Balsamo lascia la Polizia: primi effetti del WorldTour?

24.02.2022
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E’ diventato evidente ieri, leggendo le convocazioni della pista: accanto al nome di Elisa Balsamo è indicato quello della Trek-Segafredo e non più quello delle Fiamme Oro. La campionessa del mondo si è dimessa dalla Polizia di Stato, probabilmente alla luce del contratto e per coerenza con lo status di professionista, dando seguito alle parole profetiche di Rubens Bertogliati a proposito di team WorldTour e gruppi sportivi militari.

«Le trattiamo come professioniste – aveva detto lo svizzero a proposito del suo UAE Team Adq – anche se in Italia questa figura non è contemplata, per cui tante ragazze sono inserite nei corpi militari. Sono professioniste al top e con quei gruppi sportivi si riesce a lavorare, ma occorrerà mettere dei paletti per risolvere la cosa nell’interesse delle ragazze. Spero che dal 2023-2024 l’UCI risolva questa anomalia, il professionismo dovrà essere uguale per tutti».

La notizia era nell’aria da un po’, ma per una sorta di riguardo si era deciso di non parlarne. La stessa scelta a suo tempo fu di Giorgia Bronzini, quando la Forestale venne assorbita dai Carabinieri e per continuare a correre da professionista, la piacentina dovette lasciare l’Arma.

Assuntore, assieme a Confalonieri e Balsamo, dopo i tricolori della madison del 2018 al Vigorelli
Assuntore, assieme a Confalonieri e Balsamo, dopo i tricolori della madison del 2018 al Vigorelli

Che cosa sta succedendo? La svolta WorldTour minerà uno dei capisaldi dello sport italiano? E in che modo all’interno della Polizia di Stato è stata accolta la decisione di Elisa? Da quel che si capisce parlando con Nicola Assuntore, responsabile dello sport e tecnico del team di ciclismo, il fatto che se ne parli non suscita grossi entusiasmi. E proprio questo fa pensare che il colpo non sia stato lieve.

Che cosa è successo?

Elisa era nelle condizioni di rimanere e, parlando a titolo personale dato che la seguivo dall’inizio, mi è dispiaciuto molto. Ha fatto la sua scelta e ovviamente le auguriamo una grande carriera e di guadagnare molto bene. Ci siamo sentiti, ma visto che non c’erano margini di trattativa, alla fine non c’è ancora stato un incontro. Un vero fulmine a ciel sereno.

Cambia qualcosa nella vostra politica?

Abbiamo iniziato nel 2015, quando il ciclismo femminile era in una nicchia. Le ragazze percepivano rimborsi di 600-700 euro e solo le più forti guadagnavano meglio. Entrare in Polizia era il modo per avere una prospettiva futura di lavoro: diventando un giorno agenti o tecnici nel gruppo sportivo che è cresciuto molto. Per cui iniziammo con la pista e poi la strada, puntando su una serie di ragazze che sono cresciute come Longo Borghini e altre che magari sono state al di sotto delle attese. Ma è lo sport, fa parte del gioco. Con noi corrono ancora Barbieri, Bertizzolo, Cavalli, Confalonieri, Fidanza, Guazzini e Longo Borghini.

L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai tricolori 2021 di Castellana Grotte (foto Ossola)
L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai tricolori 2021 di Castellana Grotte (foto Ossola)
Adesso però c’è il WorldTour…

Le ragazze stanno vivendo questa equiparazione con gli uomini per gli stipendi e qualche tempo fa abbiamo iniziato a pensare che lo status di professionista fosse in conflitto con l’appartenenza a un corpo di Polizia. Per cui intervenne il presidente Di Rocco che fece un accordo con l’UCI per consentire il doppio tesseramento. Una particolarità dello sport italiano, questo è vero.

Il sistema funziona?

Alle Olimpiadi di Tokyo, le Fiamme Oro hanno vinto 20 medaglie con 21 atleti (qui il report della Polizia di Stato, ndr). Circa il 50 per cento delle medaglie dell’Italia. Se fossimo una Nazione, nel medagliere mondiale saremmo stati al 17° posto, prima di Spagna e Ungheria. Non abbiamo problemi a seguire atleti di altissimo livello, ma quell’accordo finisce nel 2022 e ora dovremo parlare con il presidente Dagnoni e il segretario generale Tolu per capire se sia rinnovabile. La scelta spetta a loro, non nascondo che a noi piacerebbe arrivare a Parigi 2024.

Il vostro focus sono i Giochi?

Nell’ordine: Olimpiadi, mondiali ed europei. Abbiamo sempre invogliato le nostre atlete a fare la doppia attività su strada e pista. Anzi, per le pistard la strada è comunque una necessità tecnica. Per un po’ avevamo pensato anche di fare un gruppo sportivo autonomo, ma c’erano troppi impedimenti. In ogni caso il nostro logo è un leone stilizzato che tiene in mano una fiaccola olimpica e sotto ha i cinque cerchi. Con l’avvento del WorldTour ci sarà da fare qualche valutazione.

Sul casco di Elisa Balsamo, nel giorno di Leuven, il leone stilizzato della Polizia di Stato
Sul casco di Elisa Balsamo, nel giorno di Leuven, il leone stilizzato della Polizia di Stato
Quali impegni hanno con voi le atlete?

Quello di utilizzare la nostra divisa ai campionati italiani e partecipare al ritiro in altura che di solito facciamo all’inizio dell’estate. Nasciamo per dare supporto all’attività della nazionale e facciamo in modo di non andare mai a sovrapporci a quella dei team.

Come è stata accolta dai vertici più alti l’uscita di Elisa Balsamo?

Ho parlato con il Dirigente Superiore Francesco Montini, il presidente dei Gruppi Sportivi delle Fiamme Oro. Lui è sempre stato lungimirante, ha portato le Fiamme Oro a essere la prima polisportiva in Italia, se non del mondo, con 24 medaglie olimpiche in 7 mesi. Per una sua intuizione abbiamo preso con noi anche Stefania Costantini del curling femminile, tesserata e poi arruolata. Speravamo in una medaglia alle Olimpiadi Invernali di Pechino, non pensavamo addirittura all’oro. E abbiamo parlato molto anche del ciclismo femminile, davanti alla decisione di Elisa, che per ovvi motivi abbiamo preferito non pubblicizzare troppo. Qualunque agente di Polizia può restituire l’uniforme, mettere le tre firme necessarie, prendere la liquidazione e uscire. Ma siamo la Polizia di Stato, non vogliamo diventare la squadra di passaggio fra juniores ed elite, per poi vederle andare se un altro team offre di più.

Cambierà qualcosa?

Investire diventa difficile, se le supporti per anni, diventano forti e te le portano via. Mi dispiace per le nuove leve che non avranno le possibilità avute da altre ragazze in passato. Ci siamo un po’ raffreddati. Gli ultimi ingressi sono stati quelli di Guazzini e Fidanza, ma già un paio di anni fa. Sono cambiate anche altre cose.

