Guarischi nel treno della Sd Worx per pilotare Wiebes

27.10.2022
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Le camminate sulle montagne attorno a casa sono sempre il suo modo per staccare la spina e pensare alla stagione successiva. Dalle vette sopra al lago di Lecco Barbara Guarischi vede il 2023 che la attende con i colori della SD Worx. Dopo tre anni lascia la Movistar per accasarsi alla corazzata olandese grazie ad un contratto biennale.

Un’occasione troppo ghiotta, sorta la scorsa primavera, per lasciarsela sfuggire. La SD Worx ha scelto Guarischi per pilotare il treno di Lorena Wiebes, l’altro grande acquisto del team guidato da Anna Van der Breggen e Lars Boom. Un piccolo assaggio del nuovo nucleo in cui si inserirà, Barbara ce lo ha avuto domenica scorsa durante il matrimonio tra Elia Viviani ed Elena Cecchini, sua futura compagna di squadra dopo le esperienze assieme alla Canyon-Sram. Alla cerimonia erano presenti anche Demi Vollering, Lonneke Uneken e Chantal Blaak, oltre ai due diesse.

Wiebes battezza la maglia di campionessa europea al Simac Tour. Per lei 23 vittorie stagionali
Wiebes battezza la maglia di campionessa europea al Simac Tour. Per lei 23 vittorie stagionali

Dei programmi imminenti e del ruolo che avrà accanto alla campionessa europea ne abbiamo discusso con Guarischi. Iniziando proprio dal giorno di quelle nozze…

Barbara è stata l’occasione per fare due chiacchiere in vista del 2023 con parte della tua nuova squadra?

No, non abbiamo parlato di nulla. Ci siamo divertiti. Abbiamo riso e scherzato. E’ stato giusto così, non era quella la sede per fare certi discorsi. Però giornate del genere sono perfette per conoscersi meglio al di fuori delle gare o dei ritiri. Credo che siano fondamentali per fare gruppo. Naturalmente mi fa piacere ritrovare Elena come compagna, sarà un punto di forza per me.

A proposito di ritiri, sai già qualcosa in merito?

Faremo il primo dal 15 al 25 novembre in California presso la sede di Specialized. Vedremo le bici, lavoreremo sul posizionamento e sulla meccanica. E credo che ci sarà spazio anche per un po’ di turismo. Tutti contesti in cui getteremo le basi per la prossima stagione facendo un bel team building. Poi dovremmo andare in Spagna dall’8 al 16 dicembre, per poi tornarci a gennaio e febbraio prima di iniziare a correre.

Anche il 2022 di Guarischi ha visto la vittoria di un titolo: i Giochi del Mediterraneo (foto Coni/Pagliaricci)
Anche il 2022 di Guarischi ha visto la vittoria di un titolo: i Giochi del Mediterraneo (foto Coni/Pagliaricci)
Cosa significa per te approdare in un team di questo calibro?

Inizialmente è stato un fulmine a ciel sereno. Ho preso al volo l’opportunità di venire alla SD Worx. Successivamente, col passare dei mesi, ho avuto modo di riflettere e pensare che questa è la ciliegina sulla torta. Sono partita quasi dal nulla o comunque da formazioni piccolissime. Nella mia carriera ho imparato che per ricevere bisogna dare. Forse è anche per questo che penso di essermelo meritato. Sono contenta, direi che mi sento realizzata. Però, attenzione. Questo non è un punto di arrivo ma di partenza. E continuerò a dare anche qui come ho sempre fatto in passato.

Alla SD Worx mancava la velocista pura ed è arrivata Wiebes. Tu sarai la sua ultima ruota, come sarà il tuo lavoro?

Ci sarà da costruire un treno. Nessuno è abituato a farlo. Sembra facile ma, come si dice, c’è una bella differenza tra il dire e il fare. Sono sicura che ognuno di noi ci metterà qualcosa e dovremo essere brave a metterla al posto giusto. Per creare un buon treno e un buon lead-out ci vuole fiducia. La costruiremo. Il potenziale c’è, va solo trasformato e messo in pratica. Una volta che saremo affiatate sarà bello, perché dovremo saperci adattare e reinventare il treno ad ogni corsa.

Ci sarà tanta concorrenza alle gare. Tutte le squadre con una velocista vi correranno contro…

Lorena è molto forte di suo e senz’altro agevola il nostro lavoro. Però sappiamo che avremo tutti gli occhi puntati addosso e faranno di tutto per batterci. Tuttavia credo che sia anche giusto così, anzi è il bello delle corse. Questo sarà uno stimolo in più per dare il meglio. L’importante è essere sicuri di aver fatto il massimo per vincere poi ci starà anche poter perdere.

Hai già avuto modo di parlare con Lorena?

Non tanto per la verità. Ci siamo viste durante le prove del vestiario. Abbiamo fatto una chiacchierata generica, ma nulla di approfondito sul tema. Sotto quel punto di vista dobbiamo conoscerci meglio però avremo tempo.

Sei stata una sua avversaria in volata. Pensi di andare a rivedertene qualcuna per capire meglio come lanciarla allo sprint?

No, non guarderò nulla. Ogni volata è diversa. Voglio imparare a conoscerla direttamente dal vivo in bici. Cercherò di prendere dei riferimenti perché la volata da fare lo deciderà lei di volta in volta. Il treno dovrà adeguarsi. Solitamente è sempre così.

Guarischi troverà anche Lonneke Uneken, velocista classe 2000, già argento e bronzo europei U23
Guarischi troverà anche Lonneke Uneken, velocista classe 2000, già argento e bronzo europei U23
C’è una corsa in particolare che ti piacerebbe vincere con Wiebes?

Al momento dico nessuna. Anzi, qualsiasi gara sarà importante da sfruttare per vincere qualora ci sarà l’occasione.

Lavorerai solo con lei o potresti essere a disposizione di altre compagne o addirittura ritagliarti un tuo spazio?

Avrò un ruolo molto simile a quello degli ultimi anni. Adesso non sono interessata ad avere miei spazi. Mi metto in secondo piano, ho altri obiettivi e altre priorità. Sì, potrei essere al servizio di Kopecky se avesse bisogno. E se non ci sarà Lorena, lavorerò per Uneken, l’altra nostra velocista pura. E’ giovane e forte, avrò un occhio di riguardo per lei. Mi piacerebbe molto aiutarla a crescere.

Cosa puoi dare a Lorena e cosa ti può dare lei?

Non saprei proprio. Anche se sono più grande di lei, non mi sento arrivata da poter insegnare chissà cosa. So che ogni persona ti porta qualcosa di nuovo. Credo che abbiamo tanto da dare l’una all’altra. Tutto quello che abbiamo imparato dalle nostre esperienze, come i dettagli, ce lo scambieremo per migliorare l’intesa.

SD Worx più completa con Wiebes. Ce ne parla Lars Boom

08.09.2022
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Ci sono offerte davanti alle quali non ci si può girare dall’altra parte. Quando ti chiama la formazione più forte per proporti un ruolo importante, devi prenderti il tempo per riflettere e cercare di dare la risposta più giusta. Una risposta affermativa, diremmo.

