Longo Borghini, si comincia. Sarà Giro oppure Tour?

24.12.2024
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BENIDORM (Spagna) – Elisa Longo Borghini al UAE Team Adq richiede un esercizio di concentrazione, almeno fino a che non ci avremo fatto l’abitudine. Anche lei nel riferirsi alla Lidl-Trek finisce col parlare della sua squadra, come se nulla fosse cambiato. Invece dopo sei anni è davvero venuto il momento del cambiamento ed è comprensibile che serva del tempo per ricreare riferimenti e meccanismi.

Il primo ritiro di Abu Dhabi, di cui Elisa ci aveva già raccontato quando andammo a casa sua, ha creato il clima. Quello spagnolo lo ha consolidato. C’è da scommettere che quando saranno al via del UAE Tour, importante per loro come il Tour de France per i francesi, le ragazze della squadra emiratina sapranno esattamente cosa fare.

«Non posso parlare di quello che questa squadra era prima perché non lo conosco – comincia a dire – però mi sono sentita accolta e ho sentito tanto affiatamento sin da subito. Mi sono trovata molto bene. Ho visto un gruppo di ragazze pronte per la prossima stagione e anche un po’ gasate, devo dire la verità. Questa cosa mi ha fatto tanto piacere, perché non sempre quando arriva qualcuno di nuovo è scontato che venga accolto così bene».

Pogacar e la maglia gialla sono da sempre il riferimento irraggiungibile per i manager del team femminile (foto UAE Team Adq)
Pogacar e la maglia gialla sono da sempre il riferimento irraggiungibile per i manager del team femminile (foto UAE Team Adq)
La sensazione, avendo parlato con alcune ragazze di spicco del team, è che ti abbiano accolto bene e soprattutto come leader.

Mi fa molto piacere se le ragazze mi vedono in questo modo, perché allora posso dare anche io qualcosa a loro. A me fa sempre piacere lasciare qualcosa o comunque condividere la mia esperienza o un mio punto di forza per rendere il gruppo più forte. Perciò, se fosse davvero così, sarei molto contenta.

Riusciamo già a immaginare il gruppo Longo per una grande corsa a tappe, che sia la Vuelta, il Giro d’Italia oppure il Tour?

Ho visto tante ragazze che hanno del potenziale e tante scalatrici. Persico, Magnaldi, Chapman, Włodarczyk. Gasparrini per le tappe più ondulate, come pure Marturano. Siamo già quasi a fine roster, ma ce ne sarebbero anche parecchie altre da aggiungere. Quello che mi fa piacere è vedere anche che c’è un gruppo devo, che fa crescere le ragazze e le porta a correre le gare di seconda fascia con la WorldTour. Così possono fare un percorso lineare senza essere buttate nel World Tour a 18 anni, col rischio che si perdano.

Che cosa ti ha stupito di questo ambiente?

L’accoglienza calorosa che mi è stata data e l’aria di tranquillità che si respira, anche se c’è tanta ambizione. Vedo persone molto motivate, ma allo stesso tempo essendo una squadra abbastanza nuova e che si sta adesso affacciando alle competizioni più importanti, non hanno ancora fissazioni apparenti sulle corse da vincere o i piazzamenti da centrare.

Eleonora Gasparrini si è detta molto motivata dall’arrivo di Elisa Longo Borghini (foto UAE Team Adq)
Eleonora Gasparrini si è detta molto motivata dall’arrivo di Elisa Longo Borghini (foto UAE Team Adq)
Non ci giriamo intorno: dicono da sempre di voler vincere il Tour come la squadra maschile.

Lo vogliono, però non ci mettono la pressione di dover essere alla fine dell’anno la prima squadra al mondo. E’ chiaro, tutti lo vogliamo, sarebbe strano non volerlo. Però ci siamo posti degli obiettivi che siano intanto raggiungibili. E poi sarà questione di avere fiducia nel processo che abbiamo appena iniziato a fare.

E’ una squadra araba, però la componente di base è latina, con spagnoli e italiani. C’è grande differenza rispetto alla Lidl-Trek?

E’ una delle prime cose che ho notato. Parlo tanto più italiano qui rispetto alla vecchia casa. Anche oggi mi sono ritrovata a fare un allenamento soltanto con ragazze italiane. E questa cosa mi ha colpito, perché ero abituata a essere l’unica italiana oppure ad averne al massimo due o tre intorno. E oggi in bici parlavamo solo italiano e mi ha fatto strano. E’ stata la prima volta in sei anni in cui in ritiro non ho detto una sola parola d’inglese.

Cosa si prova a essere leader di una grande squadra?

Mi motiva molto. Devo dire che questo è un ruolo che mi hanno sempre dato anche in Lidl-Trek, seppure là ci fossero più leader. Però confesso che una mia ambizione per questa squadra è che le ragazze prendano coscienza dei propri mezzi. Secondo me una ragazza molto forte è Silvia Persico. Forse agli occhi dei meno attenti sembra spavalda, invece è molto forte ma ha le sue insicurezze. Mi piacerebbe che nel 2025 capisse qual è la sua la sua vera forza, poterla spingere verso qualche bel risultato perché credo che sia nelle sue potenzialità.

La Longo sta facendo un passo indietro?

Non sarò sempre io l’unica leader. Loro devono capirlo e io continuerò a ripeterglielo. Alla fine siamo una squadra e una squadra secondo me non deve avere sempre e solo un leader. Per essere squadra devi avere totale fiducia nelle tue compagne e sapere che qualsiasi mossa tu stia facendo, non la fai per un dispetto alla tua compagna, ma per far vincere la squadra. La UAE Adq, in questo caso.

Federica Venturelli è uno dei punti di forza del devo team della WorldTour (foto UAE Team Adq)
Federica Venturelli è uno dei punti di forza del devo team della WorldTour (foto UAE Team Adq)
Pogacar ha detto che ogni anno sale in bici per migliorare qualcosa: la opensi anche tu allo stesso modo?

Quest’anno mi piacerebbe lavorare ancora di più sulle corse a tappe, cercare di diventare più efficiente. Mi piacerebbe veramente poter finire il Tour de France, perché su tre edizioni l’ho finito solamente una volta e anche abbastanza male. Nella altre due occasioni ho messo insieme un ritiro e nella seconda, l’ultima, non sono neanche partita perché mi sono autoeliminata con una caduta. Mi piacerebbe molto arrivare al Tour de France in buona condizione e sfruttare un po’ l’occasione.

Il Giro al posto del Tour?

Non ne sarei così sicura, perché so quanto la società tenga alla maglia gialla. Al Tour sinceramente mi piacerebbe andare per le tappe, anche se è difficile restare fuori dai giochi, a meno che non prendi 40 minuti il primo giorno e non se ne parla più. Altrimenti, come si è visto quest’anno con Lucinda Brand, lei andava fortissimo, forse non era al livello delle prime cinque, però si è ritrovata a fare classifica. In un paio di occasioni si è trovata davanti ed è arrivata decima.

E se invece i capi volessero Longo Borghini tutta sul Tour?

Se mi obbligano, farò quello che mi dice la squadra. Non posso fare altro e nemmeno potrei dire che mi dispiaccia. Mi manderebbero al Tour, non a fare una corsetta di paese…