Ai tricolori crono del 2020, prima Longo Borghini e seconda Guazzini, qui con Assuntore
Ai tricolori crono del 2020, prima Longo Borghini e seconda Guazzini, qui con Assuntore
Quali cose?

Anche l’uscita di Salvoldi andrà capita. Con lui si era iniziato un bel progetto che ha dato ottimi frutti. Dino è un grande talent scout, un ottimo allenatore e un… pessimo gestore del gruppo. Siamo amici, ci sentiamo spesso e non sapete quante volte gliel’ho detto in faccia. Le ragazze erano arrivate al punto che le Olimpiadi e il mondiale per loro si svolgevano a Montichiari per guadagnarsi il posto. Hanno saputo i nomi per la madison di Tokyo a mezzanotte del giorno prima. La Guazzini doveva esserci. Vittoria sarà il futuro della pista e deve essere secondo me il punto di forza della madison: nessun’altra è in grado di preparare gli sprint come lei. Come Wiggins con Cavendish.

Dovrete parlare con Villa, niente di troppo difficile insomma…

Infatti ci andrò presto. Per noi non cambia nulla, salvo che accanto al nome di Elisa Balsamo non ci sarà più il nostro. Per fortuna sappiamo che le altre ragazze, da Longo Borghini a Confalonieri, passando per Marta Cavalli e Rachele Barbieri, sono intenzionate a restare. Anche Vittoria Guazzini, che di recente ha cambiato procuratori. Alla Trek-Segafredo abbiamo ancora Elisa Longo Borghini e Luca Guercilena tiene a questo rapporto, tanto da mettere il logo della Polizia sulla maglia del club. Allo stesso modo speravamo di arrivare con Elisa Balsamo a Parigi 2024, purtroppo però non sarà così.

Marta ed Elisa, storie diverse e l’iride a vent’anni

23.02.2022
5 min
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E’ difficile dire se la notizia di domenica scorsa sia stata la seconda vittoria di Marta Bastianelli in pochi giorni o il fatto che per ottenerla si sia dovuta lasciare indietro Elisa Balsamo. Sta di fatto che quando la romana ha capito di doversela giocare contro la campionessa del mondo, ha chiesto a Sofia Bertizzolo di portarla alla sua ruota. E a quel punto ha atteso i 200 metri lanciando il testa a testa che l’ha vista imporsi sul traguardo di Valencia.

«Ho cominciato bene – dice con un sorriso così, subito prima di andare a riprendere Clarissa al pulmino della scuola – anche se non ho cambiato nulla rispetto al passato. Forse ha inciso la serenità di pensare che sarà l’ultimo anno e il fatto di vivere una situazione senza particolari ansie. Forse ho ripreso a stare bene fisicamente dopo gli acciacchi dell’anno scorso…».

Soddisfazione doppia per Marta a Valencia dopo la vittoria su Elisa Balsamo
Soddisfazione doppia per Marta a Valencia dopo la vittoria su Elisa Balsamo

La più forte del mondo

Sarà davvero l’ultimo anno? Se pensarlo alleggerisce la tensione, le buone sensazioni in bici riaprono la porta su una scelta che dovrebbe essere definitiva. E siccome questo sì potrebbe essere un pensiero destabilizzante, Marta ha deciso di riporlo nel fondo di un cassetto, riservandosi di riprenderlo quando la stagione avrà emesso i suoi verdetti.

«Nel finale di tappa – dice – ero concentrata sulla volata. Non erano rimaste tante velociste, giusto la Balsamo e io. La Wiebes si è fatta sotto alla fine, ma era sfinita e ha ceduto. Devo dire grazie a Sofia Bertizzolo che mi ha portato fino alle ruote giuste e quando ho capito che me la sarei giocata contro la più forte del mondo, ho cercato di fare al meglio il mio lavoro ed è andata bene».

Marta Bastianelli (qui con Bronzini) ha vinto il mondiale a 20 anni: 2 meno di Elisa Balsamo
Marta Bastianelli (qui con Bronzini) ha vinto il mondiale a 20 anni: 2 meno di Elisa Balsamo
Perché dici che è la più forte del mondo?

Perché è giovane e ha margini incredibili. Perché a 22 anni è già una delle più forti. Perché tiene su certe salite ed è velocissima. Perché ha una forza mentale notevole. Lo vedi se un’atleta è forte ed Elisa è incredibile. E poi mi piace tantissimo come persona.

Se lei è la più forte del mondo, tu che l’hai battuta cosa sei?

Anche io sono stata campionessa del mondo (scoppia a ridere, ndr) e sono stata battuta. Nessuna è imbattibile e lei ha dimostrato la sua superiorità nella prima tappa, che era dura. E’ rimasta davanti e ha vinto la volata.

Tu hai vinto il mondiale a 20 anni, due meno di Elisa. Che effetto fa a quell’età un peso del genere?

Me lo sono chiesta anche io. Ho pensato che a me la maglia pesò tantissimo, invece lei sembra super disinvolta. Dopo la prima tappa, siamo andate a farle i complimenti e le abbiamo detto proprio questo: «Ma a te questa maglia non fa proprio nessun effetto?». Elisa ha sorriso.

Bastianelli Balsamo Leuven 2021
Mondiali di Leuven, dopo l’arrivo l’abbraccio bellissimo fra Balsamo e Marta Bastianelli
Bastianelli Balsamo Leuven 2021
Mondiali di Leuven, dopo l’arrivo l’abbraccio fra Balsamo e Bastianelli
Elisa ha alle spalle uno squadrone, forse la Safi-Pasta Zara di allora non era così forte per te…

E’ quello che ha detto anche lei, guardando le ragazze della Trek-Segafredo. Ha indicato la Longo Borghini e Ellen Van Dijk e mi ha detto: «Se a tirarmi la volata c’è gente così, come faccio a sbagliarle?». Non ha tutti i torti…

Longo Borghini, Bastianelli, Balsamo: un pezzetto della nazionale di Leuven…

Quando vedo loro, mi sento a casa. Alla Longo piace mettersi a disposizione, ma io credo che possiamo ancora tutte fare delle belle cose nelle corse importanti.

Si può fare un bilancio di questi primi mesi con il UAE Adq Team?

Il pacchetto è lo stesso di prima, anche se in ritiro sono stati con noi il team manager Rubens Bertogliati, Melissa Moncada che è presidente del team e anche Mauro Gianetti. C’è un po’ di aria nuova e ci sono ragazze che sarebbero arrivate a prescindere dal cambio di sponsor. Io continuo a lavorare con Pino Toni, con la supervisione di Michele Devoti che sovraintende la preparazione di tutte e alcune ragazze le segue in prima persona (Mavi Garcia, ad esempio, ndr).

Si percepisce che alle spalle del team adesso c’è una realtà ben più grande rispetto a prima?

Con l’Alé sono stata bene per cinque anni, mi sono lasciata in buoni rapporti da persona matura, ma non vi nego che ci sono state alcune promesse non mantenute che mi hanno un po’ delusa! Adesso si sente chiaramente che dietro alla squadra c’è una struttura davvero grande, si parla di altre realtà ed è palpabile il fatto che ci avvicineremo sempre di più alla realtà del team maschile.