E’ quello che accaduto a Lorena Wiebes. Quando si è fatta sotto la SD Worx con una proposta irrinunciabile, la campionessa europea ha detto subito di sì. Contratto fino al 2025 per la velocista più forte in circolazione. Attenzione, piccolo inciso. Lo stesso incipit potremmo replicarlo fra qualche settimana quando parleremo della stessa squadra e di un’altra atleta.

La trattativa

Wiebes – che nel frattempo ha toccato 21 vittorie stagionali grazie a due tappe e classifica generale al Simac Ladies Tour – ha potuto accasarsi nella sua futura squadra sfruttando una clausola contrattuale prevista nel contratto con il Team DSM (sua attuale formazione) con il quale era legata per altre tre stagioni. Se fossero infatti arrivate offerte economiche più vantaggiose, Lorena sarebbe potuta partire. Così è stato, con tanto di accordo tra le due società olandesi al termine di una consultazione congiunta.

«Devo dirvi sinceramente – ci spiega al telefono Lars Boom, diesse della SD Worx, in uno degli ultimi giorni di vacanza dopo il Tour of Scandinavia – che non so quando sono nati i primi contatti con lei. Del trasferimento di Wiebes se ne è occupato Danny Stam (l’altro diesse, ndr) però è ovvio che una atleta come lei interessi a tante squadre. Noi tenevamo sotto osservazione la sua situazione e quando abbiamo saputo che poteva liberarsi, ci siamo fatti avanti. Il suo arrivo ci porterà gioia».

Lorena Wiebes passerà nella SD Worx grazie ad una clausola rescissoria nel contratto con il Team DSM
Lorena Wiebes passerà nella SD Worx grazie ad una clausola rescissoria nel contratto con il Team DSM

La sprinter mancante

La corazzata SD Worx va così ad arricchirsi dell’ennesimo tassello importante. «Prendendo Lorena – prosegue l’ex pro’ 36enne, vincitore della tappa di Arenberg al Tour 2014 – non solo ci siamo assicurati la sprinter migliore del mondo, ma abbiamo anche coperto un vuoto in quel settore. Ci mancava una velocista pura. Finora le volate di gruppo le ha fatte Kopecky che sa essere molto competitiva in quei frangenti, ma ha dimostrato di essere un altro tipo di corridore.

«Lotte ha vinto corse come Strade Bianche e Fiandre, che ad oggi sono fuori portata per Wiebes. Tuttavia credo che Lorena possa alzare ulteriormente il suo livello non solo nelle volate ma anche in altre corse al momento troppo dure per lei. Comunque fra loro due non ci sarà assolutamente alcuna concorrenza interna».

Un treno per Lorena

Quest’anno Wiebes ha dominato gli sprint con o senza treno, ma alla SD Worx non vogliono lasciare nulla al caso.

«Dobbiamo ancora valutare – continua Boom, che ha guidato il suo team all’ultimo Giro Donne – se inserire qualche altro profilo, però abbiamo corridori che possono tirare una volata a Lorena. Penso a ragazze come Elena e Chantal (rispettivamente Cecchini e Van den Broek-Blaak, ndr) che sanno lavorare molto bene in qualsiasi circostanza, anche nei finali allo sprint. Possiamo darci nuovi obiettivi su corse nelle quali prima partivamo meno favorite. E comunque dovremo considerare il calendario, cercando di distribuire la nostra squadra in modo giusto magari in gare concomitanti».

Reparti ben coperti

Oltre a Wiebes approderanno in SD Worx anche le passiste Femke Markus e Mischa Bredewold, entrambe dalla Parkhotel Valkenburg. Con loro si abbasserà l’età media del roster in considerazione della partenza della 36enne Ashleigh Moolman all’AG Insurance NXTG Team. La scalatrice sudafricana, seconda al Giro Donne un anno fa, verrà sostituita?

«No, siamo ben coperti in quei ruoli per le gare a tappe – dice Boom – con due ragazze molto forti. Abbiamo Demi Vollering, che garantisce risultati e qualità. E poi abbiamo Niamh Fisher-Black, che se ricordate vi ho già presentato proprio a luglio al Giro. Su di lei puntiamo molto, visto che è ancora molto giovane. Entrambe possono crescere, possono fare un ulteriore step. Anche loro avranno il giusto supporto dalle compagne più adatte per la salita».

Demi Vollering sarà la leader per le gare a tappe alternandosi a Niamh Fisher-Black
Demi Vollering sarà la leader per le gare a tappe alternandosi a Niamh Fisher-Black

Scambio di esperienze

Il tempo sta quasi per scadere. In sottofondo si sentono le figlie che lo reclamano più per mostrargli qualcosa che hanno cucinato per lui, anche se onestamente è molto difficile decifrare l’olandese. Chiudiamo la chiacchierata con papà Boom chiedendogli come si trovi nella sua squadra.

«Mi piace lavorare con le nostre ragazze – dice – è stimolante. Cerco di dare il mio contributo in termini di consigli, con l’intento di farle migliorare o dare loro una differente visione delle cose. Così come cerco di supportarle in ogni situazione, prima, durante e dopo la corsa. Però anch’io sto imparando da loro e mi piace questo aspetto».

Oro alla Wiebes, ma l’Italia si avvicina e chiude sul podio

21.08.2022
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Ci sono treni che passano e che vanno presi al volo. Lorena Wiebes salta su quello azzurro per diventare la nuova campionessa europea battendo l’Italia di Balsamo e Barbieri con tanto di fiato sospeso.

Il vialone di Odeonplatz a Monaco si trasforma in una stazione per treni ad alta velocità. Nella volata generale da un lato c’è quello arancione dell’Olanda che va forte ma inizia a stentare e perdere vagoni. Dall’altro c’è quello dell’Italia lanciatissimo ed organizzato con Guarischi, Sanguineti e Barbieri pronte a pilotare Balsamo. Dietro di loro praticamente carrozze singole al gancio per posizioni di rincalzo. Quando Wiebes capisce che le italiane sono messe meglio, ecco che esce l’istinto della sprinter di razza che è in lei. Lorena si mette a ruota di Balsamo ed appena Sanguineti si toglie, anticipa tutte e si ributta a sinistra per il proprio allungo.

Il finale dell’europeo non si gioca solo sulla linea del traguardo, ma anche dopo. Sia Wiebes che Balsamo danno il colpo di reni. Nessuno esulta. Le loro nazionali si stringono attorno agli smartphone dei rispettivi staff per aspettare il verdetto del replay. Oro all’Olanda, argento e bronzo all’Italia.

Vittoria speciale

«E’ vero, oggi non ho vinto come al solito – ci dice ridendo Wiebes, al suo diciottesimo successo stagionale – però penso che sia speciale vincere anche così, di pochissimo. Il finale è stato davvero veloce. Oggi è stata una volata lunga e molto serrata. L’Italia è venuta su molto veloce dalla parte destra della strada. Noi invece dalla parte sinistra poi ho dovuto prendere il loro treno, che viaggiava meglio del nostro in quel momento».

