Bergamo, un altro iride: con Villa alle radici della Balsamo

11.10.2021
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«Ho l’abitudine di studiare – dice Villa – e avevo previsto che il ciclismo femminile avrebbe vissuto un’escalation. Ho provato a fare due conti, ma il WorldTour sarebbe stato un passo troppo lungo. Così ho letto bene le newsletter dell’Uci e ho visto che gli inviti si baseranno sul ranking, per cui per quello siamo tranquilli. Non essendo nel WorldTour, il solo modo per farsi notare è fare attività intensa. Si tratta comunque di un investimento».

Bergamo iridata

Due maglie iridate nella stessa provincia. A trenta chilometri dalla casa della Colpack e di Baroncini, nella stessa pianura bergamasca che ribolle aziende e ciclisti, si trova infatti la Valcar, primo sponsor della Valcar-Travel&Service, casa di Valentino Villa ed Elisa Balsamo. A un certo punto, nei giorni del Giro d’Italia Donne, sembrava che la squadra fosse a un passo dal WorldTour, poi non se ne è fatto più niente. E così adesso, a fronte di alcuni elementi di spicco che cambiano aria come la campionessa del mondo, Guazzini e Alzini, il presidente è alle prese con un bel dilemma e lo vedi che gli costa pensieri faticosi. Andare avanti a oltranza, oppure accettare la proposta del giusto squadrone WorldTour e lasciarsi inglobare? Il tempo di concordare di darci del tu, dunque, e si comincia. 

La Valcar è un’azienda che si dedica alle lavorazioni di precisione sui metalli, Villa è uno dei due soci
La Valcar è un’azienda che si dedica alle lavorazioni di precisione sui metalli, Villa è uno dei due soci
Non deve essere facile…

Ho una mia visione e il brutto vizio di non vivere il presente, ma di pensare al futuro. Penso che fra 2-3 anni, le squadre come la nostra non ci saranno più. Per il bene di questo movimento, l’abbinamento tra squadre WorldTour maschili e team femminili funzionerà. Credo che alla fine dovrà abdicare anche la SD Worx e lo vedo come un bene per le atlete. Poi servirà creare una categoria U23 come quella degli uomini in cui far crescere le ragazze, mentre ad ora questo ruolo lo svolgiamo noi e le squadre come noi.

Siete stati avvicinati da qualche squadra?

Abbiamo avuto due trattative. Una con la Uae, ma si è arenato tutto sul fatto che non siamo ancora WorldTour e che non abbiamo una dimensione troppo internazionale. So che poi sono passati alla Alé. Poi abbiamo avuto contatti con la Ef Pro Cycling, con cui sembrava quasi fatta, ma si è fermato nuovamente tutto. Se penso alla nostra squadra, la vedo allineata con un team maschile, senza però perdere tutta la filiera delle giovanili. Ragione per cui chiedo di essere io a dirigere l’eventuale nuova realtà.

Come hai vissuto il mondiale? 

Il venerdì Davide (Arzeni, diesse del team, ndr) era qui e poi è partito in macchina. L’ho invidiato. Io ho visto la corsa con mia madre, la prima tifosa e la più anziana della squadra. Se devo dire, per Elisa avevo già gioito agli europei. Quando l’ho vista fare tante volte e bene quella salita così dura dopo un’estate tutta in pista, ho capito che ai mondiali non l’avrebbero staccata. Non sono un tecnico, ma a forza di guardarle, capisco da come si muovono sulla sella e dai loro atteggiamenti in bici se stanno bene o male.

Marta Cavalli ha corso con la Valcar-Travel&Service dai 13 ai 23 anni, poi è passata alla Fdj. Villa ne ha un grande ricordo
Marta Cavalli ha corso con la Valcar-Travel&Service dai 13 ai 23 anni, poi è passata alla Fdj
Sei uno dei pochi presidenti che si occupano direttamente delle bici delle atlete…

Vengo dal mondo dei millimetri. Alle corse studio le bici degli altri. Ho passato qualche ora con Colnago, con Marra di Fsa e Colleoni di Veloflex a parlare di tecnologia dei loro componenti. Sono arrivato al punto di realizzare per Cannondale dei forcellini al Cnc. Nella mia azienda conosco tutti i ruoli, idem nella squadra. Conservo le immagini dei primi test di Elisa. E oggi quando osservo le nuove atlete, un po’ d’occhio l’ho sviluppato anche io.

Elisa Balsamo.