Dopo la vittoria, il UAE Adq Team ha fatto giustamente festa attorno a Marta
Dopo la vittoria, il UAE Adq Team ha fatto festa attorno a Marta
Che cosa ti è parso di Safia Al Sayegh, la campionessa degli Emirati?

E’ davvero una ragazza in gamba, che in ritiro si è trovata benissimo con noi. Si vede che con le strade di laggiù la sua preparazione era inferiore alla nostra, ma non si è mai tirata indietro. Le corse cui ha partecipato sono diverse dalle nostre e spero che ora trovi il modo di prepararsi al meglio. La particolarità rispetto alle nostre abitudini è che debba correre sempre con il velo. Ho idea che allenarsi nel deserto dovendosi coprire sia parecchio impegnativo.

E tu come stai?

Le gambe stanno bene, a prescindere che sia o meno l’ultimo anno. Voglio stare con i piedi per terra. Ogni anno si ricomincia, si tira una riga e si riparte. A Valencia mancava la SD Worx, mancavano alcune delle forti. Lo stesso sono pronta per la Omloop Het Nieuwsblad e le strade del mio Nord. So per certo che prenderò la mia dose di schiaffoni, ma di quelli non ho mai avuto paura.

Balsamo e Arzeni: prima i saluti, poi niente sconti

18.02.2022
5 min
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Alla partenza della tappa di ieri, a Tavernes de la Valldigna, Elisa Balsamo si è avvicinata all’ammiraglia della Valcar-Travel&Service. Per la campionessa del mondo era la prima corsa di stagione, la prima con la maglia della Trek-Segafredo. L’ultima volta con un numero sulla schiena, al Women’s Tour, la piemontese aveva ugualmente l’iride ma sul petto le insegne di sempre. E aveva vinto.

«E’ stato l’incontro fra vecchi amici – commenta Davide Arzeni – ieri hanno vinto due miei amici. Elisa e Covi. Sono contento per lei, vincerà dalle 10 alle 20 corse quest’anno. E’ venuta a salutare tutta la squadra, poi è andata in corsa e ha vinto. Sapevo che sarebbe venuta fuori una tappa così, è la quarta volta che la ripropongono. Sulla salita hanno scollinato Cavalli, Van Vleuten e Mavi Garcia, poi il gruppo è tornato sotto. Noi siamo stati un po’ distratti, ma ci stiamo preparando per il Belgio».

La maglia iridata al debutto sulle strade spagnole
La maglia iridata al debutto sulle strade spagnole

Da Elisa a Elisa

Elisa Balsamo ha vinto con la maglia iridata e il marchio della Trek-Segafredo dopo tutta la vita vestita di Valcar. A lanciarla verso il successo è stata l’altra Elisa, Longo Borghini, la stessa che a Leuven la prese per mano e la lanciò nella volata che valse il titolo mondiale.

«Firmare con Trek-Segafredo – racconta la campionessa del mondo – non è stata una decisione a scatola chiusa. Quando Luca Guercilena mi ha contattato in primavera, ho chiesto a Elisa Longo Borghini, con la quale ho una profonda amicizia e un rapporto di stima, di raccontarmi le sue sensazioni sulla squadra. Le sue parole hanno rispecchiato le mie aspettative e lo stesso è successo parlando con Giorgia Bronzini, allora tecnico del Team. E’ stata una scelta ponderata, perché avevo altre proposte, ma anche la migliore che potessi fare.

«Iniziare così bene è una spinta di fiducia, il modo migliore per fare il mio debutto, ma le mie prospettive sono ancora invariate. Devo tenere i piedi ben saldi per terra, siamo solo all’inizio e devo guardare avanti. Quello che va sottolineato e forse la cosa più importante, è il feeling che ho già con la squadra. L’immediatezza con cui sono stati creati determinati meccanismi e chimica è più che positiva».

Fra le ragazze Valcar, si è vista Elena Pirrone: all’attacco e poi ripresa
Fra le ragazze Valcar, si è vista Elena Pirrone: all’attacco e poi ripresa

La Valcar al Nord

Quando gli chiediamo che effetto gli abbia fatto vederla vincere a quel modo, Arzeni chiede la domanda di riserva. Abbiamo già parlato tanto con lui della Valcar-Travel&Service dopo la partenza di tante ragazze e a questo si aggrappa per lanciare la sfida alla pupilla di ieri.

«Proveremo a darle fastidio – dice – su percorsi più veloci o su quelli del Nord. Siamo tutti qua in Spagna. In un appartamento ci sono le ragazze che stanno correndo, nell’altro il gruppo Nord. Sono qua con Consonni, Sanguineti, Carbonari, Gasparrini. Oggi non potevamo competere con le scalatrici, ma in qualche gara si accorgeranno di noi. Partiremo per le prime corse fiamminghe la prossima settimana».

Le corse del Nord attirano Elisa Balsamo, sulla Roubaix (corsa nel 2021) però ha ancora qualche riserva
Le corse del Nord attirano Balsamo, sulla Roubaix (corsa nel 2021) ha ancora qualche riserva

Classiche iridate

L’aria del Nord risveglia anche l’interesse di Elisa Balsamo e viene da sorridere pensando a quando lo scorso anno piombammo nel loro ritiro e trovammo tutto il team in quella villa sperduta tra i campi, con la futura iridata che studiava per l’esame successivo.

«Andrò a Nord – dice – ed è il calendario dei miei sogni. Tra me e quelle pietre c’è una specie di amore e odio. Non vedo l’ora di correre in Belgio, ma appena sento la durezza del selciato, nel mio cuore mi chiedo chi me lo abbia fatto fare. Quello che mi fanno provare queste Classiche è comunque impareggiabile. L’adrenalina che provo davanti a un settore di pavé, la tensione che sento nel gruppo nei momenti chiave. La Roubaix è un’altra cosa. Ho ancora difficoltà a capire se fa per me. Di sicuro è una classica epica e affascinante. L’arrivo al velodromo, per una pistard come me, è un finale da sogno».

Nella prima tappa, in salita la selezione è stata fatta da Van Vleuten e Cavalli
Nella prima tappa, in salita la selezione è stata fatta da Van Vleuten e Cavalli

Giro, Tour e laurea

Elisa punta in alto. La laurea è ad un passo e ci aggiungerebbe volentieri un master, una tappa al Giro e una al Tour.

«Mi piace pianificare le mie giornate e i miei impegni – dice – mi fa sentire più serena nell’affrontare eventuali imprevisti. In questa squadra siamo circondati da così tanti esperti che non dobbiamo pensare ad altro che a correre per vincere. Sento di essere nelle condizioni ideali per raggiungere i miei obiettivi. 

«Mi mancano due esami alla laurea. Se tutto va bene, entro l’inizio dell’estate potrei laurearmi e poi potrei pensare di iscrivermi a un master. E’ una passione cui non voglio rinunciare. E poi studiare è un buon modo per distogliere la mente dal ciclismo, una forma di decompressione. In questa fase della mia vita, il ciclismo è la priorità, il mio più grande impegno, ma penso che sia importante anche avere una prospettiva a lungo termine».