«Tuttavia oggi noi abbiamo lavorato tutto il giorno. Siamo stati una grande squadra. E sono orgogliosa delle mie compagne. Così come sono orgogliosa di poter vestire questa maglia, con cui tra l’altro ho un bel feeling. L’avevo già vinta nel 2017 da junior in Danimarca. Ed anche allora c’era stata una volata come quella di oggi dove non si sapeva chi avesse vinto».

Zero recriminazioni

Se gli scontri diretti Balsamo-Wiebes sono ancora favorevoli all’atleta oranje, bisogna dire che il gap negli sprint con la neo-campionessa europea si è ridotto. Quanto meno qui in Baviera. Lo riconosce subito il cittì Paolo Sangalli, decisamente soddisfatto del risultato.

«Normalmente la Wiebes vince dando due bici a tutte, oggi invece no, se l’è sudata. Si è trovata di fronte una grande Italia. Il nostro treno ha dimostrato che siamo una squadra vera, unita, forte».

«Le ragazze sono state perfette – finisce il tecnico milanese – poi le volate si vincono e si perdono e ci sta. Anzi, merito e complimenti all’Olanda che ha vinto ma noi oggi abbiamo disfatto la loro fortissima formazione. Sono contentissimo. Una volta in più abbiamo dimostrato che siamo una squadra. Dispiace solo per Bastianelli che stava male, alle prese con una brutta tracheite. Avrebbe dovuto coprire la ruota di Elisa».

«Rachele? E’ una che tira le volate a sessantacinque all’ora, quindi bastava che non smettesse di pedalare per finire di slancio e guadagnarsi un grande piazzamento, come il bronzo».

Il cittì Sangalli con Elena Cecchini a fine gara. Rivivono assieme alcuni momenti
Il cittì Sangalli con Elena Cecchini a fine gara. Rivivono assieme alcuni momenti

«Non c’è da recriminare nulla quando perdi per così poco – spiega Elena Cecchini in mixed zone – Lorena è una fuoriclasse. Abbiamo provato a metterla in crisi. L’Olanda ha fatto tutta la gara davanti, compatta e sprecando molto. Tant’è che alla fine hanno dovuto sfruttare il nostro treno. Noi non abbiamo la forza e i motori per fare quello che hanno fatto loro. Noi eravamo più veloci in generale e quindi potevamo fare solo un treno che uscisse all’ultimo».

«Seconda e terza è un buon risultato perché stavolta la vittoria è mancata per poco. E’ stata un’ottima prestazione. Sapevo che oggi era difficile battere la Wiebes ma avevamo una buona squadra per provarci. Oggi abbiamo corso da 8. Speriamo di prenderci un voto più alto in Australia».

Medaglie pesanti

Quest’anno bisogna riconoscerlo. In volata perdere dalla Wiebes equivale ad una mezza vittoria. Finora Lorena è apparsa sempre imbattibile ma le azzurre hanno capito che forse non è sempre così.

«Le ragazze hanno fatto un treno perfetto, devo ringraziarle – confida Balsamo mentre raggiunge il bus azzurro – ci ho creduto fino alla fine. Sul traguardo non mi sembrava così netta la vittoria di Wiebes, tant’è che anche lei non lo sapeva. Esco contenta da questa gara perché perdere al fotofinish non è come perdere di due bici di distacco».

«Dopo il Tour sono stata ferma una settimana – prosegue l’iridata in carica – quindi erano solo quindici giorni che mi allenavo. Devo dire che il riposo si è fatto sentire, mi ha fatto bene, dopo un inizio di stagione davvero intenso. Tornare alle gare così fa davvero tanto piacere ed è incoraggiante. Onestamente non sento molta pressione addosso.

«Quest’anno in maglia iridata me lo sono davvero goduto, finora la cosa più bella della mia carriera ciclistica, qualcosa che va vissuto almeno una volta nella vita. In Australia l’intenzione è quella di difendere la maglia e so già che non sarà facile».

«Mi dispiace che non siamo riusciti a cogliere il gradino più alto – analizza Barbieri che conquista il bronzo europeo su strada dopo due ori e un argento su pista la settimana scorsa – ma credo che sia un ottimo trampolino di lancio per ciò che sarà il mondiale per le ragazze. In volata siamo sempre più vicine a Lorena. Elisa ha mancato la vittoria di pochissimo. Non avremmo mai pensato di farcela così come abbiamo fatto».

«Oggi non era nei miei pensieri la medaglia – conclude la 25enne modenese – Il mio lavoro era quello di pilotare Elisa, lasciandola il più veloce possibile in volata. E per me era importante dimostrarle anche che di me si può fidare perché non abbiamo mai corso assieme. Siamo riuscite a fare il buco poi io ho dato il colpo di reni perché ho capito che potevo fare terza. Alla fine è stato bellissimo aspettare tutte assieme l’esito della gara.

«Elisa non era convinta di aver perso, ci abbiamo sperato tutte quante. Dobbiamo essere molto fiere di noi stesse per tutto quello che abbiamo fatto. Abbiamo fatto un grande treno».

Lo schema per Monaco: «Balsamo leader e marcatura a zona»

13.08.2022
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Sarà ancora Olanda-Italia. Una sfida che si rinnova ad ogni competizione femminile e che tocca l’apice all’europeo. Da quando esiste la rassegna continentale (prima edizione nel 2016), le oranje hanno vinto cinque volte su sei, ogni volta con un’atleta diversa. Le uniche che hanno combattuto questa egemonia, riuscendola ad interrompere in una occasione, sono state le nostre ragazze. Nel 2018 a Glasgow Marta Bastianelli vinse, nemmeno a dirlo, davanti ad una olandese, Marianne Vos, mentre per altre tre volte un’azzurra è finita seconda (oltre ad un bronzo).

A Monaco di Baviera – in un tracciato particolarmente adatto alle ruote veloci – i fari della corsa di domenica 21 agosto dovrebbero essere le nazionali dei selezionatori Loes Gunnewijk e Paolo Sangalli. Occhi puntati quindi sul dualismo Wiebes-Balsamo, facendo chiaramente attenzione a tutte le possibili outsider. Le altre azzurre saranno Barbieri, Bastianelli, Cecchini, Confalonieri, Fidanza, Guarischi e Sanguineti.

A circa una settimana dalla prova in linea (in programma domenica 21 agosto, per un totale di 128 chilometri) abbiamo provato ad ipotizzare col cittì azzurro che tipo di scenari potrebbero uscire. E ci scappano anche dei parallelismi calcistici…

Paolo come sta andando l’avvicinamento all’europeo?

Bene, ma non benissimo. A parte il mio investimento in bici, per il quale sto meglio, c’è stata la caduta di Consonni in pista. Si è procurata una frattura ad una spalla e quindi non potrò averla. Non ci voleva proprio. Poi ho temuto quando Cecchini è caduta a Vargarda in Svezia. Ha battuto la testa, ma fortunatamente non si è fatta nulla. Ecco, direi che siamo a posto così, anche troppo. In ogni caso a Monaco sapremo ovviare alla sfortuna. Anziché con tre punte, giocheremo con due ed un mediano in più.

Spiegaci meglio questo schema.