Elisa è… Elisa (Valentino si commuove, ndr). Devo molto a lei. Al di là dei risultati, è sempre stata una ragazza comprensiva, capace di rinunciare al suo compenso per migliorare la squadra. Vi ho già raccontato di quando si tagliò lo stipendio, no? Quando arrivò, le dissi: «Tu sei Ronaldo e vieni alla Valcar». Ma le dissi anche che per un anno avrebbe corso in una squadra ridimensionata. Avevamo inserito ragazze giovani che crescessero con lei e fossero in grado di starle accanto nei 3-4 anni successivi. E ha funzionato benissimo. Vinse il mondiale in pista il primo anno e quello su strada al secondo.

Come si sposa questa dimensione familiare con quella del WorldTour?

Siamo il baluardo del ciclismo italiano. Ma se il lavoro di Davide e Valentino deve andare avanti, allora il nome della squadra deve cambiare. Non posso fare certi investimenti e mi dispiace parlarne, ma c’è una realtà di cui devo tenere conto. 

Chi è Davide Arzeni?

Davide è la persona giusta per gestire questa fase di passaggio. Siamo appassionati di ciclismo a 360 gradi, osserviamo con la stessa attenzione la junior e la numero uno al mondo. Ci piacciono la pista, il cross e la strada, anche per dare alle ragazze modo di assecondare le loro passioni. Con Arzeni formiamo una bella coppia. Quando parliamo, ci capita di completare l’uno le frasi dell’altro. Non c’è mai diversità di vedute, la nostra forza è questa. Arriviamo sempre uguali alla conclusione, sempre con il bene della squadra per la testa. 

Vanno via dei pezzi importanti.

Se avessimo potuto, le avremmo tenute tutte. Ma adesso ci aspettiamo la maturazione della Consonni e della Gasparrini, con un occhio di riguardo per le new entry come Anastasia Carbonari e per le ragazze che vorrebbero venire.

Guazzini e Alzini lasciano entrambe la Valcar-Travel&Service: la prima va alla Fdj Nouvelle Aquitaine, la seconda alla Cofidis
Guazzini e Alzini lasciano la Valcar-Travel&Service: la prima va alla Fdj , la seconda alla Cofidis
Ad esempio chi?

C’è una decina di straniere che ci hanno scritto e fra le motivazioni hanno indicato l’ambiente di squadra. Osserviamo i risultati, ma senza dimenticare l’umanità delle persone. Per questo alla fine si crea un bel rapporto. Mi sono commosso quando ho visto la Cavalli vestita con la maglia Fdj. Marta venne da noi a 13 anni e se ne è andata a 23. Si deve lavorare e qualcosa verrà fuori.

Con grande fede nella divina provvidenza?

Fiducia cieca. Mio padre era contadino e mi diceva che il campo coltivato può non dare frutti, mentre uno che non hai considerato può dartene in quantità. Avevo 7-8 anni quando accadde che un campo coltivato e concimato non diede pomodori, mentre quello accanto lasciato quasi incolto ne fece a quintali. Un’esperienza che mi ha segnato. E’ il mio modo di cambiare le cose, il mio invito alle persone che ho accanto pe spiegargli come cambiare le cose: «Fate, fate, fate!».

Anastasia Carbonari è l’ultima arrivata nella Valcar-Travel&Service
Anastasia Carbonari è l’ultima arrivata nella Valcar-Travel&Service
Dino Salvoldi.

Una volta non convocò una mia ragazza e lo presi di petto. Poi andai in un’azienda in cui un imprenditore voleva licenziare un operaio, che però era bravissimo e faceva produzioni di altissima qualità. E non feci che dirgli di tenerlo, perché uno che era capace di certi risultati, meritava di essere tenuto. Quando uscii mi venne il flash, pensando a Salvoldi.

E cosa facesti?

Lo chiamai e gli dissi che uno come lui, con tutti i risultati che faceva, non doveva essere criticato. E aggiunsi che non lo avrei mai più attaccato.

E se nei prossimi giorni arriva un team WorldTour e vi propone di unirvi?

Sacrificherei anche domattina il nome Valcar&Travel Service, se servisse a dare un futuro alla squadra.

Sorride sincero. Il cuore è per le ragazze prima ancora che per il nome della sua azienda. Valentino è anche andato in pensione con il sogno di occuparsi a tempo pieno della squadra, ma c’è una forza neanche troppo invisibile che lo tiene legato all’azienda. Dirigenti come lui sono alla base dello sport italiano, capaci di fare miracoli. Se WorldTour sarà, che i nuovi non facciano rimpiangere i vecchi. A questo però forse dovrebbe pensare la stessa Federazione che poi sfoggerà le medaglie. Una stretta di mano, il nostro viaggio continua.