Prima corsa e prima bottiglia da stappare: è super Balsamo
Prima corsa e prima bottiglia da stappare: è super Balsamo

La stessa fiducia

Arzeni resta zitto. Conosce esattamente il valore della ragazza e standole ancora vicino con i suoi consigli, non si è stupito certo delle sue prestazioni.

Quando una collaborazione ha radici così profonde e quando insieme si sono superati anche momenti drammatici come il post Tokyo, non sarà certo un cambio di maglia a modificare la fiducia.

Come è fatta la nuova Valcar? Ne parliamo con Arzeni

14.01.2022
6 min
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A forza di dire che dalla Valcar-Travel&Service se ne sono andate tutte le più forti, si potrebbe pensare che la squadra sia allo sbando. Invece così non è. Incontrando Davide Arzeni ai campionati italiani di ciclocross vinti dalla sua Persico, è parso chiaro che nella testa del Capo ci sia un ribollire di scenari perché la squadra rimanga al livello che occupava alla fine del 2021. Con lui perciò abbiamo ragionato di questo e, proseguendo lungo il cammino già iniziato con altre continental, abbiamo cercato di capire l’impatto del WorldTour sulla loro realtà.

«Al netto di tutto – dice il tecnico del team bergamasco – siamo la sola squadra in Italia, fra uomini e donne, che ha diritto a partecipare a tutte le corse, compresi Tour de France e Roubaix. Faremo più gare WorldTour delle stesse squadre WorldTour e andremo sempre con la mentalità di vincere. Quella davvero non cambia».

Valcar
Con la partenza di Balsamo e la squadra sulle spalle di Consonni, si è chiusa una grande fase. Arzeni spiega…
Valcar
Balsamo è partita, Consonni sarà la nuova leader della Valcar. Arzeni ci spiega

La squadra ha concluso domenica scorsa un ritiro a Cecina. Al momento alcune ragazze sono ad allenarsi in Spagna e altre sono con la nazionale. Dai primi di febbraio e fino al 20 ancora la Spagna vedrà tutto il team in ritiro preparando il debutto nelle corse di Valencia, dove difenderà la vittoria ottenuta lo scorso anno da Chiara Consonni (la bergamasca è ritratta nella foto di apertura).

Come è andata in ritiro?

Molto bene. Ho avuto conferme interessanti. Si è parlato tanto delle atlete che sono andate, ma anche le nuove non sono niente male. Sono molto, molto, molto contento. Certo abbiamo perso la più forte del mondo: non lo dico io, ma la maglia che indossa. Però abbiamo nuove ragazze con cui lavorare bene.

Ad esempio?

La canadese Olivia Baril, che secondo me nelle corse dure è a un ottimo livello. L’ho vista in fuga all’Alto de Jaizkibel a San Sebastian e stava bene in mezzo alle più forti. E’ una professionista seria. Poi c’è Karolina Kumiega, la polacca. Ha 22 anni, ma ci ha già chiamato il tecnico della sua nazionale per ragionare di europei e mondiali, in ottica crono e strada. La Gasparrini ha un anno in più ed è una delle U23 più forti al mondo. La Cipressi mi ha molto impressionato per la sua serietà fra studio e bici. E poi c’è anche Anastasia Carbonari

Quanto vale?

Secondo me ci sta dentro alla grande, ma deve credere di più nelle sue potenzialità. Se fa la vita da atleta anche solo al 90 per cento, può arrivare anche lei a livello WorldTour.

Balsamo, Guazzini, Alzini e Malcotti nel WorldTour ci sono già andate…

Barbara (Malcotti, ndr) aveva già firmato con noi, ma se arriva una WorldTour che offre di più, è giusto che sia andata.

Silvia Persico ha vinto il tricolore del cross e dopo il mondiale tornerà su strada…

Avete visto con quanta sicurezza e concentrazione ha pedalato a Variano? Sta entrando in una nuova dimensione e se mantiene quel piglio anche su strada, ne vedremo delle belle. E dal cross verrà a fare più strada anche Alice Arzuffi. Quando aveva 18-19 anni era fra le prime 15 del Giro d’Italia, può fare ancora bene, come dimostrano Vos, Lucinda Brand e anche Kata Blanka Vas.

Cosa ti aspetti da Ilaria Sanguineti?

La Yaya ce l’abbiamo solo noi! A volte mi metto a risentire su Eurosport l’ultima vittoria di Elisa Balsamo al Womens Tour e mi viene la pelle d’oca. Sento tutta la preparazione fatta dalla squadra e alla fine il lavoro di Pirrone, Consonni e Ilaria è stato monumentale. Non passava più nessuno. In ritiro abbiamo visto un po’ di video. In Inghilterra contro la Wiebes ne avevamo già perse tre, ma voglio puntare a ritrovare la mentalità di non aver paura di nessuno.

E qui arriva il capitolo Consonni…

Che è una tra le migliori velociste al mondo e ha già studiato da leader. Non è una che si nasconda e abbia paura della responsabilità. E’ un’agonista nata e dà più in corsa che in allenamento. L’anno scorso ha vinto tre corse, ha già alzato le braccia in gare WorldTour. Non ho capito se il mondiale sia davvero per donne veloci, ma se c’è da giocarsi una volata, lei c’è. E il nostro treno è uno dei più forti al mondo, al punto che tante ragazze hanno ammesso che ci studiano e ci guardano quando si va ai finali.

Ilaria Sanguineti è fondamentale nel treno, ma sa anche vincere
Ilaria Sanguineti è fondamentale nel treno, ma sa anche vincere
Il WorldTour vi ha danneggiato?

Secondo me è una gran cosa per le ragazze. Quelle di livello possono guadagnare dei bei soldoni, le altre mettono via dei bei soldini. Sono contento per loro, ma credo sia un errore aver pensato solo alle atlete e non a società e organizzatori. Nonostante il nostro livello, facciamo fatica a trovare gli sponsor. Avremmo le capacità di essere nel WorldTour, ma servono i soldi.

Elisa Balsamo vede per voi l’ipotesi WorldTour o la possibilità di diventare un team U23 che recluta e fa crescere talenti…

Ci sono due possibilità, infatti. Si può provare a fare il WorldTour, oppure succede come fra gli uomini, in cui le continental diventano il serbatoio dei team maggiori. Ora che comincia la stagione, per noi si tratterà ugualmente di battere queste strade per costruire il futuro. Di una cosa sono certo, tutte le nostre ragazze nel corso dell’anno riceveranno offerte per andare nel WorldTour, anche da parte di squadre che si sono mosse tardi e devono rimpinguare l’organico. Sarebbe bello poterle trattenere.

Consonni, un anno di novità: dalle “Fiamme” ai gradi di leader

04.01.2022
5 min
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«Ho più esperienza, quest’anno non sarò nemmeno più under 23. Ormai sono diventata grande». In questo 2022 che è appena nato, Chiara Consonni sa già cosa l’aspetta e lo dice con l’immancabile sorriso sulle labbra. Di lei Rossella Callovi, braccio destro del cittì Paolo Sangalli, ci ha detto che è un “trattore” perché è una potenza. Come ragazza per il suo carattere estroverso e solare, a cui piace sdrammatizzare. Come atleta perché quando si attacca il numero sulla schiena si trasforma, scherza poco e mena forte.

