Giovane e forte in salita. Per i Giri c’è anche Niamh Fisher-Black

26.07.2022
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Può essere considerata una rappresentazione degli antipodi. Cresciuta in un posto di mare, vola in salita. Fisico minuto, grinta e potenziale enormi. E poi perché Niamh Fisher-Black arriva davvero dagli antipodi. La classe 2000 – che compirà ventidue anni il prossimo 12 agosto – è nata a Nelson in Nuova Zelanda, totalmente dall’altra parte del mondo rispetto a noi, ed ha un fratello, Finn, più giovane di un anno che corre per la UAE Team Emirates (che sta recuperando da una frattura al femore).

Niamh, il nome di battesimo, arriva dalla mitologia irlandese. Si chiamava così la figlia del dio del mare e non sorprendetevi troppo se sul suo profilo instagram leggerete neve tra parentesi. Non c’entra nulla la coltre bianca invernale. E’ solo la pronuncia corretta del suo nome che esce come “niiv”. Oltretutto Niamh, sempre in irlandese, significa brillante, luminoso. Come il suo futuro sarebbe il caso di dire.

Niamh Fisher-Black è una scalatrice di 1,60 mt ma dotata di un discreto spunto veloce grazie alla pista fatta in patria
Niamh Fisher-Black è una scalatrice di 1,60 mt ma dotata di un discreto spunto veloce grazie alla pista fatta in patria

La giovane scalatrice della SD Worx è stata protagonista all’ultimo Giro d’Italia Donne (alla sua terza partecipazione), dove ha chiuso quinta nella generale e vincendo per il secondo anno consecutivo la maglia bianca. Avevamo imparato a conoscerla nel 2019 quando da elite era uscita dai suoi confini continentali per correre. A maggio di tre anni fa aveva esordito in Europa al Festival Elsy Jacobs in Lussemburgo con la maglia della Torelli Sport (team britannico), disputando altre gare in alternanza con la Mike Greer Homes (team neozelandese). Poi la prima gara in Italia a settembre al Giro delle Marche in Rosa con i colori della Bigla Pro Cycling, diventata Equipe Paule Ka, formazione con cui conquistò un secondo posto all’ultima frazione del Giro Donne nel 2020.

Cecchini la sua mentore

L’anno scorso è passata alla SD Worx, la corazzata del WorldTour femminile. Presa e messa sotto contratto fino al 2024. La stanno gestendo a dovere. Una delle sue compagne che più la sta aiutando a crescere è Elena Cecchini. La trentenne friulana vorrebbe correre altri due anni poi le piacerebbe fare la diesse. Con la piccola neozelandese è come se stesse facendo delle prove sul campo. Alla corsa rosa è stato proprio così.

«Non mi sorprende che Niamh abbia chiuso nella top five al Giro Donne – ci racconta Cecchini – è un’atleta molto giovane, so da dove arriva. Nella squadra precedente aveva molte lacune tecniche. Mi ricordo che le prime volte, quando andava in discesa, notavo questi problemi a livello tecnico. Nel ciclismo odierno puoi essere forte in salita, ma se non vai bene in discesa, e al Giro Donne lo abbiamo visto, e se sprechi tante energie per rimanere in posizione, è ovvio che poi senti la mancanza di quelle energie quando servono.

La SD Worx, malgrado abbia finito il Giro con solo 4 atlete, è riuscita a portare la Fisher-Black al quinto posto nella generale
La SD Worx, malgrado abbia finito il Giro con solo 4 atlete, è riuscita a portare la Fisher-Black al quinto posto

«E’ migliorata tantissimo ed è meticolosa – prosegue – si impegna al 100% ed è una ragazza che va un giorno sì e un giorno no dai meccanici a controllare con loro la bici. E’ molto professionale. Ha buonissimi numeri. Sentivo dai nostri tecnici che Niamh produce grandi dati, tra i migliori della nostra squadra. La cosa che deve imparare, e per la quale la sto aiutando, è di non mettersi troppa pressione addosso. Al Giro Donne ha chiuso quinta nella generale e le quattro davanti a lei, a parte Marta che è giovanissima, hanno almeno dieci anni più di lei. Per cui ha tutto il tempo per crescere. La squadra l’ha rinnovata subito perché conosce il suo potenziale.

«Sta a lei prendere tutte le risorse dalla squadra – conclude il proprio pensiero la Cecchini – cercando di migliorare per arrivare dove vuole. Le ho fatto da chioccia durante il Giro, anzi mi piacerebbe avere più gambe per starle più vicino in salita quando corriamo assieme. Penso che un’atleta così in pianura debba solo fidarsi delle compagne e non pensare ad altro. Sarebbe già a buon punto. Siamo contente del suo piazzamento perché fare gran parte del Giro in quattro atlete (ritirate per covid Uneken e Majerus, ndr) non è stato semplice».

Sotto la guida di Lars

E’ contento di lei anche Lars Boom, il suo vero direttore sportivo, che ha guidato il team olandese sulle strade italiane.

«Le performance di Niamh? Siamo venuti al Giro Donne per la fare classifica con lei – spiega il trentaseienne tecnico olandese – ma anche vedere giorno per giorno cercando di trovare il miglior risultato possibile. Dopo la tappa di Cesena aveva cinque minuti di ritardo e Cavalli, Mavi Garcia e Van Vleuten avevano già definito le prime tre posizioni. A quel punto lei ha provato a lungo a seguire Longo Borghini per il quarto posto, ma era troppo lontana. Non è un problema comunque e va bene così. Ha 21 anni, ha vinto la maglia bianca per il secondo anno consecutivo, ha lottato per la sua prima vera classifica generale dopo il nono posto dell’anno scorso».

Lars Boom ha guidato la SD Worx al Giro Donne 2022
Lars Boom ha guidato la SD Worx al Giro Donne 2022

«Personalmente sono molto contento per lei – chiude l’ex pro’ olandese dal 2004 al 2019 – per i risultati che abbiamo ottenuto ed anche per le prestazioni che ha fatto. Noi pensiamo che Niamh abbia fatto davvero un ottimo lavoro. Lei ovviamente è una scalatrice ma se migliorerà in discesa come è forte in salita sono certo che diventerà uno dei migliori corridori in circolazione anno dopo anno. Se diventerà più forte, come speriamo, io credo che possa tornare al Giro Donne e vincerlo nei prossimi anni, magari già nel 2023».

Parola alla piccola kiwi

E lei, Niamh Fisher-Black, cosa dice di tutti questi pareri sul suo conto? In partenza e in arrivo di ogni tappa si concedeva per una battuta. Sembrava quasi imbarazzata, sicuramente lusingata, di questa attenzione nei suoi confronti. Tuttavia sapeva restare focalizzata sul suo obiettivo. Col suo solito sorriso ci ha riassunto i suoi pensieri.

«E’ stato davvero un grande Giro Donne per me», analizza la neozelandese che nel 2021 aveva vinto la classifica WT per U23 oltre alle maglie di miglior giovane alla Vuelta a Burgos e Tour of Norway. «Ogni giorno mi sono sentita meglio e ho potuto lottare per la generale. Arrivare tra le prime cinque è un grande risultato che mi rende molto orgogliosa, ma è stato tanto merito della squadra. Se tornerò al Giro Donne spero di poter essere ancora più competitiva. Vi ringrazio perché pensate che io sia il futuro delle gare a tappe o di altre gare dure. La realtà è che devo migliorare in tante cose, ne sono consapevole. Però con compagne di squadra come quelle che ho, che mi stanno aiutando in tutto, è certamente più semplice crescere bene».