Il tridente sarebbe stato Balsamo, Barbieri e Consonni. Loro tre sono le velociste che emergono dai risultati. Le gerarchie erano queste e così rimangono, con Elisa leader. E’ la velocista più completa in circolazione. Invece Rachele arriverà dagli europei in pista con un bel colpo di pedale. La defezione di Chiara non scombina i nostri piani, ma è ovvio che mi dispiaccia molto non averla. Al suo posto schiererò Arianna Fidanza che sa fare bene anche i… lavori sporchi durante la corsa, oltre ad essere veloce qualora si trovasse in fuga. Senza dimenticare che tutte le altre nostre ragazze sanno fare altrettanto. Siamo ben coperti per ogni situazione.

Marcatura a uomo o a zona sulle olandesi?

Sempre a zona, anche se sappiamo che in certe occasioni i puristi della zona marcavano a uomo i fuoriclasse avversari. Ad oggi guardando le convocate dell’Olanda, loro punteranno tutto sulla Wiebes. Dovremo rovinare il loro intento di arrivare ad uno sprint di gruppo. Vogliamo fargli consumare un po’ di energie per chiudere sulle fughe in cui ci siamo noi e loro no. Anche se poi loro avranno Van Dijk che può tirare tutto il giorno o al posto di 2-3 atlete. Noi siamo una squadra ben assortita, le ragazze so che sapranno interpretare bene le disposizioni visto che non avremo le radioline.

Se l’idea è sempre quella di non arrivare in volata, dove si deciderà la corsa?

Secondo me sarà una corsa dura perché aperta tante soluzioni. Se ci fosse stata una salita sarebbe stata più facile da prevedere. Bisognerà essere brave a cogliere l’attimo giusto. Questo potrebbe essere l’aspetto decisivo della gara e noi abbiamo ragazze bravissime in questo. Non fermerò nessuna ragazza in fuga se la situazione sarà a noi favorevole. Vogliamo evitare una volata generale, ma se dovessimo arrivarci sapremmo cosa fare. E se ci batteranno, renderemo merito alle avversarie. Credo anche che la gara maschile ci darà qualche indicazione. Comunque credo che Wiebes battezzerà un paio di ruote, per forza. Anche lei potrebbe muoversi se lo faranno le sue rivale più dirette.

Dovrete tenere un occhio anche sulle possibili sorprese, se così si possono definire…

Esattamente. Penso subito a Kopecky. Anche il Belgio sembra avere disegnato una squadra solo per lei. E lei è l’altra grande favorita. Anche altre nazionali non vanno sottovalutate. Francia con Copponi, Spagna con Alonso potrebbero approfittare di quel marcamento di cui parlavo prima. Così come potrebbe fare la stessa Germania che corre in casa. Poi attenzione ai colpi da finisseur. Ad esempio Van Dijk (campionessa uscente, ndr), Reusser o Cordon-Ragot sono capaci di anticipare tutte e arrivare fino al traguardo da sole.

Per quanto riguarda la cronometro cosa può dirci?

E’ un percorso ondulato di ventiquattro chilometri (si disputerà mercoledì 17 agosto a Furstenfeldbruck, a circa 30 chilometri da Monaco, ndr). Non siamo tra le favorite. La faranno Arianna Fidanza e Alessia Vigilia. Arianna sta facendo un bel percorso sulla disciplina. E’ un investimento per il futuro, contando che la prepara Marco Pinotti, che è stato uno specialista. Alessia invece ha ripreso la via giusta. Da junior era una atleta con grande prospettiva nelle crono. L’ho chiamata perché credo che valga la pena puntare ed investire su di lei. Da loro mi aspetto più la prestazione che il risultato. E se arriva il risultato tanto meglio.

Vos detta legge davanti a tanta Italia. Cosa dice il cittì Sangalli?

29.07.2022
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Tanta Italia. L’ordine d’arrivo della sesta tappa del Tour Femmes si tinge ancora tanto del nostro tricolore ma a vincere è ancora quello olandese. Sul traguardo di Rosheim Marianne Vos domina lo sprint su Marta Bastianelli, Lotte Kopecky e davanti ad altre sei italiane. Dal quarto al decimo posto troviamo nell’ordine Balsamo, Persico, Confalonieri, Guazzini, Barbieri e Longo Borghini con la sola Niewiadoma (ottava) a spezzare questa lunga scia azzurra.

La trentacinquenne della Jumbo-Visma conquista la sua seconda frazione alla Grande Boucle femminile mantenendo la maglia gialla e, grazie agli abbuoni, guadagnando altro margine su Silvia Persico, ora a 30”, mentre dalla volata finale era stata tagliata fuori Lorena Wiebes, vittima di una rovinosa caduta a circa 20 chilometri dall’arrivo.

Ma di tutta questa Italia così ben presente in volata in Francia, a cui è mancato solo il sigillo, cosa ne pensa il cittì Paolo Sangalli? Glielo abbiamo chiesto, scoprendo però una sua amara disavventura personale.

Sangalli si congratula con la Balsamo per il successo al Trofeo Binda. L’iridata sarà la capitana azzurra agli europei di Monaco
Sangalli si congratula con la Balsamo per il successo al Trofeo Binda. L’iridata sarà la capitana azzurra agli europei di Monaco
Paolo, prima di parlare delle tue ragazze al Tour Femmes, ci racconti cosa ti è successo?

Mercoledì sono stato investito da un’automobilista poco lontano da casa. Ero ad un semaforo in una strada secondaria. Quando sono ripartito al verde e avevo già fatto più di mezzo incrocio una macchina mi ha colpito mentre svoltava. Per fortuna, se così possiamo dire, che mi sono reso conto della manovra azzardata di questa persona e sono riuscito a cadere senza battere la testa. Ho riportato la frattura composta della scapola e ho quattro dita lussate. Lei piangendo mi ha detto che non mi ha visto, che è la solita frase che dicono tutti. Io capisco ma serve più attenzione da parte degli automobilisti altrimenti diventa un massacro ogni giorno. Ne parlo solo per sensibilizzare la questione della sicurezza verso i ciclisti, non per dare colpe.

Meglio tornare a parlare di ciclismo pedalato e dell’Italia. Partiamo da Balsamo. Sta lavorando tanto per la squadra ma non sembra quella vista al Giro Donne.

Elisa non so se sia in calo di condizione perché non ho parlato col suo preparatore però so che lei è una ragazza che normalmente non sbaglia la preparazione. Ci può stare che adesso non sia brillante ma lo avete visto anche voi, si sta sacrificando per le compagne. Io credo che la Trek-Segafredo punti alla vittoria finale del Tour con Longo Borghini e questo probabilmente va a togliere qualcosa per le vittorie di tappa.

Preoccupato in vista dell’europeo?

Assolutamente no. Elisa (Balsamo, ndr) ha tutto il tempo di recuperare e ritrovare la forma migliore da qui al 21 agosto, giorno della nostra prova in linea.

Ci hai sempre detto che avreste avuto delle alternative. Può essere Bastianelli che oggi ha fatto seconda?