Risultati alla mano, la ventiduenne bergamasca sarà chiamata ad uno step ulteriore della sua carriera diventando il faro della rinnovata Valcar-Travel&Service (con cui è sotto contratto fino al 2023) dopo le partenze di Cavalli (a fine 2020) ed ora di Alzini, Guazzini, Magri, Malcotti, Pollicini (ritorno al triathlon) e soprattutto dell’iridata Balsamo. Anche se per la verità “Capo” Arzeni, recentemente interpellato sull’accoppiata Giro Donne-Tour Femmes, ci ha detto che in questa stagione ci sarà spazio per tutte le altre sue ragazze.

E dopo le Feste, Chiara Consonni si è rimboccata le maniche per il 2022 (foto Instagram)
E dopo le Feste, Chiara Consonni si è rimboccata le maniche per il 2022 (foto Instagram)

Nazionale mista, tutto ok

La Consonni ha chiuso il 2021 con un collegiale azzurro a Novo Mesto, in Slovenia, dal 27 al 30 dicembre, voluto da Marco Villa, ora cittì unico della pista, anche del settore femminile. Giorni vissuti con le compagne, con i colleghi maschi e per conoscere meglio lo staff.

«Onestamente pensavo peggio – dice – invece è andato molto bene ed è stata una bella esperienza. Per il futuro dovremo capire meglio le modalità visto che per noi ragazze cambiano non solo i tecnici, ma anche massaggiatori e meccanici. Però qui ci siamo ben organizzati e abbiamo lavorato bene».

Il Grand Prix du Morbihan Feminin è stato la sua terza vittoria del 2021 (in apertura dopo l’arrivo)
Il Grand Prix du Morbihan è stato la terza vittoria 2021 (in apertura dopo l’arrivo)
Chiara torniamo sulla Valcar. E’ impossibile non fare una battuta con te. Anno dopo anno le stai mandando via tutte…

Praticamente sì (ride, ndr). No dai, fosse stato per me sarebbero rimaste tutte. Questo bel gruppo si era creato 6/7 anni fa da tante ragazze talentuose. Molte di loro hanno deciso di prendere un’altra strada e auguro davvero il meglio a loro. La Valcar può ancora fare tanto ed io mi sento che devo e posso dare tanto a questa squadra. Ho delle responsabilità.

Quali sono?

Verso le mie compagne, innanzitutto. La cosa che forse mi fa più paura è quella di poter deludere loro che hanno lavorato tutto il giorno per me. E magari di aver privato una delle mie amiche di poter fare risultato al posto mio. Poi sento la responsabilità di crescere e di arrivare agli obiettivi che ho già un po’ definito con Davide (Arzeni, ndr). In tutto questo sono comunque motivata a fare sempre di più. 

Nonostante tu sia una ’99, hai già una grande esperienza con diverse vittorie e piazzamenti importanti. Partirai con i gradi di capitano…

Non mi piace tanto questo termine, perché ognuna di noi lo è nella gara adatta a sé. Di conseguenza io sarò a disposizione delle altre compagne nelle corse più mosse, con più salita o se non sarò competitiva in qualche sprint. Tuttavia so di avere lo spunto più veloce in squadra e so che in tante classiche del Nord, dove si arriva in volata, toccherà a me farla. Lavoro per farmi trovare pronta.

Anche per Consonni debutto alla Roubaix, con un fuori pista per evitare la caduta
Anche per Consonni debutto alla Roubaix, con un fuori pista per evitare la caduta
Avverti già un po’ di pressione?

Adesso non ci penso. Ma sono sicura che quando faremo la riunione pre-gara per farmi fare la corsa, allora la sentirò. Dall’altro lato so che questo mi stimolerà ancora di più.

In cosa pensi di dover migliorare?

Le mie carenze al momento sono le lunghe distanze e gli strappi in salita. Devo perfezionare alcuni punti deboli, come la resistenza o come l’alimentazione

Nel tuo programma ci saranno tante gare al Nord, ma quale tra Giro e Tour? Arzeni ci ha detto che potresti fare bene entrambi come cacciatrice di tappe…

Fosse per Davide, mi farebbe correre tutte le gare del mondo (ride, ndr). So che lui crede in me, come faccio a dirgli di no? Comunque dovremo fare delle scelte. Inizierò alla Valenciana, in linea e poi a tappe. A seguire, anche se ancora non hanno annunciato il tracciato, alcune indiscrezioni dicono che, contrariamente al solito, il Giro potrebbe avere un percorso meno duro. Potrebbero esserci diverse tappe, specialmente le prime, più adatte alle mie caratteristiche. Sinceramente ho una piccola preferenza per il Tour, che è il simbolo iconico del ciclismo. Staremo a vedere, in ogni caso io sono disposta a correrli tutti e due, anche se non so come arriverei in fondo. 

A proposito di indiscrezioni, il campionato italiano (organizzato da ExtraGiro in una data tra il 22 e il 26 giugno, ndr) ci sarà nei giorni del tuo compleanno e pare che strizzi l’occhio alle ruote veloci. Quanto segretamente punti al tricolore?

Che notizia se il percorso fosse così! Sì, sono sempre in quel periodo (Chiara compie gli anni il 24 giugno, ndr) e quest’anno penso che potrei correrlo già con le Fiamme Azzurre. Quindi spero mi facciano festeggiare loro.

Gand-Wevelgem 2021, Chiara Consonni
La Gand è la classica che ora sente più vicina ai propri mezzi. Nel 2021 ha chiuso nel secondo gruppo
Gand-Wevelgem 2021, Chiara Consonni
La Gand è la classica che ora sente più vicina ai propri mezzi. Nel 2021 ha chiuso nel secondo gruppo
In questo momento della tua carriera, pensi di essere più avanti o più indietro rispetto a quello che ti aspettavi?

Eh, difficile rispondere. Devo ancora crescere come persona. Ad esempio, rispetto ad una Elisa Balsamo, so che devo ancora fare tanto per arrivare a quel livello, ma sto facendo piccoli passi per diventare una professionista al 100 per cento. Mio fratello Simone penso sia il re della regolarità e da lui ho imparato a crescere anno per anno. Direi che sono al punto giusto, sono in linea con le aspettative.

Tu hai già vinto una gara WorldTour (quinta tappa del Boels Ladies nel 2019, ndr). C’è una gara in particolare sulla quale hai fatto un cerchiolino rosso?

Sul Fiandre! Ma al momento è troppo duro per me, quindi nulla (ride, ndr). Tutte quelle del Belgio vanno bene. De Panne o anche la stessa Parigi-Roubaix, ma vi dico la Gand-Wevelgem. Ero già venuta a correrla da junior per due volte (25ª nel 2016, 7ª nel 2017, ndr) e mi aveva colpito subito. Mi è sempre piaciuta molto.

Balsamo: «Benvenuto 2022, ma che bello il 2021!»

