Adesso si cresce. Nelle famiglie numerose e in alcune squadre funziona così. Quando i fratelli maggiori escono di casa e vanno a vivere da soli, tocca ai secondogeniti tirare su i più piccoli, in un continuo scambio di esperienze e trapasso di nozioni. Così adesso che dalla Valcar-Travel&Service se ne vanno Balsamo, Guazzini, Alzini e Pollicini (che torna al triathlon), tocca a Chiara Consonni prendersi la famiglia sulle spalle. Lei lo sa. Lo commenta con la più tipica delle sue risate, un po’ nervosa e un po’ scaramantica, e poi comincia a raccontare.
Siamo all’alba dei mondiali pista di Roubaix, dove la “Conso” farà soltanto l’inseguimento a squadre, poi rientrerà nei ranghi della squadra per chiudere con le corse olandesi. Il fine settimana in Francia le ha portato bene. Non doveva neanche correre, invece come pure Sofia Bertizzolo, si è portata a casa il terzo posto alla Classique Morbihan e la vittoria al Gp du Morbihan.
Come stai?
Un po’ raffreddata (soffia il naso, ndr), ho preso freddo domenica in corsa e stamattina ho il naso chiuso. Siamo arrivati a Roubaix direttamente dalla Francia prima della nazionale. Ma sto bene, sono contenta. Non mi aspettavo di vincere.
Bene per il tuo ruolo futuro di capitano, no?
Sono pronta. Sapevo che le altre se ne andavano e che la responsabilità sarebbe passata sulle mie spalle. Siamo comunque un bel gruppo, con Persico, Sanguineti e Gasparrini, che è giovane ma va fortissimo.
Ti è mai venuto il dubbio che forse ti sarebbe convenuto andare anche tu in una WorldTour?
Nessun dubbio. Sono carica, voglio fare per le altre quello che le più grandi hanno fatto per me. E voglio andare meglio di quest’anno. Ho cominciato pensando di fare bene nelle classiche, ci puntavo da anni. Invece al momento giusto, ero sempre indietro. L’anno prossimo sarò più motivata e pronta già in avvio di stagione.
Con la Valcar al Women’s Tour. Da sinistra Sanguineti, Margaux Vigie, Balsamo, Consonni e Pirrone Ha corso il The Women’s Tour in allenamento e aiutando Elisa Balsamo in maglia iridata
Con la Valcar al Women’s Tour. Da sinistra Sanguineti, Margaux Vigie, Balsamo, Consonni e Pirrone Ha corso il The Women’s Tour in allenamento e aiutando Elisa Balsamo in maglia iridata
Ti aspetta un vero inverno da atleta, insomma?
Un inverno decisivo. Farò due settimane off, probabilmente in vacanza. Non so dove, non ci ho pensato: queste cose le faccio sempre all’ultimo. Poi palestra, pista se ci sarà un velodromo disponibile. Quando riaprirà Montichiari?
Si parla di quasi tre mesi di lavori, non sarà breve. Tutto questo significa che la “Conso” un po’ pazza sparirà?
La follia rimane, fa parte di me (ride, ndr). Ma sono maturata tanto grazie all’aiuto delle mie compagne. Ho preso qualcosa da tutte. In particolare, da Elisa (Balsamo, ndr) la capacità di rimanere concentrata sul mio percorso. Mentre dalla “Vitto” (Guazzini, ndr) la testardaggine. Sentirò la loro mancanza, ma non ho ancora pensato di cambiare squadra. Se poi la Valcar salisse nel WorldTour o si unisse a uno squadrone maschile, sarei ben contenta di seguirla. E poi c’è da vedere con i corpi militari…
Si è aperta la porta?
C’è qualche parola più chiara, ma finché non c’è l’ufficialità, sarà meglio non parlarne.
Tuo fratello si è montato la testa dopo le Olimpiadi o è sempre il solito “Simo”?
Ma no, è sempre lui. Da agosto abbiamo fatto solo due cene insieme, non ci vediamo mai. Sono contenta che è qui per i mondiali e per qualche giorno lo avrò sempre intorno.
Un giorno potresti correre con lui alla Cofidis?
Non corriamo più con la stessa maglia da quando eravamo bambini, sarebbe bello. Ogni tanto ci penso a come sarebbe avere maglia e bici uguali (nella Cofidis è passata Martina Alzini, ndr). Ma io resto qui. Arzeni, il “Capo”, mi è stato vicino quando dopo l’esclusione dalle Olimpiadi ero tanto giù.
Una figura importante per te?
Ripenso a quando da junior per due volte a settimana veniva a prendermi a Bergamo da casa sua a Varese e mi portava a Montichiari. Gli devo tanto, mi fido di lui ed è bello sapere che c’è. Parliamo di tutto, è un po’ un secondo padre.
Invece a proposito di tecnici, pare che sia alla fine il ciclo di Salvoldi…
Nonostante le cose anche brutte che si sono dette di lui, siamo cresciute tutte con Dino e lui è cresciuto con noi. Non mi ha portato a Tokyo, vorrà dire che andrò a Parigi, molto più glamour (ride, ndr). Ho sentito i nomi di un possibile successore, staremo a vedere. Intanto giochiamoci i mondiali.
La vittoria che cosa ti ha lasciato?
Un grande morale. Non dovevo farle, ma a questo punto della stagione, preferisco correre che allenarmi per tenere la condizione. Capo lo ha capito e ha ridisegnato il calendario. E ancora una volta ha avuto ragione lui. Grazie Capo!!