Sì, certo. Marta è una campionessa senza tempo. Mi fa piacere che si stia riscattando dopo un periodo opaco, dovuto a problemi fisici. Le avevo chiesto di mettersi in mostra in questo Tour. Lo ha fatto non appena anche lei è stata libera da obblighi tattici, dopo che nei giorni scorsi ha lavorato tanto per Mavi Garcia.

Tra le altre frecce dell’Italia, c’è anche la Barbieri.

Anche se ne ha già ottenute due in stagione, a Rachele manca solo la vittoria ultimamente. Ma di quelle WT, sarebbe la ciliegina sulla torta. E’ sempre stata presente nelle ultime volate importanti dagli italiani al Giro Donne fino qui in Francia. Arriva da due anni in cui praticamente non aveva mai corso a questi livelli. Le ho detto che sta facendo un ottimo lavoro e di avere pazienza che verranno i risultati.

Poi abbiamo visto bene Confalonieri e Guazzini.

Maria Giulia è senz’altro nella rosa degli europei. E’ un corridore molto importante per noi. Sa entrare nelle fughe, è molto veloce e lavora tanto per le compagne nel finale. Sarà una pedina fondamentale. Vittoria invece non potrà correre a Monaco perché ha già disputato l’europeo U23 in Portogallo. Avevo chiesto di convocarla ma la UEC, anche se sono stati fatti in due periodi e sedi diverse, li considera una unica manifestazione.

Guardando l’ordine d’arrivo di oggi ci sono anche Persico e Longo Borghini ma immaginiamo ci sia un discorso a parte per loro…

Esatto. Silvia sta facendo un grande Tour ma visto che sta andando forte da tanto tempo ed è nelle papabili per il mondiale dovrà fare un periodo di stacco e recupero per preparare al meglio la gara in Australia. Lo stesso vale per Elisa. Quel mondiale sarà lungo e duro. Va preparato davvero bene.

Vos e Wiebes, qui argento ed oro ai Giochi Europei del 2019, saranno le avversarie principali all’europeo per l’Italia di Sangalli
Vos e Wiebes, qui argento ed oro ai Giochi Europei del 2019, saranno le avversarie principali all’europeo per l’Italia di Sangalli
A questo punto, come si batte la Wiebes in volata?

Eh, bella domanda (sospira e sorride, ndr). La Wiebes vince gli sprint in qualunque condizione. E poi ha iniziato a tenere molto bene anche sugli strappi duri. Però si può battere, studieremo come. Se con il suo club è capitana unica e tutte lavorano per lei, magari in nazionale non succede la stessa cosa. Non so ancora chi correrà tra le olandesi, bisogna capire le loro gerarchie e gli equilibri. C’è anche la Vos in grande forma che non bisogna mai dimenticare. Noi di sicuro abbiamo più affiatamento come nazionale e lo abbiamo sempre dimostrato

Queste tappe ti hanno dato ulteriori spunti per la tattica dell’europeo?

Sì, non arrivare in una volata di gruppo. Proprio oggi riguardavo meglio il circuito finale (13 chilometri da ripetere due volte, ndr) dopo il tratto in linea di un centinaio di chilometri. Andrà via una fuga ma bisogna entrare a Monaco con già il gruppo compatto perché poi sarebbe un problema ricucire. E’ un circuito complicato, con tante curve veloci ma non così scontato da interpretare. L’ultima curva secca è quella del triangolo rosso dove praticamente si fa una inversione ad U. Lì bisognerà essere ben posizionati e attenti.

P.S. In serata Silvia Persico, si legge nel comunicato della giuria, è stata declassata all’ultimo posto del suo gruppo per pericoloso cambio di traiettoria in volata. Ma ciò non toglie la buona prova delle italiane.

Wiebes batte Balsamo. L’ennesimo capitolo della sfida

28.07.2022
5 min
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Non c’è mai nulla di banale in questo Tour Femmes. La quinta tappa, da Bar-le-Duc a Saint-Dié-des-Vosges, è già nella storia sia per i suoi 175,6 chilometri di gara (la più lunga stagionale e in assoluto per il ciclismo femminile), sia per il successo di Wiebes su Balsamo, all’ennesimo capitolo della loro sfida.

Alle loro spalle Marianne Vos, che mantiene la maglia gialla (ed anche quella verde) incrementando ora a 20” il vantaggio su Silvia Persico, settima al traguardo e sempre seconda nella generale. L’ordine d’arrivo si tinge di altro tricolore italiano grazie al quarto posto di Rachele Barbieri, al sesto di Maria Giulia Confalonieri e all’ottavo di Vittoria Guazzini.

Dicevamo, Wiebes contro Balsamo, una sfida che terrà banco ancora per tanti anni a seguire e che oggi si aggiorna nuovamente a livello statistico. In diciotto occasioni sono finite assieme sul podio di cui già sei volte quest’anno.

Al momento comanda questa particolare graduatoria la ventitreenne olandese del Team DSM con undici primi posti a fronte dei sei della campionessa del mondo della Trek Segafredo. Curiosamente l’unica volta in cui a sorpresa in uno sprint sono finite nell’ordine seconda e terza, è stato alla Dwars door de Westhoek nel 2018 dietro alla vietnamita Thi That Nguyen.

Esulta Lorena Wiebes. Quello della quinta tappa del Tour Femmes è il 17° successo stagionale, il 63° in carriera
Esulta Lorena Wiebes. Quello della quinta tappa del Tour Femmes è il 17° successo stagionale, il 63° in carriera

Lo sprint di Lorena…

Il canovaccio è stato quello che sempre di più si vede nelle gare femminili, sulla falsariga di quelle maschili. Figurarsi poi in una frazione da oltre quattro ore e mezza. Evade la fuga (di quattro atlete in questo caso), il gruppo la tiene sotto osservazione fino a un vantaggio massimo di 4′ prima di recuperare in modo lungo ed inesorabile riprendendo l’ultima fuggitiva ai meno 3. Per gran parte a guidare l’inseguimento c’è stato il Team DSM. Portare la Wiebes per vincere la tappa era una missione.

«Sono molto contenta, perché Franziska (Koch, ndr) ha fatto un grande sforzo controllando la gara fin dall’inizio – racconta Lorena, al secondo sigillo in questo Tour Femmes – Quando le quattro battistrada hanno toccato il massimo vantaggio, lei ha dettato il ritmo del gruppo ed è riuscita a stabilizzare il distacco. È stato uno sforzo incredibile, quindi sono felice di aver ottimizzato il tutto con la vittoria».

«Lo dite voi che sono la migliore velocista al mondo – prosegue la Wiebes, che a fine stagione, malgrado un contratto fino al 2024, dovrebbe lasciare il suo team per passare alla SD Worx – A me non piace dire questo di me stessa. Oggi però mi sentivo bene e sono molto felice della mia prestazione.

«L’obiettivo di questo Tour Femmes per me è la maglia verde (deve recuperare 26 punti alla Vos, ndr) ma dobbiamo cercare di tenere davanti per la generale Juliette (Labous, ndr) che è molto in forma. Oggi la squadra ha fatto un bello sforzo collettivo. Questa è la cosa più importante».