01.01.2022
4 min
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L’ultimo dell’anno, Elisa Balsamo l’ha passato sulla neve di Ponte di Legno. Il 2021 farà fatica a dimenticarlo. Non tanto per come era partito, ma sicuramente per come si è concluso. La vittoria di Leuven ha portato tutto con sé, trascinando via lo stress dell’avvicinamento alle Olimpiadi e quei giorni di tensioni conclusi con la rovinosa caduta nell’Omnium mentre un’egiziana le passava sopra.

Elisa ha trascorso l’ultimo dell’anno sulla neve: giornata perfetta!
Elisa ha trascorso l’ultimo dell’anno sulla neve: giornata perfetta!

Guardare avanti

La voce è squillante, le compagne di squadra e gli amici di sempre le hanno regalato una bellissima festa alla fine di novembre. E soltanto il… contatto sbagliato le ha impedito per precauzione di prendere parte al ritiro di dicembre della Trek-Segafredo.

«Avrò modo di rifarmi a gennaio – dice con una risata la piemontese, in apertura nella foto Trek-Segafredo – ma di sicuro è stato un anno più che positivo, soprattutto nella seconda parte. Non potevo chiedere di più. Certo, forse le Olimpiadi, ma nello sport ci insegnano che alla fine bisogna mandare giù e guardare avanti. E’ stato un anno molto impegnativo, in cui ho imparato tanto anche su me stessa…».

Nell’Omnium di Tokyo, la caduta che l’ha tagliata fuori dai giochi, da cui però è partita la riscossa
Nell’Omnium di Tokyo, la caduta che l’ha tagliata fuori dai giochi, da cui però è partita la riscossa

Il Giro e il Tour

La Trek-Segafredo l’avrebbe accolta con una bici nuova e bellissima e con raffiche di scatti fotografici per celebrare l’arrivo della campionessa del mondo, ma è rimasto tutto nel container.

«Della squadra – dice – mi sono fatto una bellissima idea. La prima percezione è quella di un ambiente molto professionale. Però nonostante la grande organizzazione, ho visto molta umanità. Nel modo in cui ci trattano e per come abbiamo parlato dei programmi. Inizierò a Valencia con una corsa a tappe, poi andrò al Nord per tutte le classiche, quindi farò Giro e Tour».

Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar
Alla presentazione del Tour, Balsamo con il collega iridato Alaphilippe e Pogacar

Il tetto del mondo

Sentiamo risuonare le parole di Elisa Longo Borghini prima e di Marta Bastianelli poi. Il ciclismo delle ragazze sta scalando la montagna. La fatica e le rivendicazioni delle ragazze di ieri hanno aperto la porta del WorldTour, del professionismo, della Roubaix e adesso del Tour. Ed Elisa è pronta per marciare nel futuro.

«Condivido le parole di Elisa e di Marta – conferma – stiamo lottando per raggiungere il professionismo a 360 gradi. I cambiamenti stanno arrivando e fa decisamente effetto pensare che correremo il Tour de France. Siamo cresciuti tutti guardandolo in televisione e pensare di partire da Parigi è davvero emozionante…».

Grinta Balsamo: vittoria in maglia iridata con le insegne Valcar nell’ultima tappa del The Women’s Tour
Vittoria in maglia iridata con le insegne Valcar al The Women’s Tour

Iride e Valcar

Dovrà farlo, come anche Alaphilippe, con la maglia iridata sulle spalle: una compagnia sicuramente squillante e importante, che ha già sperimentato nelle ultime settimane con la Valcar-Travel & Service.

«Non è una maglia semplice – ammette – ma se sei circondata dalle persone giuste, riesci a conviverci bene. La Valcar è stata l’ambiente ideale per questo debutto, la consiglierei a qualsiasi ragazza voglia debuttare nel ciclismo. Per me sono stati una seconda famiglia, in cui sono maturata poco per volta, lavorando bene, crescendo insieme. Parecchie ragazze sono partite verso team WorldTour, perciò vedo due strade. Potrebbero salire anche loro nel WorldTour, oppure diventare una squadra di crescita per le giovani. La categoria under 23 sta per nascere e avere la squadra giusta sarebbe fondamentale».

Primo gennaio, si possono mostrare le nuove immagini (foto Trek-Segafredo)
Primo gennaio, si possono mostrare le nuove immagini (foto Trek-Segafredo)

Natale in famiglia, l’ultimo dell’anno sulla neve. A 23 anni, questa ragazza ha già milioni di storie da raccontare, ma il bello è che mantiene il sorriso e lo sguardo di quando, ancora ragazzina, si affacciava sul grande mondo. E a pensarci bene, al di là dello spunto veloce e della lucidità in gara, sarà proprio questa normalità a portarla lontano.

Un sereno Natale senza sensi di colpa. Parola di Elisa Balsamo

20.12.2021
6 min
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Siamo a un passo dalle festività di Natale e per molti ciclisti la preoccupazione d’ingrassare e la paura della bilancia iniziano a crescere. State tranquilli e seguite l’esempio della campionessa del mondo, Elisa Balsamo da noi intervistata. 

«Erica Lombardi, dietista che mi segue ormai da quattro anni, mi ha fatto capire che la regola d’oro è l’equilibrio e il buon senso. Ovviamente bisogna fare attenzione, ma non è un chilo in più in questo periodo che cambia il risultato della stagione».

Ma cosa significa mantenere l’equilibrio e il buon senso? Non bisogna rinunciare a tutto quello che prevede la tradizione in tavola, ma semplicemente accontentarsi di una porzione per portata a Natale e a Capodanno, evitando di strafogarsi col panettone e i dolciumi a colazione, pranzo e cena.

«Di solito cerco sempre di non esagerare – dice Elisa, che nella foto di apertura è con Davide Plebani alla festa per il suo mondiale dello scorso 26 novembre – per non sentirmi in colpa, evitando di alzarmi con la pancia che mi tira. Il giorno successivo comunque non cerco di smaltire pedalando di più, alla fine non succede niente se un giorno sgarri. A Natale mangerò panettone e farò il brindisi senza pensieri».

L’iridata Elisa Balsamo: per lei a Natale brindisi senza pensieri (foto ASO / F. Boukla)
L’iridata Elisa Balsamo: per lei a Natale brindisi senza pensieri (foto ASO / F. Boukla)

Occhio a digiuno…

Insomma, basterebbe avere buon senso e ascoltare il proprio corpo evitando quelle abbuffate che fanno male a chiunque e non solo ai ciclisti, e che spesso terminano con il ricorso a dei digestivi o a pratiche di digiuno tanto più errate. Il digiuno infatti andrebbe sempre evitato prima e dopo le cene festive.

Nel caso si digiuni prima, avremo più fame, quindi tenderemmo a mangiare ancora di più, anche perché ci potremmo sentire “autorizzati”. Se invece digiunassimo dopo il cenone, potremmo indurre un meccanismo di “cibo–punizione” o compensazione, alterando il nostro rapporto col cibo e aumentando la nostra predisposizione ai disturbi del comportamento alimentare.

