fra una sella spaccata e una chiusa. E’ innovativa, obiettivamente mancava. Ormai la fase di sviluppo è finita, anche se sono sicura che con i nuovi materiali che arriveranno nel frattempo, seguiranno altre versioni.
Come si è svolta la fase dei test? Solo sensazioni o anche dati scientifici?
Ho raccolto tanti feedback. Insieme a Niklas abbiamo eseguito dei test sulle pressioni, aggiustando inclinazione e avanzamento, cercando la migliore combo fra pressione e prestazioni. Abbiamo utilizzato il Prologo My Own Pressure Map, una fodera che si mette fra la sella e l’atleta per individuare i punti di pressione. Tante volte capita che una posizione non perfetta porti a comprimere qualche vena o un nervo e questo genera dei formicolii. Ognuno dovrebbe avere la sua sella e non semplicemente sceglierla perché è bella. Magari il lavoro che ho fatto servirà per allargare la base delle praticanti e farle stare più comode.
E se servisse anche alle tue avversarie?
Oddio, non ci avevo pensato (ride, ndr).
Con la salute è tornato il buon umore. Da stamattina Marta Cavalli è tornata ad allenarsi, in giornata conosceremo il suo programma di gare. E visto il caldo che tormenta la pianura, a breve preparerà la valigia per trasferirsi a una quota che sia finalmente più fresca.