Balsamo seconda nella sesta tappa del Tour Femmes. Poi tanta Italia. Confalonieri (a sx) sesta, Persico settima e Barbieri quarta (a dx)⁹
Balsamo seconda nella sesta tappa del Tour Femmes. Poi tanta Italia. Confalonieri (a sx) sesta, Persico settima e Barbieri quarta (a dx)

E quello di Elisa

Una Wiebes così è difficile per chiunque batterla. Soprattutto se nel finale capitano dei disguidi imprevisti. La Trek-Segafredo negli ultimi chilometri rileva in testa la DSM per impostare la propria volata per Elisa Balsamo. Tira lungo la Van Dijk anche perché prima del triangolo rosso c’è una curva a gomito a destra in leggera discesa che può creare selezione. La campionessa europea la prende davanti e dà un’altra lunga “trenata” prima di cedere il compito a Elisa Longo Borghini sul lato sinistro della strada.

Lì però la piemontese ha una indecisione. Ai 350 metri la strada volge verso destra ma lei imbocca una via di fuga a sinistra. E’ bravissima a restare in piedi e a ritornare nella coda del gruppo principale senza perdere ulteriori secondi e posizioni nella generale.

«E’ stata una tappa molto lunga – spiega la Balsamo appena tagliato il traguardo, forse un po’ condizionata allo sprint dalla manovra errata della Longo Borghini – In gara non c’è stato un ritmo molto alto però alla fine abbiamo cercato di fare del nostro meglio in volata. Ed è andata bene così. Devo ringraziare la mia squadra che ha fatto un ottimo lavoro. Le mie compagne sono state davvero brave a portarmi davanti per la volata».

Longo Borghini a 350 metri dal traguardo della quinta tappa ha imboccato una svolta a sinistra per sbaglio e senza conseguenze
Longo Borghini a 350 metri dal traguardo della quinta tappa ha imboccato una svolta a sinistra per sbaglio e senza conseguenze

Curva sbagliata

«Cosa è successo verso il traguardo? – descrive quell’episodio Longo Borghini – Sono cose che succedono ma è chiaro che è stato un mio errore. Pensavo di dover andare dritto ma non ricordavo infatti che ci dovesse essere una curva a sinistra. Ovviamente non l’ho fatto apposta. Non è colpa di nessuno, solo mia. Per fortuna è andato tutto liscio, anche la Vos ha fatto un grande numero per evitarmi.

«Mi dispiace per tutto il gruppo perché la mia più grande preoccupazione era quella di aver fatto cadere qualcuno. Alla luce di tutto, possiamo farci su una bella risata. Spero che l’abbiate fatta anche voi guardando quel momento».

La sesta tappa, da Saint-Dié-des-Vosges a Rosheim di 128,6 chilometri, ha un profilo mosso anche se sarà l’ultima occasione per le velociste prime delle due tappe di montagna. Attenzione però che la Cote de Boersch (2 km al 4,4%) a meno 9 potrebbe essere il trampolino di lancio per le big della generale e creare più scompiglio del previsto. Perché in questo Tour Femmes non c’è nulla di banale.

Parigi si scalda con le donne: prima Wiebes, poi le altre

24.07.2022
7 min
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Caldo, il cielo terso e le strade di Parigi. Non poteva esserci scenario migliore per rilanciare la storia della sfida gialla al femminile. Ha debuttato il Tour Femmes, che riallaccia il filo con l’edizione del 2009. Allora si chiamava Grande Boucle Feminine e l’ultima a vincerla fu Emma Pooley, ma dal 1995 al 1997 fu terreno di caccia per Fabiana Luperini.

L’edizione scattata oggi dalla Tour Eiffel è la prima targata ASO con il patrocinio di Zwift e la tappa d’esordio è stata vinta in volata, neanche a dirlo, da Lorena Wiebes (sul podio con la figlia della sua migliore amica). Donna dalle 16 vittorie stagionali, bestia nera delle sprinter, che ha conti aperti con tutte le ruote veloci del gruppo. Le unghie già tinte di giallo, le lacrime tagliando il traguardo e l’abbraccio con i suoi genitori. Pur essendo la prima di otto tappe, il senso del grande evento ha riempito gli obiettivi dei fotografi che seguiranno il Tour Femmes.

«Questo è davvero incredibile – ha detto subito dopo aver sollevato le braccia al cielo – la squadra oggi ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo lavorato continuamente per questo momento, quindi è fantastico che io oggi l’abbia concretizzato. E’ stato uno sprint lungo e caotico ed è davvero bello vincere qui.

«Ero stressata? In realtà ero abbastanza rilassata prima della partenza, abbiamo cercato di considerarla come una tappa normale. In finale però ammetto che c’era un po’ di nervosismo. Sono felice di essere riuscita a finirla. Domani comincerò questo Tour in maglia gialla. Il giusto premio per tutta la squadra dopo una stagione già fantastica. La bambina? Non è mia, altrimenti dubito che avrei potuto essere qui a correre. E’ la bimba della mia migliore amica e prima della corsa, abbiamo fatto una scommessa: se avessi vinto, l’avrei portata sul podio. Pare che abbia funzionato…».

Meno di due ore

Sarà che abbiamo tutti negli occhi e nelle gambe il Tour degli uomini, che si concluderà a breve sullo stesso arrivo, ma di fatto gli 82 chilometri della frazione di apertura dalla Tour Eiffel ai Campi Elisi di Parigi sono parsi una kermesse. E come una kermesse, sono stati caratterizzati da brusche manovre, attacchi e cadute, di cui alla fine hanno fatto le spese i vari treni, che si sono disuniti. Gli unici a restare compatti sono stati quello del Team DSM e della Jumbo Visma di Marianne Vos, che infatti si sono giocati il successo.

«Il team – ha detto Marianne Vos – ha fatto un lavoro fantastico nel tenermi in vantaggio e fuori dai guai. Ho scelto la ruota giusta e sono uscita dall’ultima curva accanto a Lorena (Wiebes, ndr) e poi sapevo che sarebbe stato un bel duello. Ho provato a fare una volata lunga, ma non sono riuscita a prendere la sua velocità.

«E’ stata per tutto il giorno una guerra per tenere le posizioni – ha spiegato – non si è trattato solo degli ultimi 150 metri, ma di tutto ciò che li ha preceduti. C’è stato un po’ di nervosismo, perché tutte volevano stare davanti. E’ incredibile quanti tifosi ci fossero. Sicuramente è stato anche divertente».

Rachele Barbieri ha ultimato a Livigno la preparazione per il Tour Femmes (foto Instagram)
Rachele Barbieri ha ultimato a Livigno la preparazione per il Tour Femmes (foto Instagram)

Barbieri, appuntamento a domani

Rachele Barbieri si mangia un po’ le mani, per non aver creduto nella ruota della Wiebes. Ma in quei momenti il tempo per pensare è così poco, che il più delle volte si fa prima a scegliere da che parte stare che a pensarci.