«In realtà più che senso di colpa – continua l’iridata di Leuven – è che ora mi sento più motivata a seguire la dieta, quindi anche se ho voglia di sgarrare, sono motivata a seguire le linee guida che mi ha dato la dietista».

Un cenone e relativi “sgarri” non fanno male se sono casi isolati
Un cenone e relativi “sgarri” non fanno male se sono casi isolati

Tempo di cenoni

Un altro aspetto da non trascurare sono gli inviti a cena dagli amici e le classiche pizzate pre-natalizie che, dall’Immacolata all’Epifania, trasformano ogni giorno in quello dello sgarro. Elisa ci spiega che lei ha imparato a gestire anche questi pasti scegliendo delle soluzioni accettabili per la dieta.

«Per fortuna – dice la Balsamo – in tutti i posti in cui sono andata quest’inverno, ho incontrato una grande varietà, quindi una soluzione l’ho sempre trovata senza grandi difficoltà. Sono una ragazza che cerca molto di adattarsi, avere amici sportivi è sicuramente un vantaggio per mantenere la linea in questo periodo, ma alla fine anche nei ristoranti ci sono sempre delle buone soluzioni.

«Per quanto riguarda il bere invece, per me non è una grande rinuncia, durante le festività mi concedo un calice di vino, altrimenti preferisco spesso soluzioni analcoliche o succhi».

Elisa Balsamo spesso sopperisce la voglia di dolce con frutta esotica, a sua volta piuttosto dolce
Elisa Balsamo spesso sopperisce la voglia di dolce con frutta esotica, a sua volta piuttosto dolce

La dieta in inverno

Un aspetto da non trascurare se si vogliono raggiungere certi obiettivi e se non si vogliono fare sacrifici vani è che la dieta sia adattata non solo al soggetto ma anche alla tipologia e all’intensità dell’allenamento, e alla stagione. Elisa, con il supporto della dietista, sta imparando a riconoscere i segnali del suo corpo e riesce a valutare quando e cosa concedersi a seconda del periodo.

«La mia dieta è adattata ai periodi di allenamento e alle stagioni – spiega il nuovo acquisto della Trek-Segafredo – Per esempio in inverno quando l’obiettivo principale è il potenziamento, ho una maggiore quantità di proteine rispetto all’estate dove spesso sono presenti piatti unici completi. Erica mi ha anche insegnato a far attenzione ai segnali del mio corpo, come la voglia di dolce per esempio che, anche se non mi capita spesso, mi piace soddisfare con dei frutti esotici, che sono davvero gustosi».

A colazione la piemontese preferisce il porridge
A colazione la piemontese preferisce il porridge

Equilibrati anche a Natale

Le ferie natalizie corrispondono per tanti ad estenuanti pedalate al freddo, talvolta anche a digiuno con l’errato desiderio di compensare gli eccessi a tavola dei giorni precedenti. Niente di più sbagliato, il nostro corpo ha comunque bisogno di energia. Abbiamo così chiesto a Elisa di raccontarci come si alimenta nella giornata della “distanza”.

«A colazione mi piace molto il porridge d’avena fatto con latte di riso, perché il latte normale a volte non lo digerisco benissimo, e ci abbino un frutto, spesso la banana. Per l’allenamento invece mi piace variare: barrette ai cereali, paninetti fatti da me, frutta disidratata tipo albicocche o fichi e ovviamente acqua».

«Al rientro di solito pranzo, anche se sono le 15,30, con spaghetti di tutti i tipi, dai classici a quelli di kamut, integrali o di riso. Per secondo di solito fonti di proteine vegetali, l’hamburger vegetale ad esempio».

Infine bisogna pensare anche all’idratazione, perché spesso col freddo si sente meno la sete, oppure è difficile trovare fontane aperte per riempire la borraccia:

«Io credo di sentire sempre abbastanza l’esigenza di bere. Ho i miei soliti posti per un rapido “pit-stop”, ma per assicurarmi una buona idratazione in inverno, bevo le tisane. Le mie preferite sono quelle al limone e zenzero oppure ai frutti rossi».

L’equilibrio alimentare si deve trovare sin da giovani e per questo è importante anche l’educazione dei genitori
L’equilibrio alimentare si deve trovare sin da giovani e per questo è importante anche l’educazione dei genitori

Affidarsi agli esperti

Nelle interviste precedenti abbiamo affrontato tematiche importanti per la salute dei ciclisti, come i disturbi del comportamento alimentare, cercando di individuare una possibile via per il miglioramento del sistema. Abbiamo chiesto a Elisa, che nonostante sia già campionessa del mondo, è giovanissima, come ha vissuto questi primi delicati anni di professionismo.

«Io mi sono affidata alla dietista già al secondo anno da elite e ho avuto la fortuna di avere dei genitori molto attenti alla sana alimentazione – spiega la Balsamo – Inoltre sono determinata e non mi faccio condizionare facilmente dai commenti che la “vecchia scuola” penso abbia fatto a tutti i ciclisti sul peso, per questo non ho mai avuto problemi.

«Ho visto però vicino a me, non solo nel ciclismo, ragazze soffrire. È un problema troppo sottovalutato. Bisognerebbe insegnare nella categoria juniores a mangiare bene e sano. Nel professionismo ho notato che già oggi le squadre tendono a cercar sempre di più figure professionali per sostenere i propri atleti sia nella dieta che dal punto di vista della motivazione».

Presente e futuro del ciclismo giovanile in Piemonte. Vediamo…

18.12.2021
6 min
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Il movimento ciclistico del Piemonte quest’anno ha lottato e vinto più volte, sopratutto contro il tempo. I successi tricolori a crono di Francesca Barale, Matteo Sobrero ed Elisa Longo Borghini sono stati un segnale importante. E ancora le maglie iridate di Filippo Ganna ed Elisa Balsamo. Vittorie e nomi che provengono da una regione che sforna atleti senza però avere i numeri e le squadre che altre regioni possono vantare.

Da un’intervista a Fabio Felline sono venuti a galla spunti interessanti sulla delicatezza del momento che sta affrontando il ciclismo giovanile in Piemonte e su qualche possibile incognita per il futuro. Abbiamo deciso quindi di chiedere direttamente a chi se ne occupa a 360 gradi, ricoprendo il ruolo di Coordinatore Tecnici Regionali e Rappresentative Regionali: Francesco Giuliani

Francesco Giuliani con la rappresentativa juniores del Piemonte
Francesco Giuliani con la rappresentativa juniores del Piemonte
Che anno è stato per i giovani del Piemonte?

E’ stato un bellissimo anno, abbiamo anche raccolto dai lavori passati, si parla di una continuità decennale. Parlando degli junior, lo dico schiettamente, non ho mai avuto una squadra così forte negli ultimi otto anni.

Davvero?

Si, però non abbiamo raccolto quanto avremmo potuto. Un esempio può essere il campionato italiano. Abbiamo corso sempre in rimessa e mai all’attacco. Il ciclismo attuale è fatto di attacchi. Quindi abbiamo patito un po’ e ci siamo accontentati dei piazzamenti, ma può capitare non bisogna misurare una stagione solo con i risultati. Anche perché atleti come Manuel Oioli stanno emergendo in maniera cristallina

Che progetto c’è per il ciclismo giovanile nella vostra regione?