«Era pieno di gente – racconta – una grandissima emozione. Un po’ di dispiacere in effetti c’è, ero a ruota della Wiebes, mi è sembrato che fosse chiusa e mi sono spostata. Sono attimi, ma lo stesso sono contenta. Più che una tappa, è venuta fuori una kermesse, piena di rilanci e traguardi intermedi. Il programma originariamente era di fare solo il Giro, poi la squadra mi ha chiesto di venire anche qui e ho accettato volentieri. Solo che in Italia faceva così caldo, che sono scappata a Livigno. Era caldo anche lassù, ma sono riuscita a recuperare bene.

«Avevo già corso su questo rettilineo – conferma – e il pavé lo rende particolare. Non riesci ad avere continuità nella pedalata, quindi anche rimontare è molto più difficile. Quando ci riprovo? Domani, facile. Sono venuta qui per le tappe piatte, per cui vediamo quali occasioni ci saranno. Andrò a casa tre giorni prima, però, anche se un po’ mi dispiace. Ma tengo troppo agli europei in pista, quindi c’erano scelte da fare. Sono contenta della condizione raggiunta al Giro e che ho ancora qui. E’ il primo anno a questo livello e sono contenta che in squadra abbiamo quasi tutte il contratto per il 2023, così potremo lavorare bene quest’inverno, anche sui meccanismi della volata».

Otto tappe, 1.029 chilometri

Del pubblico, già assiepato sul circuito di Parigi in attesa dei professionisti, si è accorta anche Lotte Kopecky, di solito molto controllata e soddisfatta a metà per il terzo posto.

«Alla fine sono abbastanza soddisfatta – ha detto – ero nervosa, ma alla fine è andato tutto bene. Non è che ci fossero molte curve, quindi questo ha reso le cose un po’ più facili. E’ stata una bella esperienza e c’erano molti spettatori lungo il lato. Ho decisamente sentito l’atmosfera».

Da domani, lasciata Parigi alle spalle, il Tour Femmes porterà avanti per sette giorni il testimone del Tour de France. E se l’avvio promette di essere veloce e al più animato da qualche fuga, saranno gli ultimi due giorni a proporre il terreno per smuovere eventualmente la classifica. Gli arrivi di Le Markstein e la Super Planche des Belles Filles offriranno il terreno alle donne di classifica. In una cornice di pubblico che promette di essere comunque calda.

La super Balsamo? Tanti motivi (più uno), parola di Arzeni

30.03.2022
5 min
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Qualche giorno fa, con Davide Arzeni, abbiamo parlato della Wiebes, come la velocista più forte del momento. Adesso però dopo le vittorie della sua ex atleta, Elisa Balsamo, siamo “costretti” a rivedere il tutto! 

Sia perché la campionessa del mondo sta vincendo in volata, sia perché in generale sta andando davvero forte. Come mai? Cosa è cambiato? Quanto influisce il minor lavoro in pista? Sentiamo il diesse della Valcar Travel & Service, ex direttore sportivo della stessa iridata e suo preparatore.

Elena Balsamo con Davide Arzeni, il diesse che ha cresciuto la cuneese
Elena Balsamo con Davide Arzeni, il diesse che ha cresciuto la cuneese
Davide ci eravamo lasciati con la Wiebes dominatrice in volata, ma Elisa…

Per me sono due atlete differenti. La Wiebes è una velocista pura. Elisa è un’atleta completa con lo spunto di una velocista. Se dovessi definirla direi che è appunto una ciclista completa, ma con la testa da velocista.

E com’è la testa da velocista?

E’ così perché lei vuole avere la testa da velocista. Le piacciono più le volate…

Ma questo significa che è rinunciataria su percorsi più duri, magari con delle salite?

No, è che come ho detto le piace di più fare le volate. Le piacciono i percorsi medi. Penso che non si sia ancora resa del tutto conto del suo potenziale, che debba ancora conoscersi al 100%. Come ho già detto in passato: non c’è una classica che non possa vincere. E il Trofeo Binda, in cui sono arrivate in 15, lo dimostra. La Wiebes, tanto per restare in tema, anche con tutta la squadra che le sta attorno a Cittiglio non vince, non ci arriva in volata. Elisa ha bisogno semmai più di una squadra che la porti fuori nel finale. Qui aveva la Sanguineti, la Consonni, lì ha Van Dijk e quando parte davanti poi sa come si fa.

La Wiebes è molto più “scomposta”, Elisa quando fa le volate sembra quasi non si alzi di sella. Dipende anche dalla pista?

Sì, è vero si alza poco. Credo sia una postura tutta sua, una postura perfetta. Ha classe anche nella pedalata.

Adesso però sta andando davvero forte. E’ cambiato qualcosa?

Ha 24 anni. C’è una crescita fisiologica, ha preso consapevolezza, è in una squadra fortissima, la Trek-Segafredo e comincia anche a conoscere gli arrivi. Faccio un esempio: lo scorso anno alla Gand con noi fece quarta perché sbagliò qualcosina nel rettilineo finale, quest’anno che lo conosceva ha vinto.

Con una volata magistrale, ben portata fuori dalla Van Dijk, la Balsamo ha vinto la Gand. Prima la guidava la Guazzini
Con una volata magistrale, ben portata fuori dalla Van Dijk, la Balsamo ha vinto la Gand. Prima la guidava la Guazzini
E negli allenamenti? La Balsamo va più forte perché è più concentrata sulla strada?

Elisa continua ad andare in pista. Almeno fino a 15 giorni fa, prima della campagna del Nord ci andava una volta a settimana. Si allena di più in salita, proprio perché l’obiettivo è fare bene nelle classiche. Prima si faceva di più in pista: un giorno di più in pista e uno in meno su strada. Ma resta comunque funzionale. Lo scorso anno era un continuo compromesso. Lei, come altre ragazze, le ho avute a mezzo servizio. Per dire, il giorno prima della Classic London le hanno detto che doveva assolutamente fare un allenamento in pista. Mentre gli uomini, Ganna, Consonni, Viviani hanno corso molto di più su strada.

Quindi il lavoro su pista incideva eccome…

Da quando ha lavorato di più su strada, e parlando solo di WorldTour, non è mai uscita dal podio, Roubaix esclusa che comunque è una corsa particolare. Ha vinto il mondiale, ha fatto un primo posto e due secondi al Women’s Tour. Quest’anno a Drenthe è stata seconda. E al Binda, a Depanne e Gand ha vinto. E lo ha fatto con una volata di gruppo, ristretta…

Se parliamo di volumi totali di lavoro, in percentuale che differenza c’è tra pista e strada rispetto alla passata stagione?

Quest’anno potremmo dire un 20% pista e 80% strada. Lo scorso anno era 50-50. Ma poi cambia anche il modo di lavorare.

Cioè?

Non voglio dire se sia giusto o sbagliato, ma lo scorso anno con le Olimpiadi era tutto più intenso, adesso invece coi mondiali su pista ad ottobre le sedute sono meno intense e ne risente meno anche la pedalata (fa una pausa Arzeni, ndr). E lo dice un fervente sostenitore dell’allenamento sul parquet: io ci porto dagli esordienti agli elite, uomini e donne, almeno una volta a settimana. Così come sono convinto che questo maggior lavoro su strada le tornerà utile anche in pista. 

Balsamo Roubaix 2021
Nel 2021 Elisa ha dedicato moltissimo tempo alla pista. Per Arzeni quest’anno ha ridotto al 20% il volume di lavoro sul parquet
Balsamo Roubaix 2021
Nel 2021 Elisa ha dedicato moltissimo tempo alla pista. Per Arzeni quest’anno ha ridotto al 20% il volume di lavoro sul parquet
Cosa intendi quando dici: ne risente meno la pedalata?

In pista pedali con altri rapporti, con determinate intensità e con la ruota fissa e questo lavoro ti resta almeno un paio di giorni nelle gambe. Con la ruota fissa spingi sia quando la gamba va avanti, sia quando la richiami. Tuttavia sei anche “costretto” ad andarci per non perdere l’abitudine. Lo scorso anno su 5 allenamenti, due e mezzo erano su pista e tutti al 100%. Chiara Consonni, per esempio, dopo che uscì dal discorso olimpico al Giro d’Italia faceva fatica a tenere le ruote in pianura. Capito? La Consonni fatica in pianura. E infatti poi finì fuori tempo massimo nella cronoscalata.

Un discorso complesso, ma chiaro…

Certo. Senza contare il discorso del peso. In pista quel chiletto in più ti fa anche bene, per la forza e l’esplosività, su strada non sempre. Di certo non va bene per una Gand o per un Fiandre.

La Barale cresce a piccoli passi nel Team DSM

29.03.2022
4 min
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Il suo cammino nel WorldTour femminile Francesca Barale l’ha iniziato come chi, entrando in un luogo di venerazione, si guarda attorno attento a qualsiasi cosa nonostante sappia tutto di esso.

«Da gennaio – ci racconta la giovane del Team DSM (che compirà 19 anni il prossimo 29 aprile) – sono ripartita da zero. Anche se da junior ho vinto tanto e sono sempre andata molto bene, qua inizia proprio tutta un’altra storia. E la motivazione è tanta».

La scalatrice di Domodossola ha esordito a inizio marzo disputando tre gare finora, ma per il momento il suo impiego è distribuito con accortezza. Sullo sfondo c’è prima la maturità, poi nella seconda parte del 2022 si dedicherà totalmente a quello che per lei, in questo momento della sua vita, è il cosiddetto “piano A”.

Francesca Barale impegnata sulla salita di Orino al Trofeo Binda 2022
Francesca Barale impegnata sulla salita di Orino al Trofeo Binda 2022
Francesca hai debuttato a Le Samyn. Com’è andata?

Bene, sono molto contenta della mia prova. Era una gara di 99 chilometri ed io credevo che mi sarei staccata dopo 30. Benché avessi lavorato bene in inverno, quella è una corsa difficile perché ha sì degli strappi che mi si addicono ma anche tanti settori di acciottolato in cui avrei potuto soffrire. Alla fine sono stata davanti, ho aiutato le mie compagne e mi sono staccata nell’ultimo settore a circa due chilometri dal traguardo.

La settimana dopo avete vinto il Gp Oetingen con la Wiebes, la prima delle sue tre consecutive…

E’ stata una grande giornata per la nostra squadra. Lorena è stata spaziale. Io sono caduta a metà gara ma sono riuscita a rientrare in gruppo. Ho speso tanto per farlo, ma anche se ero a tutta ho tirato nelle ultime fasi di gara. Poi Pfeiffer e Charlotte (rispettivamente Georgi e Kool, ndr) hanno fatto un gran lavoro per tirare la volata a Lorena. Personalmente è stata una bella soddisfazione.

La terza gara, il Trofeo Binda, invece si è chiusa con un DNF, un ritiro. Cos’è successo?

Niente di che, solo che vanno forte (confessa ridendo, ndr). D’altronde era la mia prima corsa WT. No, battute a parte, la neutralizzazione di mezz’ora dopo 50 chilometri di gara (a causa di un incidente stradale sul percorso, ndr) mi ha condizionata parecchio. Conosco il tracciato e stavo bene, ma alla ripartenza le squadre più attrezzate volevano fare gara dura e siamo andate a blocco da subito. Magari non l’avrei finita lo stesso, ma quello stop forzato l’ho patito. Tuttavia sono tranquilla. Fa tutto parte di questa prima parte di stagione, ho tempo per andare meglio.

Francesca Barale, classe 2003, tra le junior è stata campionessa italiana sia in linea (’20) sia a crono (’21)
Francesca Barale, classe 2003, tra le junior è stata campionessa italiana sia in linea (’20) sia a crono (’21)
Immaginiamo sia tutto legato all’impegno tra scuola e allenamento. Come li gestisci?

Finora tutto ok, la media dei voti è alta anche se ho fatto un po’ fatica a recuperare le lezioni perse per i ritiri o le gare. Riesco a conciliare abbastanza bene il doppio impegno. Esco da scuola alle 13,20 e alle 14 sono già in bici. Le difficoltà c’erano in inverno, ma ora che le giornate si sono allungate e col cambio dell’ora, tutto è più semplice.

Il tuo programma agonistico come si svilupperà indicativamente?

L’intenzione della squadra è quella di farmi correre in media 3-4 gare al mese, almeno fino a giugno. Fino al 13 aprile non farò gare. Approfitterò delle vacanze pasquali per andare su in Olanda nel nostro centro (il Keep Challenging Center a Sittard, ndr) per integrarmi al meglio con la squadra. In quelle due settimane comunque dovrei fare alcune corse in Belgio, vedremo quali. Non so ancora se farò il Giro Donne o il Tour Femmes. Dobbiamo ancora impostare la seconda parte di stagione.

Con le compagne come va?

Tutto bene. Ricevo consigli da parte di ognuna di loro, sono tutte molto disponibili. Così come i diesse, naturalmente. E al momento non sento la distanza fra loro in Olanda e me in Italia. Finora ho fatto tre gare con tre gruppi diversi. E’ un bene perché possiamo conoscerci meglio e affinare la sintonia in corsa. Siamo una formazione con una età media piuttosto giovane, ma ormai già esperta. Questo è anche uno dei motivi per cui ho accettato la loro proposta di venire qui.

Francesca Barale in allenamento con la sua compagna e coetanea, l’olandese Elise Uijen (foto instagram)
Francesca Barale in allenamento con la sua compagna e coetanea, l’olandese Elise Uijen (foto instagram)
La Wiebes è il faro della squadra. Ti ha dato qualche suggerimento particolare anche lei?

La sto conoscendo poco per volta. Sappiamo che lei deve finalizzare il nostro lavoro, che dobbiamo svolgere al meglio. Sia in ritiro che nella gara che abbiamo fatto assieme, mi ha subito detto di non strafare per proteggerla quando siamo ancora lontani dal traguardo. Non serve. Lorena è molto brava nel dirti come risparmiare o conservare energie per i momenti decisivi.

Quali sono gli obiettivi del 2022?

Difficile da dire, non ne ho di precisi al momento se non quello di imparare il più possibile. I miei tecnici vogliono farmi crescere senza troppa fretta, facendomi fare tanta esperienza. Poi di solito vengo fuori verso fine stagione. A quel punto vedremo cosa sarò in grado di fare.