Quest’anno ho fatto una proposta al nuovo Presidente del Comitato Regionale Massimo Rosso (in apertura con Sobrero, Longo Borghini e Ganna, ndr) di un progetto per ampliare la rosa di tecnici regionali. Per dare più opportunità ai ragazzi seguendoli in modo più specifico senza invadere le competenze delle squadre e andando a compensarle laddove ce ne fosse bisogno. Abbiamo inoltre inserito un metodo di lavoro diverso che verrà ampliato in futuro per una collaborazione che abbiamo con il centro studi regionale. Ci ispiriamo un po’ alla struttura nazionale, naturalmente in versione adattata, più piccola. Prevediamo anche un piano per la preparazione atletica per eventuali trasferte di rappresentativa. Abbiamo fatto già quest’anno dei collegiali per quanto riguarda i campionati italiani e per il Giro della Lunigiana, prendendo per esempio gli juniores.

Sarete quindi un supporto anche per le squadre?

Si, proprio per dare dei consigli dove serve, alle società e ai corridori papabili convocati per le rappresentative. Diventiamo un supporto in più per le squadre ovviamente dove c’è la mancanza. Se una società non è ha bisogno sono ancora più contento perché vuol dire che lavora bene.

Oioli premiato per il secondo successo al Giro della Lunigiana
Oioli premiato per il secondo successo al Giro della Lunigiana
Avete riscontrato un calo di talenti?

Il movimento piemontese è sempre stato altalenante e la pandemia non ha aiutato. Avremo un buco generazionale che si vedrà dal 2023, dovuto al Covid, per mancanza di entusiasmo e motivazione. Ci stiamo già muovendo per attutire questo colpo. Il rovescio della medaglia però è il ciclismo dei giovanissimi che si è rimpolpato molto, perché moltissimi sport erano fermi mentre il nostro è ripartito velocemente. 

Per quanto riguarda le squadre invece, rispetto ad altre regioni vi sentite inferiori?

Per avere un’idea chiara, il Piemonte non si può paragonare alla Lombardia o al Veneto. Sarebbe un errore gigantesco. Sia come bacino d’utenza di atleti, sia a livello di sponsor. Il Piemonte per essere una delle “piccole”, è tra le prime regioni. Dopo Veneto e Lombardia posso dire che ci posizioniamo noi, insieme a Emilia Romagna e Toscana e poi via via tutte le altre. Se si vanno a vedere i numeri per perdita di società, corse e atleti, e si paragona alle altre, si vede che alla fine il la nostra è la regione che ha perso di meno. Riuscendo ad essere competitiva. 

La situazione per le squadre under 23 qual’è?

Non abbiamo così tante squadre è vero.  

Potrebbe essere un limite per chi vuole passare da juniores a under?

No, perché quando si esce dalla rosa degli junior, diventa una scelta impegnativa che mette in gioco tantissime variabili. Le squadre sono quelle che sono anche perché ci vogliono budget importanti. I corridori che meritano di andare avanti non hanno problemi.

Da junior Sobrero aveva già un’ottima predisposizione per le crono: qui nel 2014 (foto Scanferla)
Da junior Sobrero aveva già un’ottima predisposizione per le crono: qui nel 2014 (foto Scanferla)
Il modello di squadre regionali come: #inEmiliaRomagna e Cycling Team Friuli. E’ replicabile?

Il Piemonte è predisposto e ci sta pensando, non nell’immediato. I tecnici stanno valutando. Per un progetto così ci vuole una struttura importante. Naturalmente i comitati funzionano come tutte le squadre. Bisogna anche pensare che se si fa un progetto del genere si va a togliere linfa vitale a realtà esistenti. É un discorso delicato su cui si sta ragionando. E’ una decisione che spetta al consiglio regionale e al presidente. 

Non sei preoccupato della fuga di talenti fuori dalla regione?

Ganna, Sobrero, e Balsamo per fare degli esempi, è vero che sono dovuti emigrare in altre realtà, ma se ne sono andati quando sono diventati under ed elite non da juniores. Fino a quel punto hanno avuto un percorso sostenuto dal Piemonte. E’ un movimento che ha degli alti e dei bassi come in ogni realtà ma alle spalle c’è un sistema solido. 

Cosa intendi per sistema solido?

Dalla regione c’è un sostegno continuo. Così come le società che continuano a sfornare talenti e lavorano bene. Per citarne un paio.  Il Pedale Ossolano è una società sana che cresce talenti, da cui viene Ganna. La SC Vigor della Balsamo adesso sta dando spazio a molti giovani. Non bisogna guardare solo il numero delle società ma anche quello che ci sta dietro. Poi è vero che bisogna migliorarsi sempre e noi ci stiamo impegnando per farlo. 

Vigor giovanissimi 2009
Il gruppo dei bambini della SC Vigor Piasco nel 2009: riconoscete Elisa? Seconda in piedi da sinistra…
Vigor giovanissimi 2009
Il gruppo dei bambini della SC Vigor Piasco nel 2009: riconoscete Elisa? Seconda in piedi da sinistra…
Vedi del margine di miglioramento quindi?

Sì, certo. Tra le squadre che mi stanno chiedendo un po’ di consulenza in cui sto girando, vedo tanti atleti che potrebbero avere futuro ed essere messi in risalto maggiormente. Non è una cosa che si può fare dall’oggi al domani, faremo delle attività, le società dovranno lavorare in sinergia con noi. Ma insieme si lavora per dare la possibilità e i mezzi a chi li merita. 

Parlando con il torinese Viel, ci ha detto che secondo lui a volte il ciclismo manca di appetibilità, rispetto a sport come il calcio che da voi è estremamente seguito…

A livello di giovanissimi, il discorso è in crescita, come dicevo prima abbiamo messo in sella sempre più piccoli ciclisti. Se devo trovare una difficoltà che ho visto anche in altre regioni, riguarda la pista. Avendo solo il velodromo all’aperto di San Francesco Al Campo, mancando le strutture, è difficile avvicinare alla disciplina. Mentre se guardiamo sempre le solite, non a caso Veneto e Lombardia hanno moltissimi velodromi e si vede nei risultati. Nonostante questo noi siamo la terza o la quarta forza. 

Credi sia difficile avvicinare quindi i giovanissimi a praticare?

Sì e no, a livello di numeri siamo messi bene. Il problema può essere il numero effettivo che corre la domenica. Se parliamo di giovanissimi nella sua totalità, godiamo di ottima salute, soprattutto nel fuoristrada. Mentre se parliamo di giovanissimi che partecipano alle gare la domenica, ci sono realtà che su cento giovanissimi ne riescono a far correre dieci. Non stiamo parlando di agonismo. A quell’età deve essere tutto assolutamente un divertimento. Le squadre devono comunque spronare i più piccoli alla sana competizione che non è agonistica ma che ti insegna i valori della vittoria e della sconfitta misurando l’impegno che si mette nel fare una cosa.